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  • SCAFFALE: UCCIDERE UN FASCISTA DI CULICCHIA

    18 aprile 2025 • LUOGHI E LIBRI • 682

    uccidereunfascista

    Come direbbe De Andrè: è una storia sbagliata. Quella raccontata da Giuseppe Culicchia è proprio una storia sbagliata.

    Lo scrittore torinese conclude il suo trittico sugli anni di piombo, cominciato con il volume riguardante il cugino brigatista Walter Allasia, e ora narrando la disgraziata vicenda umana di Sergio Ramelli, ucciso con una terribile sequela di colpi alla testa, soltanto perché considerato un fascista.

    Siamo a Milano, a metà degli Anni Settanta, decennio in cui si può essere uccisi anche solo per un alcune prese di posizione, scritte su un tema scolastico. E’ quello che è successo al giovane Ramelli, 18 anni, studente di un istituto tecnico, fidanzato, tifoso dell’Inter, colpito sotto casa con una gragnuola di colpi di chiave inglese e morto dopo un mese e mezzo di agonia in ospedale. Ad aggredirlo fino alla morte alcuni studenti di un collettivo universitario che nemmeno lo conoscevano: erano stati incaricati di “dargli una lezione” dai vertici di Avanguardia Operaia, soltanto perché Sergio era iscritto al Fronte della Gioventù e perché aveva espresso, in un compito in classe, critiche alle Brigate Rosse.

    In quegli anni si uccideva e si moriva così. Unicamente perché bollati di destra o di sinistra. E Culicchia, nella sua trilogia, ci fa entrare, in quella follia collettiva, per la via principale: quella del cuore, della persona, dei famigliari, del dolore, e non la via dell’ideologia. Lo ha fatto con il cugino brigatista e lo replica ora, narrando i pochi anni della vita di Sergio Ramelli. Anni quasi anonimi, quelli di un ragazzo che gioca a pallone, che va a scuola, che ha pochi amici e che si trova coinvolto in un tourbillon che gli sconvolge la vita: minacciato, dovrà cambiare scuola, impaurito e alla fine ucciso, senza alcun motivo.

    Un lavoro difficile, quello di Culicchia perché c’è poco da scrivere sulla vita di Ramelli, anche le vicende processuali sono scarne (gli esecutori  ammisero le colpe dopo una decina d’ anni), il cosiddetto pensiero dominante, ha troppa voglia di dimenticare quegli anni. Per questo va riconosciuto all’autore un doppio merito, quello di aver saputo indagare “una storia sbagliata”, vicina ma così lontana, e di averlo fatto senza pregiudizi o preconcetti.

    GIUSEPPE CULICCHIA

    UCCIDERE UN FASCISTA

    MONDADORI

    19 euro

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  • QUESTO E’ UN PAESE DI VECCHI

    17 aprile 2025 • COSE NOSTRE • 565

    NEONATI

    In Italia nascono sempre meno bambini. L’ anno scorso il record negativo: con 1,18 figli per donna, superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale sono nati 526mila bambini. Nel 2024 solo 370mila nascite. Lo chiamano “inverno demografico”.

    Recentemente sono stato in Egitto e la guida che ci accompagnava, raccontava che nel medesimo anno – cioè proprio nel 2024 – nel Paese africano erano venuti alla luce qualcosa come 3milioni di neonati, mentre Il 40% della popolazione egiziana oggi ha meno di 24 anni, portando quel popolo ad essere uno dei Paesi più giovani al mondo. 24 anni? Sapete qual è l’ età media della popolazione italiana? Oltre 46 anni. E l’Italia non è il paese più vecchio del mondo, ma il secondo. Il paese più vecchio è il Giappone, dove una persona su 10 ha ormai 80 anni o più.

    E in Piemonte non stiamo meglio. L’età media degli abitanti della nostra regione è di 48,1 anni. La provincia più vecchia è Biella, con età media di 50,3 anni. Quella più giovane Cuneo con 46.8 anni. Il numero medio di figli per donna, in Piemonte, è 1,14,

    Nel contempo l’ Istat allunga l’ età media degli Italiani e quindi viene prolungata di 3 mesi dal 2027 l’ età in cui si potrà andare in pensione.

    Prima di parlare di blocco delle frontiere, di rivedere il sistema pensionistico, di flussi migratori…. Forse sarebbe meglio sedersi attorno a un tavolo e ragionare su questi numeri.

