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  • QUANTO CIBO SPRECHIAMO

    23 ottobre 2025 • COSE NOSTRE • 245

    cibosprecato

    Cosa diremmo se ci trovassimo a pagare una tassa di circa 400 euro in più all’ anno? Le bestemmie sono vietate.

    E, invece, inconsapevolmente, la paghiamo già.

    È stato calcolato,  infatti, che lo spreco alimentare in Italia costa 378 euro a persona l’anno: una vera e propria “tassa invisibile” che grava sui bilanci familiari, pari a circa 58 giorni di spesa buttati in pattumiera ogni anno. Nel nostro Paese lo spreco alimentare domestico è pari a 100 kg pro capite ogni anno.

    Non basta. Nel mondo ogni anno 1,7 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura, di cui oltre un miliardo viene gettato tra le mura domestiche. Un fenomeno inaccettabile dal punto di vista economico e ambientale, oltre che da quello etico, considerato che questa quantità di prodotto, basterebbe per sfamare 1,26 miliardi di persone. “Non è vero?”, “Io non butto mai via nulla” le reazioni più usuali. I dati arrivano da un’analisi della Coldiretti e se provate ad aprire un cassonetto dei rifiuti alimentari, ne avrete la conferma.

    Frutta e verdura rappresentano più della metà degli sprechi alimentari, mentre i cereali, che sono l’alimento più consumato al mondo, coprono il 23% del complessivo. La carne e i prodotti lattiero-caseari rappresentano l’8% degli sprechi in volume.

    A incidere sugli sprechi alimentari non sono solo i consumi, ma anche l’attuale modello di distribuzione: nei banconi del supermercato quante sono le confezioni piccole, quelle per persone che vivono sole? E questo riguarda sia i prodotti freschi che quelli confezionati. E poi le date di scadenza? Conosco moltissimi consumatori che all’approssimarsi di quella data gettano la confezione nella spazzatura.

    E dire che basterebbe comprare solo quello di cui si ha bisogno, riutilizzare gli avanzi, evitare porzioni troppo abbondanti. Tutto troppo semplice. E allora paghiamo quasi 400 euro di tasse in più.

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  • OSTERIA BATTAGLINO NEL CUORE DI DOGLIANI

    18 ottobre 2025 • CINQUE SENSI • 1937

    20230406_111036

    Luigi Einaudi, ex Presidente e uno dei padri della Repubblica Italiana, era legatissimo a Dogliani, cittadina delle Langhe in provincia di Cuneo. Divenne famosa la sua frase pronunciata a fine pasto al giornalista Indro Montanelli, in visita al Quirinale: “Ho ancora un po’ di fame, ci dividiamo una mela in due? “

    Altri tempi. Oggi Dogliani è famosa per le sue colline, per i suoi vigneti e per i locali dove si mangia davvero bene, e – se si vuole – anche in abbondanza.  Siamo andati all’ Osteria Battaglino, da 15 anni nel cuore di Dogliani

    Una cucina della tradizione per risaltare i prodotti locali ma con un’ attenzione continua alle novità. E così, accanto ai tartufi, ai plin, alle carni piemontesi, ecco i gamberi che arrivano freschi da Mazara del Vallo. Un’ osteria dove si mangia come si fosse a casa dell’ oste, Marco Battaglino.

    E anche la cantina non scherza con oltre 8mila bottiglie per un migliaio di etichette dove si privilegiano i vini del territorio, cioè le Langhe, ma con una bella scelta di vini francesi, a partire da varie qualità di Champagne

    Lunga e ricca la lista dei dolci che però li troviamo sotto il titolo “Maledetto Dessert”, perchè per Marco Battaglino un calice di  Barolo e qualche assaggio di formaggi locali siano la miglior scelta per finire il pasto.

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  • SCAFFALE: I PADOVANI E LE BAROLO GIRLS

    17 ottobre 2025 • LUOGHI E LIBRI • 344

    Barolo_Girls

    Una sessantina di ritratti di donne. Un libro che profuma di vigne, di cantine, di vino per raccontare la Rivoluzione Rosa che sta attraversando la coltivazione, la produzione e la vendita del re dei vini, il Barolo.

