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  • A VINCERE SONO LE BANCHE, COME SEMPRE..

    14 luglio 2022 • COSE NOSTRE • 2289

    EURO

    Da qualche giorno è obbligatorio per gli esercizi commerciali ricevere pagamenti con pos, bancomat, carta di credito al posto dei contanti. Pena multe salatissime.

    Insomma, se vado al bar, per un caffè posso usare il bancomat anche solo per 1 euro, o poco più. E il barista non può rifiutare. “Piuttosto te lo offro io…” mi son sentito rispondere da un amico dietro al bancone.

    Perché? Meglio fare un po’ di chiarezza sui costi applicati dalle banche per poter dare in utilizzo la macchinetta per i pagamenti  con il bancomat o con carta di credito. Ebbene, si comincia dai 15 ai 20 euro di canone fisso, poi bisogna aggiungere una percentuale – per ogni singola operazione – che va  dallo 0,45% allo 0,60%  per il bancomat, e dall’ 1,20 % al 2 % per la carta di credito. Le percentuali variano – di poco – da banca a banca e dal giro d’affari dell’esercizio, che sia un negozio o un ristorante.

    Quindi se un ristoratore incassa, in una sera, 2000 euro (badate bene, incassa e non guadagna), alla banca andranno circa dai 30 ai 40 euro. Così, puliti, senza aver fatto nulla. Un costo annuo per il commerciante valutabile attorno ai 2mila euro.

    Insomma, prima di multare quei commercianti che non consentono di usare i pagamenti telematici, forse, bisognerebbe guardare altrove… Alle banche.

    Che però sono intoccabili. E a dirlo, questa volta, sono anche le varie associazioni di consumatori che invitano il governo a intervenire affinché siano ridotti i costi per la gestione della moneta elettronica. Santa Ingenuità. Tanto a pagare – ce lo insegna la storia – sarà sempre Pantalone. Sia che paghi in contanti sia con carta di credito o bancomat.

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  • CHI NON CAMBIA E’ PERDUTO

    7 luglio 2022 • COSE NOSTRE • 2693

    20220622_095601

    Segnatevi questo vocabolo: “CAMBIAMENTO”. Sarà il più usato nei prossimi decenni. Cambiamento climatico, cambiamento energetico, cambiamento delle nostre abitudini, eccetera, eccetera.

    Inutile nascondersi dietro un dito. Quel che sta accadendo in questo 2022, con uno dei più pesanti periodi di siccità a livello continentale, non è casuale e non sarà – purtroppo – isolato. Lo dicevano gli esperti da tempo con i loro allarmi inascoltati: il surriscaldamento del pianeta è irreversibile, la temperatura sale, non nevica più, i ghiacciai sono spariti e la pioggia – se cade – è a carattere torrenziale e porta più disastri che benessere. Tutti parlavano al vento e  venivano derisi: paragonati a Greta Thunberg.

    E invece sta accadendo proprio quanto avevano annunciato, come profeti nel deserto.

    Ma l’ umanità continua a essere sorda e cieca. Continuiamo a sprecare acqua, a usare l’automobile per spostarci di 100 metri, a far girare i condizionatori a palla… “perché altrimenti muoio di caldo…”.

    Il risultato? Un circolo vizioso che non fa che peggiorare l’ ambiente in cui viviamo.

    Ma se non affrontiamo seriamente il cambiamento che pianeta lasceremo ai nostri figli? Cambiare modo di produrre nell’industria ma anche in quello di fare agricoltura. Cominciare a usare l’ acqua con raziocinio: ad esempio solo per bagnarsi e risciacquarsi quando facciamo la doccia o ci laviamo i denti e non lasciandola scorrere a fiumi.

    Ogni italiano consuma 220 litri d’acqua al giorno, siamo in primi in Europa e tra i primi al mondo: complimenti!

    07L’uso dell’auto? Forse la benzina a 2 euro al litro ci indurrà a qualche risparmio e andare più spesso a piedi, che fa pure bene alla salute. Condizionatori a palla d’ estate e caldaie al massimo d’inverno: tutto questo non ha futuro. Il cambiamento è d’obbligo.

    A cominciare da ognuno di noi.

     

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  • AMARO RAMONDO, IL LIQUORE SCELTO DAL SOLE

    2 luglio 2022 • CINQUE SENSI • 3311

    Ramondo

    Le migliori erbe aromatiche piemontesi, scelte con la cura paterna di chi le coltiva e la creatività di chi sa come usarle.

    Solo limoni certificati e sottratti alle granite più gustose dagli abitanti della Sicilia. Così  come le arance che sono certificate, siciliane con il loro inconfondibile aroma che ci accompagna tutto l’ anno. E infine il mandarino preferito ogni giorno.

    Una sapiente e originale ricetta per regalare un momento unico e speciale.

    Sono i segreti del neonato Amaro Ramondo, un liquore che unisce Piemonte e Sicilia. Un distillato che condivide gli agrumi della nostra grande isola alle note delle famose erbe aromatiche piemontesi. Il risultato? Un gusto unico e travolgente con i suoi 30 gradi alcolici. Ideale da consumarsi così, a fine pasto, o come liquore da meditazione. Favoloso per essere combinato con altri ingredienti per dar vita a cocktails dal gusto agrumato.

    Ne abbiamo provati un paio: l’ AmeriMondo con l’ Amaro Ramondo e il vermouth, ma anche il RamonMargarita con sciroppo d’ agave e tequila. Entrambi sorprendenti, un’ estasi anche per  i palati più raffinati.

    Bella anche la citazione per il lancio pubblicitario: “C’è un momento della giornata in cui il sole appare all’ orizzonte, dura un istante, una frazione di secondo. E’ il sol levante che irradia le terre d’ Italia, dal Piemonte alla Sicilia”.

    Per maggiori informazioni oppure per ordinarlo o per sapere dove trovarlo: info@ramondo.world

     

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  • SCAFFALE: MELLA E IL SISTEMA SOCCORSO DELL’ ITALIA POSTUNITARIA

    1 luglio 2022 • LUOGHI E LIBRI • 2295

    libromella

    Inondazioni, crolli, terremoti e altre gravi calamità. Non sono soltanto cronache di questi anni, ma già fra Fine Ottocento e inizi del Novecento misero a dura prova il Regio Esercito, la Croce Rossa, i Reali Carabinieri e i Civici Pompieri. Come oggi anche allora gli interventi dei vari Sistemi di Soccorso non sempre furono immediati, puntuali e risolutivi e questo provocò polemiche sui giornali e nelle aule parlamentari.

    Lo storico Alessandro Mella, vigile del fuoco volontario per molti anni, nel suo ultimo volume affronta proprio quelle situazioni emergenziali, ricostruisce nell’ Italia postunitaria e giolittiana le tappe che portarono alla creazione di strutture organiche e omogenee dei soccorsi, quando si cercò di dare un coordinamento ai vari interventi per realizzare l’ efficienza dei soccorsi.

    “Siamo il Paese più fragile d’ Europa, esposto a vari rischi” scrive Marco Bussone, presidente dell’ Uncem, e – di rimando – Alessandro Mella racconta “alcuni aspetti della vita sociale, istituzionale e politica che permisero la messa in opera di straordinarie iniziative e di creare le premesse per opere progressiste e riformiste”.

    ALRSSANDRO MELLA

    IL PROBLEMA DEL SISTEMA SOCCORSO NELL’ ITALIA POSTUNITARIA E GIOLITTIANA

    MARVIA EDIZIONI

    12 euro

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  • MA SE NON VOTIAMO NEMMENO PER IL SINDACO…

    30 giugno 2022 • COSE NOSTRE • 2645

    ELEZIONI

    A Cuneo, al primo turno, l’ affluenza per l’ elezione del sindaco è stata del 54,4 per cento. Ad Asti del 52,2 per cento, Alessandria addirittura si è fermata al 46,5 per cento. E che dire di Grugliasco, un tempo soprannominata la Stalingrado del Nord? Si è recato alle urne solo il 47 per cento  degli aventi diritto al voto.

    Insomma, il sindaco di queste importanti città del Piemonte viene scelto dalla metà della metà dei residenti. Del fallimento dei referendum sulla giustizia si è scritto e letto un po’ di tutto, ma io continuo a non comprendere la mancata partecipazione al voto per la scelta del primo cittadino. Con la sua giunta è lui a decidere gli orari di apertura e chiusura dei negozi, il sistema dei trasporti comunali, le tasse sulla raccolta rifiuti o sugli immobili. Insomma, incide direttamente e profondamente sulla vita dei suoi concittadini. Eppure nemmeno questo convince gli elettori a recarsi alle urne.

    “La gente si è rotta i coglioni della politica, a tutti i livelli ” sento ripetere da più parti. E allora non votiamo nemmeno per il sindaco? Mi sembra un atteggiamento decisamente “tafazziano”, tipo tagliarsi le palle per fare un dispetto alla moglie.

    “Tanto non cambia mai nulla ” rispondono in tantissimi, al che io replico: “Così cambierà ancora di meno “. E pensare che c’è chi ha dato la propria vita perché tutti potessimo votare.

