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E SE PARLASSIMO UN PO’ MENO DELLA GUERRA

by • 14 aprile 2022 • COSE NOSTREComments (0)1641

A distanza di una cinquantina di giorni dall’ inizio dell’ invasione dell’ Ucraina da parte della Russia i nostri giornali dedicano ancora un terzo dello sfoglio (almeno una ventina di pagine ogni giorno) al conflitto bellico e alle sue conseguenze per le popolazioni. Lo stesso dicasi per i telegiornali: tre-quattro titoli e almeno 7-8 servizi per ogni edizione. Per non parlare della programmazione radiofonica: interi programmi di approfondimento (Radio Anch’io, ad esempio) da settimane non si occupano d’ altro. Ovviamente lo capisco. Si tratta di eventi tragici, con tante, troppe vittime e centinaia di migliaia di sfollati. Fatti, inoltre, che accadono a qualche migliaio di chilometri da casa nostra.

Ma, sommessamente, mi domando se non si sta esagerando. Almeno un po’. A mia memoria non ricordo un altro periodo di full immersion informativa per un’ altra guerra. Non c’ è mai stata per il conflitto israelo-palestinese né per la carneficina che si sta consumando quotidianamente – anche in questi giorni – in Yemen. Solo per fare due esempi.

Sembra di essere tornati nei mesi caldi della pandemia Covid-19. I mass media non si occupavano d’ altro, 24 ore su 24. Giusto? Sbagliato? Certamente non sta a me dare giudizi di merito.

Temo soltanto l’ effetto assuefazione. A furia di parlarne troppo, finiremo per farci il callo? Per diventare indifferenti di fronte a certi orrori? Ma temo anche che passino in sordina altri eventi che ugualmente ci dovrebbero toccare in prima persona perché riguardano la vita quotidiana. Più di 110 giorni senza una goccia di pioggia nelle regioni del Nord hanno provocato una siccità e  un pericolo per l’ agricoltura che non si ricorda a memoria d’ uomo. Il prezzo della benzina o delle bollette ha raggiunto livelli vertiginosi e insostenibili per tante famiglie. Volutamente sottaciuti? Non so. Certo un po’ di equilibrio sull’ informazione non guasterebbe.

 

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