    “Barolo Girls” è tutto questo. In circa 200 pagine Clara e Gigi Padovani, albesi (o meglio “langhetti” come amano definirsi) sono una coppia nella vita e nella scrittura. Dopo aver esplorato il mondo del cioccolato nelle sue diverse sfaccettature, adesso affrontano, in questo elegante volume, le storie di donne visionarie che operano nel mondo del vino: dal primo Barolo della Marchesa Giulia Colbert Falletti alle giovani “Sbarbatelle”.

    Un mondo, quello del vino, per decenni appannaggio quasi esclusivamente degli uomini, anche se gli inizi del Barolo sono firmati dalla già citata Marchesa Giulia di Falletti e da Rosa Vercellana, la Bela Rosin, moglie morganatica del Re Vittorio Emanuele II. Poi, però, le grandi case vinicole delle Langhe ricche, quelle attorno alla città di Alba, sono state fondate da uomini. Oggi con le ultime generazioni, invece, spesso sono le giovani donne ad aver assunto le redini di queste floride aziende. I loro nomi non compaiono: le etichette delle varie cantine produttrici del Re dei Vini riportano sempre il cognome storico dei fondatori (tutti maschi) ma oggi tra i vigneti e poi fra le botti, al computer a gestire vendite, marketing, esportazioni sono subentrate le donne, le Barolo Girls.

    Agli inizi magari accolte con diffidenza, hanno saputo trasformare queste colline Patrimonio dell’ Unesco in un universo rosa fatto di passione, tenacia, professionalità, coraggio e fratellanza. Senza dimenticare la memoria e la storia. Lo sguardo verso il futuro con i piedi ben piantati nella terra di Langa.

    CLARA E GIGI PADOVANI

    BAROLO GIRLS

    GRIBAUDO EDITORE

    24 euro

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  • SE ANDAR PER FUNGHI E’ PERICOLOSO

    16 ottobre 2025 • COSE NOSTRE • 294

    raccoglitore funghi

    Dall’ inizio della stagione di raccolta dei funghi (più o meno da metà settembre) il Soccorso Alpino del Piemonte si è occupato di recuperare oltre 40 persone, di cui 5 decedute. Solo nella nostra regione.

    Ogni anno, in Italia, gli interventi di soccorso a cercatori di funghi, infortunati o dispersi, sono tantissimi; alcune decine di persone perdono la vita anche solo per una scivolata. Spesso, si riscontra la mancanza di preparazione ad affrontare terreni che, inconsapevolmente, si dimostrano insidiosi.

    Sembra un bollettino di guerra con decine di dispersi, feriti e morti.

    I consigli che danno i volontari del Soccorso Alpino sono pochi, a volte apparentemente banali, ma comunque importanti. Anche perché i nostri boschi sono quasi tutti abbandonati, trascurati.

    • Va evitato l’uso di stivali di gomma, anche su terreni ritenuti poco impegnativi, a favore di un buon paio di scarponi da montagna.
    • Frequentemente i cercatori di funghi si muovono da soli per mantenere segreti i luoghi di raccolta; va ricordato però che, in mancanza di compagni, un piccolo incidente può determinare situazioni difficili da controllare; ad esempio, una banale frattura può irreparabilmente obbligare all’immobilità, e alla conseguente impossibilità di chiamare soccorso.
    • Utile può essere il cellulare anche se, in zone montane e boscose, sono ancora frequenti le aree “in ombra” senza campo.
    • Buona regola da non trascurare consiste nel comunicare a familiari o conoscenti il luogo e il percorso che s’intende seguire, non variarlo, e avvisare quando si è ritornati. Solo così, in caso di mancato rientro dovuto a infortunio o altro, ci sarà qualcuno che potrà dare l’allarme per attivare la ricerca del disperso.
    • Altra buona regola è l’ascolto attento del bollettino meteo, per evitare di dover fare i conti col maltempo, temporali soprattutto. E se mai ci si smarrisse? Si può perdere il sentiero, ma non bisogna mai perdere la testa facendosi prendere dal panico: meglio tornare sui propri passi.
    • In caso di necessità, un piccolo zaino ben organizzato sarà utile per far fronte a qualche imprevisto; un piccolo kit di pronto soccorso un coltello multiuso, un maglione, una giacca impermeabile e antivento, una pila frontale, cibo e soprattutto bevande di ristoro. Con poco peso sulle spalle si è in grado di risolvere molti problemi.

    Al pari, alle incaute vittime del bosco si aggiungono le vittime della tavola, intossicati che hanno raccolto funghi anche senza conoscerli o facendo confusione. Eppure, presso ogni Asl, in questa stagione, c’è un esperto che esamina il raccolto e dà il responso su quelli mangerecci e quelli tossici.

