Una generazione di alcolizzati

by • 9 marzo 2014 • ArchivioComments (36)9164

L’ altro giorno su Facebook mi imbatto in un filmato di mio figlio, 18 anni. Alle 10 del mattino si tracannava una birra tutta d’ un fiato. Preoccupato più che irritato l’ ho chiamato e lui mi ha risposto: “ma dai…è un gioco. Io devo farmi riprendere mentre bevo, poi nomino altri 6 amici che devono essere filmati mentre si fanno un alcoolico e così via” . Una catena di Sant’ Antonio alcolica.  Va be’ – ho pensato – di cavolate ne facevo anche io, alla sua età…

Poi mi sono capitati sotto gli occhi questi dati

– il 64,5 per cento dei ragazzi fra gli 11 e i 14 anni ha dichiarato d’ aver già fatto consumo di alcol

– il 6 per cento prima degli 8 anni

– il 49,9 per cento non sa che l’ alcol può creare dipendenza e alterare le funzioni dell’ organismo

– il 32,4 per cento  dichiara di bere in famiglia, il 30 per cento con gli amici

– il 47,3 per cento è convinto che l’ alcol non altera le proprie capacità

E allora? stiamo crescendo una generazione di alcolizzati? che colpe abbiamo noi genitori? e la scuola? e lo Stato? e la pubblicità che a tutte le ore ci inonda di spot ad alto tasso alcolico?

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36 Responses to Una generazione di alcolizzati

  1. claudio scaparone. scrive:

    il problema dei ragazzi si crea quando nella Famiglia non ce’ dialogo e sensibilizzazione al problema alcol.In questa situazione non solo il ragazzo e’ nel contesto alcolista ma bensi’ tutta la Famiglia.Purtroppo in alcune realta’ il problema non viene delucidato come tale.in alcune occasioni addirittura e’ di comodo avere un’alcolista in casa non preventivando che la situazione potra’ tramutarsi incontrollabile.La prevenzione e’ importante,ovviamente non solo nei giovani ma anche alle Famiglie.Quanto riguarda la pubblicita’ sugli alcolici e’ diminuita virtiginosamente,ci sono purtroppo ancora molte difficolta’ nell’evitare gli aperitivi in consolle di cui comunque i Comuni che danno il consenso a questa manifestazione non salvaguardano la salute e l’incolumita’ delle persone.Ciao Beppe,andrei avanti ad elencare le problematiche sull’alcol per ora mi fermo.

  2. gandolfo scrive:

    PATRIZIA CATALANO SCRIVE
    bisognerebbe vedere cosa ne pensano i genitori visto che sono responsabili data l’età del ragazzo

    • claudio scaparone. scrive:

      i genitori molto probabilmente non seguono il ragazzo,abbandono piu’ totale,bisognerebbe affrontare la situazione creando una rete di aiuto sia per il ragazzo che per la Famiglia.

  3. gandolfo scrive:

    .Ogni tanto vado a cena in un paesino in Val di Lanzo.. Ebbene, c’è un ragazzo di 16 anni.. Non l’ho mai visto sobrio, sempre ubriaco.. Cosa ne diciamo?

    • christian scrive:

      CARO BEPPE CHE DIRE….CHE LA FAMIGLIA SE NE FREGA….PERCHE’ SE LA FAMIGLIA SEGUE BENE I PROPRI RAGAZZI NON SUCCEDE NEPPURE A TORINO…O MEGLIO AL MASSIMO UNA VOLTA,MA IN UN PAESINO E’ PALESE CHE LA FAMIGLIA SIA ASSENTE.IO STO PER DIVENTARE PADRE E TUTTI CHE MI DICONO VEDRAI CHE FARAI COME GLI ALTRI GENITORI….IO FARO’ COME I MIEI CHE MI HANNO CRESCIUTO IN BARRIERA DI MILANO E OGGI CAPISCO I LORO COMPORTAMENTI E CERTE RESTRIZIONI

      • gandolfo scrive:

