Breaking
  • 6 dicembre 2025 | In Piemonte non c’ è il mare, ma le acciughe sì
  • 5 dicembre 2025 | SCAFFALE: I RACCONTI DEL NATALE IN LANGA
  • 4 dicembre 2025 | SE CUNEO SURCLASSA TORINO
  • 29 novembre 2025 | IL PANETTONE PIEMONTESE HA PIÙ DI UN SECOLO DI VITA
  • 28 novembre 2025 | SCAFFALE: L’ UOMO DEI PRODIGI DI GRANDE E MANERA
  • 27 novembre 2025 | LUCI DI NATALE GIA’ IN AGOSTO?
  • 22 novembre 2025 | CIBO AVANZATO AL RISTORANTE? PORTIAMOLO A CASA
  • 21 novembre 2025 | GIROVAGANDO: RIALE E LA VAL FORMAZZA
  • 20 novembre 2025 | QUEI CIMITERI COSI’ DESERTI
  • 15 novembre 2025 | GRISSINOPOLI, DELIZIE DI UNA BISTECCA STORICA

Il Punto

MENU
  • Archivio
  • CINQUE SENSI
  • COSE NOSTRE
  • LUOGHI E LIBRI
  • Home
  • Biografia
  • Contatti
  • Facebook
  • MENU’ DA GOURMET NEI RIFUGI DELLE NOSTRE MONTAGNE

    19 luglio 2025 • CINQUE SENSI • 4025

    cena-rifugio-tramonto_-_768w

     

    Polenta concia superba, pane caldo preparato nel forno a legna tutte le mattine, salame di capra, zuppe di legumi. Sono alcune delle ghiottonerie che vi offrono i tanti rifugi dislocati sulle nostre montagne. Dalle Valli di Lanzo alla Valsusa, dal parco del Gran Bosco di Salbertrand al Pian del Re e della Regina alle sorgenti del Po, dalla Val Varaita al Colle della Maddalena. Solo per suggerire qualche meta. Ma le alture piemontesi sono tutte meravigliose.

    Ce ne sono tutti i tipi. Non pensate solo ai rifugi in alta montagna dove si dorme e si bivacca, in attesa della grande scalata e dell’ ascesa alle nostre immacolate vette. Molti rifugi sono raggiungibili addirittura in auto, ma noi vi consigliamo quelli dove – per arrivarci – occorra almeno un’ oretta di agevole camminata.

    Al vostro arrivo, a parte la soddisfazione di avercela fatta e l’ ammirazione per gli splendidi panorami in cui vi troverete immersi, potrete sedervi per il pranzo (ma alcuni organizzano anche cene sotto le stelle) e gustare ottimi affettati, diversi tipi di formaggi locali, acciughe con bagnetto verde e le immancabili e speciali polente. Ottime quelle conce, condite con burro e toma o toma e verza, ma anche fantastiche quelle accompagnate da salsiccia e spezzatino in umido. Per finire, potrete scoprire ottimi dolci a cucchiaio o deliziose crostate di frutta. Il tutto può essere accompagnato da un buon bicchiere di vino, ma anche due…. tanto, la passeggiata di ritorno, aiuterà a smaltire. Con pochi euro, potrete quindi trascorrere una giornata diversa, lontani dal caos, dallo stress e dal caldo della città, e far divertire i vostri bambini con allegre corse e giochi nei prati.

    E’ sufficiente consultare internet, sotto la voce “rifugi dove mangiare in Piemonte”, troverete oltre al menù, gli orari e il periodo di apertura, le indicazioni stradali e dei sentieri per arrivarci comodamente.

