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  • IL CORAGGIO DI SMETTERE, ELOGIO DEL CHIAMPA

    6 giugno 2019 • COSE NOSTRE • 2865

    CHIAMPARINO

    Per dieci anni sindaco di Torino, per cinque presidente della Regione Piemonte, più vari incarichi a livello nazionale. Alle 17.45 di lunedì 26 maggio, Sergio Chiamparino aveva  detto “basta”.

    “Questa è stata la mia ultima battaglia, l’ ho persa, ho già telefonato a Cirio per complimentarmi e gli ho detto: spero tu faccia meglio di me”.  A soli 71 anni, l’ ultimo “ragazzo rosso” di Torino ha lasciato la politica. Poi in settimana, la conferma: non farà nemmeno il consigliere di opposizione a Palazzo Lascaris.

    Tanto di cappello. Comunque la si pensi politicamente, il Chiampa ha segnato la storia della nostra regione in questi ultimi 20 anni. La politica del sorriso, dello stare vicino alla gente, del parlare in dialetto, ai confini fra l’ aurguzia e la bonomia. Sempre dalla parte di questi territori, a difesa del suo Piemonte.

    La sera della vittoria di Cirio, mentre ero a Palazzo Lascaris per raccontare i risultati di questa tornata elettorale, mi è capitata fra le mani una notizia di agenzia. A Nusco, paesino di 4mila abitanti, in provincia di Avellino, è stato rieletto sindaco Ciriaco De Mita, l’ ex leader della Democrazia Cristiana,  alla veneranda età di 91 anni.

    A quel punto ho detto (e dico),  con maggior riconoscenza, GRAZIE a Sergio Chiamparino per il suo impegno a favore della nostra terra. E soprattutto per aver saputo smettere al momento giusto. La politica ha bisogno di esempi così.

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  • LA RICCHEZZA DELL’ INVECCHIAMENTO ATTIVO

    6 maggio 2019 • COSE NOSTRE • 4223

    anziani

    Il 22 aprile è  il compleanno del Premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini. Nata a Torino il 22 aprile del 1909: se fosse ancora viva, quel giorno compirebbe 110 anni. Proprio per ricordare il compleanno di questa grandissima donna, la Regione Piemonte ha deciso di istituire una giornata di festa – ogni anno – dedicata all’ invecchiamento attivo, per promuovere la partecipazione delle persone di età più avanzata alla vita sociale e culturale, valorizzandone esperienze e capacità.

    In Piemonte sono 1 milione e 146 mila le persone con più di 65 anni. Anziani attivi ai quali guardare come una risorsa per la società e non come un ‘costo’, favorendone l’integrazione nella comunità in cui vivono. Invecchiare bene si può: non è solo un problema di prevenzione sanitaria, ma di qualità della vita e di partecipazione sociale. Non possiamo permettere di disperdere il loro contributo sociale, culturale e anche professionale.

    In una regione che invecchia sempre più, occorre garantire agli anziani una vita dignitosa, ma saper sfruttare anche le loro indubbie qualità ed energie.

    E’ inutile che vadano a guardare i lavori nei cantieri, anche perché di cantieri aperti ce n’ è sempre meno. La nuova legge regionale finanzia le iniziative territoriali. Enti locali, Asl, strutture residenziali, istituzioni scolastiche e universitarie, organismi di formazione, associazioni di tutela e di rappresentanza degli anziani potranno promuovere e sostenere l’auto-organizzazione, il volontariato, la cittadinanza attiva e lo sviluppo sostenibile di reti sociali.

    Per tante famiglie i nonni sono l’ autentica ancora di salvataggio, ma che ricchezza poterli valorizzare anche nella società. Università della Terza Età, nonni-vigili, accompagnamento di disabili e invalidi per esami clinici, Protezione Civile… sono infiniti i campi di volontariato per questi anziani attivi.

    Oltretutto GRATIS. Parola quasi sconosciuta di questi tempi.