    Nella mia famiglia allargata (compresi figli, nipoti, parenti, cugini, alla vicina e alla lontana) nel 2024 è nato solo un bambino. Siamo sotto la media. Mea culpa!

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  • ECCO LE COLOMBE DOLCE VITA

    12 aprile 2025 • CINQUE SENSI • 836

    colombagalup

    Pasqua vuol dire anche primavera. Le giornate si allungano, le temperature si fanno miti, l’aria è limpida e fresca. È tempo di tornare a uscire, di pic-nic e gite fuori porta. La Pasqua 2025 Galup celebra tutto questo e molto altro con la nuova linea DOLCE VITA, una proposta con tre illustrazioni da collezione, che ci riportano alla fine degli anni ’50, alla spensieratezza e al glamour di un’epoca che aveva nella città eterna, il suo palcoscenico più ambito.
    Sugli incarti e sulle scatole delle Colombe, le matite fissano i momenti più iconici di uno stile di vita ancora oggi impresso nella nostra memoria. Le passeggiate romantiche in bicicletta con i fiori nel cestino, le prime decapottabili, la celebre scena di Vacanze Romane, in cui Audrey Hepburn e Gregory Peck, vagano divertiti su una motoretta in una Capitale splendida e assolata. Con Galup la vita è più dolce.

    La linea DOLCE VITA propone eleganti scatole in latta, pack con incarto realizzato a mano o colorate scatole che racchiudono dolci colombe nelle proposte:
    – COLOMBA “ANTICA RICETTA FERRUA” – La colomba nella sua ricetta originale. Canditi d’arancia fresca e di cedro diamante, pasta all’arancia nell’impasto soffice e ricco di tuorli, lievitato lentamente e lasciato riposare a lungo dopo la cottura. A coprire, la glassa alla Nocciola Italiana “Tonda Gentile Trilobata”, arricchita da mandorle intere e granella di zucchero.
    – COLOMBA TRE CIOCCOLATI – con la quale Galup celebra il cioccolato in una interpretazione a tema della ricetta tradizionale. Il carattere deciso del fondente, la piacevole dolcezza della variante al latte e la morbidezza avvolgente del cioccolato bianco, si ritrovano in gocce nell’impasto morbido, senza canditi e uvetta. A coprire la Colomba, la glassa alla nocciola, arricchita con granella di zucchero e mandorle intere.
    – COLOMBA PERE E CIOCCOLATO – con gocce di cioccolato fondente e pere candite nell’impasto e quella AMARENE E CIOCCOLATO – con amarene candite e gocce intere di cioccolato fondente, entrambe ricoperte con glassa, zucchero e mandorle intere.
    – COLOMBA FRUTTI DI BOSCO E YOGURT – la delicatezza dello yogurt, le note pungenti di fragole, more di rovo, ribes rossi, ribes neri e mirtilli semi-canditi, danno un sapore fresco e avvolgente a questa interpretazione della Colomba Gran Galup. La glassa alla Nocciola Italiana “Tonda Gentile Trilobata”, con mandorle intere e granella di zucchero, completa la ricetta come da antica tradizione.
    – COLOMBA LIMONE E ALBICOCCA – I limoni e le albicocche candite portano i sapori e i profumi del mediterraneo in una colomba dall’impasto soffice e leggero. Una proposta elegante, fresca e delicata, ispirata dall’arrivo della bella stagione. Immancabile la glassa, la granella di zucchero e le mandorle intere.

    E al fianco della linea DOLCE VITA la Pasqua 2025 Galup propone tante sfiziose idee con la TRADIZIONALE MINI, tutta la bontà della ricetta originale della Colomba Gran Galup in 100 gr. o la divertente confezione MIX COLOMBINE GRAN GALUP – quattro diverse Colombe, in formato speciale, presentate in un delizioso astuccio: una Colomba Tradizionale, una con Gocce di Cioccolato, una alle Mele e la Paradiso. Un’idea di degustazione perfetta per chi non ha ancora scelto la sua preferita. La Colomba Galup conquista anche quando è piccolina.