    Gratuitamente!

    Con un po’ di consapevolezza e molta accortezza, la raccolta funghi potrà essere semplicemente una ludica (e gustosa) esperienza, libera da rischi eccessivi.

     

     

     

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  • CAFFE’ BARATTI E MILANO HA SUPERATO I 150 ANNI

    11 ottobre 2025 • CINQUE SENSI • 1085

    BarattiEMilano

    Era il 31 dicembre 1874 quando i fondatori Ferdinando Baratti e Edoardo Milano aprirono “i banchi di spaccio della lunga bottega” per accogliere gli illustri invitati della Banca Industriale Subalpina, il passage vetrato e monumentale che avrebbe preso poi il nome di Galleria dell’Industria Subalpina. Quest’anno ricorre un importante anniversario e per rendere omaggio all’apertura dello storico caffè, martedì 10 dicembre presso la Galleria Subalpina (piazza Castello, 29) si terrà una festa istituzionale  per celebrare uno dei compleanni più iconici di Torino: i 150 anni del Caffè storico che è diventato il Salotto Sabaudo e della Galleria Subalpina. Per celebrare la città e il gusto torinese, che interpreta magistralmente dal 1858, Baratti & Milano si apre a un anno di eventi e appuntamenti saranno dedicati a raccontare una realtà che rappresenta non solo un’icona culturale della città, ma anche un punto di incontro e dialogo, dove l’impresa si intreccia con la cultura e la cultura si traduce in impresa.

    LA FESTA: BUON COMPLEANNO BARATTI!
    Il Caffè Baratti & Milano è parte integrante della memoria collettiva di Torino. A partire dal 1° febbraio 2025, Baratti & Milano aprirà le porte a tutta la città con un evento speciale che darà il via a un anno di sorprese.

    ALCUNI DEGLI EVENTI PREVISTI E LE NOVITÀ DURANTE L’ANNO

    LA CENA CON ALCIATI: IL NUOVO SPAZIO NEL CAFFÈ STORICO. Tra le tante novità del prossimo anno, il 28 gennaio 2025 sarà disponibile un nuovo spazio ristorante serale nello storico Caffè Baratti di piazza Castello. Il Caffè si rinnova grazie alla collaborazione con lo chef stellato Ugo Alciati, con l’obiettivo di raccontare la tradizione con un’esperienza unica che unisca storia e contemporaneità.

    VETRINISTA SARÀ LEI: IL NUOVO PROGETTO ARTISTICO DEL 2025. A partire da gennaio 2025, Baratti & Milano lancerà un innovativo progetto artistico di Helga Faletti e a cura di Luca Beatrice, dal titolo “Vetrinista sarà lei”. L’idea sarà quella di coinvolgere artisti contemporanei per trasformare le vetrine di Baratti & Milano in un’esposizione d’arte contemporanea che celebrerà l’identità storica e culturale del marchio. Il progetto parte dal voler comunicare la storia di Baratti & Milano e la sua evoluzione nel tempo attraverso le vetrine, che diventano l’identità di questa trasformazione. L’esposizione partirà in contemporanea al lancio del nuovo ristorante serale del Caffè Baratti & Milano il 28 Gennaio 2025, ogni artista sarà associato un prodotto di Baratti & Milano ed esporrà per circa 40 giorni. Gli artisti coinvolti saranno: Marco Lodola, Elena Salmistraro, Massimo Giacon, Nicola Bolla e Maurizio Vetrugno.

    LE NUOVE LINEE. San Valentino 2025 sarà la data di lancio della nuova linea di praline di cioccolato firmata Baratti & Milano. La nuova collezione sarà disponibile esclusivamente presso il Caffè storico in piazza Castello. La linea comprenderà circa cinque modelli di praline realizzate a mano che si portano dietro l’esperienza di 166 anni di laboratorio creativo, declinate in una varietà di gusti tra cui le classiche alternative al cioccolato fondente e al latte. In occasione della Pasqua, invece, Baratti & Milano non produrrà solo le uova di cioccolato artigianali, simbolo della delicata arte dolciaria che ha reso celebre il Caffè, ma inaugura anche una nuova collezione di confezioni esclusive prêt-à-porter.