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  • SOLTANTO LA BELLEZZA CI SALVERÀ

    20 febbraio 2019 • COSE NOSTRE • 2991

    montagna estate 2

    La scorsa settimana abbiamo parlato di brutture del nostro territorio e delle modalità per abbatterle. Adesso ci concentriamo sulle sue bellezze. Perché non basta abbattere le brutture, occorre contrastarle con le bellezze, che sono tantissime.

    E’ bello il sorriso di un bimbo, la carezza di una nonna, un tramonto sul mare, l’alba vista da un ghiacciaio. Ma vogliamo parlare delle bellezze del nostro territorio? Vi siete mai affacciati dalla terrazza di una piazza su una distesa di vigneti delle Langhe o del Monferrato? E il panorama che si gode dal Monte dei Cappuccini? I ruscelli delle nostre montagne? Il mare a quadretti delle risaie del Vercellese? I borghi abbarbicati sulle nostre colline, sempre con il castello in cima? Io mi fermo qui, ma continuate voi…

    E’ bello anche un piatto di tajarin con una spolverata di tartufo, un bicchiere di vino rosso, una polenta appena sfornata coronata da formaggi piemontesi…

    Ed è bello che la terza lettera della neonata app TabUi sia dedicata proprio alla bellezza. Dopo la T di territorio, la A di arte e cultura, ecco svelata la B di bellezza…poi toccherà alle ultime due lettere. Di cosa si tratta? Di una app che potete scaricare anche sul vostro cellulare che segnala, suggerisce, propone: fa un racconto quotidiano con immagini e video delle bellezze di una fetta del Piemonte, quella di Langhe, Roero e Monferrato, patrimonio dell’ Unesco. Ma ci sono decine di altri siti che propongono altrettante bellezze nel Canavese o nelle Valli di Lanzo, e anche nelle valli e nelle montagne del Cuneese e del Torinese, così come per  mille altri  angoli suggestivi.

    Non resta che sceglierli, cliccare sulle foto, divulgare, propagandare, farsi testimoni del fascino del Piemonte. Perchè ognuno di noi deve diventare apostolo delle nostre bellezze.

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  • ABBATTIAMO LE BRUTTURE

    31 gennaio 2019 • COSE NOSTRE • 2937

    immobile-abusivo2

    400mila euro per abbattere le brutture che rovinano le nostre città e i nostri paesaggi. Li ha stanziati la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo. I cittadini hanno  segnalato quegli edifici, quei capannoni, quelle strutture in abbandono che rovinano, purtroppo, tanti angoli della provincia di Cuneo. In primavera, poi, si potranno votare – tramite web – le “brutture più brutte” per le quali la Fondazione erogherà un contributo massimo di 50mila euro per l’abbattimento e per il recupero delle aree maggiormente deturpate.

    Vanno fatti gli elogi alla Fondazione CRC per questa iniziativa, ma soprattutto auspichiamo che tanti altri enti e associazioni siano invogliati a imitare e riproporre l’ iniziativa in altre parti del Piemonte. Basta girare per le strade del nostro territorio e scorgere panorami mozzafiato rovinati da case semidiroccate, edifici fatiscenti, capannoni abbandonati. Insomma, il brutto ci circonda. E soprattutto rovina l’ immagine di una regione bellissima. Lo scorso anno il medesimo bando consentì – tra l’ altro – la demolizione dei resti del teatro nei pressi della chiesa di Bene Vagienna, la rimozione di scatole elettriche dalla facciata del castello di Govone, la riqualificazione dell’ area del castello di Cravanzana.

    Basterebbe che ogni Fondazione bancaria seguisse questo esempio per intervenire concretamente – e grazie alle scelte della gente –  in ogni angolo del Piemonte, cancellando le brutture e consentendo alle nostre bellezze di risplendere. In passato sono stati compiuti scempi terribili (basta girare per le periferie delle nostre città) ora tocca a noi correre ai ripari, con le nostre segnalazioni e con finanziamenti mirati.

