Da parecchi anni nelle ultime settimane di agosto Torre Pellice è al centro dell’ attenzione per l’ annuale Sinodo delle Chiese Valdesi e Metodiste. Può essere l’ occasione per visitare e scoprire una cittadina e un territorio carichi di fascino e di storia. Dalla borgata Ruà, situata su di un promontorio, si gode una vista panoramica sulla vallata. La borgata dei Coppieri, un tempo il limite del ghetto in cui erano confinati i Valdesi, è oggi un vero e proprio villaggio completamente ricostruito.
Le prime notizie di Torre Pellice (che oggi conta circa 4500 abitanti) risalgono a un atto del 1186, e all’inizio del Dodicesimo Secolo la valle iniziò a popolarsi di Valdesi, in fuga dalla vicina Francia. Per secoli e secoli i Valdesi subirono persecuzioni e guerre, ma nel Settecento queste si attenuarono, anche se i Valdesi non potevano ancora ricoprire cariche istituzionali, destinate ai pochi cattolici, né celebrare il culto in pubblico. Finalmente, il 17 febbraio 1848, Carlo Alberto pose fine per sempre alle discriminazioni con l’ Editto di Pacificazione. Quel giorno, l’evento venne segnalato a tutti gli abitanti della valle, anche quelli che abitavano nelle borgate più isolate, con l’accensione di fuochi che potevano essere visti da grande distanza. Da allora, tutti gli anni i Valdesi ricordano l’evento ritrovandosi numerosi ed accendendo dei grandi fuochi all’aperto nella valle, la notte tra il 16 e il 17 febbraio.
Nel 1700 o ebbe inizio il processo di industrializzazione di Torre (la prima filatura della seta è del 1760), che la portò, nel secolo successivo, a diventare il capoluogo della valle.
Edifici e istituzioni di Torre Pellice testimoniano la sua realtà di capitale del mondo valdese. Si possono ricordare la Foresteria, il Museo con una ricca documentazione storica e etnografica, la Casa Valdese che ogni anno ospita il Sinodo, il tempio neo-romanico del 1852, il Collegio e il Convitto Valdese eretto in memoria dei 500 Valdesi caduti nella Prima Guerra Mondiale, la Casa Valdese della Gioventù e la Casa delle Diaconesse, sede centrale delle sorelle infermiere all’opera nei numerosi istituti di assistenza.
La città ha due importanti biblioteche, una annessa al Museo, con oltre ventimila volumi, e un’altra presso la Casa Valdese che conserva oltre cinquantamila libri. Presso il Collegio Valdese si trova l’Erbario Rostan, che raccoglie la flora alpina delle valli pinerolesi. In posizione dominante si trovano i ruderi del forte di Santa Maria. E infine La Galleria Civica d’Arte Contemporanea raccoglie circa quattrocento opere di pittura, scultura e disegno di artisti italiani del dopoguerra.
Per gustare la cucina tipica delle Valli Valdesi non mancano i ristoranti che propongono il Seirass del Fen cioè la classica ricotta stagionata della zona, la minestra di castagne e latte, il pollo ripieno di verdure, il miele, i torcetti e la torta Gianduja.
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