        Bravo Christian, auguri per il tuo compito di genitore… È il più difficile ma anche il più bello

      • Luisa scrive:

        Non credo che crescere in un paesino sia direttamente proporzionale al fatto di essere alcolisti già da ragazzini. Vedo i genitori dei coetanei di mia figlia fanno tanto i severi e poi si ritrovano figlio/e tossici e ubriaconi proprio per dare contro ai genitori. Con i figli serve una giusta dose di dialogo/severita ed elasticità, per capire le loro problematiche. E non ditemi che le passate generazioni crescevano meglio di questa, anche perché se considero quanti miei coetanei, che avrebbero oggi 40-45 anni, sono morti per overdose non ci facciamo una bella figura. Tutto sta nell’intelligenza della persona, se a più di 40 anni sonno arrivata senza farmi una canna posso forse ringraziare i miei genitori, ma forse di più l’intelligenza che ho avuto ad evitare di fare certe cavolate

        • gandolfo scrive:

          Il paesino era solo un’annotazione di cronaca.. Certo che può essere succedere anche in città

          • Luisa scrive:

            Infatti non ho nulla da dire sul tuo commento, ma su quello di Christian “in un paesino è palese che la famiglia sia assente”

  4. Riccardo scrive:

    A mio modesto parere il problema non risiede tanto nel consumo eccessivo di alcol in sè, quanto piuttosto delle motivazioni che spingono molti ragazzi sotto la maggiore età ad abusare di alcolici. Una delle risposte più ricorrenti alla domanda “Perchè lo fai?” è “Perchè se no non mi diverto”, in qualunque contesto venga data la risposta. Discoteca, pub, casa di amici: parafrasando un famigerato slogan “no alcol, no party”. Questo tipo di comportamento è la causa (o la conseguenza?) diretta di un altro tipo di atteggiamento: se non bevi, sei out. Decisamente preoccupante, se si vuole pensare che le personalità fragili sarebbero disposte a tutto pur di farsi accettare dal branco.
    Il resto è una conseguenza: l’alcol crea dipendenza, per cui anche in presenza di stimoli, di distrazioni o in assenza di eccessive pressioni, il ragazzo che ha già superato una determinata soglia tenderà a farne un uso spropositato.
    Le colpe, come spesso avviene in questi casi spinosi, sono di tutti e di nessuno: è chiaro che un’informazione più estesa, più capillare unita ad una maggiore attenzione da parte dei genitori verso comportamenti “inusuali” da parte del proprio figlio possono certamente aiutare a mantenere il fenomeno sotto controllo.

    • Riccardo scrive:

      Vorrei aggiungere ancora un’ultima considerazione: il social game in questione (Neknomination) è un semplice pretesto, per di più nemmeno tanto originale a dirla tutta. Fino all’avvento dei social network ci si trovava di persona e al ritmo di “Giù, giù, giù!” i partecipanti si scolavano, oggi come allora, pinte o intere bottiglie di alcolici. Non ci sono differenze: ubriacarsi online o “dal vivo” è devastante nello stesso identico modo.

    • gandolfo scrive:

      Terribilmente vera la motivazione : “altrimenti non mi diverto”

      • christian scrive:

        HO VISTO QUESTA COSA TRA QUALCHE MIA AMICIZIA SU FB…E LA COSA CHE MI SPAVENTA E’ CHE NON SI TRATTA DI RAGAZZINI…..BERSI 4 CAMPARI,2 BIRRE E UN BICCHIERE DI GIN ALLE 3 DEL POMERIGGIO E’ DA MALATI DI TESTA,…..E LO SAREBBE ANCHE DI SABATO SERA.

