Il caso Donat-Cattin e la tragedia di una generazione. Il sottotitolo del volume di Monica Galfrè chiarisce, fin da subito, chi è quel figlio terrorista: è Marco Donat Cattin militante di Prima Linea e figlio di Carlo, uno dei pezzi grossi della Democrazia Cristiana, fondatore della corrente Forze Nuove, più volte ministro e vicesegretario della DC quando nel 1990 esplode quel caso che sconvolge la vita politica italiana ma che – soprattutto – lacera i rapporti umani di una famiglia borghese di Torino.
Una storia di padri e figli, di affetti e separazioni, di sangue e amori che corre parallela al nascere e al crescere di quel fenomeno terroristico che segnerà profondamente la vita degli Anni 70 e 80 del nostro Paese. L’ arresto di Marco, i sospetti sul coinvolgimento del Presidente del Consiglio Cossiga che avrebbe informato e cercato di aiutare Carlo Donat-Cattin, i veleni dello scontro politico fra Dc e il Pci di Berlinguer sono narrati con dovizia di particolari da Monica Galfrè.
L’ autrice è una docente universitaria, quindi non ci si aspetti un romanzo melò, anche se emergono spesso i contorni del dramma di una famiglia, con i suoi conflitti interni e l’ incomunicabilità fra padre e figlio: la Galfrè non ha scelto la strada dei ricordi o degli incontri con i protagonisti di quelle vicende, ancora in vita. Ha preferito l’ attenta analisi della documentazione giudiziaria, dei giornali dell’ epoca, dei resoconti parlamentari. Ne emerge un quadro generazionale di quegli anni e di quei protagonisti che oggi ci appaiono tutti sconfitti, da qualsiasi parte della barricata si trovassero. Proprio a cominciare da Carlo e Marco con quel cognome pesante, Donat Cattin.
MONICA GALFR’
IL FIGLIO TERRORISTA
EINAUDI EDITORE
18,50 euro
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E SE PARLASSIMO UN PO’ MENO DELLA GUERRA