    Read More »
  • GIROVAGANDO: IL FORTE DELLO CHABERTON

    18 luglio 2025 • LUOGHI E LIBRI • 4622

    chaberton

    Per salire fino ai 3131 metri di altitudine dello Chaberton ci sono due vie. Il percorso più facile, ma anche il più lungo, si sviluppa lungo l’ antica strada militare  che parte da Fenils, frazione di Cesana Torinese sul tracciato della vecchia strada carrozzabile.  Pur con qualche difficoltà, la strada è percorribile anche con la mountain-bike. Il percorso più utilizzato dagli escursionisti a piedi si sviluppa invece da Claviere. Da questa località si risale il vallone delle Baisses, passando per le Grange les Baisses e l’ex Ricovero Sette Fontane, fino a raggiungere da ovest il Colle dello Chaberton, dove ci si ricongiunge con l’itinerario precedente. 

    In vetta si può ammirare quel che resta del forte più alto d’Europa costruito sopra i 3mila metri del  Monte Chaberton, in Alta Val di Susa.

    Fu realizzato tra il  1898 e il 1910 ed era una sfida ingegneristica da far tremare i polsi.  La posizione era assolutamente strategica, a cavallo tra la Val di Susa e il Sestriere,  sul valico del Monginevro e sulla Francia fino a Briançon. Un lavoro impervio durato 12 anni. Con otto torrette con cupola rivestita che nascondeva un cannone. Il forte è a forma di  parallelepipedo con, oltre che le torri, anche due lunghi corridoi dove sono alloggiati i magazzini, le cucine, un’infermeria e gli uffici del comando, ma anche le camerate  per 320 soldati. I militari a oltre 3mila metri dovevano affrontare nebbia, gelo e neve.

    Durante la Prima Guerra Mondiale il Forte non viene utilizzato in quanto la Francia è nostro alleato, poi nel 1940 l’Italia entra in guerra con i Francesi primi nemici

    Sullo Chaberton ci saranno parecchie battaglie con giornate intere di cannonate e piogge di fuoco: il bilancio sarà di 9 morti e 50 feriti.

    Abbandonato dopo il bombardamento e la successiva fine della guerra, il forte non fu più ricostruito e nel 1957 la Francia impose all’Italia di smantellarlo definitivamente. Oggi è meta di escursionisti e  scalatori che salgono in quota per ammirare splendidi panorami ma anche quelle torri, quei camminamenti, quei corridoi, quelle camerate spesso ghiacciati ma rimandano a periodi di sofferenza e di guerra.
    Read More »
  • DUE GRADI IN PIU’ E SAREMO FOTTUTI

    17 luglio 2025 • COSE NOSTRE • 446

    esondazionebardonecchia

    Un articolo pubblicato nei giorni scorsi sulla prestigiosa rivista Nature indica che un ulteriore aumento termico di 2 gradi, in questo secolo, potrà raddoppiare la probabilità di piogge estive estreme sulle Alpi, rendendo più difficile la gestione dei territori. Stavo leggendo questo articolo mentre sul televisore scorrevano le immagini dei disastri a Bardonecchia, a Cogne, in Val Vigezzo e nel Cadore. Poi ho sentito le parole del ministro Musumeci (ministro alla Protezione Civile, mica uno qualsiasi) che sostanzialmente ha detto che a Bardonecchia si è costruito laddove non si doveva costruire e ho dedotto che …. il caldo fa davvero male alla testa.

    Andiamo con ordine: tutti i più recenti insediamenti delle nostre città, piccole e grandi, sono stati costruiti attorno agli anni ’50-’60, gli anni del boom economico. Bardonecchia, compresa. Cosa facciamo? Radiamo al suolo tutte quelle case e le costruiamo altrove?

    Fenomeni estremi come quelli di Bardonecchia (ma non solo, lo scorso anno toccò a Macugnaga) sono davvero difficili da prevedere e prevenire: siamo di fronte a fenomeni non nuovi nel loro genere – se ne trovano a migliaia nelle cronache storiche delle Alpi – ma oggi resi più probabili, frequenti e intensi, dall’aumento delle temperature. Come spesso accade d’estate, forti rovesci di pioggia sui fragili terreni d’alta montagna, hanno innescato colate di detriti che hanno raggiunto viabilità e centri abitati. E qui si innesca il discorso della pulizia e del mantenimento dei boschi. A chi spetta fare questi lavori?