  5. Stefania scrive:

    il vero problema è che la società, lo stato,le multinazionali etc etc minimizzano i danni dell’alcol in quanto ne traggono un immenso profitto.Ci si guarda bene dal GRIDARE I DANNI CHE PROVOCA…….anzi, lo si PUBLICIZZA….. l’alcol è la vera droga del secolo, il vero responsabile del 99% delle bestiali violenze che vediamo ogni giorno nei tg. L’alcol DISTRUGGE IL CORPO,LA MENTE, LE FAMIGLIE…………..STIAMO DELIBERATAMENTE AIUTANDO LE NUOVE GENERAZIONI A MORIRE

  6. Liliana scrive:

    Che triste tristissima deriva.Credo che la nostra vita si riduca a una lunga passeggiata, dove chi ti vuole veramente bene ti cammina accanto preoccupato di non avere un passo diverso dal tuo. Purtroppo troppo spesso ci sfioriamo senza neanche vederci.

  7. Andrea scrive:

    Le istituzioni latitano, la societa’ lascia correre perche’ non si tratta di stupefacenti, nell’indifferenza di tutti. Guardate i vostri figli negli occhi, parlategli e quando avranno voglia di farsi una birra accompagnateli al pub e vi divertirete anche voi insieme a loro

  8. montagnana christian scrive:

    IO PENSO CHE LA TECNOLOGIA ABBIA AIUTATO QUESTI GIOVANI AD USARLA MALE…NOI QUANDO ERAVAMO RAGAZZI DI SCHIOCCHEZZE NE ABBIAMO FATTE,MA PENSO CHE ALLA BASE DI TUTTO CI DEBBANO ESSERE DIETRO I GENITORI COME CANI DA TARTUFO.IO SONO NATO IN BARRIERA DI MILANO A TORINO E MIA MADRE ME LA TROVAVO DIETRO OGNI SECONDO…..ORA CAPISCO E FAREI COSI’ ANCHE IO CON MIO FIGLIO

  9. Laura scrive:

    Non c’è il controllo dei genitori sui figli. Li mettono al mondo,ma poi non vengono seguiti, non vengono aiutati a comprendere i pericoli dei loro atteggiamenti.
    Li abbandonano a se stessi,e in casa,il dialogo non esiste.
    E’ spaventoso pensare, che si sbronzino per divertirsi,ed è altrettanto spaventoso,che i genitori, di fronte a tutto ciò,chiudano gli occhi,e facciano finta di niente.

  10. Camilla scrive:

    Buon giorno, mi permetto di intervenire per portare la mia esperienza. Ho una figlia di 17 anni che come alcuni altri ragazzi conosce questa “nuovo” e forse stupido gioco diffuso sulla rete. Proprio qualche sera fa, mi raccontavano, lei e altre due amiche, di quali fossero i meccanismi e di come loro avessero pensato di “ovviare” al problema. Mi hanno detto “se ci nominano noi facciamo il filmato e nel bicchiere ci mettiamo te alla pesca”.
    Un piccolo racconto, solo per dire che forse, i nostri figli, o almeno gran parte di loro, sa quello che va fatto e sa quello che è giusto e quello che è sbagliato….si tratta SOLO di farselo raccontare e magari starli ad ascoltare. Questo è il compito davvero difficile di un genitore, tutti sappiamo la differenza tra bene e male, ma la vera difficoltà e farla capire anche a loro. E non ci sono scuole per impararlo, solo tanto lavoro e un pò di fortuna. Quindi non liquiderei sempre troppo velocemente questo argomento parlando di genitori che non seguono i figli, ma penserei alle difficoltà che ogni papà e ogni mamma incontra tutti i giorni nel tentativo di far crescere uomini e donne consapevoli.

  11. Laura scrive:

    Camilla, sono d’accordo, Ma se vedi tuo figlio o tua figlia che arriva regolarmente a casa, sbronzo/a,è dovere di un genitore chiedere,ma non sempre il rapporto tra genitori e figli, permette di aver un dialogo su argomenti così delicati. Credo però,che alla base di questi comportamenti,ci sia un rapporto complicato tra genitori e figli,perché non sono scemi,sanno benissimo che sbronzarsi,è estremamente pericoloso. Non sono una psicologa,ma credo che alla base di alcuni atteggiamenti, ci sia un disagio psicologico,di questi ragazzi.

