A Cuneo, al primo turno, l’ affluenza per l’ elezione del sindaco è stata del 54,4 per cento. Ad Asti del 52,2 per cento, Alessandria addirittura si è fermata al 46,5 per cento. E che dire di Grugliasco, un tempo soprannominata la Stalingrado del Nord? Si è recato alle urne solo il 47 per cento degli aventi diritto al voto.
Insomma, il sindaco di queste importanti città del Piemonte viene scelto dalla metà della metà dei residenti. Del fallimento dei referendum sulla giustizia si è scritto e letto un po’ di tutto, ma io continuo a non comprendere la mancata partecipazione al voto per la scelta del primo cittadino. Con la sua giunta è lui a decidere gli orari di apertura e chiusura dei negozi, il sistema dei trasporti comunali, le tasse sulla raccolta rifiuti o sugli immobili. Insomma, incide direttamente e profondamente sulla vita dei suoi concittadini. Eppure nemmeno questo convince gli elettori a recarsi alle urne.
“La gente si è rotta i coglioni della politica, a tutti i livelli ” sento ripetere da più parti. E allora non votiamo nemmeno per il sindaco? Mi sembra un atteggiamento decisamente “tafazziano”, tipo tagliarsi le palle per fare un dispetto alla moglie.
“Tanto non cambia mai nulla ” rispondono in tantissimi, al che io replico: “Così cambierà ancora di meno “. E pensare che c’è chi ha dato la propria vita perché tutti potessimo votare.
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