    IL CHIOSCO DEI GELATI DA PASSEGGIO. Novità del 2025 sarà la trasformazione del chiosco del Caffè Baratti di piazza Castello in un chiosco dei gelati da passeggio. Il gelato artigianale è a base panna e seguirà due linee: una aromatizzata con gianduiotto, cacao, nocciola o pistacchio, e una alla frutta. Il gelato sarà sempre fresco e fatto al momento.

    LA MOSTRA: IL MATERIALE D’ARCHIVIO, LA GRANDE STORIA DELLA PUBBLICITÀ DI BARATTI & MILANO. A partire da maggio 2025 prenderà il via un palinsesto con l’intento di rendere pubblico il materiale d’archivio di Baratti & Milano. Un viaggio  nella storia dell’azienda con una mostra dedicata: saranno infatti esposti in vetrina documenti storici, stampe e locandine d’epoca. Il progetto è in collaborazione con il Museo Egizio di Torino.

     

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  • GIROVAGANDO: IL CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR

    10 ottobre 2025 • LUOGHI E LIBRI • 5090

    Grinzane_cavour_castello

    Da visitare in qualsiasi stagione dell’ anno. Dalla balconata si  lasci andare lo sguardo sull’ oceano di colline e vigneti delle Langhe, patrimonio mondiale Unesco.

    Il Castello prende il nome da Camillo Benso conte di Cavour, lo statista risorgimentale che di Grinzane fu sindaco per diciassette anni. Nominato primo cittadino nel maggio 1832 a ventidue anni, mantenne tale carica fino al febbraio 1849. Alla sua morte il castello passò alla prediletta nipote Giuseppina che sposò il Conte Carlo Alfieri di Sostegno. L’ultima discendente di questa casata, marchesa Adele Alfieri, lasciò il castello al comune di Alba, di cui Grinzane era frazione.

    Il comune si divide in due centri, Gallo e Grinzane Cavour. Gallo ospita molteplici attività artigianali e industriali (tra cui la Torrone Sebaste e la Mondo che realizza piste di atletica e parquet sportivi in tutto il mondo), mentre il centro storico del paese è costituito da Grinzane Cavour, con le sue poche case, strette attorno alla sagoma austera del Castello.

    Costruito nella prima metà del XIII secolo, il castello ha subìto alcune modifiche di carattere architettonico. L’odierno aspetto è il risultato di restauri iniziati nel 1961, in occasione dei primi 100 anni dello stato italiano. L’imponente edificio in laterizio ha pianta trapezoidale, con quattro corpi irregolarmente disposti intorno all’esiguo cortile principale. Nel XVI secolo fu ampliato con l’aggiunta delle due pittoresche torricelle cilindriche; dello stesso periodo è, nella Sala delle maschere, il soffitto a cassettoni con 157 tavolette dipinte in occasione del matrimonio di Pietrino Falletti, recanti raffigurazioni di stemmi araldici, animali, allegorie e ritratti.

    Ovviamente dopo la visita al maniero, immancabile un salto all’ enoteca dove si possono degustare e acquistare i prelibati vini albesi (Barolo, Barbaresco e Nebiolo in testa), si può consumare un lauto pranzo nel ristorante del Caste oppure girare per le osterie della Langa: ovunque si mangia bene. E’ assicurato.

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  • SIAMO IN PERENNE CAMPAGNA ELETTORALE

    9 ottobre 2025 • COSE NOSTRE • 283

    ELEZIONI

    Nelle prossime settimane d’autunno tornano alle urne gli elettori di Valle d’Aosta, Marche, Calabria, Toscana, Campania, Veneto e Puglia per rinnovare le amministrazioni regionali.

    Nella primavera del prossimo anno saranno chiamati al voto i cittadini dei Comuni che, per la deroga dovuta al Covid, sono andati alle urne nell’autunno 2021. Quindi nuovi consigli, nuove giunte e nuovi sindaci per Roma, Milano, Bologna, Torino e Trieste, solo per citare le più grandi città italiane.

    Nel 2027 poi si dovrà rieleggere il Parlamento italiano e conseguentemente il Governo.

    Un anno fa abbiamo eletto Alberto Cirio e la sua squadra per governare il Piemonte per 5 anni. Siamo sicuri che non cambi nulla fino alla naturale conclusione della legislatura regionale?  Oppure qualcosa succederà anche al Grattacielo Piemonte, in base a come andranno le varie consultazioni elettorali, appena citate.

