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  • SICCITA’, TORNIAMO ALLE ROGAZIONI

    6 aprile 2023 • COSE NOSTRE • 2173

    rogazioni (1)

    Esattamente un anno fa ero nel Saluzzese per realizzare un servizio sulla siccità. A Revello mi trovai di fronte a un’immagine apocalittica: a meno di 20 chilometri dalle sorgenti, l’intero alveo del Fiume Po era ridotto a una desolata pietraia, nemmeno una goccia d’ acqua scorreva, solo sassi e sterpaglie secche.

    Ora, da una settimana, siamo in primavera. E’ terminato un inverno che si classifica, dal punto di vista climatologico, come il quinto più caldo a livello planetario, con una temperatura superiore di quasi un grado rispetto alla media del Ventesimo Secolo.

    In Piemonte le piogge sono diminuite dell’85%, il riempimento del Lago Maggiore è al 40% e ovunque si conferma la scarsità di risorse idriche nei bacini di valle, come mai negli ultimi 16 anni. Il Grande Fiume è nuovamente in secca e in una ventina di Comuni del Piemonte i rifornimenti idrici avvengono tramite autobotti.

    La preoccupazione è alta, e non è difficile immaginare il perché: con il Po a secco è a rischio la produzione di un terzo di quanto consumiamo a tavola e che proviene proprio dalla Pianura Padana.

    Per quanto riguarda il Piemonte è a rischio la produzione risicola, di cui siamo i leader in Italia e non solo. Non stanno meglio gli altri cereali, il comparto ortofrutta, i vigneti e gli allevamenti.

    In un anno cosa è stato fatto? Forse nulla. Nell’inverno è nevicato poco, le piogge sono scarse e circa l’80% dell’acqua piovana va perduto.

    In tutte le valli piemontesi sono pronti progetti per realizzare invasi e mini dighe, ma mancano le autorizzazioni degli organi competenti.

    E allora non resta che sperare nel dio della pioggia o tornare a fare le rogazioni, processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni che hanno la finalità dì attirare la benedizione divina dell’acqua. Come facevano i nostri nonni.

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  • Uova-tonno-piselli, il piatto di Quaresima

    1 aprile 2023 • CINQUE SENSI • 13174

    tonno uova piselli

    Tempo di Quaresima, tempo di purificazione.

    Nei quaranta giorni che precedono la Pasqua, la religione cristiana raccomanda la purificazione dello spirito attraverso un’attenta riflessione e meditazione sul proprio stile di vita. Ma non solo lo spirito, anche il corpo merita una pausa: è vietato il consumo di cibi grassi, in particolar modo carne e insaccati.

    L’accostamento ai quaranta giorni trascorsi da Cristo nel deserto e quindi al suo digiuno è evidente, ma occorre precisare che, quella cristiana, non è la sola religione che indica un periodo di digiuno, le religioni orientali così come quella musulmana, hanno precetti ancora più vincolanti. Il rapporto tra un’alimentazione più leggera e una maggiore chiarezza di pensiero è evidente, e di fatto, in particolari periodi dell’anno, imposta.

    La Quaresima apre quindi un periodo di osservanze liturgiche, preghiere e sacrifici, compresi quelli culinari. Un periodo molto lungo e rigoroso, tanto da aver dato origine al detto “lungo come la quaresima” che rende proprio l’idea di qualcosa che non ha mai fine.

    Per chi, in questo periodo che precede la Pasqua, non sente il bisogno di purificare lo spirito, consigliamo comunque di prendere in considerazione la purificazione del corpo e approfittare della Quaresima per una remise en forme utile, e quanto mai salutare, prima delle inevitabili abbuffate primaverili e pasquali.

    Per nostra fortuna siamo lontani dall’epoca in cui mangiare di magro era imperativo: sotto il regno di Carlo Magno, ad esempio, chi trasgrediva al divieto di mangiar carne, era condannato a morte.

    Gli alimenti proibiti comprendevano  la carne, come già detto, ma anche tutti i grassi animali come strutto, lardo e insaccati di qualsiasi tipo. Non erano permessi neppure i tuorli delle uova e i latticini, la cucina del periodo quaresimale si riduceva quindi alla polenta, agli ortaggi e legumi e al pesce.

    Ancor oggi sono esonerati dall’astinenza delle carni i minori di 14 anni e le persone che abbiano più di 60 anni. Tuttavia le nuove regole ecclesiastiche consentono ai fedeli di far penitenza ciascuno a proprio modo ed è possibile applicare altre forme di sacrificio:  come l’astensione dal fumo e dalle bevande alcoliche, dalla ricerca di forme smodate di divertimento, dai comportamenti consumistici e il digiuno dalla televisione.

