Fra le regole d’ oro per sopravvivere a questa maledetta quarantena c’ è quella di svagare la mente, di parlare d’ altro. Magari di qualcosa di frivolo, ma nemmeno poi tanto. Ad esempio ricordare un grandissimo comico, Erminio Macario. Nei giorni scorsi è caduto –quasi nel silenzio – il 40.mo anniversario della sua morte, a Torino nel 1980, a 78 anni.
E’ stato l’ immagine divertente e di successo del nostro Piemonte per almeno mezzo secolo. Alcuni critici lo considerano l’ inventore del cinema comico italiano, lanciò decine e decine di meravigliose soubrette, portò in teatro, in tv e sul grande schermo la maschera dell’ umorismo piemontese, così raffinato, ironico e mai volgare, non disdegnando di usare la nostra lingua e facendo della cadenza dialettale e della nostra tipica bonomia la caratteristica peculiare delle sue interpretazioni.
Ebbene, se oggi fate il nome di Macario, tantissimi giovanotti piemontesi vi guarderanno con occhi straniti. Sicuramente conoscono Totò, Franco e Ciccio, Raimondo Vianello… ma Macario no.
Colpa delle grandi tv che hanno dimenticato i suoi film, le sue riviste e le sue commedie. La colpa però è anche nostra: a Roma e a Ragusa, in Sicilia, c’è una via intitolata a Erminio Macario, a Torino, Asti, Cuneo no!
C’è via Macario a Grugliasco, Trofarello, Chieri, Moretta, Piasco (forse dimentico qualche altro comune) ma l’ unica scuola intitolata al grande comico piemontese si trova a Coazze. Per il resto niente, nemmeno un teatro. Alle vetrine della sua casa, il teatro La Bomboniera in via Santa Teresa a Torino, da anni c’è il cartellone sbiadito “vendesi”; pochissime compagnie mettono in scena le sue commedie .
Eppure a Torino c’ è corso Unione Sovietica (nazione sparita dal 1991), un giardino intitolato a Augusto Daolio (con tutto il rispetto, indimenticato cantante dei Nomadi), a Cuneo c’è via Alta e via dell’ Asilo, ad Asti un’ area Fabrizio De Andrè (grandissimo e amato) e via della Fontana. E potremmo continuare…
Ma ci piace chiudere proprio con il grande Macario che era uso ripetere “lo vedi come sei?…lo vedi come sei?”
E invitava a “lasciare a casa i sagrin (dispiaceri) e divertitevi con me”. Mai attuale come oggi.
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