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  • TORINO E LANGHE INSIEME, SIAMO SULLA STRADA GIUSTA

    20 maggio 2018 • COSE NOSTRE • 3171

    TURISTI

    Nei giorni scorsi a Parigi è stata presentata l’offerta turistica congiunta di Torino e delle Langhe. Tutti insieme, un unico pacchetto.

    È un fatto inedito, non era mai successo. Il capoluogo piemontese e le colline di Langhe, Roero e Monferrato, patrimonio Unesco, si propongono in Francia come destinazione unica. Questa è la strada giusta, lo andiamo ripetendo da tempo. Stop ai campanilismi, basta con le rivalità “Torino-Langhe, due cuori un unico territorio’ lo slogan per questo matrimonio in nuova guida verde Michelin, in distribuzione in tutti i paesi francofoni incluso il Canada, oltre che in Italia.

    Torino insieme con Langhe, Roero e Monferrato valgono la metà dei flussi turistici regionali, ma finora avevano fatto promozione separata, ognuno per proprio conto. Dall’ unione ne deriverà un risparmio di costi e sicuramente un  aumento degli arrivi. In un medesimo pacchetto i musei, le chiese, le residenze sabaude  del Torinese insieme alle colline e alle delizie enogastronomiche delle colline cuneesi e astigiane. Una formula di particolare interesse e di sicura attrattiva.

    Per questo aspettiamo al più presto altre unioni, le montagne olimpiche della  Valsusa  con le Valli di Lanzo e il Canavese. Cuneo con Asti e Alessandria. Per arrivare ad un unico marchio, il Piemonte. Se dite Bretagna o Provenza non serve specificare altro.  Il Piemonte deve puntare a questo. Basta la parola. Perché in Piemonte c’è tutto. Manca solo il mare, ma per quello ci stiamo attrezzando.

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  • NOI AGLI INSEGNANTI DAVAMO DEL LEI

    20 aprile 2018 • COSE NOSTRE • 3315

    compiti vacanze

    Sono stato all’ istituto commerciale Russell-Moro di Torino dove, nei giorni scorsi, un insegnante è stato malmenato e mandato in ospedale dai compari di un genitore chiamato dal figlio perché rimproverato da quel professore. Al di là delle vicende di cronaca che verranno chiarite dalla magistratura, quel che mi ha colpito è stato sentire parecchi ragazzi che davano del “tu” ai docenti. Sono quasi allibito. Noi non ci saremmo mai permessi, noi davamo loro del “lei” e, quando entravano in classe, ci alzavamo in piedi.

    Io non so quali siano le ragioni del proliferare degli episodi di violenza nei confronti dei professori, ma sono convinto che alla base ci sia una totale perdita del senso dell’ autorità.

    A cominciare proprio dai docenti che vogliono essere amici degli studenti e quindi, spesso, perdono quel ruolo autorevole di educatori che spetterebbe loro.

    Per non parlare dei genitori che sono degli autentici fans dei propri figli. Quando mio padre andava ai colloqui con i professori, io sapevo che avrei passato ore piuttosto brutte, e ci sarebbe scappato pure qualche ceffone. Gli insegnanti avevano sempre ragione, e io sempre torto. A prescindere.

    Forse eccessivo, ma adesso l’ eccesso è dall’ altra parte. Senza tener conto delle violenze fisiche, sapete quante denunce arrivano ai tribunali amministrativi contro presunti errori dei docenti? Una quantità inverosimile. I figli hanno sempre ragione? Non credo proprio. In ogni caso, così facendo si perde il senso dell’ autorità. E ragazzi che crescono senza  il dovere e il rispetto per chi è sopra di loro, saranno adulti deboli e incivili.