    In ogni caso resto dell’idea che in questi casi sia inutile e dannoso fare polemiche o cercare colpevoli e responsabilità, presenti o passate. Meglio pensare al futuro che – come scrivono gli esperti di Nature – è tutt’ altro che roseo; quindi progettare, costruire e intervenire tenendo conto dei cambiamenti climatici.

    Per intanto, un primo aiuto lo si può dare concretamente andando in vacanza a Bardonecchia e in tutti i luoghi colpiti da calamità: due mesi e mezzo di grande turismo. Per ripartire, avere fiducia, speranza, comunità.

    Read More »
  • LA FONTINA D’ ALPEGGIO DELLA VALLE D’ AOSTA

    12 luglio 2025 • CINQUE SENSI • 2509

    fontina-valdostana-dop

    Per assaporare e raccontare la Fontina d’alpeggio bisogna salire sopra i duemila metri, in Valle d’Aosta, e passeggiare per prati e boschi , ammirando scenari incantati e scoprire la vita quotidiana di animali che si cibano solo di erbe di queste montagne e producono un formaggio unico al mondo, la Fontina DOP della Valle d’Aosta

    Sveglia all’ una e trenta di notte, prima mungitura, poi via con le vacche al pascolo, fino alle 11 rientro in stalla per evitare le ore più calde, riposo, verso le 17 di nuovo al pascolo fino al tramonto. Questa la vita dei pastori che per l’ intera estate vivono accanto agli animali.

    A dicembre le migliori Fontine d’Alpeggio andranno a gara per il concorso Modon d’oro che assegna la vittoria al miglior formaggio di questa stagione. Quindi l’appuntamento è per fine anno.

     

     

    Read More »
  • SCAFFALE: FILIPPA D’ AGATA E I SUOI RACCONTI

    11 luglio 2025 • LUOGHI E LIBRI • 574

    filippa

    “Grazie agli uomini e alle donne che ho incontrato nella mia vita e che mi hanno ispirato nelle storie che ho loro attribuito ma che, ovviamente, sono tutte inventate”. Scrive così Filippa D’ Agata nella chiusa del suo volumetto di racconti “La donna che aggiustava le bambole e altre storie”, appena pubblicato per i tipi di Echos Edizioni. Ed è tutto chiaro, a quel punto. Si tratta di storie vere. Come avevamo sospettato fin dall’ inizio. Altro che inventate.

    Certo un po’ romanzate, abbellite e contornate con parecchia fantasia, ma appartengono a quel vissuto giovanile di Filippa, in terra etnea.

    La formula del racconto breve sta prendendo sempre più piede, anche nella scrittura moderna. Abituati come siamo alla velocità dei social, facciamo fatica a reggere la lettura di tomi voluminosi, di storie complesse e complicate, spesso perdiamo il filo. Il racconto – se è bello e ben scritto – invece lo divoriamo in un battibaleno. E la D’Agata ce ne regala dieci da leggere tutti d’ un fiato perchè – come scrive Massimo Tallone nella prefazione – “hanno quel suono intonato e senza sbavature, quella lucentezza priva di impurezze, che quest’ arte richiede”.

    Sono soprattutto storie di donne, ma non solo. Donne sofferenti ma che hanno lottato per essere autentiche. Ma soprattutto sono donne di Sicilia e per tutte le 80 pagine del libro si respira quell’ aria, densa di profumi e di misteri, che soltanto quell’ isola sa offrire. E che la D’Agata ci regala quasi in ogni racconto.

    FILIPPA D’ AGATA

    LA DONNA CHE AGGIUSTAVA LA BAMBOLE E ALTRE STORIE

    ECHOS EDIZIONI

    13 euro

    Read More »
  • LA FRUSTA DEL CARDINALE

    10 luglio 2025 • COSE NOSTRE • 487

    Repole-Mons.-Roberto

    Una vera e propria fustigazione di Torino e del Piemonte.