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  • NESSUNA GIUSTIZIA PER LA PICCOLA MATILDA

    10 gennaio 2019 • COSE NOSTRE • 2750

    matilda

    La piccola Matilda fu uccisa nella sua casa di Roasio, in provincia di Vercelli, nel luglio del 2005. In quella casa, insieme con la bimba di 23 mesi, c’erano la mamma Elena Romani e il fidanzato della donna, Antonio Cangialosi. Nessun altro. Dopo 13 anni quella morte resta un mistero. La madre è già stata assolta in via definitiva. Per Cangialosi anche l’accusa, per bocca del procuratore Tatangelo, ha chiesto l’ assoluzione perché è impossibile provare che sia stato lui, e non la compagna Elena Romani, ad uccidere. E il 21 dicembre è arrivata l’ assoluzione definitiva.

    Insomma, nessun colpevole per il brutale omicidio di Matilda, uccisa con un violento calcio alla schiena che le aveva spappolato gli organi interni. Eppure in quella casa c’ erano soltanto la bambina, la mamma e l’ uomo. Sono stati gli alieni? Oppure si è suicidata con un fortissimo calcio alla schiena?
    Così funziona la giustizia in Italia, a volte. Siccome non è possibile stabilire il vero colpevole si assolvono entrambi. Altre volte, invece, si arriva ad una condanna totalmente indiziaria.

    E qui ritorna l’ annoso e mai risolto quesito: meglio un colpevole in libertà o un innocente in carcere? Io non ho una risposta certa, ma ogni volta che vedo la foto della piccola Matilda è come se mi arrivasse un pugno nello stomaco.

     Beppe Gandolfo

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  • REGALIAMO LA BELLEZZA AI NOSTRI OCCHI

    24 dicembre 2018 • COSE NOSTRE • 2888

    Chagall_Asti

    Leonardo a Fossano, Chagall ad Asti, Van Dick oppure i Macchiaioli a Torino, il Surrealismo a Alba, Kandiskij a Mondovì. Mi fermo qui, ma l’ elenco potrebbe continuare. E’ un periodo particolarmente ricco e fertile di mostre in Piemonte. Non c’è che l’ imbarazzo della scelta.

    Recentemente sono andato a vedere l’ esposizione “Chagall, colore e magia”. Grazie all’ amichevole e saggia guida del direttore Filippo Ghisi sono entrato nel fantastico mondo dell’ artista russo (straordinaria la sezione dedicata alle illustrazioni delle favole di La Fontaine), ma anche scoprire i gioielli di Palazzo Mazzetti, storico edificio barocco nel cuore di Asti. Ora toccherà ad altre mostre.

    Ed è il suggerimento che faccio, davvero con il cuore. Regaliamo un po’ di bellezza ai nostri occhi. Ci stiamo abituando a tante, troppe brutture. Basta accendere la tv, seguire un tg, e siamo inondati di orrori. E poi, quanta desolazione nelle nostre periferie. Gli  occhi soffrono.

    Approfittiamo delle prossime festività, con qualche giorno libero in più, per tuffarci nel bello delle esposizioni d’ arte. In tutte le nostre province ce ne sono per tutti i gusti. E portiamo i nostri ragazzi, i bambini. Vi assicuro che non si annoieranno. Certo è meglio se la visita è preparata e guidata. Ma qualche ora attorniati da opere d’ arte saranno un regalo per i nostri occhi. Che ne hanno davvero  bisogno.

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  • HO MANGIATO I GRILLI

    5 dicembre 2018 • CINQUE SENSI • 3813

    grilli

    Ho mangiato un cartoccio di grilli essiccati, salati e pepati, e sono buoni.

    Dopo diverse titubanze, dopo ore di insistenze da parte degli amici, ho provato a metterne in bocca uno. Era croccante, con un gusto simile a un gamberetto …e così ho proseguito, con gusto.

    Allora,  ho approfondito la conoscenza. Due giovani trentenni, Luca e Davide, hanno messo in piedi un’ impresa, a Bra, a cavallo fra le province di Torino e di Cuneo, la DL Novelfood, grazie all’ aiuto di Réseau Entreprendre Piemonte (associazione di imprenditori di provata esperienza che aiuta, in modo pratico, chiunque abbia un’idea di impresa innovativa).