    Per chi decide di rispettare i precetti, ma anche per chi ha piacere di portare in tavola un piatto leggero, veloce e saporito, pubblichiamo la ricetta di Uova, piselli e tonno, ricetta di antica tradizione piemontese riservata al mercoledì delle Ceneri, ma diffusa in modo omogeneo in gran parte d’Italia.

     

    Ricetta:

    Ingredienti per 4 persone

    8 uova sode, una scatola di tonno di medie dimensioni, 500 gr. di piselli surgelati o in scatola, 1 bottiglia di passata di pomodoro, sale  e peperoncino q.b. olio extravergine d’oliva, cipolla carota e sedano tritati.

    Preparazione.

    Fare rassodare le uova e nel frattempo, in un tegame mediamente profondo, far soffriggere il trito di cipolla carota e sedano, appena il trito sarà rosolato, aggiungete la passata di pomodoro e lasciate cuocere una decina di minuti a fuoco medio. Aggiungere quindi i piselli e farli cuocere, a fuoco invariato, per un’altra decina di minuti. Aggiungere quindi il tonno sbriciolato, il sale, il pepe e far consumare la salsa per qualche minuto.  Sgusciate le uova raffreddate, tagliatele in metà e aggiungetele nel tegame con il rosso rivolto verso l’alto, copritele con qualche cucchiaiata di salsa per insaporirle e terminate la cottura per qualche altro minuto.  Portate in tavola il piatto fumante e…

    Buon appetito!

    Patrizia Durante

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  • FREGATI DAI SOCIAL? NON CI CREDE PIU’ NESSUNO

    30 marzo 2023 • COSE NOSTRE • 2262

    TELEFONINO

    Scivoloni accaduti di recente. Un produttore di vini si è lasciato andare a commenti ben poco lusinghieri sulla cucina torinese durante una diretta Instagram. La premier e il vicepresidente del Consiglio, in karaoke, cantano di una morta annegata a poche ore dalla tragedia di Cutro con decine di bambini naufraghi e affogati: ovviamente tutto registrato e pubblicato sui social. Il vicepresidente della Juventus filmato barcollante e ubriaco per stradine notturne, dopo una serata caliente: migliaia di visualizzazioni.

    Sono soltanto alcuni episodi che hanno scatenato tantissime reazioni dei frequentatori di social.

    Nulla di nuovo sotto il sole.

    E’ sempre successo: ogni sera, in un bar di qualsiasi paese, c’era l’ubriaco o lo spiritosone che sparlavano dell’amante del parroco o del sindaco corrotto, fino a quando il titolare del locale li sbatteva fuori e tutti i loro sproloqui restavano chiusi fra quelle quattro mura. Oggi è tutto amplificato. Oggi è tutto social, quindi divulgato e diffuso ad ogni latitudine e diventa di dominio pubblico, nel giro di pochi secondi.

    L’aspetto insolito di queste vicende è che ci sia ancora gente che ci caschi.

    Ovunque c’è un telefonino e qualcuno che registra e poi pubblica. Quindi? Non possiamo o dobbiamo più fare nulla? Non serve a niente dire, dopo: “non lo sapevo”, “non ero in me”, “è stato un video ripreso a tradimento”….. La realtà è questa.

    Basta essere consapevoli delle conseguenze di quanto diciamo o facciamo.

    Altrimenti sarebbe come andare in monopattino a 120 all’ora in autostrada con tutti i rischi conseguenti…. Ah, anche questo è già stato fatto!

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  • SCAFFALE: IL RISCHIO DI ESSERE FELICI DEL MAGO SALES

    24 marzo 2023 • LUOGHI E LIBRI • 2037

    20230320_173455

    Questa biografia è solo una piccola opera letteraria…però se, con il contributo della vendita, servirà ad aiutare anche solo un piccolo della Terra sarà l’ opera più grande del mondo. Chi salva un bimbo aiuta un pezzo di cielo a illuminare il mondo.

    Basterebbe questa frase sulla quarta di copertina a convincere tutti a entrare in possesso di questo libro di Silvio Mantelli, in arte Mago Sales. E’ la biografia di un prete per vocazione che è anche mago per passione. Ma più che una biografia è la testimonianza di don Silvio – sacerdote salesiano – che si è esibito con i suoi spettacoli di magia nei 4 angoli della Terra per regalare un sorriso ai bambini, specie quelli che non hanno nulla.