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  • FRABOSA SOPRANA SFIDA IL TRENTINO

    26 marzo 2018 • COSE NOSTRE • 3784

    frabosa-soprana-pimonte-638x425

     

    Qualche settimana fa, proprio in questa rubrica, scrivemmo che il Trentino era avanti anni luce rispetto al Piemonte per l’ accoglienza, l’ ospitalità, la capacità di valorizzare la propria offerta turistica. Pochi giorni dopo un albergatore di Frabosa Soprana, in provincia di Cuneo, accettò la sfida: “venga a trovarmi e la farò ricredere…”

    E così nello scorso week end, dopo un disastroso Toro-Fiorentina, sono partito alla volta dell’ Hotel Miramonti di Frabosa Soprana. Ad accogliermi un copiosa nevicata e strade al limite della praticabilità. Arrivato nella hall, ecco Luca Defilippi e un delizioso calice di moscato piemontese. Le tribolazioni calcistiche e stradali passate in un attimo. A seguire una sorprendente cena nel ristorante dell’ hotel, Ezzelino, preparata dallo chef lombardo Antonio Ietto: la sorpresa è il menù a base di pesce e di verdure dell’ orto dell’ albergo, ai mille metri di Frabosa, di fronte a un camino che arde e mentre fuori continuava a nevicare. Insomma, la capacità di innovarsi nel rispetto della tradizione delle nostre montagne.

    E di lì in avanti le sorprese non sono mancate. Camere d’ albergo accoglienti, spaziose, silenziose, arredate in perfetto stile montano. E poi al mattino il panorama mozzafiato delle Alpi Marittime innevate e sotto un caldo sole marzolino, mentre ti gusti una colazione a chilometri zero: solo prodotti del posto. Al termine di una bella ciaspolata, al rientro in hotel, tre ore di benessere allo stato puro: sauna, bagno turco e massaggio nella Spa Miramonti. Alla sera l’ ultimo incontro con “Gusto Montagna” . In questo inverno 2017-18 il Miramonti ha organizzato otto cene aperte al pubblico del Monregalese (e non solo), ospitando grandi chef piemontesi per gustare il meglio di 10 stelle Michelin. Ma questo era un extra, una sorta di ciliegina sulla torta. Cioè un fuori programma, rispetto ai normali week end.

    In conclusione: Il Miramonti è un tre stelle che ne vale cinque,  il rapporto qualità prezzo è vincente sotto tutti i punti di vista, l’ accoglienza è quella del “sentirsi a casa”, tutti i cinque sensi escono appagati al 100 per cento dopo un soggiorno anche solo di un fine settimana.

    Già i nonni Defilippi gestivano il Miramonti, adesso i nipoti Luca e Domenico hanno apportato una ventata di aria nuova e di modernità che deve contagiare il mondo dell’ accoglienza turistica di tutto il Piemonte. Frabosa sfida il Trentino, ma la sfida deve espandersi a macchia d’ olio, senza campanilismi e senza rivalità. Perché il prodotto “Montagna Piemonte” è in grado di competere con chiunque.

    Beppe Gandolfo

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  • MAGLIONE, UN PAESE E CIBO D’ARTISTA

    9 dicembre 2017 • CINQUE SENSI • 6880

    ristorante la cascina definitivo

     

    Maglione è un piccolo gioiello di poco più di quattrocento anime situato su un’altura dell’anfiteatro morenico sul confine tra le province di Torino e Vercelli.

    Circondato da laghetti morenici, campi coltivati a cereali e foraggi, pescheti, vigne che regalano ottimo Erbaluce, è famoso per essere stato trasformato dal compianto Maurizio Corgnati, originario di Maglione, regista, filosofo, scrittore, ma soprattutto intenditore di cucina e arte, in un museo a cielo aperto.

    Il sogno di Corgnati, iniziato nel 1985, non era semplice: rendere accessibile a tutti l’arte moderna, fuori dai luoghi canonici e senza vincoli di biglietti e orari. Inutile dire che ci riuscì, e oggi a Maglione è possibile ammirare 115 opere, molte di artisti noti a livello mondiale.

    A Maglione l’avanguardia sposa l’architettura tradizionale. E lo fa anche in cucina: nel ristorante “La Cascina” di Roberto Clappier.

    “La Cascina” è un ristorante storico, l’unico esistente da sempre a Maglione, Roberto ha iniziato a gestirlo nell’aprile del 2014. Lo ha fatto per offrirsi una seconda opportunità lavorativa e per offrila soprattutto a sua figlia Jessica, che all’epoca frequentava ancora l’Istituto Alberghiero. Per circa un anno Roberto ha seguito la strada tracciata dalla vecchia gestione, fino a quando ha realizzato che il territorio era pieno di ristoranti tradizionali. Tutti con lo stesso menù.

    Il diploma di Jessica e la possibilità di averla a fianco in ambito lavorativo, hanno dato un’ulteriore spinta al novello ristoratore. Innovazione, qualità e tradizione. Queste erano le parole che risuonavano nella mente di Roberto.

    Un nuovo chef, Mirko. 29 anni ma con un’esperienza decennale in prestigiose cucine.

    Una nuova responsabile di sala: Jessica, solare, organizzata e con tanta voglia di fare. E Roberto, che aiuta Jessica tra i tavoli e si occupa di fare spesa e amministrare in modo impeccabile il suo ristorante.

    “La Cascina” è rinata! I menù proposti da Mirko sono un equilibrato abbinamento tra gli eccellenti prodotti del territorio e l’esperta fantasia del cuoco. L’ottima battuta di carne cruda con nocciole e Castelmagno, i tagliolini al pesto di rucola, la tenerissima guancia di vitella, sono solo alcune delle delizie proposte. Una particolare attenzione viene dedicata ai menù di pesce, non così comuni e usuali in zona.

    Innovazione quindi, ma a ”La Cascina” è possibile gustare anche un ottimo fritto misto o prenotare per una “serata bolliti”.

    Insomma di tutto e di più.

    Il territorio offre ottimi prodotti e al ristorante “La Cascina”, seguendo il ritmo delle stagioni, li trasformano in piatti deliziosi. L’atmosfera, accogliente e familiare, renderà indimenticabili le vostre soste.

    Un buon piatto richiede l’abbinamento a buon vino, e la cantina del ristorante esalta e rende merito ai vini piemontesi: Bonarda dell’Oltrepo Pavese, Barbera e Dolcetto del cuneese. Pochi vini, ma attentamente selezionati.

    Qualità, innovazione e tradizione, oltre alla cortesia e a prezzi davvero imbattibili sono gli ingredienti che fanno del ristorante “La Cascina” di Maglione, un posto unico.

    Patrizia Durante

    Ristorante La Cascina – Via Cigliano 22 – Maglione (TO)
    Per prenotazioni 339.193.31.16
    Orari: Lunedì CHIUSO – Martedì e Mercoledì 8,30 – 20,00
    Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica 8,30 – 00,00
    Pagina Facebook: Ristorante La Cascina

     

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  • I gatti ci proteggono

    23 novembre 2017 • COSE NOSTRE • 10639

    gatti

    Molti pensano che i gatti non facciano niente, che siano pigri e mangino e dormano tutto il dì e basta. Non è proprio così! I gatti hanno un compito nella nostra vita. Hai mai pensato perché tante persone hanno un gatto?

    Tutti i gatti hanno il potere di togliere, ogni giorno, l’energia negativa accumulata nel nostro corpo. Mentre dormiamo, loro assorbono questa energia. Se in famiglia ci sono più persone e solo un gatto, questo può accumulare una quantità eccessiva di negatività che prende da tutti. Dormendo il gatto si libera dalla negatività che ha assorbito da noi. Essi ci proteggono anche durante la notte mentre dormiamo. Perciò amano dormire nel nostro letto. Se sentono qualcosa di strano intorno a noi i gatti saltano sul nostro letto per proteggerci.

    Se tutto va bene ci possono lasciare anche soli in camera. Se qualcuno venutoci a visitare è avvertito dai gatti come pericoloso per noi, i gatti ci circonderanno per proteggerci. Ora che so che in questo modo mi proteggono, ad ogni visita faccio subito attenzione alle reazioni dei miei gatti quando qualcuno entra a casa mia.

    Se un gatto abbandonato entra in casa tua addottandola come sua, è perché tu hai bisogno di un aiuto. Ringrazialo per averti scelto. Se non puoi tenerlo cerca una casa per lui. Il gatto è venuto da te per un motivo, sconosciuto a te, ma il motivo c’è. Chi è allergico ai gatti è emozionalmente incapace di amare qualcuno in modo profondo, perchè reprime i propri veri sentimenti.

    I gatti ci curano. All’epoca di Atlantide, i curatori usavano i cristalli per curare. Ma quando dovevano recarsi in altri paesi, per non essere accusati di magia nera, si portavano dei gatti al posto dei cristalli.

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  • UNA GRAN VOGLIA DI MONTAGNA

    11 agosto 2017 • COSE NOSTRE • 4529

    montagna estate 2

    Il “Punto” di lunedì scorso con la proposta-provocazione di introdurre una sorta di ticket per salvaguardare le nostre montagne ha suscitato una marea (o meglio, una montagna) di risposte. Da chi si è dichiarato entusiasta a chi invece ha espresso il proprio sdegno, da chi ha raccontato di alcune zone dove l’ ingresso a pagamento su sentieri montani è già in via di sperimentazione a chi se l’è presa con i maleducati che trasformano prati e boschi in veri e propri immondezzai.
    Ma al di là del merito dei vari commenti (tutti legittimi e sempre ben accetti), è emersa forte una gran voglia di montagna.
    Mentre milioni di persone stanno affollando varie spiagge, a contatto di gomito fra lettino e lettino, in un caleidoscopio di colori, suoni, sapori e anche odori, ci sono anche quelli – e per fortuna sono tanti – che scelgono gli straordinari scenari delle nostre Alpi Cuneesi, Torinesi, Biellesi, Valdostane, dell’ Ossola e dell’ Appenino Ligure per trascorrere un periodo di vero e salubre relax.
    La riscoperta della vacanza estiva in montagna è una delle più belle realtà di questi ultimi anni. Se d’ inverno giornali e telegiornali ci riempiono di immagini e servizi sullo sci, d’ estate, invece, sembra che tutti vadano soltanto al mare. Non è così. La montagna sta diventando una delle mete preferite del nostro turismo estivo. Ed è facile anche capire le ragioni di questa tendenza: basta salire un po’ in altura e si trova la vera pace, l’ autentico refrigerio, l’ assoluto riposo anche dopo una bella e tranquilla passeggiata o una faticosa scalata alla conquista di una vetta. La montagna è per tutti e per tutti i gusti. Non è necessario salire a quota 4mila, anche più in basso ci si può divertire, in bici o a piedi, in rifugio o in campeggio, con scarponi e ramponi ma anche con i sandaletti. E poi dopo una bella camminata durante la quale si sono bruciate parecchie calorie cosa c’ è di meglio di una corroborante mangiata? Formaggi, salumi, polenta, selvaggina, crostate sono gli ingredienti giusti senza doversi preoccupare della linea, tanto domani si va di nuovo su per i monti…
    Nessun pregiudizio verso il mare e le splendide spiagge italiche ma se vacanza vuol dire ritemprarsi, ritrovare energie, dedicarsi a quelle attività tralasciate durante l’ intero anno lavorativo … è la montagna il luogo giusto. Magari per leggere un libro. Quindi, per restare in tema, un suggerimento: “Otto montagne” di Paolo Cognetti è un romanzo ambientato ai piedi del Monte Rosa che ti prende e ti porta in quota, in giro per boschi, sentieri, alpeggi, ghiacciai, nature incontaminate. Una lettura rinfrescante che vi accompagnerà in questo mese di agosto e arrecherà refrigerio al corpo e alla mente perchè “la montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’ altro, silenzio tempo e misura”.

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  • CARCARE EST, IL MIGLIOR AUTOGRILL D’ ITALIA

    11 agosto 2017 • CINQUE SENSI • 21409

    Autogrill Carcare

    Qualche ora di sole, di quiete, di mare e di nuotate e poi il ritorno a casa. Direzione Torino. Solo una fermata all’area di sosta per un panino, tanto per vincere i morsi sempre più insistenti della fame? Entrate nell’area di ristoro di Carcare Est e vi si aprirà un mondo di golosità.

