Prima o poi questa quarantena finirà. Certo, ci dessero una data, ma capisco che è impossibile. Se però sapessimo che il 35 giugno oppure il 40 luglio tutto tornerà come prima, sarebbe più facile. Come quando c’ era il servizio di leva obbligatorio e si faceva la conta di “quanti giorni all’ alba…”.
Comunque quando tutto tornerà normale, io ho già pronto il mio proposito. Prima di tutto l’ Italia e il Piemonte. Parlo di vacanze, di gite, di cibo da acquistare e consumare.
Non è una questione politica, anche se in questa vicenda del Covid-19 la Comunità Europea ha dimostrato tutti i suoi limiti, le sue storture, l’ incapacità di essere davvero uniti. Il mio proposito è indirizzato ad aiutare un’ economia che – alla fine della quarantena – sarà agonizzante.
Ho già prenotato, per il Ponte del 2 giugno, quattro giorni in un agriturismo piemontese. Chissà se ci potrò andare!! E’ comunque un modo per esorcizzare questo isolamento. Quando ho chiamato il titolare ho sentito il suo grido di giubilo. Fate come me. E’ un modo per dare coraggio e stimoli alle nostre strutture d’ accoglienza, per incentivare la ripresa.
Lo stesso dicasi per le prossime vacanze. Niente viaggi all’ estero. Tutta l’ Italia è meravigliosa, il Piemonte ancora di più.
I ristoranti prima o poi riapriranno, prenotate e così potrete andarci subito. E – già fin da oggi – consumiamo cibi italiani, piemontesi. Alimenti coltivati, prodotti e cucinati nella nostra terra. Riscopriamo le produzioni nostrane e cerchiamo di essere – stavolta ancora di più – sciovinisti.
Ci sarà tempo per wurstel, roquefort e champagne… Prima i Tajarin, i Ravioli del Plin, i Brasati, il Vitello Tonnato, i Risotti, il Raschera, il Bra, il Castelmagno , gli Asparagi… sempre innaffiati, solo e unicamente, dai vini piemontesi. E’ un modo per godersi questa difficile vita in quarantena e per sostenere la filiera agro-alimentare piemontese.
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