     

     

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  • LE PREOCCUPAZIONI DEI PIEMONTESI

    23 giugno 2022 • COSE NOSTRE • 2475

    GENTE CON MASCHERINA

    Il cambiamento climatico, i servizi sanitari insufficienti, la difficoltà a trovare lavoro, la criminalità e la sicurezza, l’inquinamento e il degrado dell’ambiente. Sono queste le 5 più grandi preoccupazioni per i piemontesi, rilevate da un’ indagine dell’ Ires, istituto pubblico di ricerche socio-economiche.

    Ho sempre qualche perplessità nei confronti di questi sondaggi, proprio perché – io per primo – spesso rispondo con sufficienza e senza approfondire i quesiti che mi vengono posti. Ma certo non si può non tenerne conto per cercare di capire come sta cambiando la società che ci circonda. A cominciare dal lavoro che è sceso dal primo al terzo posto, rispetto all’ analoga inchiesta del 2021.

    Insomma, sembra che i piemontesi siano più preoccupati del clima e dell’ ambiente che li circonda, rispetto ai problemi connessi al lavoro e all’ economia. Certo, la siccità dell’ inverno e di questa primavera stanno lasciando il segno anche sul portafogli della spesa ma che questa sia la prioritaria preoccupazione dei miei concittadini mi lascia perplesso. Alquanto!

    Così come quell’ allarme sicurezza e criminalità solo al quarto posto? Eppure a leggere i giornali e nel consultare i social sembra che Torino sia in mano a giovani che girano con il machete.

    Oppure la realtà è assai diversa da come viene descritta dai mass media e commentata sui social? Insomma, siamo più maturi rispetto a quello che pubblichiamo su Facebook, Twitter, Instangram… e questo mi consola.

     

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  • SCAFFALE: PALA E TEQUILA DI BEPPE PEZZETTO

    17 giugno 2022 • LUOGHI E LIBRI • 2647

    libropezzetto

    Sarà perchè l’ho letto mentre mi trovavo a Madrid e il protagonista del romanzo fa continui riferimenti alla capitale spagnola. Sarà perchè sono di poco più vecchio dell’ autore e quindi gli Anni Ottanta e Novanta anche per il sottoscritto sono stati anni importanti. Insomma, questa opera di esordio di Beppe Pezzetto, “Pala e Tequila”, mi ha davvero toccato alcune importanti corde emotive.

    E’ il diario di un viaggio: una missione in Messico con una pala e una bottiglia di tequila nello zaino, da seppellire in un luogo significativo e spirituale, per compiere una sorta di rito scaramantico, che sarà come la cerimonia del passaggio tra la gioventù e l’età adulta.  Questo viaggio riserverà sorprese e incontri inaspettati: stimoli per pensare alla propria esistenza in modo diverso.

    Il finale inaspettato e aperto lascia il lettore in attesa di successivi sviluppi.

    Nessuna intenzione, però, di svelare  la trama: quel che conta è raccontare quel periodo attraverso le canzoni, i film, le letture che accomunano tutti coloro che negli Anni Ottanta e Novanta erano giovani e si apprestavano a diventare adulti. Per chi non è mai stato in Messico – come il sottoscritto – attraverso le pagine di Beppe Pezzetto si troverà a vivere le medesime emozioni e ripercorrere le stesse riflessioni dell’ autore. Perchè tutti abbiamo creduto di cambiare il mondo nella convinzione che un mondo migliore è possibile.

    BEPPE PEZZETTO

    PALA E TEQUILA

    HEVER EDITORE

    15 euro

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  • PERCHÉ MANCANO I CAMERIERI

    16 giugno 2022 • COSE NOSTRE • 2883

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    Per lavoro nelle ultime settimane mi è capitato di visitare parecchi ristoranti, bar ed esercizi commerciali. Mi sono imbattuto, sovente, nella scritta “cercasi personale”. E non è un caso perché il fenomeno è assai diffuso in tutta Italia, nelle città turistiche e nelle campagne, nei luoghi di villeggiatura e nelle zone industriali.

     “Colpa del reddito di cittadinanza” ripetono tutti, a gran voce. “La gente preferisce stare a casa e percepire 700-800 euro senza far niente, piuttosto che andare a lavorare, quasi sempre di sera e soprattutto al sabato e alla domenica”. Il refrain è scontato, a cantilena.

     Ma, forse, non è proprio così. Forse la ragione non è soltanto quella.

     Basta cercare qualche informazione e si scopre che quasi nessun locale propone un contratto vero e proprio, che non ci sono orari precisi e che le mansioni variano da esercente a esercente. In media la paga si aggira fra gli  800 e i 1000 euro, più le mance. Si lavora 8-10 ore per sei giorni alla settimana. La chiusura è attorno alla mezzanotte ma se ci sono dei tiratardi si va ben oltre e lo straordinario non viene pagato. Cameriere spesso vuol dire anche fare le pulizie del locale, non soltanto servire ai tavoli. In Italia, quella della mancia, è un’usanza poco praticata, al contrario di altri paesi dove spesso è obbligatoria. Raramente il cameriere è trattato dal cliente con rispetto e stima, molto sovente ci si approccia con superiorità, come se non fosse un professionista, ma una persona al nostro servizio.