    Monsignor Roberto Repole, cardinale di Torino, in occasione di San Giovanni patrono della città, non ha usato mezze parole: viviamo in una società chiusa, egoistica, con poche e limitate prospettive future.

    Torino e il Piemonte sono un territorio dove i possessori di grandi capitali preferiscono tenere i soldi in banca, anziché investirli nel circuito delle imprese e nello sviluppo dell’economia reale. Una società, la nostra, che sta invecchiando sempre di più e dove i giovani non fanno più figli.

    Repole non ha negato la libertà di chi ha ampi patrimoni di cercare redditività maggiori in giro per il mondo, ma ha anche invitato a credere e aiutare il proprio Paese.

    Il cardinale ha riproposto dunque, se volete, una versione aggiornata della parabola dei talenti del Vangelo di Matteo.

    Nell’omelia di San Giovanni si è scagliato – verbo evangelicamente corretto – contro l’immobilità dei capitali tipica di una società anziana o, più correttamente, contro la scarsa propensione a investire nel proprio Paese, cercando di capitalizzare il più possibile, tenendo i soldi in banca. L’ultimo rapporto Ubs sulla ricchezza mondiale, vede crescere a 1,3 milioni i milionari italiani.

    Quanti di questi vivono in Piemonte? Quanti investono sul territorio?

    Gli esempi virtuosi certamente non mancano, ma è auspicabile che qualche esame di coscienza, sorga spontaneo nel cuore di tanti ricconi piemontesi.

    Read More »
  • I TORCETTI SONO SOLO PIEMONTESI

    5 luglio 2025 • CINQUE SENSI • 2787

    torcetti

    Sono ottimi al naturale, ma i veri golosi spesso li tuffano nella panna montata, nella cioccolata e persino nello zabaione..

    Una cosa è certa, i torcetti sono come le ciliegie, uno tira l’altro e, fino a quando non si arriva all’ultimo, è difficile smettere di gustarli.

    Non esistono dubbi neppure sulle loro origini, sono piemontesi. Fin dal 1700 vengono citati come torchietti, ma anche come torcét, nei testi culinari. Nati dalla pasta di pane allungata, tagliata, piegata in forma ovale e passati nello zucchero che si caramella lentamente nel calore del forno, devono il loro nome alla torsione che si pratica per unire le punte del bastoncino di pasta, per donare loro il tipico aspetto a goccia.

    Di fatto sono la versione dolce del grissino, un biscotto comune quindi, che serviva per allietare le tavole dei poveri spesso prive di altri tipi di golosità.

    In origine il torcetto era di sicuro più grande, la riduzione delle dimensioni e la pasta più leggera e raffinata, lo fecero uscire dalle case dei contadini e lo resero un prodotto adatto alla pasticceria e ai palat fini, infatti divenne in breve tempo il dolcetto della domenica.

    I torcetti, allineati in modo ordinato sui cabaret, allietavano il fine pasto, era uso gustarli intinti nella panna spolverata con caffè d’orzo, una vera delizia.

    Ma in quale luogo del Piemonte i torcetti divennero pasticcini? Esistono due versioni e sono giudicate ambedue attendibili, poiché è possibile che lo stesso dolce fosse conosciuto in diverse zone della regione: quella storica, e più accreditata, ne identifica l’origine a Lanzo Torinese, come citano alcuni dizionari di gastronomia piemontese: i torcetti di Lanzo hanno la caratteristica peculiare di avere la superficie lucida e granulata, ottenuta con una spennellatura d’acqua e successiva spolverata di zucchero semolato.