    La Colomba Galup è il dolce della Pasqua che il brand piemontese ha declinato anche nella linea GLUTEN FREE, una proposta per tutti. La COLOMBA GRAN GALUP SENZA GLUTINE conserva le migliori qualità e i sapori della ricetta tradizionale: l’impasto soffice e fragrante, la copertura di glassa croccante alla nocciola. Una creazione dedicata a chi ha necessità di escludere il glutine dalla propria dieta. Così come la COLOMBA TRADIZIONALE SENZA GLUTINE E SENZA LATTOSIO propone la ricetta tradizionale con agrumi canditi, ma Senza Glutine e Senza Lattosio, oppure la COLOMBA GOCCE DI CIOCCOLATO SENZA GLUTINE E SENZA LATTOSIO con gocce di cioccolato fondente nell’impasto e la AMARENA E CIOCCOLATO SENZA GLUTINE E SENZA LATTOSIO. Tutte ricette studiate dai pasticceri Galup, per dare al palato di chi è intollerante al glutine e al lattosio, le stesse emozioni di chi a Pasqua non vuole rinunciare al dolce per eccellenza.

    E anche per la Pasqua 2025 la Colomba ha fatto l’uovo! Torna anche quest’anno de Le Uova di Colomba piccole uova di cioccolato, con incarto dorato, che racchiudono un ovetto confettato, in diverse colorazioni e ripieno alla crema di nocciola, saranno il goloso e gradito dono per grandi e piccini. Disponibile in scatola/espositore da banco, saranno un irresistibile tentazione a portata di mano e per tutti.
    Tutti i prodotti della Pasqua Galup sono acquistabili sul sito www.galup.it, negli store Galup di Torino e Pinerolo e nei migliori negozi d’Italia.

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  • GIROVAGANDO: LE STRADE DEI FORTI DEL PINEROLESE

    11 aprile 2025 • LUOGHI E LIBRI • 596

    forte-fenestrelle-piemonte-633x400

    Un cammino in 14 tappe, una terra di confine costellata di forti e fortificazioni ideate per dividere e per difendere. Il fiume Po, da Villafranca Piemonte, come punto di partenza; il Monviso, come faro, che accompagna lungo il percorso.  Nel mezzo: pianure, vigneti eroici, dimore storiche, la Città di Pinerolo, luoghi simboli della cultura valdese, laghi, cascate, Usseaux, uno dei Borghi più belli d’Italia, forti, la Strada dell’Assietta, il Forte di Fenestrelle con i suoi 4000 gradini, la più grande struttura fortificata d’Europa e la più estesa costruzione in muratura dopo la Muraglia cinese.

    Ecco “Le strade di forti”,  in un mondo che cerca di rallentare, ritrovare il giusto passo, è una nuova proposta turistica per il Piemonte che si snoda per una parte all’interno del Parco delle Alpi Cozie e percorre, per un lungo tratto, il Sentiero del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi. Può essere sì percorso a piedi ma anche in bicicletta.

    Il cammino de Le Strade dei Forti si può scoprire su www.lestradeiforti.it: le 14 tappe sono già strutturate, così come il «Kit dei forti», ovvero il passaporto e i timbri con i quali vidimare il percorso per chi si accrediterà al cammino. Nei prossimi mesi, si allargherà il Club di Prodotto degli operatori turistici (la rete che raccoglie le strutture ricettive aderenti al cammino, nda) e si svilupperanno ulteriori servizi, come agevolazioni e sconti dedicati.

    Le 14 tappe
    Tappa 1
    : Villafranca Piemonte – Cavour
    Tappa 2: Cavour – Pinerolo
    Tappa 3: Pinerolo Centro
    Tappa 4: Pinerolo – San Germano Chisone
    Tappa 5: San Germano Chisone – Perosa Argentina
    Tappa 6: Perosa Argentina – Fenestrelle
    Tappa 7: Fenestrelle – Pian dell’Alpe
    Tappa 8: Pian dell’Alpe – Casa Assietta
    Tappa 9: Casa Assietta – Rifugio Mulino di Laval
    Tappa 10: Rifugio Mulino di Laval – Foresteria di Massello
    Tappa 11: Foresteria di Massello – Prali
    Tappa 12: Prali – Conca del Pr
    Tappa 13: Conca del Prà – Gran Tour del Monviso (o, alternativa, tappa 14)
    Tappa 14: Conca del Prà – Bobbio Pellice

     

     

     

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  • QUANDO LA BANCA NON E’ PIU’ VICINA ALLA GENTE

    10 aprile 2025 • COSE NOSTRE • 805

    BANCOMAT

    10Qualcuno dirà, “ma allora ce l’hai proprio con le banche?”. Ebbene sì, ancora di più da quando ho scoperto che effettuare un bonifico on line mi costa 1 euro. Faccio tutto io, con i miei soldi, non c’è intervento di alcun impiegato o tecnico, eppure un euro se ne va in fumo, o meglio nelle casse della banca.