    Insomma, siamo un Paese in perenne campagna elettorale.

    D’altronde ce ne accorgiamo sfogliando i giornali o seguendo tg e programmi di approfondimento in televisione. La propaganda elettorale impera, qualsiasi argomenti venga affrontato. Dall’ economia alla giustizia, dagli esteri alla sicurezza, dalla sanità alla scuola.

    Solo e sempre slogan elettorali. Nessuno escluso: da destra a sinistra, compreso il centro.

    Però la gente che lavora, che percepisce la pensione, che guida un’azienda, che opera nella Pubblica Amministrazione, che svolge una libera professione… tutti, nessuno escluso, avremmo bisogno di certezze, di leggi e obiettivi chiari. Per vivere bene oggi e per programmare il domani. Parlate con un imprenditore, piccolo o grande, e vi dirà che naviga a vista. Un dipendente, dopo una vita di lavoro, non sa ancora a che età potrà andare in pensione. Un soggetto titolare di partita Iva vorrebbe poter almeno immaginare il carico fiscale che dovrà affrontare nel prossimo anno…

    Domande più che legittime. E invece chi ci governa, a qualsiasi livello, dal più piccolo Comune ai vari ministeri, dà l’impressione di pensare soltanto alla prossima tornata elettorale.

    E poi vanno a cercare le ragioni della disaffezione popolare alla politica, dell’astensionismo. Ma fatevi un esame di coscienza….

     

     

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  • Castelmagno, un formaggio amato da oltre 700 anni

    4 ottobre 2025 • CINQUE SENSI • 7184

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    Risale al 1277 il primo documento scritto in cui viene citato il Castelmagno. Si tratta di una sentenza arbitrale in cui il marchese di Saluzzo impone al comune omonimo di pagare una tassa annuale con sette forme di Castelmagno d’alpeggio anziché in moneta sonante.

    Il Castelmagno è uno dei punti fermi dell’eccellenza gastronomica piemontese e la sua storia secolare lo conferma. E’ un formaggio nato dall’ingegno dei pastori dell’Alta Valle Grana ed è uno dei migliori prodotti caseari della nostra regione. Le sue origini sono antichissime e si stemperano nella leggenda: la più interessante è quella legata al nome che potrebbe derivare dal santuario di San Magno, edificato per commemorare un soldato dell’esercito romano martirizzato nelle vicine montagne o addirittura dal nome dell’imperatore Carlo Magno che ne era particolarmente ghiotto.

    Si racconta che la prima volta che questo “cacio rosso e verrucoso” venne presentato sulla nobile tavola, il monarca, prima di gustarlo, lo ripulì con cura dalle muffe verdi, parte essenziale del formaggio stesso e frutto dell’accurata stagionatura. Solo dopo molte insistenze si lasciò convincere ad assaggiarlo nella sua integrità, inutile dire che ne fu talmente entusiasta che il Castelmagno non mancò mai alla sua mensa.

    Le notizie che parlano del Castelmagno utilizzato come forma di pagamento per tasse e scambio merci risalgono al tredicesimo secolo, ma si pensa che la sua produzione risalga all’anno Mille. Una forma di Castelmagno valeva circa dodici denari, una cifra interessante, che dimostra quanto fosse già allora apprezzato e valutato.

    Intorno al 1200 i comuni di Cuneo e Saluzzo entrarono in guerra per il possesso di alcune forme di Castelmagno, il conflitto durò trent’anni, uno per ogni forma contesa. Cinquecento anni dopo, Vittorio Amedeo II di Savoia, era così goloso di questo formaggio da arrivare al punto di decretare che la comunità di Castelmagno avrebbe dovuto inviare ogni anno, oltre ai denari per il pagamento delle tasse, anche nove rubli di formaggio.

    Il Castelmagno era presente anche sulle tavole di Papi di Avignone che ne erano grandi estimatori.

    Ma è l’800 il secolo d’oro del Castelmagno. In quegli anni è considerato il miglior formaggio italiano ed è presente sui carrelli dei migliori ristoranti europei, primi fra tutti quelli londinesi e parigini.

