Scusa fratello immigrato

by • 6 ottobre 2013 • ArchivioComments (9)4154

Il mio secondo nome, come quello di quasi tutti i miei cugini, è Saturno.

Così si chiamava mio nonno perché suo padre e mio bisnonno, emigrante in America, rientrò in Italia a bordo della nave Saturnia.  Arrivato a Cortemilia pose quel nome insolito al suo primogenito, a ricordo di quella perigliosa traversata. Come tanti di voi, sono quindi anch’io discendente di emigranti.

E’ questa la ragione per la quale vedere le immagini che arrivano da Lampedusa mi rattrista il cuore.

Non me ne frega niente delle beghe politiche. Riesco solo a vedere croci virtuali in fondo al mare.

Insieme alla tristezza però monta la rabbia. Rabbia per un’ Europa sorda, attenta solo alle sorti dell’ euro.

Ma se in un condominio si rompe la porta di ingresso, a preoccuparsi di farla riparare, a pagare le spese, saranno tutti gli inquilini: quelli del pian terreno come quelli del decimo piano. Qui invece sembra che il problema della porta d’ ingresso sia sempre e solo dell’ Italia. L’ unica emergenza è l’ euro…Ma vadano a quel paese i tecnocrati di Francoforte, Strasburgo, Bonn, ecc…

Fino a quando dovremo vedere (o far finta di non vedere) quelle carrette del mare? Si calcola che fino al 2050 i migranti africani potrebbero essere dai 55 ai 74 milioni, quasi una media di 2 milioni l’ anno.  Insomma, siamo appena all’ inizio. Concordo con lo scrittore Jean-Claude Izzo: “Un immigrato è uno che non ha perso niente, perché lì dove viveva non aveva niente. Vuole solo sopravvivere un po’ meglio di prima” .

Scusa fratello immigrato. Gandolfo Giuseppe Saturno.

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9 Responses to Scusa fratello immigrato

  1. Pat scrive:

    “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e latta nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi o petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.
    Il documento è del 1912, dell’ispettorato per l’immigrazione del Congresso statunitense. Il testo non parla di cinesi, di rom o di rumeni, ma di noi italiani.

  2. Paola scrive:

    Papa Francesco ha gridato “Vergogna!” mentre io quella vergogna già la sentivo, per i sentimenti contrastanti che a volte mi attanagliano. La politica dell’euro ci ha inseriti in una spirale via via sempre più disumanizzante e sempre meno attenta all’essere umano in quanto tale, ma rivolta all’egoismo ed al dio denaro. Ci ha resi tutti più poveri, economicamente e spiritualmente, ed ha reso chi è più povero di noi, indifeso davanti all’indifferenza del mondo. E mi chiedo se sia davvero giusto che io debba vergognarmi per desiderarare la serenità economica mia e dei mie figli prima di quella di chi è costretto a fuggire da casa sua a causa dell’ingordigia di chi ci governa (non mi riferisco solo al governo italiano)

  3. gandolfo scrive:

    ELISA HA SCRITTO SU FB
    Mi spiace per chi è morto arrivando a Lampedusa, ma in Italia ogni giorno qualcuno uccide la famiglia e si uccide perché senza lavoro non vede una via di uscita, chi si suicida (pochi) perché deve licenziare i dipendenti che per tanti anni hanno lavorato nella sua impresa …………….. ma per questi ITALIANI solo notizia sui TG ma mai un giorno di lutto nazionale.
    Del resto, come qualche italiano si è sentito rispondere in fila alla mensa per i poveri, “tu sei a casa tua loro no”
    Bella soddisfazione.
    Per quanto riguarda il portoncino d’ingresso del condominio provate a farlo pagare a tutti oggi: chi non può perché pieno di finanziamenti per tutto, chi ha la pensione bassa, chi non è interessato tanto ha il portoncino di casa blindato …..
    siamo più attenti agli altri che ai nostri connazionali! che fino a pochi giorni prima pagavano tasse e contributi!
    Risulterò impopolare ma la realtà è questa e in questo momento fa proprio incazzare gli italiani!

  4. Stella scrive:

    Si appunto, leggendo quanto scrive Pat e, prima di lei, Beppe non posso che sentirmi in perfetto accordo. Capisco poco di politica, non ho brillanti soluzioni in tasca, ma so che parlo di persone e di esseri umani. So che ognuna di quelle donne e uomini e bambini che arrivano stremati sulle nostre coste o, peggio ancora, non arrivano mai, potrebbe essere mia figlia o mio marito, oppure io. E credo che il punto sia questo. Mi è chiaro, è un momento di profonda crisi, ognuno di noi fa fatica ad arrivare alla fine del mese, ma se perdiamo di vista che stiamo parlando di persone che soffrono, allora forse non sarà la politica o “gli altri” ad aver fallito, ma saremo noi come persone degne di tale definizione. E per cortesia, ogni volta che a qualcuno viene la tentazione di iniziare la solita lamentela del “noi siamo in crisi”, prima di parlare o scrivere, pensi per un secondo “ma se fossi io su quella carretta nel mare?”. Se ci fosse mia figlia su quell’imbarcazione persa nel freddo e nella notte? Battiamo i pugni con l’Europa, urliamo in faccia ai politici che devono vergognarsi, ma prima di tutto cerchiamo di mantenere la capacità di vedere negli altri (tutti gli altri) il nostro prossimo, come se fossimo noi stessi.

  5. Pat scrive:

    A Torino capita anche questo. E in un mondo duro e spietato, non è poco! http://t.co/hurNkcfJFb

  6. gandolfo scrive:

    “Non ci sto ad aderire al lutto nazionale per la tragica fine di centinaia di clandestini vittime e complici della criminalità organizzata! Sapete quanto ci costano i clandestini?” (Magdi Cristiano Allam)

    io non voglio entrare nel tema dei costi o nelle beghe politiche…ma come può uno che si chiama cristiano non partecipare al lutto?