    E cosa fanno questi istituti di credito che macinano utili stratosferici? Chiudono gli sportelli.

    33 sportelli di IntesaSanpaolo dovrebbero abbassare le serrande in Piemonte, tra giugno e ottobre. Tuttavia, l’istituto ha sottolineato l’impegno nel garantire servizi alternativi tra cui la banca di prossimità, che prevede la fornitura di servizi di base negli esercizi commerciali dei piccoli comuni, come edicole, tabaccai e bar. Inoltre, ci saranno consulenti finanziari “a domicilio” sul territorio per un contatto diretto con la clientela.

    La Regione ha avviato un tavolo di confronto con IntesaSanpaolo, ma intanto la notizia ha destato non poca preoccupazione nelle istituzioni e nella popolazione, perchè le chiusure avvengono per la maggior parte in piccoli comuni di montagna, già colpiti dalla desertificazione.

    Finora abbiamo parlato di IntesaSanpaolo, ma piani analoghi sono in attuazione o in divenire da parte di altre banche. E così, presto, intere vallate del Piemonte saranno prive di filiali, di sportelli o anche di semplici bancomat.

    Tanto tutti operano on-line. E gli anziani? E le fasce più deboli? Che si arrangino.

    E il sostegno alle piccole imprese, ai commercianti, agli agricoltori che magari intendono aprire una nuova attività nelle realtà in via di spopolamento?

    Un tempo gli slogan pubblicitari parlavano di “banca vicino alla gente…” . Adesso vicino alla gente – di sicuro – c’è soltanto il costo di qualsiasi operazione che ognuno fa da sé, al computer.

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  • PASTE DI MELIGA LE PREFERITE DI CAVOUR

    5 aprile 2025 • CINQUE SENSI • 2285

    paste-di-meliga

    Sembra anche che fossero i biscotti preferiti di Camillo Benso Conte di Cavour che ne mangiava almeno due a fine pasto con un bicchiere di Barolo Chinato. Ricostruirne la storia e le origini è quasi impossibile: pare, comunque che le Paste di Meliga siano nate per necessità dopo un cattivo raccolto che aveva fatto salire alle stelle il prezzo della farina di grano.

    Bisogna, quindi, risalire ai secoli passati, alla cultura contadina della zona di Mondovì, in provincia di Cuneo. I fornai, per far fronte all’aumento eccessivo del costo della farina, iniziarono a mescolarla con la farina ricavata dal mais macinata finissima usata appositamente per i dolci. In pratica, venivano prodotti con lo scarto della farina usata per fare la polenta.

    Le paste di meliga (chiamate in piemontese paste ‘d melia) vengono infatti realizzate con un mix di farina di frumento e farina di antico mais piemontese (melia o meira in piemontese) a cui vengono aggiunti pochi altri genuini ingredienti (burro, zucchero, miele, uova e scorza di limone).

    Di forma tondeggiante o rettangolare, i deliziosi frollini che profumano di tradizione sono originari del Cuneese, ma oggi sono diffusi anche nel resto della regione, in particolare nel Biellese e nel Torinese, in Val Susa, Val Cenischia e Val Chisone.

    Tradizionalmente questi biscotti vengono mangiati a fine pasto inzuppati in un buon bicchiere di Barolo, di vino Passito, di Moscato o di Dolcetto. Insomma, come le apprezzava Cavour, anche noi oggi ci godiamo un momento di relax con le Paste di Meliga.

     

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  • SCAFFALE: TORNA TORINOIR CON REGIO CRIMEN

    4 aprile 2025 • LUOGHI E LIBRI • 901

    TORINOIR

    Ci sono persone che hanno il talento di unire.

     ToriNoir è un collettivo di talentuosi scrittori di gialli e noir che racconta il territorio piemontese e il suo variegato tessuto sociale con le parole dell’oggi. Lo hanno sempre reso protagonista, nei loro romanzi e nelle loro antologie. Porta Palazzo, il fiume Po, le nostre montagne…

     Questa volta ToriNoir ritorna in libreria con un’antologia dal sapore un po’ speciale, perché non solo ha come fil rouge il Teatro Regio di Torino, luogo di grande storia e tuttora cuore pulsante della città, ma anche e soprattutto perché si pone come ultimo saluto al compianto Marco G. Dibenedetto, anima del collettivo spentasi prematuramente il 31 luglio 2024.