    Il Mago Sales è lo scopritore di tanti artisti, illusionisti, prestigiatori, e soprattutto di Arturo Brachetti, il più grande trasformista al mondo. E’ il fondatore del Museo della Magia di Cherasco, in provincia di Cuneo. Ha donato una bacchetta magica a Giovanni Paolo II e a Papa Francesco, ha strappato un sorriso a Madre Teresa di Calcutta con i suoi giochi di prestigio, ma soprattutto in queste 240 pagine ci insegna che sognare insieme è bello. Perchè – come scrive Domique Lapierre “ridere in mezzo alla sofferenza significa già guarirla”.

    SILVIO MANTELLI

    IL RISCHIO DI ESSERE FELICI

    15 euro

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  • PERCHE’ TANTI COMMENTI SUI GRILLI?

    23 marzo 2023 • COSE NOSTRE • 2067

    FARINAGRILLI

    Nelle ultime settimane, in questa rubrica Il Punto, ci siamo occupati di Salone del Libro di Torino, dei cantieri infiniti sulle nostre autostrade, delle conseguenze del Covid sui minori, delle Olimpiadi in Piemonte e di tanti altri argomenti. Puntualmente al lunedì, dopo la pubblicazione on line, c’è la condivisione sui social.

    E qui viene il bello.

    Su molti argomenti registriamo il silenzio più assoluto, quasi indifferenza, anche se quanto trattato parrebbe importante, come – ad esempio – i morti sul lavoro, il futuro della scuola, la nostra salute, ecc…

    La scorsa settimana, è stato invece pubblicato Il Punto dal titolo “Ho mangiato pane con farina di grilli”: è stato commentato da circa duemila persone su Facebook, Twitter, Instagram.

    Non entro nel merito delle risposte, e nemmeno degli insulti: i leoni da tastiera si dilettino pure come meglio credono. C’è chi prova soddisfazione nell’ invitarmi a mangiare anche la cacca: contenti loro!!!

    Quel che mi piacerebbe invece capire è perché un argomento (così apparentemente futile) scateni tanta voglia di commentare, intervenire, insultare.

    E’ successo anche a Enrico Murdocco, il panificatore che sta svolgendo questa sperimentazione.

    Qual è il motivo che fa scattare la scintilla della reazione dei lettori? L’ orrore del cibo trattato con insetti? La paura di essere avvelenati? Forse l’amore per gli animali? Visto che – in altre circostanze – quando scrissi dei danni provocati dai lupi e dai cinghiali ci furono reazioni simili, parecchi commenti e, come sempre, insulti.

    Davvero faccio fatica a capire, e spero che anche questa settimana ci saranno tanti interventi dei lettori per spiegarne le ragioni.

    Altrimenti dovrò convincermi che su certi argomenti non abbiamo più nulla da dire, siamo sfiduciati. E allora mi spiego anche perché alle ultime elezioni amministrative, quelle del febbraio scorso, nemmeno il 40% degli aventi diritto al voto, si è recato alle urne.

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  • GIROVAGANDO…LA BOLLENTE DI ACQUI TERME

    17 marzo 2023 • LUOGHI E LIBRI • 6234

    TERME ACQUI

    La “Bollente” di Acqui Terme, in provincia di Alessandria, è acqua che sgorga a 75° gradi nel cuore della città e quella, un po’ meno calda (50° gradi  circa) che nella zona esterna, oltre al fiume Bormida, da’ vita al piccolo lago delle “Antiche Terme”. Queste acque risalgono rapidamente, senza aver il tempo di raffreddare, attraverso faglie – ossia fenditure della crosta terrestre – da grandi profondità, dove grazie alla probabile vicinanza della massa magmatica acquisisconol’alta temperatura che le contraddistingue.

    Si tratta di acque pluviali che penetrando lentamente nell’arco di 60 o 70 anni attraverso il sottosuolo acquese si sono arricchite di minerali, principalmente quelli rilasciati dai vasti depositi salini di quel braccio di mare che un tempo occupava l’area dell’attuale Pianura Padana. Perciò queste  sorgenti sono considerate, oltre che sulfuree, soprattutto salsobromojodiche: cioè con  elementi tipici anche dell’acqua marina.

    Fin dall’antichità romana le suddette acque hanno avuto un cospicuo impiego terapeutico nelle strutture termali della città di Acqui e così anche nel Medioevo..

    Per questo si può affermare che i fanghi e i bagni praticati alle Terme di Acqui posseggono proprietà antalgiche e miorilassanti che ne promuovono l’impiego nell’artrosi, nelle fibromialgie, nelle periartriti, nelle tendiniti; allo stesso modo le varie cure inalatorie (inalazioni, aerosol, humage, nebulizzazioni) curano i problemi respiratori Provati gli  effetti espettoranti, di rinforzo immunitario e quindi  indicate nel trattamento di riniti, sinusiti e faringiti croniche..

