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  • CERCASI CANDIDATO, PER FAVORE

    8 febbraio 2024 • COSE NOSTRE • 1631

    ELEZIONI

    Mancano poco più di quattro mesi per l’elezione del futuro Presidente della Regione Piemonte e non sappiamo ancora chi saranno i candidati. O meglio, se nel campo del centro-destra sembra ormai scontato il nome di Alberto Cirio, sostenuto da tutta la coalizione, nel resto della politica piemontese regna il caos più assoluto. Riunioni a Torino, poi a Roma, incontri pubblici e segreti, autocandidature e stroncature, finora non hanno portato a nulla.

    Sembra impossibile, assurdo. Non ne faccio una questione politica o partitica, non mi interessa. Credo che chi si presenti agli elettori con l’intenzione di governare il Piemonte per i prossimi anni, debba essere una persona scelta in base alla propria competenza, autorevolezza, al programma che propone: possibile che non si riesca a trovare una figura del genere? Dobbiamo per forza aspettare sfibranti trattative, bilancini e diktat delle segreterie romane?

    Ritengo sia una questione di rispetto per gli elettori. Per scegliere abbiamo bisogno di conoscere e ci vuole il giusto tempo, non una manciata di giorni prima del voto dell’ 8-9 giugno.

    Medesimo discorso vale per i sindaci. In primavera saranno centinaia i comuni al voto, per scegliere amministrazione e primo cittadino. Girando per il Piemonte ho raccolto ancora tanta incertezza, dubbi, indecisioni: “mi ripresento?”, “sto pensando di provarci, ma non ho ancora capito cosa voglio fare?”, “assolutamente no, ma se…”

    Non è un momento facile per la politica, me ne rendo conto. Mettersi in gioco è una scelta da far tremare i polsi. Ma se vogliamo che le cose cambino davvero, occorre che ognuno ci metta del suo, in base alle proprie competenze e capacità.

    La cosa pubblica è di tutti, nessuno escluso.

    Presto: i candidati ci mettano la faccia, i nostri media on line sono a loro disposizione per farli conoscere. Gli elettori poi decideranno.

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  • Le Bugie, i pazzi dolci di Carnevale

    3 febbraio 2024 • CINQUE SENSI • 7073

    bugie

    Sono di sicuro i dolci tipici del Carnevale, ma la particolarità è che non conoscono confini: sono infatti diffusi in tutta Italia. Stiamo parlando delle Bugie, nome usato in Piemonte e Liguria. In Toscana diventano Cenci; Chiacchiere in centro e sud Italia, con esclusione di Roma, Viterbo, Perugia e Ancona, dove si chiamano Frappe; Fiocchetti a Montefeltro e Rimini; Galani a Venezia Verona e Padova:  Maraviglias in Sardegna. Ma i nomi non finiscono qui… insomma, che siano Sfrappole, Risòle o addirittura Nacatole, quelle strisce sottili di pasta dolce, dai bordi seghettati e lavorate a forma di nodo, uniscono per la gola tutti gli italiani.

    Le origini sono da ricercarsi nell’antica Roma, si chiamavano Frictilie ed erano sfoglie di farina di farro, fritte nello strutto e guarnite con miele. Lo zucchero sarebbe arrivato secoli dopo.

    Venivano vendute per strada da anziane donne, con il capo cinto di edera, durante le Liberalie, feste organizzate in onore del Liber Pater e della moglie Libera. In quell’occasione, i ragazzi che compivano il sedicesimo anno d’età, con una cerimonia solenne in cui venivano servite le Frictilie, passavano dallo stato di adolescenti a quello di uomini liberi e indossavano la toga virile. Le Liberalie avevano sostituito i Baccanali, giudicati troppo sfrenati e violenti.

    L’avvento del Cristianesimo abolì le festività pagane, ma non la voglia di allegria, nacque quindi il Carnevale. Caratteristico era, ed è tutt’ora, il ricorso al fritto, quasi a voler far risaltare l’abbondanza, l’opulenza delle riserve alimentari, in questo periodo di rottura del tempo, in cui si avvicina il passaggio dall’inverno alla primavera, simbolicamente dalla morte alla vita.

    Questa è la ricetta tradizionale della mia famiglia, arriva dal Veneto, una ricetta ha reso felicialcune delle nostre generazioni. Provatela!

    Ingredienti

    500 gr di farina, 3 cucchiai di zucchero, 3 uova, 50 gr di burro, 1 bustina di lievito per dolci, ½ bicchierino di grappa, vino bianco all’occorrenza.

    Preparazione

    Mettere la farina sulla spianatoia, aggiungere lo zucchero e il lievito e miscelare, formare una montagnola scavata leggermente in centro, rompete dentro le uova e unite il burro sciolto precedentemente a bagnomaria e raffreddato; dopo aver aggiunto la grappa con  una forchetta amalgamate l’impasto, successivamente lavoratelo con le mani fino a quando non diventerà liscio e omogeneo, se risultasse troppo duro, aggiungete un po’ di vino bianco.

    Formate una palla da cui taglierete dei tranci che andrete a passare varie volte nella macchina per pasta. Dovete otterrete una sfoglia liscia e sottile (foro 1 o 2). Tagliate ora dei rettangoli con la rotella da pasta dentellata, fate un taglio al centro del rettangolo e infilate una cima, tiratela fuori con delicatezza e formate dei fiocchi. Friggetele quindi poche alla volta in abbondante olio extravergine d’oliva girandole di tanto in tanto, quando avranno raggiunto una giusta doratura, asciugate le Bugie sulla carta assorbente, disponetele calde su un vassoio e spolverizzatele con zucchero a velo o in grani.

    Con alcuni rettangoli interi potete preparare le bugie ripiene, basta mettere un cucchiaino della vostra marmellata preferita o di Nutella su una metà e richiudere bene i bordi in modo da formare un agnolotto. