Come ha raccontato Andrea Parodi su La Stampa, a San Francisco, cittadina di 60mila abitanti nella provincia di Cordoba, al centro dell’ Argentina, è stata firmata, nei giorni scorsi, una dichiarazione ufficiale per sancire che la lingua piemontese è «Patrimonio Culturale Intangibile» della città. Attenzione, lingua piemontese e non dialetto. Un atto di appartenenza senza precedenti.
San Francisco è il cuore pulsante della comunità piemontese d’Argentina. Qui il 90% degli abitanti è di origine piemontese. Le popolazioni di quella lontana regione sudamericana parlano una lingua ancora integra e perfettamente comprensibile, senza accenti. Nei negozi della cittadina si trovano i grissini fatti artigianalmente. Ci sono gruppi che insegnano balli e canti della tradizione piemontese, praticati anche dai più giovani. Come e forse più di quanto avviene nelle realtà del Cuneese, del Torinese e dell’Astigiano e di altre fette della nostra Regione.
Qui da noi, ci sono interi paesi e zone dove la lingua piemontese è sconosciuta, straniera. Trovare un bambino che conosca o comprenda qualche parola dei nonni, è impresa assai ardua. A differenza – ad esempio – del Veneto e del Napoletano dove tutti parlano quasi unicamente la lingua locale, che è appunto una lingua e non solo un dialetto. Per non parlare della musica: le canzoni napoletane di Murolo o di Pino Daniele vengono trasmesse a ripetizione, quelle di Gipo Farassino semisconosciute perchè ritenute incomprensibili.
Eh boia fauss….
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