    Nell’esatto momento in cui si scende dall’auto si percepisce che c’è qualcosa di diverso: esiste un giardino curato, proprio di fianco al bar, con tavolini e sedie dove pranzare e rilassarsi, c’è un’area per i cani e una con i giochi per i bambini, il locale poi è pulito e ordinato, con postazioni e sgabelli sgomberi e disponibili. Ma la sorpresa, la vera sorpresa, sono i panini. Dimenticate il pane di plastica delle aree di servizio che avete frequentato finora, dimenticate gli elastici Camogli e gli immangiabili Bufalini, fate volare via il ricordo di Icaro dal vostro palato e preparatevi a tuffarvi in soffici focaccine imbottite di cose buone e genuine. Cosa ne dite di gustarne una con la frittata d’erbette cotta al punto giusto? O la preferite imbottita con fiori di zucca in pastella? Personalmente non ho saputo resistere alla salsiccia di Bra cruda con il pane caldo e con un filo d’olio e una spolverata di pepe. Ma esisteva la possibilità di gustarne una con un’ottimo hamburger di fassone piemontese oppure con speck e brie, oppure con un’incredibile e freschissima burrata e insalata. Queste sono solo alcune delle delizie proposte; in autunno è possibile gustare perfino panini con uovo al padellino e tartufo. Insomma, quasi per caso, vi troverete nel miglior autogrill d’Italia, citato anche nella Guida Massobrio.

    In vendita potrete trovare moltissime specialità liguri e piemontesi, si possono acquistare addirittura i nocciolini di Chivasso, ma anche salumi, formaggi, funghi secchi e conservati sott’olio, marmellate e dolci provenienti dal territorio, cioè da quello di confine fra Piemonte e Liguria. Una delizia per gli occhi e per il palato.

    Se le aree di sosta disseminate sulle nostre autostrade applicassero la stessa filosofia di vendita e accoglienza, le nostre fermate sarebbero più piacevoli, e ogni regione avrebbe la meravigliosa possibilità di far conoscere le proprie specialità a migliaia di persone, senza troppa fatica, a chilometri zero, e incassando i sicuri complimenti degli ospiti stranieri.

    Patrizia Durante

    Area di Servizio CARCARE EST, SULL’ AUTOSTRADDA SAVONA-TORINO, DUE CHILOMETRI DOPO L’ USCITA DI ALTARE IN DIREZIONE TORINO

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  • MAR LIGURE A NUMERO CHIUSO? E NOI CHIUDEREMO LE NOSTRE MONTAGNE

    2 agosto 2017 • COSE NOSTRE • 3212

    montagna

    Carlo VIII di Francia durante l’invasione dell’Italia, siamo alla fine del 1400, presentò un ultimatum alla Signoria di Firenze e, ricevutone un rifiuto, minacciò dicendo: “Allora noi suoneremo le nostre trombe”. A questa provocazione rispose deciso Pier Capponi: “E noi faremo suonare le nostre campane” manifestando l’intenzione della città di resistere.

    E così faremo noi piemontesi di fronte alla minaccia dei liguri di applicare una sorta di numero chiuso sulle loro spiagge. Chiuderemo le nostre montagne.

    La mia è qualcosa di più di una semplice battuta. Le nostre montagne, quelle del Torinese e del Cuneese, ma in genere tutto l’arco Alpino piemontese, sono fra le più belle al mondo. Ma spesso sono in stato di semi abbandono. Sentieri sporchi e pieni di sterpaglie, sottoboschi abbandonati, dirupi pericolosi e non segnalati. La mancanza di fondi dei Comuni, delle ex province, delle Comunità montane sta provocando un lento ma inesorabile decadimento per vallate, cime, camminate, panorami mozzafiato.

    Servono investimenti importanti e continui nel corso degli anni.

    Cosa accadrebbe se intere montagne o valli fossero affidate ai privati che, in cambio di una adeguata salvaguardia (fatta di pulizia, segnaletica, dotazione di attrezzature, ecc), potessero applicare una sorta di quota di ingresso per turisti, alpinisti, villeggianti o scalatori?

    Mi si dirà.. Ma la montagna è di tutti e deve essere accessibile a tutti. Anche il mare, eppure esistono gli stabilimenti balneari.

    La mia non è semplice provocazione, sono convinto che la proposta sia da approfondire, nelle sedi opportune. L’alternativa è l’abbandono sempre più rapido delle nostre montagne e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, basti osservare il proliferare degli incendi boschivi in questa estate 2017.