    La seconda tradizione risale invece a tempi più recenti: nei primi del ‘900, il pasticciere Pana di Agliè, utilizzando degli avanzi di pasta usata per confezionare un dolce, fece dei biscotti a forma di tarallo e li spolverizzò con zucchero che si caramellò durante la cottura in forno. L’esperimento ebbe un tale successo  che i torcetti divennero parte della produzione quotidiana del forno, e arrivarono fino alla tavola della famiglia Reale. Furono così apprezzati che 1939 , la principessa Bona di Baviera, figlia del Duca di Genova, conferì una patente di merito a Pana Francesco panettiere in Agliè, e lo nominò suo fornitore ufficiale.

    Nei giorni nostri la produzione del torcetto è diffusa nel Canavese e nel Biellese, con qualche variante nella forma e nel colore, a seconda delle percentuali degli ingredienti usati. Al fine di tutelarne l’originalità è stato elaborato un disciplinare di produzione che prevede che venga usata farina di grano 00, con aggiunta di acqua, burro, lievito, malto e sale, che la pasta sia tagliata in pezzetti lunghi 5 centimetri, arrotolata in bastoncini che raggiungano lunghezza di 10 centimetri, chiusi poi ad anello ovale e infine cosparsi di zucchero. Devono quindi essere lasciati lievitare per un paio d’ore e messi a cuocere in forno per circa mezz’ora. I torcetti sono stati persino inseriti nell’elenco dei Prodotti agroalimentari  tradizionali della Regione Piemonte.

    Un biscotto tutelato quindi, ma la tutela non lo salva dalla golosità dei piemontesi che da sempre lo apprezzano.

    Patrizia Durante

     

    Read More »
  • GIROVAGANDO: SAN FIORENZO A BASTIA MONDOVI’

    4 luglio 2025 • LUOGHI E LIBRI • 2662

    San-Fiorenzo-BASTIA

    Il ciclo di pitture murali all’ interno della chiesa di San Fiorenzo, nei pressi di Bastia Mondovì, in provincia di Cuneo, è tra i più importanti e vasti del Piemonte. Gli affreschi ricoprono una superficie di 326 metri quadrati e risalgono al 1472, ma le tracce che affiorano in alcuni punti indicano che le pitture originali risalgono al 1300.

    Ammirandoi dipinti perfettamente conservate si può ripercorrere il messaggio biblico ed evangelico, le storie dei Santi, la vita feudale del Monregalese.

    Quando si entra per la prima volta in San Fiorenzo, appena varcata la soglia, superata l’ iniziale penombra si resta affascinati dalla luce viva che filtra dagli occhi e dalle fiamme del drago di San Giorgio, dai manti di porpora degli Evangelisti, dall’ azzurro dei cieli e dal luccichio delle stelle. Scene di vita contadina medioevale e rimandi alla Bibbia in un continuo di catechesi. Quegli affreschi servivano infatti a spiegare il Vangelo ai fedeli ignoranti. E come spiegare il Giudizio Universale se non mostrando le pene dell’ Inferno o la gloria del Paradiso attraverso pitture semplici ed efficaci come un fumetto?

    Arte popolare, rude a volte, priva di orpelli, ma densa di spirito religioso e mistico rapimento. Sui muri è stata tradotta con il colore la preghiera degli umili e dei potenti: invocazioni di aiuti di fronte ai flagelli della peste e della guerra, ma anche voti di ringraziamento per la pace o per l’ abbondanza dei raccolti.

    Insomma, una succursale della cappella degli Scrovegni di Padova in terra piemontese, su quelle Alpi Marittime dove si sente, nell’ aria, già profumo di mare.

    La chiesa è aperta al pubblico per visite gratuite ogni domenica da aprile ad ottobre dalle ore 15:00 alle 19:00, previo appuntamento ai seguenti recapiti: 338 4395585 Sig. Aldo – +39 0174 60233 Sig. Lino.

    Read More »
  • LE STRADE PER LE VACANZE

    3 luglio 2025 • COSE NOSTRE • 451

    AUTOSTRADAPEDAGGI

    Dove andiamo in ferie?