    Infine tra le ultime, ma non meno importanti applicazioni termali acquesi, bisogna ricordare quelle nell’ambito della riabilitazione motoria, sia essa conseguente ad incidenti sul lavoro, automobilistici o a traumi sportivi, e quelle medico-estetiche per il corpo e il volto.

    Nel centro di Acqui sgorga una fontana di acqua bollente accessibile a tutti, mentre gli stabilimenti termali sono in via XX Settembre, vicino alla stazione, e nel parco cittadino.

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  • HO MANGIATO PANE CON FARINA DI GRILLI

    16 marzo 2023 • COSE NOSTRE • 1859

    FARINAGRILLI

    Anni fa avevo già assaggiato grilli essiccati prodotti da un’azienda del Cuneese. Ora che l’Unione Europea ha liberalizzato la vendita di farina di grilli, ho provato il pane prodotto con una piccola percentuale di questa farina. C’è un famoso e pluripremiato panificatore e pizzaiolo torinese, Enrico Murdocco, che ha iniziato la sperimentazione per realizzare questo tipo di pane.

    Ebbene, è buono. Sfiderei chiunque a trovare la differenze, forse è leggermente più amarognolo, con un sentore di frutta secca. Certamente più proteico e sicuramente più caro: costerà quasi il doppio rispetto a quello normale.

    Enrico Murdocco dice che sarà pronto e in vendita in primavera.

    Apriti cielo. Appena il panificatore-sperimentatore ha annunciato l’avvio della ricerca, sui social, si sono scatenati i leoni da tastiera. E, come spesso accade, la violenza delle critiche, ma soprattutto degli insulti, mi ha lasciato sbigottito.

    Ma perché? Nessuno vi costringerà a mangiarlo. I grilli vengono essiccati, e trasformati in farina, soltanto al termine del loro ciclo vitale, naturale. Quindi non c’è maltrattamento animale e il loro allevamento è a bassissimo impatto ambientale. Eppure si è giunti perfino alle minacce.

    Lui, Murdocco, fa spallucce e tira avanti. Continuerà a produrre il suo eccezionale pane realizzato con farine dei  vari frumenti e intanto affinerà la sperimentazione del pane con farina di grilli.

    D’altronde, come sempre, la ricerca e le invenzioni sono state accolte con scetticismo e contrarietà. Eppure c’è già chi mangia il formaggio coi vermi, chi non riesce nemmeno ad assaggiare la carne cruda, chi impazzisce per le interiora di vitello… e chi si farà un bel panino con pane di farina di grilli e salame.

    Alla faccia dei leoni da tastiera.

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  • SCAFFALE: LE IMMAGINI PARLANO DA SOLE DI ARBINI-GHIRON

    10 marzo 2023 • LUOGHI E LIBRI • 2178

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    Il sottotitolo spiega bene il senso di quest’ opera: “Il film che non avremmo mai voluto vedere: Torino ai tempi del Covid-19”

    E’ davvero pregevole questo libro con le fotografie di Roberto Arbini e i testi di Umberto Ghiron perchè ci fa rivivere circa tre anni che abbiamo già dimenticato, archiviato, resettato.  Il 2020 anno di paura. Il 2021 ancora angoscia. Il 2022 anno finale di un’ emergenza sostituita da una folle e sanguinosa guerra nella vecchia e stanca Europa.

    Quelle di Roberto Arbini sono immagini che parlano da sole – come recita il titolo – , raccontano gli eventi in modo magistrale, fanno vibrare le giuste corde della nostra anima.  E i testi di Umberto Ghiron (molto pochi ma essenziali) servono solo a corredo per ricordarci che “basta un virus, un maledetto virus, per toglierci d’ un tratto tutto quello che ci colora la vita”.

    Foto in bianco e nero di una Porta Palazzo deserta, di strade vuote, delle proteste di chi è stato costretto a fermare la propria attività commerciale, i guadagni, le possibilità per tirare avanti: ma immagini anche di vetrine spaccate segno di una protesta civile che sfocia in rabbia. Le corse delle ambulanze verso gli ospedali torinesi e poi la corsa ai vaccini segno di speranza, la riapertura dei locali da ballo, un futuro che si riapre di fronte a noi.

    Insomma, giorni, settimane, mesi, anni che appartengono già alla Storia (quella con la esse maiuscola). Le vicende di un’ emergenza di 26 mesi che dovrà pur averci insegnato qualcosa. Da farne tesoro.