     Non è così ovunque, sarebbe sbagliato generalizzare, certo. Ma è sbagliato pure liquidare questo fenomeno con la frase “non hanno voglia di lavorare”. Proviamo a pagare il giusto, a offrire contratti dignitosi con orari precisi, introduciamo una mancia garantita sotto la voce “coperto e servizio”, costruiamo rapporti di stima e collaborazione fra cliente e cameriere e poi vediamo se davvero “non si trova personale”.

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  • AI PAUTASSI DI GOVONE, LA LANGA VEGETARIANA

    11 giugno 2022 • CINQUE SENSI • 3295

    pautassi

    Il paradosso della trattoria Pautassi, nel centro di Govone, ad una manciata di chilometri da Alba e sul confine con l’ Astigiano, è che la cuoca Monica (figlia della vedova Castigliano, calciatore del Grande Torino perito a Superga) è vegetariana, ma ogni anno le più prestigiose guide enogastronomiche la premiano e la segnalano per il suo coniglio alla langarola o per il suo muscolo al Barolo.

    Ma non è un paradosso. E’ il segreto del successo di Monica e del suo compagno Luis (nato in Catalogna, ma trapiantato fin da bambino in Liguria e poi in Langa e attivo comunicatore): un menù tipico langarolo con un’ attenzione maniacale ai prodotti del territorio, in particolare alle verdure, alle erbe, alle piante officinali. E così diventa una sorpresa l’ insalata russa con maionese vegana, ma anche gli agnolotti del plin oppure quelli al raschera, il flan al cavolo nero con fonduta. A fine pasto, imperdibile, il sorbetto digestivo preparato con limone e erbe officinali di stagione.

    Un trionfo di sapori, ad ogni piatto esplode il gusto di Langa in bocca, la terra e i suoi frutti. Infatti pare inutile parlare dei vini, il top dei top della cantina albese e monferrina.

    Straordinaria la location, proprio sotto il castello di Govone con due terrazze e un panorama mozzafiato sulle Langhe e sul Monferrato. L’ interno preserva l’antica struttura ma arredato con gusto moderno.

    Insomma, da provare. Monica e Luis vi aspettano.

    Patrizia Durante

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  • IO STO CON GLI ALPINI, SEMPRE

    9 giugno 2022 • COSE NOSTRE • 2167

    ALPINI

    Ho volutamente lasciato passare qualche settimana affinchè si placasse il bailamme attorno all’ Adunata Nazionale degli Alpini di Rimini e alle presunte molestie sessuali, forse accadute in quei giorni. E quindi, scemato il tourbillon di dichiarazioni, post sui social, prese di posizione, frasi ad effetto e slogan,  torno sulla questione per dire – a gran voce – che IO STO CON GLI ALPINI, SEMPRE.

    Non ho fatto il militare, ho scelto il servizio civile per dedicare un paio di anni della mia gioventù ai poveri del Cottolengo, quindi non posso essere tacciato di militarismo. Non entro nel merito di quanto dichiarato da alcune organizzazioni e associazioni sui presunti episodi di Rimini: ci sono state denunce e, quindi, ci penserà la magistratura a fare luce.

    Per il mio lavoro di cronista mi sono trovato a raccontare tutte le alluvioni che dal 1994 hanno flagellato il Piemonte e sempre – ribadisco sempre – ho visto che soltanto l’ efficienza, la tenacia, l’ organizzazione e l’ abnegazione degli Alpini sono state davvero utili alle popolazioni colpite. Lo stesso dicasi per il terremoto dell’ Irpinia e del Friuli: ero lì come volontario e ho visto con i miei occhi le Penne Nere tirar via macerie e cadaveri, ricostruire case e strade. Venendo a tempi più recenti, se non fosse arrivato il generale Figliuolo e l’ organizzazione degli Alpini per la campagna di vaccinazione contro il Covid, ho la convinzione che saremmo ancora alle prese con le Primule di Arcuri. E l’ elenco potrebbe continuare.

    Eppure decine di  migliaia di persone hanno firmato la petizione perché vengano sospese, per i prossimi due anni, le Adunate delle Penne Nere. Posso dirlo? Mi sembra una sciocchezza. Tanto gli Alpini, alla prossima emergenza nazionale, saranno lì, in prima linea, a dare una mano al popolo italiano.

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