    Oggi hanno un allevamento di quasi 50mila grilli:  ogni femmina depone in media 100mila uova, quindi non c’è nulla di più facile che allevare grilli: basta un prato, sono onnivori, e Davide e Luca hanno individuato il mangime più ghiotto per questi insetti;  il ciclo vitale è, in media, di due mesi e mezzo. Poi muoiono di morte naturale.

    A quel punto basta raccoglierli e cucinarli. Danno un cibo dalle ottime caratteristiche organolettiche, ricco di proteine, carboidrati e di omega3, ma soprattutto gustoso.
    In Italia la commercializzazione di insetti a scopo alimentare non è ancora definita, in molti altri paesi sì. E allora i due trentenni braidesi stanno, per il momento, lavorando sulle farine, sulle crocchette e sui biscotti per animali; sono comunque pronti a immettere sul mercato anche i grilli essiccati (e anche quelli dolci, al  caramello) come alimento per le persone, appena la normativa lo consentirà.

    Dicono che gli insetti sono il cibo del futuro, che nel 2030 dovremo nutrire più di 9 miliardi di persone e le nostre abitudini alimentari dovranno – per forza di cose – cambiare radicalmente. Inoltre, allevare insetti fa bene all’ ambiente perché si consuma molta meno acqua e si riduce la produzione di gas-serra. Tutto questo sarà vero, ma io posso solo dire che li ho assaggiati, li ho trovati buoni e me ne sono divorato un cartoccio intero.

    In molte parti dell’ Africa, dell’ Asia e dell’ America Latina sono considerati un cibo per palati raffinati. Adesso posso confermarlo anche io.

     

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  • AMIAMO I BOSCHI, RIDATECI LA FORESTALE

    20 novembre 2018 • COSE NOSTRE • 4182

    bosco

     

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    Stavolta la foresta che crolla ha fatto molto rumore. Anche perché quei 14 milioni di faggi e abeti, rossi e bianchi, portati via dal vento in Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli, sono diventati un’ icona dell’ Apocalisse.  Ma noi piemontesi ricordiamo ancora bene le terribili scene, un anno fa, di migliaia di ettari di boschi del Cuneese e del Torinese bruciati e cancellati da incendi, molto spesso dolosi.

    Dalle tragedie occorrerebbe sempre trarre qualche insegnamento e pure delle opportunità. Secondo uno studio della Coldiretti con la riscossa del bosco italiano si potrebbero creare 35mila nuovi posti di lavoro. Un vero e serio piano per la rinascita delle foreste su tutto il territorio italiano è quanto mai indispensabile: l’ industria italiana del mobile è la prima in Europa ma importiamo l’ 80 per cento del legname dall’ estero.  Insomma, dalla sciagura deve partire la rinascita.

    E sarebbe magari anche l’ occasione per cancellare una riforma sbagliata. L’ accorpamento della Forestale nell’ Arma dei Carabinieri è stata un fallimento. Lo dicono gli stessi addetti ai lavori, sia le guardie sia i carabinieri. Non so se ha portato dei risparmi, ma certo adesso ci sono meno uomini sul territorio e nei boschi, c’ è più burocrazia e disincentivazione del personale…  insomma, questi sono solo alcuni dei risultati di questa brillante pensata.

    Ridateci la Forestale.

    IL BOSCO E’ VITA, E’ SALUTE, E’ BELLEZZA, E’ RICCHEZZA. Amiamo i nostri boschi, adottiamoli, curiamoli, salviamoli e facciamoli rinascere, laddove distrutti. Prima di versare le solite lacrime di coccodrillo alla prossima sciagura.

     

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  • LA BENEFICENZA MIGLIORE? DONARE IL PROPRIO TEMPO

    28 ottobre 2018 • COSE NOSTRE • 3707

    Aiutare-gli-altri

    Una decina di infermieri delle Molinette di Torino hanno deciso di offrire parte dei propri giorni di ferie a un collega che ha bisogno di tempo per stare a casa dal lavoro e dedicarsi ai figli malati: in totale hanno regalato 30 giorni.