    LE IMMAGINI PARLANO DA SOLE

    ARBINI-GHIRON

    EDITRICE TIPOGRAFIA BAIMA-RONCHETTI

    25 euro

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  • NESSUN GIOCHETTO SUL SALONE DEL LIBRO

    9 marzo 2023 • COSE NOSTRE • 2233

    SALONEDELLIBRO

    Giuseppe Culicchia, Elena Loewenthal, Paolo Giordano, Alessandro Baricco, Gianluigi Ricuperati, Oliviero Ponte Di Pino, Bruno Ventavoli? Sono soltanto alcuni dei nomi circolati in queste settimane per la sostituzione di Nicola Lagioia alla direzione del Salone del Libro.

    Alcuni hanno rinunciato, altri hanno ritirato la candidatura, altri ancora sono stati scartati o bocciati da censure politiche – presunte o vere – di chi governa l’importante kermesse libraria torinese, cioè il Comune di Torino, la Regione Piemonte e l’associazione “Torino, la Città del Libro”.

    E così qualsiasi decisione sul futuro del Salone Internazionale del Libro è stata rinviata a giugno, alla fine dell’edizione 2023, l’ultima con la direzione di Lagioia che tanto bene ha fatto in questi anni.

    Un gioco assai pericoloso.

    Molti ricorderanno che qualche anno fa Milano tentò di scipparci la manifestazione: sbagliarono la location e le date e Torino respinse l’assalto meneghino.

    Ma l’agguato è sempre dietro l’ angolo.

    Sarebbe un autentico suicidio. L’ ennesimo per Torino e per il Piemonte che – solo per citare casi recenti – hanno visto sparire il salone dell’ Automobile e Automotoretrò, da quest’ anno migrata a Parma.

    Parma capite? Cosa c’entra con l’automotive? Nulla ma l’offerta è stata assai più allettante del costosissimo Lingotto.
    Non esistono Saloni del libro di sinistra o di destra, esistono Saloni del libro fatti bene e altri fatti male.

    Quello di Torino, tenuto a battesimo da Beniamino Placido, era fatto benissimo e infatti nessuno si chiedeva se Placido, oltre ad essere bravissimo, fosse di destra o di sinistra.

    Continuiamo a farci del male.

    A tentare giochetti politici per mettere il cappello su uno dei fiori all’ occhiello del nostro territorio.

    A nulla servirà poi piangere su noi stessi con la solita lamentatio piemontese.

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  • ALBERGIAN, OLTRE 100 ANNI DI BONTA’

    4 marzo 2023 • CINQUE SENSI • 2051

    albergian

    La storia dell’ ultracentenaria azienda Albergian ha inizio con Serafino e Secondina Ponsat che, dopo aver lavorato nei migliori hotel d’ Europa, tornarono a Pragelato, in provincia di Torino, il loro paese d’ origine e costruirono un prestigioso albergo. In quel tempo Pragelato era una distesa di prati fioriti, cime con erbe medicinali e un sottobosco con grandi varietà di piccoli frutti: un’ abbondanza della natura che suggerì alla coppia la produzione di marmellate, miele e liquori.

    Siamo agli inizi del ‘900 e inizialmente si pensava che quella produzione fosse destinata soltanto ai frequentatori dell’ hotel denominato Albergian, montagna di 3mila metri nelle Alpi Cozie e che sovrasta l’ abitato di Pragelato. Pian piano, però, i clienti cominciarono a chiedere anche bottiglie e confezioni da portarsi a casa, un successo che suggerì l’ idea di aprire una bottega a fianco dell’ albergo.

    A distanza di più di 110 anni quella bottega c’ è ancora e la Albergian è stata inserita nel Registro delle Imprese Storiche Italiane.

    Il segreto sta, oggi come allora, nel rispetto delle tradizioni custodito gelosamente da quattro generazioni. Ancora adesso infatti c’ è uno di famiglia che segue ogni prodotto, dalla selezione delle materie prime al processo di lavorazione, sempre mantenuto rigorosamente manuale, fino al confezionamento per assicurare la cura necessaria  a far nascere autentiche, vere bontà.

    Regole semplici ma fondamentali per poter soddisfare anche i palati più esigenti. La clientela non è solo più quella degli ospiti dell’ hotel, ma i prodotti Albergian si trovano nei templi del gusto di tutti i continenti.

    E parliamo di confetture, di miele, di marmellate, di tisane e infusi, delle caramelle ripiene di erbe di montagna, dell’ originale Genepin, dell’ amaro e del fernet, il preferito dell’ Avvocato Gianni Agnelli che lo sorseggiava a fine pasto ovunque si trovasse nel mondo. Era compito dei suoi collaboratori portarne sempre una bottiglia in valigia.

    Mario Castelli

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