  7. gandolfo scrive:

    UN PO’ DI COMMENTI PRESI DA FACEBOOK
    VINCENZA FURNARI – Cercate di capire che il suo non ci sto è un ulteriore protesta per un dramma che se fosse stato gestito più celermente non sarebbe successo. . E non certo perché non ne è addolorato!!!19 minuti fa tramite cellulare
    ERMES MENABO – Permettimi Beppe ma ho paura che come il solito la frase sia stata manipolata !16 minuti fa tramite cellulare
    ADRIANO CAMPANARO – Detta così sembra che la cosa non gli interessi quando invece è una vera tragedia….Bisogna evitare che ricapiti!!!!!
    VINCENZA FURNARI – Bravo Ermes… Hai ben capito!
    ERMES MENABO – Vincenza sappiamo tutti (quasi) che la stampa fa parte dei poteri forti e ci danno in pasto quello che vogliono , quindi le notizie io personalmente le trovo x il 70% false ma credo di essere stato magnanimo con i numeri …
    VINCENZA FURNARI – Ma tutto dipende anche dal giornalista… E nel caso di Beppe Gandolfo posso testimoniare sulla sua serietà e professionalità nel trasmettere le notizie… Questa gli è arrivata così sicuramente da un collega che ha voluto farne una notizia lasciando da parte il vero contenuto delle parole di Magdi Cristiano Allam!

  8. gandolfo scrive:

    ECCO L’ ARTICOLO COMPLETO DI MAGDI CRISTIANO ALLAM
    “1 miliardo e 668 milioni di euro: le risorse nazionali e comunitarie spese tra il 2005 e il 2012 per il programma di contrasto dell’immigrazione «irregolare» in Italia. 1,3 miliardi stanziati dallo Stato italiano e oltre 280 milioni erogati dall’Unione Europea che sono stati fino ad oggi investiti. 331,8 milioni di euro: controllo delle frontiere esterne per gli anni 2007-2012 (anno 2012, 105.575.880,00 mil. di euro) di cui: 165.545.212,05 euro (anno 2012, 52,787,940,00) contributi dell’Unione Europea; 166.303.268,90 euro (anno 2012, 52.787.940,00) confinanziamento Stato italiano. 111 milioni euro: piano Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno. Acquisto di nuove tecnologie, sistemi di identificazione e comunicazione a supporto delle attività svolte dalle Forze dell’Ordine per il controllo delle frontiere, l’avvistamento dei migranti e la loro identificazione. 60.754.218,86 euro: Fondo Europeo per i Rimpatri (anni 2008-2012; anno 2012: 14.514.432,93). 34.654.527,39 euro: contributo Unione Europea (nel 2012, 9.066.985,00). 26.099.691,47 euro: confinanziamento Italia (nel 2012, 5.447.447,94).

    Risorse stanziate per i rimpatri forzati: 6.490.000,00 euro: operazioni di rimpatrio con e senza sorta con voli di linea e/o charter (anno 2012); 230.000,00 euro: voli charter congiunti con altri stati membri o con Frontex (anno 2012); 110.000,00 euro: formazione personale di scorta (anno 2012); 6.899.074,33 euro: risorse per i rimpatri volontari (anno 2012). 158.601.586,56 euro: impegno di spesa per Cda, Cpsa, Cie, Cara (totale anno 2011). 139.460.145,56 euro: spese per l’attivazione, la locazione e la gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri irregolari. Spese per interventi a carattere assistenziale, anche al di fuori dei centri stessi. Spese per studi e progetti finalizzati all’ottimizzazione ed omogeneizzazione delle spese di gestione: 42.177.463 euro: spese per la costruzione, l’acquisizione, il completamento e l’adattamento di immobili destinati a centri di permanenza temporanea e assistenza, di identificazione e di accoglienza, per gli stranieri irregolari e richiedenti asilo. Spese relative ad acquisto di attrezzature per i centri o ad essi funzionali e per compiti di studio e tipizzazione. 979.622,21 euro: spese manutenzione Cie (totale anno 2011). 509.383,21 euro: manutenzione ordinaria, 470.230,00 euro: manutenzione straordinaria. 45.422.981 euro: progetti di cooperazione con i Paesi terzi in materia di immigrazione (totale anno 2012).
    Passiamo a quanto ci costano gli stranieri che finiscono nelle nostre carceri. Innanzitutto chiariamo che costituiscono circa la metà del totale dei detenuti, pari a quasi 23 mila detenuti stranieri. Se consideriamo che per l’Osapp (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), un carcerato costa quanto un deputato, ovvero 12 mila euro al mese, il costo complessivo dei detenuti stranieri ammonta a circa 3.312.000.000 di euro. Ebbene teniamo presente che ben il 95% dei detenuti stranieri sono o clandestini o risiedono irregolarmente nel nostro Paese, finendo per diventare facili prede della criminalità organizzata o comunque per delinquere. Mi auguro che il ministro dell’Interno Alfano attui la richiesta da lui formulata lo scorso agosto: «Gli Stati di provenienza paghino vitto e alloggio agli immigrati in Italia che delinquono».
    Tutto ciò è troppo! Troppo anche per un popolo generosissimo e sempre pronto ad auto-colpevolizzarsi! Troppo per tutti gli italiani che vivono una drammatica crisi economica! Troppo anche per il Papa che predica la Chiesa dei poveri tra i poveri e l’accoglienza dei senzatetto nei monasteri! Non possiamo continuare a predicare bene senza fare i conti con quanto ci costano questi clandestini!

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