    La prima e la seconda Guerra Mondiale contribuiscono purtroppo allo spopolamento delle valli e fino agli anni Settanta il Castelmagno rischia seriamente di scomparire, diventa quasi del tutto sconosciuto alla maggioranza dei consumatori. La produzione massiccia riprende solo negli anni Ottanta e, poco alla volta, ritorna sulle tavole degli italiani; nel 1982 ottiene il riconoscimento nazionale del marchio DOC e nel 1996 quello europeo DOP. Nel 2002 è certificato il Consorzio per la tutela del Castelmagno, nato con lo scopo di tutelare e promuovere quello che è riconosciuto come una delle produzioni casearie più rare, genuine e pregiate d’Europa.

    Il Castelmagno è prodotto, stagionato e confezionato solo nei comuni di Castelmagno, Pradleves e Montegrosso Grana in provincia di Cuneo; ma non solo, anche il latte deve provenire dagli stessi luoghi. Può inoltre fregiarsi della menzione aggiuntiva di “Prodotto della montagna” solo se il latte, la lavorazione e la stagionatura avvengono in zone classificate come montane, se invece il ciclo produttivo avviene sopra i 1000 metri può essere classificato con la denominazione “di Alpeggio”

    Esistono diverse tipologie di Castelmagno: quello fresco ha una crosta sottile, liscia e rossastra, la pasta è friabile di colore bianco perlaceo. Lo stesso formaggio con cinque mesi di stagionatura ha la crosta ingiallita e rugosa, la pasta interna è più compatta con colore tendente al paglierino, possono essere presenti anche venature verdi. L’erborinatura (del tutto casuale) è particolarmente apprezzata dagli appassionati del Castelmagno: il sapore diventa più intenso e risaltano i sentori delle erbe alpine. Proprio la particolare varietà e fragranza delle erbe presenti nei pascoli di alta valle sono il presupposto per produrre latte vaccino di altissima qualità, e quindi dell’ottimo Castelmagno.

    La produzione del Castelmagno è legata a norme particolarmente restrittive che dovrebbe servire a scoraggiare, ma anche a identificare con facilità i molti tentativi di imitazione. Attualmente i produttori del Castelmagno autentico sono circa una dozzina e producono circa sei/settemila forme all’anno contese dai migliori ristoratori di tutto il mondo.

    Risotto con Castelmagno, miele e noci

    Ingredienti per 4 persone: 600 gr di riso Carnaroli, 1 cipolla, brodo vegetale quanto basta, 1 bicchiere di vino bianco DOC del Piemonte, 500 gr di Castelmagno DOP, 2 cucchiai di miele, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 50 gr diburro, 8/10 noci.

    Scaldare l’olio in una padella ampia, unite la cipolla tritata finemente e fatela soffriggere fino a quando non è dorata ma soffice. Aggiungete il riso e tostatelo per qualche minuto mescolandolo. Aggiungete il vino bianco e cuocete fino a quando il vino non sarà completamente evaporato. Unite quindi 300 gr di Castelmagno tagliato a cubetti e, poco alla volta il brodo vegetale, mescolate con cura il vostro risotto con un mestolo di legno. Al termine cottura, mantecate sul gas aggiungendo 200 gr di Castelmagno grattugiato, il burro e il miele, mescolate con molta attenzione e cuocete ancora qualche istante. Togliete quindi il risotto dal fuoco e decoratelo con un po’ di castelmagno in scaglie, le noci tritate grossolanamente e ancora un po’ di miele. Buon Appetito!

    Patrizia Durante

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  • SCAFFALE: TERNAVASIO E I GRANDI SPORTIVI DEL PIEMONTE

    3 ottobre 2025 • LUOGHI E LIBRI • 293

    GRANDISPORTIVI DELPIEMONTE

    Dall’alpinismo al ciclismo, dal nuoto alla scherma, dal pallone elastico allo sci, dal calcio al tennis, sono almeno 25 le discipline in cui i piemontesi hanno primeggiato, per tutto il  Novecento e anche in questa prima parte del Nuovo Millennio.

    Maurizio Ternavasio, giornalista, appassionato di sport, musica e cinema, ripercorre la storia dello sport piemontese contemporaneo tracciando i ritratti di 50 grandi protagonisti, campioni che, nelle loro discipline, si sono distinti sui palcoscenici d’Italia, d’Europa e del mondo. Da Bagnaia a Piero Gros, da Gabetto a Fausto Coppi, da Cagnotto a Marta Bassino, da Arese a Stefania Belmondo….

