Quel wrestling in Consiglio regionale

by • 27 novembre 2013 • ArchivioComments (31)7158

Da più di 15 anni sono chiamato a raccontare il Piemonte a tutta Italia per i tg nazionali delle reti Mediaset. Sono nato e cresciuto in questa regione perciò sono orgoglioso come un pavone quando posso narrare le bellezze e le virtù della mia terra. Facile immaginare quindi il mio stato d’ animo quando ho dovuto confezionare i servizi per l” incredibile rissa in Consiglio regionale: scene da wrestling che pensavo potessero solo accadere in lande sperdute del pianeta. Invece no.  E’ successo proprio a Palazzo Lascaris, nella regione dove è nato il Parlamento italiano.

Botte, schiaffi, insulti mentre si discuteva di rimborsopoli, cioè di quei 43 consiglieri regionali per i quali sta per scattare il rinvio a giudizio per truffa e peculato. Spese pazze fatte con i nostri soldi.

Con quello stato d’ animo, triste quanto indignato, sono rientrato a casa e ho cenato con mio figlio di 17 anni. Guardando quelle immagini prima ha riso, poi  è sbottato: “Che schifo!” ha detto e se n’ è andato in camera.

Come faccio a convincerlo che vale ancora la pena sbattersi per un bel voto a scuola? Che sia giusto e doveroso impegnarsi per la cosa pubblica, per la democrazia? Che non è tutto ‘uno schifo’?

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31 Responses to Quel wrestling in Consiglio regionale

  1. gandolfo scrive:

    QUESTO COMMENTO DI ANDREA ROSSO ERA PER IL PRECEDENTE BLOG SULL’ INDIGNAZIONE, MA CREDO VADA BENISSIMO ANCHE PER QUESTA DISCUSSIONE
    Ogni istante offre un pretesto per indignarsi, basti pensare alla rissa accaduta ieri nel “parlamentino” piemontese, più che indignazione per me è profondo senso di nausea.
    L’indignazione che mi piace ha nomi e cognomi vi cito i primi 2 che mi vengono in mente:
    Alberto Serena, Piemontese per 31 anni (l’età di suo figlio malato) ha lottato contro l’indifferenza delle istituzioni ed ha scoperto un rimedio.
    La mamma di Sofia la bimba Toscana che necessita delle cure del metodo Stamina, ha spostato la sua residenza da Firenze a Livorno per cambiare foro competente ed ottenere così un nuovo giudizio da parte del tribunale Livornese che le permettesse le prime cure,
    Mi piace lo straordinario concetto di Beppe: “….l’ indifferenza e la rassegnazione sono meno faticose,…” che traduco in: per indignarsi coi fatti bisogna essere disposti a farsi un C…O tanto.

  2. gandolfo scrive:

    STRAORDINARIA L’ AMACA DI MICHELE SERRA OGGI SU REPUBBLICA

    Sono volati ceffoni e spintoni alla Regione Piemonte (ieri) e in Campidoglio (ieri l’altro). Zuffe istituzionali. Uomini sull’orlo di una crisi di nervi che si afferrano per la cravatta. Ecco una possibile risposta a chi si domanda come mai, con una situazione economica e sociale così drammatica, la gente non si scanna per le strade. La gente non si scanna per le strade perché, in sua vece, si scannano i consiglieri comunali e regionali, e presto, forse, deputati e senatori. Il principio di rappresentanza, una volta tanto, ne esce confermato.
    Un’ipotesi di massima (che metterebbe d’accordo, una volta tanto, quelli che odiano la politica e quelli che la ritengono indispensabile) sarebbe incaricare dello scontro estremo e simbolico — tipo Orazi e Curiazi — gli eletti dal popolo. Che si guadagnerebbero eccome il pane, e anche il companatico, immolandosi per le rispettive cause, incarnando pubblicamente il conflitto sociale, lo scontro ideale, l’odio politico. Ulteriore vantaggio è che i giovani, più vigorosi e prestanti, avrebbero certamente la meglio garantendo, ben più drasticamente di Renzi, il ricambio della classe dirigente.