    In Liguria? Riviera di Ponente? Mamma mia, la Torino-Savona è un cantiere ininterrotto. Riviera di Levante? Si rischia di passare l’ intera estate fermi fra Ovada e Masone.

    In montagna? Sulla Torino-Bardonecchia si rischia di camminare sempre e solo incolonnati su una sola corsia. Per raggiungere altre valli alpine le strade ci sono da affrontare veri e propri calvari, fra autovelox, strettoie, lavori infiniti: ad esempio, la Galleria di Lanzo è chiusa da due anni e forse questa estate riaprirà, ma solo a senso unico alternato.

    Vabbe’,  prendiamo l’ aereo? Per raggiungere Caselle l’ anno scorso fu inaugurato il collegamento ferroviario diretto. Nemmeno un anno dopo e per tre mesi, dal 16 giugno al 7 settembre, non circoleranno i treni su quella ferrovia: occorre eseguire lavori sui binari.

    E allora, optiamo per il treno. Per tutta l’ estate i collegamenti per i laghi, per Domodossola e per la Svizzera sono interrotti a causa di lavori di ammodernamento della linea del Sempione. Limitate le corse della Cuneo – Saluzzo – Savigliano: con l’orario estivo si riducono di un terzo fino al 31 agosto. Sulla linea Torino-Ventimiglia sono previste modifiche alla circolazione per lavori di manutenzione infrastrutturale. I treni regionali Torino-Savona e Fossano-San Giuseppe di Cairo saranno cancellati tra le stazioni di Ceva e San Giuseppe di Cairo, sostituiti da navette. L’ Alta Velocità continua a non fare fermate a Bardonecchia.

    Insomma, armiamoci di tanta, tanta pazienza. Ma anche autocommiseriamoci: avete sentito qualche levata di scudi dai nostri politici e dai nostri amministratori locali? Silenzio totale. Ma siamo noi ad averli scelti, votati e eletti.  Quindi, mea culpa.

     

    Read More »
  • TARTUFO REGALE, MOLTO PIU’ CHE UN CIOCCOLATINO

    28 giugno 2025 • CINQUE SENSI • 482

    tartuforegale

    È necessario fare un piccolo passo indietro, dobbiamo tornare al 2018, quando Emmanuele Guido inizia la sua esperienza presso Guido Ristorante – storica realtà della cucina gourmet – di proprietà della famiglia Alciati – che ha preso il via nel 1961 a Costigliole d’Asti e prosegue oggi nelle sontuose sale della tenuta reale di Fontanafredda di Serralunga d’Alba. Proprio nel 2021 Ugo Alciati ed Emmanuele Guido mettono le basi di un percorso, il cui obiettivo è quello di creare qualcosa di unico, di innovativo, una perla rara del settore del cioccolato: nasce così il TARTUFO REGALE, che non è un tartufo di cioccolato.

    Ci troviamo di fronte al TARTUFO REGALE: riproduzione perfettamente identica e fedele, per forma e colore, a un vero tartufo, tanto da poter ingannare anche gli esperti “Trifulau”, i professionisti della ricerca dei tartufi. Il progetto è certamente ambizioso e innovativo e richiede lunghi studi, molteplici prove per raggiungere la perfezione della forma, attraverso la messa a punto di calchi che riproducono fedelmente forme e pieghe del tartufo, come cresce in natura.

    Ma lunga è anche la sperimentazione per raggiungere l’equilibrio dei sapori tra le due materie prime principali che compongono il TARTUFO REGALE: il cioccolato e la nocciola. L’obiettivo non è creare un cioccolatino che assomiglia a un tartufo, ma creare un vero e proprio tartufo d’Alba. www.tartuforegale.it Tartufo Regale un gioiello 100% italiano fatto a mano La sperimentazione ha avuto un peso fondamentale nella realizzazione del progetto che è diventato realtà anche grazie alla ricerca e poi all’utilizzo di materie prime uniche e di pregio: per la produzione del TARTUFO REGALE viene infatti impiegato il Criollo del Venezuela, il cacao più raro del mondo che ne rappresenta lo 0,01% della produzione globale e la nocciola Tonda Gentile IGP Piemonte lavorata con una particolare tecnica, che ne consente la riduzione in scaglie (che concorre alla formazione delle venature interne tipiche del tartufo d’Alba).