    50 storie che mettono insieme il risvolto umano e sportivo di grandi personaggi capaci di segnare la storia delle discipline sportive, e non solo: esce un profilo a tutto tondo di oltre un secolo di sport, capace di aprire prospettive inedite sulla storia e la società del nostro Paese, sulle sue evoluzioni, sul modo di mediatizzare i suoi eroi.

    Come scrive nella prefazione il compianto Gian Paolo Ormezzano, si potrebbe obiettare sulle scelte di Ternavasio: ognuno ha i propri campioni da mettere nell’ Olimpo di casa sua. “Perchè quello e non questo?” “Perchè questo sport e non invece quell’ altra pratica sportiva, magari meno celebrata?”

    Il bello di questo libro è anche che fa discutere, invoglia a scoprire atleti magari meno conosciuti, invita a controbattere con la propria classifica.

    Insomma, è da leggere. Cosa si può volere di più da un libro?

     

    MAURIZIO TERNAVASIO

    I GRANDI SPORTIVI DEL PIEMONTE

    CAPRICORNO EDITORE

    14  euro

     

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  • IN ARRIVO ANCORA TURISTI, SIAMO PRONTI?

    2 ottobre 2025 • COSE NOSTRE • 290

    TURISTI

     

    Mi è capitato sottomano un sondaggio realizzato su uno spaccato della popolazione italiana: da questa analisi emerge che il 49% degli intervistati intende organizzare una vacanza in Piemonte (il 14 per cento sicuramente, il 35 per cento probabilmente) nella prossima stagione, in aumento rispetto al 44% del 2024. Torino si conferma la scelta principale, e in generale, la vacanza in Piemonte sarà caratterizzata da attività all’aperto, visite culturali, wellness, soggiorni all’insegna dell’enogastronomia, ma anche concerti, competizioni sportive, mostre, sagre e fiere locali. Il budget di spesa previsto oscilla tra i 500 e i 1000 euro.

    Queste prospettive future arrivano dopo un’ estate dove abbiamo visto crescere il turismo in Piemonte. I primi dati della Regione Piemonte confermano infatti il trend positivo: nei mesi di giugno e luglio, infatti, si registrano +4% di arrivi e +5% di pernottamenti rispetto allo stesso periodo del 2024. L’aumento dei volumi è trainato dal turismo estero: +8,7% di arrivi internazionali e circa +10% di pernottamenti. Grande successo per la montagna. Prese d’assalto località come Alagna Valsesia, Bardonecchia, Frabosa Sottana, Limone Piemonte e Sauze d’Oulx.

    Dati positivi che si affiancano, però, ai soliti mugugni piemontesi: “Sì arrivano, ma spendono poco”, “girano, guardano, osservano, ma poi non comprano”, “spesso si portano i panini da casa e pure l’acqua minerale”.

    E adesso ne aspettiamo ancora altri? Sono in aumento i flussi turistici? “Aiuto, qui rischiamo l’ overtourism” e giù con lagna.

    Ci si rifletta bene. In un momento in cui il futuro industriale ed economico della nostra Regione sono tutt’altro che rosei, ecco un settore in cui siamo ricercati e ambiti. Non pare una cosa da poco.

    Le istituzioni, i privati e l’intera popolazione sono pronti ad accoglierli a braccia aperte? Oppure, come accadeva solo qualche decennio fa, appena vedevamo all’orizzonte un turista sembrava ci desse fastidio e assumevamo immediatamente quell’aria sospettosa e infastidita.

    Insomma, non copiamo dai nostri vicini liguri.

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Cose nostre

  • inalpiarena

    4 dicembre 2025 • 133

    SE CUNEO SURCLASSA TORINO

    Negli ultimi giorni due eventi hanno catapultato il Piemonte al centro dell’attenzione, non soltanto italiana. Il...

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  • GIAVENOLUCINATALE

    27 novembre 2025 • 148

    LUCI DI NATALE GIA’ IN AGOSTO?

    Non credo di averlo notato soltanto io. Con l’arrivo di novembre, le luci natalizie hanno iniziato a comparire...

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  • cimitero

    20 novembre 2025 • 179

    QUEI CIMITERI COSI’ DESERTI

    Nei giorni solenni delle Ricorrenze dei Santi e dei Morti mi è capitato di visitare alcuni cimiteri, nel Torinese e in...

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  • Cose nostre

LUOGHI E LIBRI

  • Cop_Natale_Langa

    5 dicembre 2025 • 94

    SCAFFALE: I RACCONTI DEL NATALE IN LANGA

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