  3. Giorgia scrive:

    Invidio tuo figlio che riesce ancora a dire “che schifo” di fronte a certe scene. Io, e tanti come me, rispondiamo alla descrizione dei pigri dell’indignazione. Più facile farsi una risata amara, ché non ci stupisce più vedere uomini che, invece di essere esempi, come dovrebbero, si picchiano come bambini di 6 anni per la macchinina.
    E non ci indigniamo nemmeno di fronte al tagliaerba, che tutti sappiamo che la moquette dell’ufficio cresce e ha bisogno di manutenzione… non ci indigniamo di fronte al foulard di Hermés per la segretaria, ai videogiochi per i figli, al guardaroba da Olympic. Dai, chi non ha mai avuto un datore di lavoro che gli rifacesse il guardaroba di gran lusso?
    Qualcuno, invece di indignarsi, magari invidia quegli staffisti che godono di questi benefit aziendali. Qualcuno magari pensa che, a quei livelli, è normale vivere di regalìe.
    Non ci sarebbe nulla di male, in fondo. Tutti facciamo regali di compleanno a qualche collega, i regali di matrimonio, i pensierini senza motivo a qualche amico più caro. Ma noi, quelle cose, le facciamo con i nostri soldi. Con il nostro misero stipendio, non usiamo i soldi del vicino di casa, del panettiere, del meccanico.
    Lo schifo, quello vero, è che alla fine del tg abbiamo già dimenticato tutto e pensiamo a quale film vedere. Come se quello appena visto non fosse già abbastanza.

    Beppe, chiedi come si fa a convincere tuo figlio che vale la pena battersi per un voto migliore. La risposta non ce l’ho, anche perché io sono sempre stata quella che, arrivata al 6, aveva fatto il suo dovere. Minimo dispendio di energie. In filosofia, invece, avevo 10. Il voto era direttamente proporzionale alla stima che avevo del professore. Non credevo che mi sarebbe servita quella materia, sapevo che mi poteva essere utile come un ghiacciolo al Polo Nord lavorativamente parlando. Ma quell’uomo, che si barcamenava con 20 indifferenti, aveva un fuoco dentro. Lui amava quello che faceva e quello che insegnava. Sapeva infondere passione, ci sfidava a ragionare, a pensare, non voleva la lezioncina a memoria. Solo per questi motivi, ritenevo giusto fare “di più”.

    Auguro a tuo figlio di trovare un professore, di scuola o di vita, capace di spingerlo oltre quella linea che fa la differenza tra “che schifo” e “che schifo, ma tanto lo fanno tutti”. Qualcuno che gli insegni che anche se apparentemente una battaglia è inutile, è giusto combatterla se per noi ha un valore. Gli diranno spesso che “tanto è inutile scaldarsi tanto”. Sta a lui non crederci :)

  4. gandolfo scrive:

    Se ci credi, nessuna battaglia è inutile, quantomeno per rinforzarti, per crescere. tutti da ragazzini credevamo in un mondo migliore, ma avevamo l’esempio di chi aveva ricostruito l’Italia dopo la guerra o di chi aveva fatto il 68…oggi per i nostri ragazzi è più difficile perché gli esempi che hanno davanti sono…… E mi fermo qui.

  5. Andrea Rosso scrive:

    Giorgia, ma quanto vera sei!
    Per il “Che” valeva la pena lottare solo per le cose per le quali senza non valeva la pena vivere. Forse non lottiamo contro la politica per l’effetto opposto! Forse come dice Beppe, non ci crediamo più e ci siamo arresi!

    • Pat scrive:

      Andrea, per me vale sempre la pena lottare. Per la legalità, per la libertà, per la giustizia, per le fasce deboli. E non è necessario lottare per qualcuno, oggi come oggi dovremmo lottare soprattutto per noi stessi e per la nostra onestà.

      • Andrea Rosso scrive:

        Cosa vuol dire lottare per la NOSTRA onestà? Io non lotto per esser onesto, e non voglio dire d’esserlo, tuttavia onestà è una peculiarità che o hai o non l’inventivi. le poche volte in cui ho lottato e lotto, lo faccio per un ideale e non per me stesso. Asserire di lottare per legalità,libertà, giustizia, fasce deboli e subito dopo dire che non è necessario farlo per qualcuno a me sembra un controsenso pazzesco.

        • Pat scrive:

          Ciao Andrea, hai ragione, ho usato dei termini contraddittori ma il concetto che volevo esprimere non lo è. E’ chiaro che si lotta per ideali in cui si crede, ma gli ideali li abbiamo dentro noi. Ci appartengono. E’ per questo che ritengo che non dovremmo avere bisogno di un “Che” o di un capo qualsiasi che indichi la strada. Penso che dovrebbe essere giusto ribellarci in maniera naturale e spontanea di fronte alle ingiustizie e ai soprusi. Se siamo persone oneste, cerchiamo un modo per sollevarci e scuotere le coscienze. Uniamoci e manifestiamo il nostro dissenso, troviamo il modo per far capire a chi ci governa che quest’andazzo non ci piace e, soprattutto, non ci rappresenta. Mi sbaglio?
          Passa una buona giornata. Pat

          • Andrea Rosso scrive:

            Tutto è in continua mutazione, quindi, tanto cominciare bisognerebbe capire quali sono gli ideali odierni?
            Io so quali sono i miei, ma mi guardo intorno e mi sento un po’ un marziano.
            Dici bene sul fare qualcosa, ma cosa e come! Se lo domandano tutte le persone di buona volontà e con un briciolo di altruismo e patriottismo.
            Sto parlando con te in modo molto rilassato, non c’è nulla di personale, ma guarda soltanto noi due per esempio. Dobbiamo spendere ore per capirci sulle sfumature della terminologie utilizzate per dire cose ovvie e forse sotto sotto anche affini. Col la citazione del “Che” ho indicato la luna, tu guardi il dito.
            Per come la penso, la differenza sostanziale col passato ed i risultati conseguiti va ricercata nei metodi. C’era semplicità, fiducia, pragmatismo, poche parole, concetti schietti, verità esisteva il noi e non l’individuo; l’attenzione era tutta focalizzata sull’obiettivo comune che ci si era prefissati e si perseguiva facendo immensi sacrifici e rinunce e tendenzialmente li facevo tutti. Oggi, in primis c’è l’individualismo, la ricerca dell’approvazione ed appagamento personale, la contestazione per partito preso, il volta gabbana, l’invidia.
            Pat, se trovi la soluzione guarda che io ci sto, ci sono. Buona giornata anche a te.

  6. Claudio scrive:

    Un integerrimo uomo politico, uno dei padri della Costituzione italiana, si starà rivoltando nella tomba a vedere l’abisso in cui è sprofondato il figlio e la punta dell’iceberg la rissa di ieri. QUANDO I FIGLI NON IMPARANO UN …

  7. Roberto scrive:

    quando in aula del consiglio regionale siede ancora una persona come la Bresso (che a quanto ho capito è stata la vipera che ha scatenato la rissa…), dopo il disastro creato ai conti della Regione, e ancor prima alla Provincia, come si fa a non indignarsi e magari non incazzarsi anche? Ma di tutto questo i media preferiscono non dire…

  8. Roberto Gagna scrive:

    NON MI PIACE … è una vergogna … ci hanno TRADITO, devono pagare !!!
    Sono TUTTI responsabili di quanto è emerso … anziché pensare a risolvere i tanti problemi che assillano noi contribuenti hanno solo pensato a loro stessi. La lettura delle loro nefandezze fa contorcere le budella ! Forse tra le spese rimborsate mancano solo prostitute, gigolo e travestiti … ma solo perché non rilasciano ricevuta !!!
    … ma poi dopo tanto chiasso, quatti quatti ce li troveremo nuovamente seduti sulle loro poltrone della politica perché checche se ne dica sono loro a decidere chi ci governa … e questa gente non sa cosa sia la VERGOGNA !

    • Andrea Rosso scrive:

      Roberto le tue parole sono vere e sentite, le ammiro, e parafrasando Giorgia ti dico, ti invidio per questa tua esternazione così risentita. Si evince che sei profondamente tradito dai nostri politici e per nostri intendo nella fattispecie quelli piemontesi, ma PURTROPPO è un malcostume reiterato da sempre e cito 2 nomi a caso di qua e di là volutamente. Lusi e Fiorito,! Solo perchè lo scandolo riguarda un’altra regione non è che sia meno grave. A me ste cose mandano in bestia che accadano in Sicilia piuttosto che in Trentino. da sempre mi incxxxx non solo ora perchè siamo in brache di tela. Scusami per i toni, non ce l’ho con te Roberto, nel modo più categorico, ma mi mandano in bestia certi atteggiamenti.

