Da bambino indossavo una maschera di Paperino, ma non volevo che mia mamma facesse i buchi per gli occhi temendo me la rovinasse. E così andavo a sbattere contro muri e porte. Quand’ ero più grandicello mi regalarono un costume da indiano, con tanto di arco e frecce. E io giravo orgoglioso per le vie del mio quartiere e partecipavo alle varie feste di Carnevale.
Ecco, il Carnevale: che fine ha fatto? A me pare sia una festa che è andata via via scomparendo, almeno nelle grandi città.
Perchè? Non so dare una risposta secca. Forse perchè non abbiamo più voglia di scherzare? O perchè viviamo già tutto l’ anno in maschera? Il Carnevale è stato soppiantato da Halloween?
Dite la vostra, discutiamone insieme
Il vostro Sanremo Next Post:
Una generazione di alcolizzati
a La Loggia il carnevale è stato soppresso dal prete !!!!!!!!
con quali motivazioni?
festa pagana e poco importante
e fu così che La Loggia divenne ancor di più, paese dormitorio…
Credo che tu abbia ragione, nelle cittadine e nei paesi forse il Carnevale è ancora sentito parecchio..
Quanti ricordi legati al Carnevale. Da piccola, mia madre mi portava in Piazza Vittorio,alle giostre. Arrivavamo in Corso San Maurizio,e sentivamo già, il profumo delle ciambelle che friggevano. La prima cosa che facevo,era prendere lo zucchero filato,e poi, salivo sulle giostre. Poi,alla sera,con tutta la famiglia,si andava alla Fiera dei Vini. Ricordi indelebili,di un’infanzia lontana. Ora,non so neanche più,quando è carnevale. Il Carnevale. è destinato a scomparire.Una volta,si vedevano i marciapiedi ricoperti di coriandoli,ora non più. Forse, nei paesini,il carnevale è ancora sentito, nelle grandi città,non ci si rende più conto di quando è Carnevale..
Anche per me, in modo istintivo, funziona il binomio Carnevale/piazza Vittorio. Sono nata lì e seguivo i preparativi dalla settimana precedente: arrivavano grossi camion che scaricavano i pezzi delle giostre, all’uscita da scuola assieme alle amiche, facevamo una capatina per vedere a che punto erano, due o tre giorni e persino il grande ottovolante che si affacciava sulle rive del Po era pronto. Con gli anni facemmo amicizia con i giovani Piccaluga (storica famiglia sinti giostrai da sempre) e, inutile negarlo, qualche giro gratis sulla Ballerina o sul Tagadà ci scappava sempre. Il primo giro in giostra quindi l’ho fatto in piazza Vittorio, l’ultimo pure. Da quando le giostre si sono trasferite alla Pellerina non ci sono più andata, ho portato i miei figli ma non ho più sentito il Carnevale come allora. Nei paesi non è così, il giornale locale con cui collaboro questa settimana ha titolato “Settimo si è trasformata in una piccola Viareggio” e ha dedicato ben tre pagine alla cronaca della sfilata dei carri e al divertimento di bambini e famiglie.
In città non è più così. forse l’errore è stato proprio quello di spostare le giostre in periferia, fino a quando il Carnevale era nel cuore della città. era più sentito. Ora chi abita a Mirafiori che ne sa di quel che accade alla Pellerina. Il centro città è sempre più coinvolgente, per qualsiasi manifestazione, perché questo non dovrebbe essere valido per il Carnevale?
Ora, va di moda festeggiare Hallowe,festa tipicamente americana,anche se è d’origine celtica. A me,piaceva molto di più il vecchio Carnevale.
Semplicemente non si gioca più.
I bambini non giocano più tra loro ma con le consolle o i tablet
Il relativismo moderno ha abbattutto tutte le tradizioni della nostra epoca.
A scuola hanno tolto la messa di natale. Le festività non sono più sentite, se non per l’occasione di fare qualche scampagnata fuori città.
Il Carnevale festa dei bambini per eccellenza è un’altra tradizione distrutta da questa epoca confusa e contraddittoria. Ai bambini si chiede di crescere subito e di non credere più a favole e racconti, ma di pensare subito a questa età che la vita è dura. I nostri figli invece di affinare la creatività attraverso i loro desideri e sogni, pensano a tutte le nuove tecnologie del momento. Senza contare i danni fatti dai reality show, dove si promettono alti guadagni senza fare niente. Tali programmi hanno abbassato di parecchio il tasso di intelligenza di nostri ragazzi che purtroppo imitano ed inneggiano a pseudo-personaggi senza né arte e né parte e senza un mestiere, nello spettacolo, concreto fra le mani.
Questi sono i danni di questa mentalità sbagliata e falsa buonista (tra l’altro diciamo che i buonisti hanno fatto quello che io chiamo: “Teologia alla matriciana”).
Ci sono degli intellettuali che vogliono far nascere in Italia un “Nuovo Umanesimo” io sono in accordo con loro. Se d’Azeglio disse di “fare gli Italiani”, ora sono più che mai convinto che gli italiani vanno rifatti interiormente e non solo esteriormente.
bella la teologia della matriciana, bravo…
Carnevale…coriandoli…. La gente non ha i soldi per il pane figuriamoci se li spende in coriandoli. ……
Hai ragione Michele, a Torino non vedo tutta questa voglia di festeggiare.
Però mi piace pensare che i bimbi allegri con i loro vestitini di carnevale portino via un po’ di tristezza no?
Il Carnevale è una tradizione, non togliamoci anche quello…