Dall’ inizio dell’ anno molte più di 100 donne uccise in Italia, una vera e propria guerra.
Ci sono tanti modi per fare morire una donna e uno solo per convincere gli uomini a non uccidere: prenderli da piccoli e poi rincorrerli dappertutto anche da grandi. La lezione deve essere il più precoce possibile, impartita con amore e accompagnata da esempi. Un padre che non alza mai la voce e regala fiori sarebbe il massimo. Ma va bene anche un padre scorbutico che però protegge e rispetta la propria compagna.
Si inventa per loro un gioco di ruolo: sei un cavaliere e lo resterai anche se perderai il lavoro, se lei avrà più soldi di te o ti lascerà per un altro. I bambini assorbono, copiano, rilanciano. Se noi invece li cresciamo a suon di “sì”, “sì a tutto”, al primo no che incontreranno nella vita non avranno gli strumenti per reagire, per sapere come affrontare quel rifiuto e quindi come comportarsi.
Un aiuto dovrebbe darlo anche la scuola, ma con insegnanti come il prof di Saluzzo….c’ è poco da stare allegri.
Mariti, fidanzati, conviventi, amanti, ex qualche cosa. Uomini normali, non mostri. Ma sempre un maschio narcisista, figlio di una società depressa e ipersensibile che non può sopportare un rifiuto. Gli avevano detto che poteva ottenere tutto, ci ha creduto.
L’uomo che uccide dice di amare la sua vittima, piange, è devastato dal rimpianto. Forse di vero amore si tratta. Però mentre gli insegnavano la conquista omettevano la prima dura regola dell’amore: può accendersi in simultanea ma di rado finisce nello stesso momento e dunque non è vero che tutto ciò che desideriamo è a portata di mano.
Bisognerebbe andare a vedere che bambini sono stati tutti i cecchini di questa guerra incredibile a cui è difficile stare dietro. 100 vittime: spaventoso! Rileggi l’elenco e non ci credi: sfregiate dall’acido, suicide dopo uno stupro, accoltellate, sparate, strangolate a mani nude.
E’ difficile capire che cosa stia succedendo, pericoloso semplificare. Uccidono anche le donne, ma sono casi eccezionali. Forse non è una guerra ma una vendetta di genere, è fare cadere la responsabilità di vite sempre più inospitali sulla donna che della vita ha il segreto e le chiavi.
Parlarne si deve, però con la paura di dare spunti sciagurati a chi ha la mente malata. Scendere in piazza con un fiore è un modo per ricordare. Si possono portare anche i fischietti e i tamburi, come sta accadendo nelle processioni di rabbia e mestizia. Chi ha idee migliori non le tenga per sé. E soprattutto non si senta al sicuro.
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10 Risposte to “Ma noi non ci indigniamo piu?”
Il male peggiore che ci è stato inculcato è proprio quello, non essere più capaci d’indignarci: purtroppo nessuno di noi ne è rimasto immune. Ormai tutto ci scivola addosso, come il tempo dell’acqua sul corpo durante una doccia. Finita la doccia, tutto è già dimenticato. Mi sono chiesto tante volte perché, senza trovare una ragione che mi abbia convinto appieno. Forse siamo assuefatti dagli avvenimenti: via uno, mille altri. Forse siamo troppo presi dai nostri problemi per affrontare la morale degli altri. O, forse, siamo semplicemente diventati indifferenti: ognuno a pensare a sé stesso. Al massimo il tempo di commuoverci di fronte ad una tragedia, 5 minuti o poco più. Ma, a mio parere, in fondo c’è una ragione per cui abbiamo smesso d’indignarci: abbiamo scoperto che non serve a nulla. Quando vedi il massimo rappresentante della Giustizia intervenire a difesa degli amici potenti, quando scopri che il capo del Governo è un evasore, un corruttore, che sensazione puoi provare? Indignazione? No, siamo passati allo scoramento. Scoramento perché alla fine tutti restano al loro posto, senza dignità, senza rispetto per l’istituzione che dicono voler rappresentare. Sono davvero curioso, sai, di vedere come andrà a finire con questa storia dei rimborsi in Piemonte? Scommettiamo che ognuno resterà al proprio posto, impunemente? Allora, io dico, indigniamoci pure. Ma se è il caso scendiamo in piazza: senza spaccare tutto, per carità, ma protestiamo duramente, ad oltranza. Facciamoci sentire, fin quando qualcosa davvero non cambierà in questa nostra società malata.
Come non essere d’accordo con Cesare.. Ma io non voglio cedere alla scoramento, voglio essere capace di indignarmi (incazz…) sempre, fino all’ultimo giorno..
mancando l’esempio dall’alto la maggioranza si è adeguata allo schifo..
Chi ne paga le conseguenze, in molti campi, sono chi non ci riesce a “vivere da furbo” per via dell’educazione ricevuta, degli esempi familiari…
La vita la farà pagare solo a loro… il confine tra fessi e onesti è stato rimosso da tempo.