  9. Giorgia scrive:

    Posso gettare benzina sul fuoco? Su La Stampa c’è il pdf con i rimborsi di Cota. Ho letto 32 pagine di scontrini e sapete qual è quello che più mi infastidisce? 1 euro per un caffè. 1 misero euro. Ma quanto sei pezzente per mettere a rimborso 1 euro di caffè?
    I migliori però restano gli ultimi. Niente scontrino, oppure scontrino illeggibile. Ma se era illeggibile, com’è che l’importo lo si legge bene per metterlo a rimborso? Daaaaiiiiiii!!!!!!!!!!!

    • gandolfo scrive:

      Tanti bei commenti alcuni condivisibil, altri meno..
      1) non sono d’accordo con Franco, io non mi sono mai fatto rimborsare nemmeno un caffè che non avessi consumato, se vado a Roma prendo il viaggio che costa di meno perché so che uso denari dei miei colleghi iscritti e all’Ordine giornalisti.. Non ci sto al dire “tanto rubano tutti”..
      2) non cambierà mai nulla? Penso ai nostri nonni che vivevano sotto la dittatura, ribellarsi voleva dire rischiare la vita.. Se hanno vinto loro il pessimismo…
      3) certo arrendersi è molto più facile e meno faticoso
      Ma se non vogliamo farlo per noi facciamolo per i nostri figli, per lasciar loro un mondo migliore

  10. Claudio scrive:

    Dopo quello che è successo oggi in Senato ha ragione tuo figlio! Lo schifo prevarica le leggi dello stato, lo stato prevarica i diritti dell’uomo e dei cittadini a cui gli hanno dato fiducia e giudici tendenziosi prevaricano la legge, e noi? Siamo obbligati a rispettare le leggi prevaricate da chi dovrebbe essere garante di queste leggi? Ha ragione tuo figlio e lo dico dopo che le speranze di una vita migliore sono venute meno proprio oggi pomeriggio! Andiamo avanti vedremo…

  11. Franco Senestro scrive:

    E’ curioso come da tipici italiani, siamo pronti a dare la colpa agli altri: “….è la Bresso….no è Botta che ha cominciato” . ” ..E’ colpa di Berlusconi…..noooo ! è colpa di Letta”. In realtà, parliamo di rappresentanti nostri, da noi votati e che ci hanno parato il culo fino a ieri. Solo che in un sistema tipico da Italiano, fatto per anni da tutti noi, dove il dipendente pubblico lavorava poco, il cassaintegrato faceva il doppio lavoro per comprarsi la casa al mare (quanti ne conosco) e il commerciante evadeva, ebbene questo sistema ha fatto comodo, se non a tutti, a tanti di noi. E non ci siamo mai preoccupati piu’ di tanto, avendo la pancia piena, di come veniva gestito il paese. Ora anziché recitare il “mea culpa” (e quindi prima di indignarci, dovremmo vergognarci) siamo qui a dare la colpa a tutti e magari a votare il personaggio di turno che rappresenta il nuovo, come se fino a ieri fossimo vissuti su Marte. Capisci Beppe, io non ho smesso di indignarmi, solo che sono stufo di indignarmi contro i potenti, mentre magari vedo i miei conoscenti che mentre si indignano, cercano di “arrangiarsi ” e non per sopravvivere.