    Io sono pronto a pagare una cifra adeguata per l’ingresso in un’area alpina sapendo di trovare una montagna pronta ad accogliermi perché pulita, attrezzata, con sentieri ben segnalati, con le zone di pericolo delimitate.

    D’altronde pago già 30-40 e passa euro per stare schiacciato come le sardine sotto un ombrellone in pochi metri quadrati di spiaggia in Liguria. Alla faccia del numero chiuso.

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  • LA 500 FESTEGGIA 60 ANNI

    4 luglio 2017 • COSE NOSTRE • 3935

    fiat-vecchia-500-2

    E’ il 1º luglio 1957 quando la “Nuova 500” viene mostrata in anteprima al Presidente del Consiglio Adone Zoli. Il giorno dopo la vettura è presentata ufficialmente presso lo Sporting di Torino dal presidente Vittorio Valletta e dal suo vice Gianni Agnelli. Il 3 luglio di 60 anni fa comincia la commercializzazione della più popolare auto italiana.

    Il nome di “Nuova 500”  viene scelto per sottolineare la discendenza dalla 500 “Topolino”, quale automobile di minor costo della gamma FIAT: 490.000 lire pari a circa 13 stipendi di un operaio.

    L’accoglienza del pubblico è tuttavia piuttosto tiepida rispetto alle previsioni, se non addirittura fredda. La nuova piccola vettura appare troppo spartana con soltanto due sedili; il motore è poco elastico, la potenza modesta con una velocità massima troppo bassa, inferiore ai 90 chilometri orari.

    Basteranno poche modifiche, però, per farla diventare la vettura più amata dagli Italiani ,fino al 1975 quando la Fiat sceglie di abbandonarla (ne erano state vendute quasi 4 milioni di esemplari) a favore della 126. Decisione rimangiata nel 2007 quando la 500 torna in produzione ed è di nuovo un successo.

    60 anni della nostra vita, 60 anni a bordo di una 500. Una leggenda. Quella vettura è cambiata tantissimo da quel luglio 1957, ma siamo cambiati molto anche tutti noi.

    In questi anni è diventata una vera diva, la compagna di una vita, una vera nave scuola per due o tre generazioni di italiani, l’unica alternativa allo scooter e non c’è famiglia italiana che non ne abbia avuta almeno una.

    Ricordare quest’ anniversario può essere l’ occasione per qualche bilancio. 60 anni fa eravamo in pieno boom economico,  oggi vivacchiamo in una crisi stagnante. Riappropriarsi di quella creatività che portò la 500 a diventare l’ auto più amata sarebbe già un bel traguardo. Non solo in campo automobilistico ma per tutta la nostra travagliata Italia.

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  • NOTTI TROPPO CALDE A TORINO

    26 giugno 2017 • COSE NOSTRE • 4862

    torino movida

    Notti calde, anzi caldissime a Torino. E non solo dal punto di vista meteorologico. Scontri fra Forze dell’Ordine e gruppi di giovani a San Salvario, ai Murazzi e anche in zona Vanchiglia, a ridosso del quartiere universitario delle facoltà umanistiche, un’altra zona di movida.

    Per capire cosa sta succedendo bisogna tornare ancora a quel 3 giugno, alla notte di follia in piazza San Carlo durante la finale di Champions e della conseguente ordinanza del sindaco Appendino di vietare la vendita degli alcolici per l’asporto dopo le 20. Gli agenti intervengono per far rispettare il divieto e per risposta ci sono lanci di bottiglie, scontri, urla, insulti: da un lato i giovani dei centri sociali e i ragazzi della movida che insultano e deridono, dall’ altro poliziotti in tenuta antisommossa che caricano. In mezzo i residenti, infastiditi ma anche parecchio impauriti.

    Sul clima già caldo arriva la benzina della polemica politica. Il Movimento 5 Stelle che governa Torino critica la gestione dell’ordine pubblico, le opposizioni attaccano l’ ordinanza antialcolici del sindaco Appendino. Insomma, pare di vivere in una città fuori controllo.

    Chi ha maggior giudizio lo metta e chi ha più senso di responsabilità lo usi, “prima che ci scappi il morto” come ha detto, l’altra sera, un abitante di Vanchiglia.

     

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