    La lavorazione avviene esclusivamente a mano, attraverso oltre 30 passaggi, utilizzando ingredienti 100% naturali da cui nasce un gioiello 100% Made in Italy. Il TARTUFO REGALE è quindi una fedele riproduzione dei migliori tartufi d’Alba, per forma e colore, che può essere lamellato per impreziosire dessert o degustato con i distillati e, come sottolinea chef Alciati: “il Tartufo Regale è un dono, è un omaggio prezioso, per vivere un’esperienza unica”.

    Nel 2024 il TARTUFO REGALE viene presentato al mercato, brevettato in Europa e registrato come Idea a livello mondiale. L’occasione per il primo debutto in pubblico è di quelle importanti: la 94° Fiera internazionale del Tartufo d’Alba. Un momento che sancisce e ufficializza anche una partnership nata nel tempo con GLP – holding che fa capo al GRUPPO TCN – presieduta da Giuseppe Bernocco e Sebastiano Astegiano – a cui appartengono tutte le aziende del comparto Food (Galup con il brand Streglio, Mandrile Melis, Pasticceria Cuneo e Golosi – il laboratorio del gusto a Monticello d’Alba.). Una collaborazione importante nel percorso di crescita del progetto, che vedrà – entro il 2025 – l’avvio di un nuovo polo del food ad Alba per le produzioni di Streglio e Golosi ed anche del TARTUFO REGALE.

    Un grande passo per il TARTUFO e per GLP nel segno di una crescita che ha caratterizzato gli ultimi anni.

    Read More »
« 1 … 5 6 7 8 9 … 75 »

Cose nostre

  • inalpiarena

    4 dicembre 2025 • 154

    SE CUNEO SURCLASSA TORINO

    Negli ultimi giorni due eventi hanno catapultato il Piemonte al centro dell’attenzione, non soltanto italiana. Il...

    COSE NOSTRE Read More


  • GIAVENOLUCINATALE

    27 novembre 2025 • 158

    LUCI DI NATALE GIA’ IN AGOSTO?

    Non credo di averlo notato soltanto io. Con l’arrivo di novembre, le luci natalizie hanno iniziato a comparire...

    COSE NOSTRE Read More


  • cimitero

    20 novembre 2025 • 187

    QUEI CIMITERI COSI’ DESERTI

    Nei giorni solenni delle Ricorrenze dei Santi e dei Morti mi è capitato di visitare alcuni cimiteri, nel Torinese e in...

    COSE NOSTRE Read More


  • Cose nostre

LUOGHI E LIBRI

  • Cop_Natale_Langa

    5 dicembre 2025 • 120

    SCAFFALE: I RACCONTI DEL NATALE IN LANGA

    Storie che parlano di ritorni alle radici, memorie familiari, nostalgia e piccoli miracoli quotidiani. Quattordici...

    LUOGHI E LIBRI Read More


  • images - 2025-11-26T083927.814

    28 novembre 2025 • 201

    SCAFFALE: L’ UOMO DEI PRODIGI DI GRANDE E MANERA

    La vita di Gustavo Rol nei ricordi del suo medico personale. Il sottotitolo del libro sul grande e discusso personaggio...

    LUOGHI E LIBRI Read More


  • cascata Toce_Riale

    21 novembre 2025 • 2951

    GIROVAGANDO: RIALE E LA VAL FORMAZZA

    Ripartire da una camminata all’aria aperta o da un’escursione in bicicletta o in e-bike per scoprire gli...

    LUOGHI E LIBRI Read More


  • LUOGHI E LIBRI

©2014 Enneci Communication - Powered by Managersrl