…All’alba furono spenti i falò e fu proprio allora che tra la folla, per un momento, a un soldato parve di vedere una donna vestita di nero che lo guardava con occhi cattivi.
…Salvami, salvami, grande sovrano fammi fuggire, fuggire di qua. Alla parata lei mi stava vicino e mi guardava con malignità.
Dategli, dategli un animale figlio del lampo, degno di un re. Presto, più presto perchè possa scappare dategli la bestia più veloce che c’è.
..Fiumi poi campi, poi l’alba era viola, bianche le torri che infine toccò ma c’era tra la folla quella nera signora e stanco di fuggire la sua testa chinò. Eri fra la gente nella capitale so che mi guardavi con malignità son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale son scappato via ma ti ritrovo qua. Sbagli, t’inganni, ti sbagli soldato io non ti guardavo con malignità era solamente uno sguardo stupito cosa ci facevi l’altro ieri là? T’aspettavo qui per oggi a Samarcanda, eri lontanissimo due giorni fa, ho temuto che per ascoltar la banda non facessi in tempo ad arrivare qua.
Quante volte mi è tornata in mente questa canzone di Vecchioni mentre, in questi giorni, mi occupavo dell’ incredibile serie di vittime sulle nostre montagne.
Come mi è tornata in mente quella volta che, dopo una lunghissima coda nei pressi di Taranto, arrivai nei pressi di un incidente. Una coppia di anziani tedeschi, che arrivava dal Nord della Germania, era stata uccisa da una valigia che, staccatasi dalla macchina davanti a loro, li aveva colpiti sfondando il parabrezza della loro auto. Un attimo di secondo prima e la valigia avrebbe rimbalzato sul cofano e volata via, un attimo di secondo dopo e sarebbe finita sul tetto dell’ auto. Quei due anziani tedeschi avevano attraversato tutta l’ Europa per arrivare puntuali all’ appuntamento con quella valigia mortale…
Il destino è così. Non puoi farci nulla. Certo è meglio non camminare in bilico sul cornicione di un grattacielo, ma per il resto…è tutto già scritto!
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