      Attraverso questi racconti osserverete il confine tra finzione e realtà che gli spettacoli – la vita – mettono in scena, sentirete la voce della soprano Maria Callas echeggiare nelle sale del nuovo Teatro Regio, canticchierete Paolo Conte e Francesco De Gregori, vi addentrerete nei passaggi segreti ai piani inferiori, vi unirete alle indagini della polizia per trovare un assassino, aiuterete il commissario a sventare un attentato, farete il tifo per un giovane in difficoltà che lotta per il suo futuro.

     Vi accompagneranno in questo viaggio dodici autori e un giornalista, riuniti per ricordare un amico, uno scrittore, uno psicologo, un padre.  Ci sono persone che hanno il talento di unire, e Marco era una di queste. Ma era molto altro ancora. Era la guida perfetta per questo viaggio.

     Francesca Piazza

    TORINOIR

    REGIO CRIMEN

    GOLEM EDIZIONI

    16,90 euro

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  • E POI VORREMMO ESSERE REGIONE TURISTICA

    3 aprile 2025 • COSE NOSTRE • 1080

    treno

     

    Torna la linea Alta Velocità Milano-Torino-Lione-Parigi, ma i convogli non fermeranno più a Bardonecchia.

    Sarà un estate senza treni da Milano al Lago Maggiore e a Domodossola.

    Come ampiamente prevedibile, il tunnel del Colle di Tenda non sarà pronto per l’estate e la sua riapertura slitta con ogni probabilità all’autunno.

    Insomma, alcune delle nostre perle turistiche sulle quali puntare per attrarre visitatori, saranno difficilmente raggiungibili con i mezzi pubblici nella prossima estate, con il conseguente aumento del traffico su strade e autostrade.

    Dopo un’interruzione di circa due anni torna, in primavera, l’Alta Velocità sulla Milano-Parigi. Ma chi arriva dalla capitale francese, o da Lione, e volesse trascorrere qualche giorno in montagna, dovrà obbligatoriamente scendere all’unica fermata di Oulx e poi prendere un pullman – se lo trova – per Bardonecchia, Sauze o Sestriere. Occasione persa. La fermata a Bardonecchia era ad hoc.

    Sulla Milano-Domodossola ci saranno lavori alla linea che attraversa tutti i paesi della sponda del lago Maggiore: era già stata interrotta la scorsa estate, e quest’anno sarà di nuovo interdetta ai treni dall’8 giugno al 27 luglio e dal 31 agosto al 12 settembre. Lavori utili, certo. Complessi. Ma intanto l’ estate 2025 per Stresa, Arona, Baveno, Villa Taranto, la Val Formazza, Domodossola, restano una chimera per chi li voleva raggiungerle in treno dal capoluogo lombardo, ma anche dal resto d’Italia.

    Limone Piemonte ha perso tante stagioni turistiche invernali a causa della chiusura del Tenda: gli sciatori dalla Liguria o dalla Costa Azzurra si sono diretti su altre piste.

    E poi ci vantiamo di essere una regione a vocazione turistica. Continuiamo a dire che è una delle strade per rilanciare il Pil della Regione. Il flusso turistico è generato dal servizio e non viceversa. Forse era il caso di puntare un po’ di più i piedi con chi gestisce il trasporto pubblico in Italia.

    Alzare la voce e non limitarci a borbottare, come fanno, di solito, i piemontesi.

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  • LE UOVA DELLE FAVOLE STREGLIO

    29 marzo 2025 • CINQUE SENSI • 632

    l_uovo_delle_favole

     La Pasqua 2025 si preannuncia colma di golose sorprese al cioccolato, tutte brandizzate Streglio.

    Dolci proposte unite da un filo conduttore comune: attraverso le sue creazioni Streglio racconta una storia di dolci eccellenze e squisite bontà, che la fantasia e le mani ispirate dei pasticceri trasformano in una favola indimenticabile.
    Nascono così nuove e imperdibili idee per la Pasqua 2025, vere e proprie collezioni di alta pasticceria.

    Si incomincia con le imperdibili Uova di Pasqua Streglio: un abbraccio racchiuso in un guscio di cioccolato fondente o di cioccolato al latte da cui nascono nuove proposte.

    La nuovissima Linea STREGLIO L’ERBA VOGLIO: Un mondo incantato di coniglietti dorati e Margherite Streglio presentata nella doppia versione Cioccolato Fondente e Menta oppure Cioccolato Bianco e Caffè. Un’idea che si contraddistingue per l’originalità del pack che ricorda, in modo curioso e divertente, un dolce coniglio dalle lunghe orecchie. All’interno una cascata delle iconiche Margherite Streglio.