  12. Andrea Rosso scrive:

    Scusa Beppe e scusatemi tutti voi. Beppe qui mi ospita e mi corre l’obbligo di avere rispetto di lui e di voi altresì ospiti educati e civili. Vorrei toccare un tema molto scottante, che potrebbe urtare la sensibilità. Con questo non mi sto esimendo da responsabilità alcuna per quello che dirò, ma desidero non travisiate. Non è un’istigazione-auspicio-condivisione, è pura RIFLESSIONE.
    Storicamente parlando 150 anni sono un battito di ciglia.
    In 150 anni siamo passati dalla G di Garibaldi e l’impresa dei 1000 alla G di governo e l’associazione a delinquere di 1000 politicanti.
    Una manciata di lustri fa in un epoca molto diversa social-economica-politica precipitammo negli anni di piombo. Non condivido, non auspico, non voglio minimamente pensare che questo possa autorizzare qualcuno ad imbracciare un’arma, tuttavia c’è una sottile differenza tra noi e loro. Seppur deprecabili e condannabili i metodi, loro avevano degli IDEALI. Ci credevanoo, combattevano. Noi adesso con la scusa del lotto per me stesso, ci basta avere la cassa integrazione che ci permetta la ricarica del telefonino per star connesso con il mondo. Siamo così avulsi che manco ci frega che i politici lo abbiano capito.

  13. gandolfo scrive:

    Anche senza andare indietro di 150 anni.. Il piemontese Luigi Einaudi quando era presidente della Repubblica durante una cena al Quirinale chiese chi volesse dividere una mela con lui. Esempio virtuoso contro gli sprechi… Altri tempi? Mah, questa è la classe politica piemontese che vogliamo ..

  14. Giorgia scrive:

    Ho voglia di raccontarvi una storia. In una zona d’Italia, colpita poco tempo fa da una calamità naturale, ci sono nove sindaci che, vi assicuro, non prendono lo stipendio “solito” da politico. Sono nove sindaci, i loro stipendi sommati non arrivano a fare quello di un consigliere regionale, figuriamoci quello del Governatore.
    Beh: questi 9 sindaci, almeno una volta a settimana fanno un centinaio di km per andare alle riunioni con il Governatore della loro regione. Pensate un po’ cosa fanno questi 9 scellerati: non solo non mettono a rimborso il viaggio, che sarebbe anche loro diritto, ma addirittura arrivano a fare le macchinate, per risparmiare! A turno, si usa la macchina di uno o dell’altro.
    E non mettono a rimborso nemmeno il pedaggio dell’autostrada. E nemmeno il ticket del parcheggio. E nemmeno le multe, ché anche loro ne hanno prese perché la riunione è durata più del previsto e non si poteva lasciare la sala per andare a mettere le monetine nel parchimetro.
    Esistono ancora persone così. Persone che spesso si trovano a pranzo o a cena per motivi di lavoro. Ognuno paga per se, e nessuno scontrino viene consegnato alla segreteria.
    Caffè ne prendono, giornali ne comprano, mimose alle collaboratrici ne regalano, fanno anche regali di Natale e di compleanno e di nozze. Ma se li pagano, di tasca propria, con il loro stipendio da impiegato.

    Ora chiedetemi come mai mi indigno per 1 euro di caffè. Perché mi indigno di 2,80 euro di quotidiani all’aeroporto. Perché mi indigno per 3 euro di carta per confezioni natalizie. Perché mi indigno di 6.90 euro di un dizionario bilingue pocket. Perché mi indigno per 29.90 euro di accessorio iPad. Perché mi indigno di 17.90 euro di caricabatterie per il cellulare. Perché mi indigno di 29.60 euro al Bialetti Store di Via Roma. Perché mi indigno di 92 euro di regalo di nozze al Vicepresidente vicario del Consiglio comunale. Chiedetemi perché m iindigno per 8 euro di mimose per le collaboratrici. Qui mi indigno doppiamente. 8 euro di mimose? E allora sei anche tirchio, perché l’8 marzo a quella cifra compri un mazzolino rinsecchito al semaforo. Ne hai preso uno e l’hai suddiviso, pallina per pallina, tra le tue collaboratrici. Questo è davvero esemplare.

    • Bruno Castelli scrive:

      Ciao a tutti, è da un pò che segue questo blog ed oggi ho deciso di intervenire.
      Mi è piaciuto molto l’ultimo intervento di Giorgia, queste sono le cose che a me piace sentire,ed il modo con cui vengono dette: con le palle ed il cuore, senza mezzi termini.
      Beppe, ho appena visto il servizio andato in onda al tg5 da te confezionato sullo scandalo Fiorito/Consiglio Piemontese. Ti ammiro per la tua professionalità, per il tuo modo “asettico” con cui lavori. Un giornalista serio è così: narra i fatti scevri da condimenti personali ed umani, ma come ca…..spita fai ad avere quel timbro di voce? Nei tuoi panni io intercaleri con conati di vomito, tu riesci a deglutire ed andare avanti.
      Tu e Giorgia siete le due faccia di una stessa medaglia professionalità con serietà.

