Più di 95 anni e non sentirli. Buon compleanno al tramezzino!
“In questo locale nel 1926 la signora Angela Demichelis Nebiolo inventò in tramezzino” Così recita la targa che si trova all’interno in uno dei più belli e conosciuti caffè storici di Torino: Mulassano.
La storia di questo delizioso paninetto è torinese, che più torinese non si può. A partire dal pancarrè. Questo morbidissimo pane è legato alla figura dell’ultimo boia cittadino, Piero Pantoni, operante al Rondò della Forca verso la metà dell’800. Quest’uomo era talmente disprezzato che il panettiere porgeva, alla povera moglie, il pane capovolto. La consegna del pane capovolto era però considerato segno di sventura e un’ordinanza vietò quel gesto, i fornai più intraprendenti iniziarono quindi a cuocere il pane in una forma rettangolare, in modo che non ci fosse differenza tra sopra e sotto: una pagnotta a forma di mattone.
Oltre al pane torinese, è torinese anche Angela Demichelis, donna audace e determinata: ha avuto una vita che ben figurerebbe immortalata in una pellicola cinematografica.
Angela si sposa a 14 anni con Onorino Nebiolo che di anni ne ha 29 e fa il garzone nella bottega dei suoi genitori. Ben presto i due attraversano l’Oceano e, assieme a molti torinesi in quegli anni di grande emigrazione, approdano in America. Si stabiliscono a Detroit dove, con i fratelli di lui, gestiscono ristoranti e locali. Quando Angela ha 20 anni è già madre di 2 bambini. È tra le prime donne a prendere la patente e sovente, a causa del Proibizionismo, attraversa boschi e sentieri poco battuti, per raggiungere il Canada e procurare liquori per i suoi locali.
La Polizia non la fermerà mai, ma la ferma la mafia italoamericana che, per costringerla a rifornirsi da loro, la minaccia di rapirle i figli. La famiglia Nebiolo decide di cambiare aria e di ritornare a Torino. Hanno fatto fortuna e, oltre ad alcune sale cinematografiche, per 300.000 lire, acquistano il caffè aperto da Amilcare Mulassano, in piazza Castello.
Angela ha portato dall’America alcune novità, come il tostapane, sono infatti i primi a proporre il toast ai torinesi, dall’utilizzo del pancarrè tostato a proporlo naturale, senza crosta e farcito con deliziosi ripieni, il passo e breve: nel 1926, nelle vetrine di Mulassano appare il primo (super torinese) tramezzino al burro e acciughe.
Il successo è immediato, anche se allora si chiamava sandwich o paninetto e veniva servito in accompagnamento al Vermouth come aperitivo. È stato infatti battezzato con il nome attuale, qualche anno dopo, addirittura da Gabriele D’Annunzio che, volendo replicare quanto appena gustato chiese alla cameriera se fosse possibile avere ancora “uno di quei golosi tramezzini”.
Il nome è perfetto e complice del successo, sia perché si tratta di due fette di pane tramezzate da golosi ripieni, sia perché un tramezzino si inserisce perfettamente tra il pranzo e la cena.
Patrizia Durante
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