    Ritorna, anche per la Pasqua 2025, l’UOVO DELLE FAVOLE nelle versioni Fondente e Pistacchio oppure Latte e Nocciola: un guscio fondente nasconde una dolce crema con granella di pistacchio e un cuore di ovetti cremosi al pistacchio salato, mentre il delicato cioccolato al latte racchiude una golosa crema con granella di nocciola e ovetti ripieni di cremino al gianduja.

    La DOLCE METÀ STREGLIO nella versione FONDENTE o AL LATTE, custodisce al suo interno un cuore di Nocciola Tonda Gentile Trilobata, tostata e salata, che regala agli occhi e al gusto la meraviglia di un incontro inaspettato tra magia e prelibatezza. Curioso e sorprendente come un uovo di Pasqua, tenero e dolce come un gesto d’amore.

    Piccoli tesori di dolcezza sono gli OVETTINI CREMOSI RIPIENI DI GOLOSE FARCITURE ASSORTITE: un guscio di cioccolato al latte o fondente accompagnano morbide farciture al caramello salato, al cremino alla Nocciola Tonda e Gentile Trilobata, ai frutti rossi e al cremino al pistacchio salato.

    E le proposte Streglio rendono festoso ogni giorno anche con piccoli pensieri come le nuove confezioni della Linea Feste di Primavera, creazioni dai colori vivaci e freschi che evocano l’effervescenza della Primavera: Ovetti, Margherite, Cuori, Giandujotti e Turin al Rhum Streglio.

    Le proposte della Pasqua Streglio 2025 sono acquistabili sul sito sul sito www.streglio1924.it , negli store Galup di Torino e Pinerolo e nei migliori negozi in Italia.

     

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  • GIROVAGANDO: LA BASILICA DI OROPA

    28 marzo 2025 • LUOGHI E LIBRI • 3540

    OROPA

    Secondo la tradizione, il santuario di Oropa venne fondato da Sant’Eusebio vescovo di Vercelli nel IV secolo. Benché questa tradizione non goda di riscontro documentale, certo è che Eusebio diffuse il Cristianesimo e la devozione mariana nelle valli biellesi. A quei tempi infatti la popolazione del vastissimo territorio che corrisponde grosso modo all’odierno Piemonte era ancora quasi tutta pagana.

    La prima menzione ufficiale in una Bolla di papa Innocenzo III del 2 maggio 1207: lì sono menzionate a Oropa due chiese dedicate a Santa Maria e a San Bartolomeo. Secondo i più recenti studi storici questi edifici risalirebbero almeno all’VIII-IX secolo. Si tratta di due piccoli edifici montani. Mentre Santa Maria è scomparsa nell’espansione del santuario, San Bartolomeo è stato recentemente riscoperto e riaperto al culto.

    In epoca barocca il santuario ha una grande espansione architettonica, grazie anche alla protezione della Casa di Savoia. Sono attivi ad Oropa architetti illustri, fra i quali Filippo Juvarra (cui si deve fra l’altro la monumentale Porta Regia del santuario) e Guarino Guarini.

    Attorno alla basilica antica, che risale agli inizi del Seicento, viene edificato un santuario, che aveva le funzioni di ospizio per i pellegrini.

    Durante la peste del Seicento, la città di Biella fa voto alla Madonna d’Oropa e rimane incontaminata. Tuttora, annualmente, la città compie ad Oropa una processione solenne in osservanza di questo voto.

    Verso la fine del XIX secolo inizia la progettazione e costruzione della monumentale chiesa nuova. La prima pietra del nuovo tempio, che con la sua alta cupola chiude scenograficamente il santuario, fu posata nel 1885. Per realizzarlo fu scelto il progetto, elaborato più di un secolo prima, dall’architetto Ignazio Galletti.

    Il santuario di Oropa è un santuario mariano – dedicato alla Madonna Nera – situato una dozzina di chilometri a nord della città di Biella, a circa 1.159 metri di altitudine, in un anfiteatro naturale di montagne che circondano la sottostante città e fanno parte delle Prealpi biellesi. Recentemente è stato realizzato anche un interessante Orto botanico con rarità naturalistiche delle Alpi Biellesi.

    Nell’ enorme anfiteatro sono ospitati alberghi per ospitare i pellegrini e numerosi ristoranti con apprezzate specialità culinarie del Biellese.

     

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