    Alla Inalpi, azienda latteo-casearia di  Moretta fra le province di Cuneo e Torino, hanno dato vita a un “fondo ore” di ferie e permessi per motivi di solidarietà. I lavoratori hanno la possibilità di cedere tutte o parte delle proprie ore di permessi e di ferie in favore dei colleghi che hanno un famigliare che necessiti di cure e assistenza costanti. L’azienda attiva un fondo ore ogni volta che il lavoratore bisognoso manifesta la propria richiesta: all’interno di questo fondo confluiscono le ore cedute dai lavoratori ai colleghi in difficoltà. Inoltre Inalpi regala 1 ora ogni 2 cedute dai lavoratori.

    Sono soltanto un paio di esempi dei quali sono venuto a conoscenza in queste ultime settimane. Ma sono sicuro che si potrebbero raccontare tanti altri casi analoghi.

    ECCO LA VERA BENEFICIENZA, L’ AUTENTICA SOLIDARIETA’.

    Sai che sforzo nel fare un sms da 2 euro…sai che fatica…Si compone il numero sul telefonino, si schiaccia invio e ci si lava la coscienza. E non cambia nulla se anziché dare 2 euro ne regalassimo 100. La solidarietà vera consiste nel rinunciare a qualcosa di importante. E cosa c’ è – di questi nostri affannati giorni – di più prezioso del proprio tempo?

    Negli Stati Uniti qualcuno si è divertito a stilare una classifica dei dieci desideri “più desiderati” nella vita dell’uomo. Ebbene, tre riguardano il tempo. Perché come dice Harvey MacKay, uomo d’ affari e scrittore: Il tempo è gratis ma è senza prezzo. Non puoi possederlo ma puoi usarlo. Non puoi conservarlo ma puoi spenderlo. Una volta che l’hai perso non puoi più averlo indietro.

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  • DUE O TRE COSETTE SULLE CHIUSURE DOMENICALI

    27 settembre 2018 • COSE NOSTRE • 3237

    Roma, 31 mag. (askanews) - Vola il carrello della spesa. A maggio i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,8% su base mensile e dell'1,9% su base annua (in accelerazione da +1,2% registrato ad aprile). E' la stima preliminare dell'Istat.

	I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto salgono dello 0,8% in termini congiunturali e del 2,1% in termini tendenziali (in accelerazione da +1,4% del mese precedente).

    Sul tema della liberalizzazione dell’ apertura alla domenica e nei festivi dei negozi e dei centri commerciali già in passato ho scritto dicendo che non andrò mai a fare la spesa né di notte né quando è festa. Questa è una mia scelta, discutibile fin che si vuole, e che non intendo imporre a nessuno.

    Adesso, invece, è il governo che vuole intervenire per regolamentare il settore. E allora forse occorre precisare un paio di cosette.

    Si dice che imponendo la chiusura domenicale e nei festivi dei grandi centri commerciali si opera per aiutare e sostenere i piccoli negozi. FALSO. La piccola distribuzione la si aiuta riducendo la tassazione e abbattendo la burocrazia. Sono le imposte e le regole assurde (riguardo gestione magazzini, conservazione, tenuta di contabilità) che uccidono il piccolo commercio. Non credo che, con gli ipermercati chiusi la domenica, la gente andrà al sabato a far la spesa nel negozietto sotto casa. Non cambierà nulla e le serrande dei piccoli commercianti si abbasseranno per non riaprirsi più.

    Si dice, inoltre, che la chiusura domenicale serve a tutelare i dipendenti. FALSO. Per difendere e salvaguardare i diritti dei lavoratori basta imporre alla grande distribuzione di retribuire adeguatamente festivi e superfestivi. Soltanto così si farebbe giustizia per quelle tante persone costrette a turni disagiati, senza alcun compenso maggiorato.

    Ripeto: io non farei mai la spesa di notte, di domenica o nei festivi. Sono convinto che nelle località turistiche, peraltro, tutti i negozi debbono restare aperti proprio quando è maggiore l’afflusso di turisti e visitatori.

    TUTTO IL RESTO È DEMAGOGIA.

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