      • gandolfo scrive:

        sono convinto che molti sindaci di piccoli comuni del Piemonte durante il loro mandato non hanno guadagnato nemmeno un euro ma molto più probabilmente ci hanno rimesso di tasca loro. E alcuni li ho conosciuti e quindi parlo a ragion veduta

        • Giorgia scrive:

          Non lo metto in dubbio Beppe. Non penso che quei 9 sindaci siano gli unici d’Italia (per fortuna!), ma io conosco loro :)
          Ho voluto portare l’esempio perché, nonostante lo “schifo” di partenza e la comprensibile disillusione, amarezza, delusione provata da molti, esistono ancora politici che non lo fanno per la poltrona e per il conto in banca, ma credono in quel che fanno e nelle responsabilità del loro ruolo.

          • gandolfo scrive:

            il mio intervento era per rafforzare il tuo concetto….sono convinto che ci salveranno solo tanti sindaci, sempre a contatto con la gente e quindi sempre sotto controllo e giudizio dell’ opinione pubblica e dell’ informazione..

  15. Bruno Castelli scrive:

    …c’è tanta propositività nei commenti degli intervenuti, la respirazioni fra la gente che incontriamo, ma non ci sono bacchette magiche. Forse enfatizzare gli esempi positivi, quelli virtuosi è già dare un impulso, è già fare qualcosa affinchè le persone comprendano come la pensiamo. A proposito di GRANDI sindaci di piccoli comuni, Voi oggi mi avete fatto tornare in mente una frase che mia nonna diceva frequentemente, ma avevo momentaneamente rimosso. Lei mi ripeteva:… Ricorda Bruno…, troverai molta di più “ricchezza” nella casa del povero che non in quella del ricco…..
    Buona serata

  16. gandolfo scrive:

    I consiglieri del PD annunciano che si dimetteranno dagli incarichi in consiglio regionale del Piemonte… Dimissioni a marzo 2014

    • Giorgia scrive:

      Io azzardo un’ipotesi, non del tutto infondata, sul perché sia stato scelto marzo 2014. Eletti nel 2010, facendo un paio di calcoli a spanne, nel marzo 2014 arrivano a maturare il periodo minimo di sedute per avere il vitalizio. C’è uno scarto percentuale sulla totalità delle sedute, sono quasi sicura che se mi mettessi a cercare tabelle, percentuali e robe varie, calcolatrice e dati alla mano, troverei fondamento di quel che dico.

  17. Andrea Rosso scrive:

    😀 😀 😀 e dopo questa meravigliosa news, sono super contento! Comportamento esemplare. che collego ad un esempio: siccome da bambino per punirmi mio padre mi sequestrava il pallone e per X giorni (proporzionati alla marachella) non potevo giocare a calcio con gli amici. E’ come se di fronte alla mia pagella di insufficienze e 7 in condotta, dicessi: ho sbagliato, mi punisco, tutti i giorni vado a giocare a calcio al campetto con gli amici!
    L’ennesima presa per i fondelli e noi ci facciamo lo scrupolo di pensar male???
    La paternità del detto; pensar male è peccato….chissà come mai è attribuita ad un politico e non a Gandhi?
    Comunque aveva ragione Andreotti “il potere logora chi non ce l’ha!” Non ci logora solo, ci annienta del tutto!

  18. Bruno Castelli scrive:

    …..Beppe, lo sai che è molto difficile intervenire qui? Tutto quello che leggo, è talmente vero, è talmente comune a quello che penso, che non so esprimermi in modo originale e non scivolare nella banalità di dire: giusto, vero, ha ragione tizio, ha ragione caia! L’unica cosa che noto che la maggioranza degli interventi sono maschili; le donne leggono e tacciono o non si interessano alla politica?

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