    • Camilla scrive:

      Laura, hai perfettamente ragione. Il mio era solo un esempio per dire appunto, come dici tu, che sono assolutamente capaci di capire.
      Hai altrettanto ragione sul fatto che vi sia un disagio, sfogato attraverso l’uso di alcolici e sostanze varie. Ma quello che mi premeva mettere in evidenza è che non sempre sono i genitori distratti o menefreghisti che si trovano davanti figli sbronzi.

  12. Laura scrive:

    Hai ragione Camilla. Purtroppo, l’adolescenza porta con sé una serie infinita di disagi, ed incomprensioni,e poi bisogna anche aggiungere,
    che molte volte, i ragazzi vogliono sfidare i genitori, perché si sentono invincibili, purtroppo, così non è.

  13. Francesca scrive:

    In Francia gli spot di vini e alcolici in genere sono vietati dagli anni ’90… e non mi pare che i francesi abbiano meno interessi di noi in tal campo. Questo per rispondere alla domanda relativa la pubblicità. Per quanto concerne il discorso strettamente connesso all’adolescenza… io ricordo che bastò uno sguardo di mia nonna, quando mi vide rientrare da una serata leggermente alcolica (avevo 17 anni) per abbandonare quella via. Colloquio aperto ma polso fermo. Difficile e impopolare, ma tant’è.

  14. Giorgia scrive:

    Io non posso parlare da genitore, ma da figlia sì. 14, 16, 20, 25 anni li ho già avuti da un pezzo, e come tutti ho fatto le mie cavolate. La prima sbronza, quella vera, quella che non ti ricordi nemmeno il tuo nome, dove sei, chi sei, perché ci sei, l’ho presa a 34 anni.
    Quando ero più piccola non toccavo alcol, o meglio, ci ho provato tantissime volte, ma quando realizzavo che più bevevo e meno ero presente a me stessa, lasciavo perdere. Credo sia un’enorme fortuna aver paura (tremendissima paura!) di non essere più in grado di agire e reagire, di non avere la giusta coscienza di cosa succede intorno.

  15. ivana scrive:

    mi occupo attivamente di sensibilizzazione nelle scuole sia per i ragazzi che con i genitori…parliamone ..volete?

  16. gandolfo scrive:

    Certo.. Raccontaci cosa fai e come contattarti.. Per chi fosse interessato.. Grazie..

  17. Pat scrive:

    E poi ci sono i ragazzi intelligenti che rispondono così. Nonostante tutto, l’umanità si salverà. Io ci credo!
    http://video.repubblica.it/edizione/torino/nominato-per-ubriacarsi-su-facebook-replica-con-l-aranciata-e-una-strata-ripigliatevi/158141/156634

  18. Cristina scrive:

    Sono anche io una mamma ed ho due figlie e lavoro in una scuola, fortunatamente lavoro con i più piccoli però comunque mi sto accorgendo sempre di più che la cosiddetta crisi di valori nei giovani è una drammatica conseguenza di crisi di valori negli adulti che troppo spesso non sono più adulti e punti di riferimento credibili agli occhi dei giovani. Questo, ovvio, non vale per tutti ma purtroppo vale per molti inoltre specifico che per valori intendo quelli universalmente riconosciuti e non legati a settori unicamente religiosi o politici perchè il rispetto per se stessi e per gli altri non è unicamente correlato a ideologie, di qualunque natura esse siano. Penso comunque che le sfaccettature di questo discorso siano molteplici e porterebbero a tante riflessioni, alcune facili e di facile consumo altre troppo giustificanti nei confronti di alcuni gruppi di ragazzi, ribadisco ALCUNI perchè non tutti sono così e mi piace pensare che la gioventù non è persa…o no?

  19. ivana scrive:

    oggi bellissimo incontro all’ITIS Avogadro con circa 100 ragazzi.
    hanno ricevuto dal’ Proff. Scafato dell’OMS informazioni valide e precise tutto cio’ che devono sapere per decidere e scegliere con conoscenza e coscienza

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