Uno schifo
Bellissimo blog Beppe, non credo che la gente o la maggior parte di essa non sia indignata.
con il mio inglese scolastico ho capito che protestavano contro il governo per qualcosa, il mio amico ed io italiani ci siamo messi con loro a distribuire vin brulè ai passanti, poliziotti? Neanche l’ombra la gente locale si fermava chiaccherava cercava di capire la loro protesta. In Italia NO, qualsiasi tipo di manifestazione comporta migliaia di poliziotti ed esegitati che o prima o dopo distruggono. Perchè? Non so se gli studenti danesi abbiano o no avuto riconosciuto le loro lamentele, ma quella protesta calma cordiale pacifica rasserenante mi è piaciuta. Io evito le manifestazioni politiche sin da quando ero giovane, ma lì per 2 ore ci sono stato volentieri. Qui NO, ho frequentato qualche politico per lavoro e prima parlavo con qualche carabiniere per essere certo che mi comprisse in caso d’incidenti visto che l’attrezzatura fotografica era mia e per fortuna non è mai successo nulla, ma indignato per 1000 motivi di sicuro! Ho foto di vecchiette italiane rovistare nei cassonetti in cerca di cibo, ho anche sentito e visto perone aiutate dall’Italia e non italiane lamentarsi…Non volgio prolungarmo troppo e m’indigno se il voto che ho espresso si disperde in traffici politici loschi e maleodoranti come a volte succede o forse troppo spesso.
Ogni qual volta sono indignato propongo su FB articoli presi in giro dai vari siti tipo ANSA, magari non commento non dico nulla mi limito a qualche aggettivo che è l’equivalente di schifo elevato alla N misura… Mi indigna il caso da te citato dei malati di SLA, m’indigno quando certe persone salvate dalle onde del mare sfasciano e distruggono dove vengono accolti, m’indigna e m’indigno quando ad ogni protesta vengono rasi al suolo intere vie. Se questi signori indignati, avessero motivi di rivoluzione dovrebbero imbracciare le armi non distruggere a discapito di altri che con il lavoro hanno costruito cosa a loro indigna.
Ti cito un esempio capiato anni fa a Copenaghen nella piazza di fronte al parlamento c’erano degli studenti che offrivano vin brulè a tutti i passanti, avevano foglietti e bandiere, ma era tutto scritto in danese
tutto ci passa vicino e si vede che siamo così sfiduciati che l’indignazione non è più nel nostro dna, il problema è che loro stanno vincendo!
No, io non mi arrendo.. Voglio avere ancora il coraggio di dire che certe cose non le accetto, che non le sopporto.. Da un prezzo ingiusto e a un furto arbitrale, da una sconcezza politica a una tassa iniqua, da un parcheggio in doppia fila a una risposta maleducata.. Non servirà a nulla? Servirà almeno a non sentirmi anestetizzato
Sono stata autorizzata a riportare il commento di un amico: Pier G. Cochis scrive, non è il pessimismo,è la comprensione di come il marcio sia talmente diffuso ed entrato nella nostra quotidianità che non riesci più a distinguerlo dal resto. A questo aggiungi la mancanza di interlocutori,l’inutilità certa della protesta.Ormai si sta zitti nella certezza dell’incomprensione,attorniati da un’intolleranza tanto urlata quanto vana.
la gente si indigna ancora ma non ha più il coraggio di urlarlo alla gente. Siamo chiusi tra le mura di casa, dell’ufficio, dai tasti del pc, dalle note di fb e non ci si confronta più nelle piazze, nei locali. Ci si stordisce di alcool, di solitudine. Io non ci sto, pago certe mie scelte, non mi adeguo alla mediocrità generale. La pago con la solitudine, cerco la giustizia senza farne una questione di destra o sinistra, bene o male, cerco, prima al mio interno e poi all’esterno il buon senso. Quando vedo un’ingiustizia provo a non girarmi, a porgere la mano a chi ne ha bisogno. Ma visto che siamo sull’argomento oltre a Travaglio e Gramellini chi ci porge sulle testate nazionali argomenti per indignarci??? Sempre gli stessi logori riferimenti. Le Jene portano alla luce, come Striscia certe situazioni, ma poi vengono risolte veramente??? se la gente continua a votare sempre i stessi lestofanti come potranno mai cambiare le cose?? diversamente se non scendiamo noi in piazza candidandoci per cercare di portare la nostra correttezza o quella di persone su cui riponiamo la nostra fiducia a governare certe cose non cambierà mai niente. Personalmente appoggio il candidato sindaco di Rivoli 5 Stelle, non per il partito che rappresenta ma perchè persona capace e con lo stesso mio spirito di fare qualcosa per i più deboli e per i nostri figli.
Cominciamo dall’ esempio di Filippo.. Quando vedo un’ingiustizia non mi giro, ma cerco di dare una mano… Io sono sicuro che la correttezza, il buon esempio, il gusto del bello siano contagiosi, più che siamo e più saremo…
Io c’ero, ero coi malati davanti al Mef e a Palazzo Madama il giorno dopo. Vivo queste proteste in prima linea perché mia mamma è la Presidente del Comitato 16 Novembre.. Da 3 anni facciamo manifestazioni e le prime volte eravamo veramente pochi, ma determinati e “preparati”, tanto da ottenere da subito qualche risposta concreta alle nostre richieste!! Le “deleghe in bianco” alle Associazioni non hanno più storia, i cittadini devono prendere coscienza che solo i diretti interessati possono esprimere le proprie reali difficoltà e cominciare a guardare ai Palazzi e ai vari eletti come interlocutori diretti. Sapete qual’è la più grande conquista , al di là dei finanziamenti, della lotta dei malati di Sla ? Aver fatto entrare negli emendamenti il termine “assistenza indiretta”! Togliere alle Cooperative, alle Regioni e alle Asl il libero arbitrio dei soldi destinati alla “non autosufficenza”, vincolando una parte di di essi alla diretta gestione di coloro che meglio di tutti sanno amministrare i soldi in economia e rispondendo alle proprie reali problematiche ed esigenze!! Le battaglie non sono mai facili e richiedono tanta energia……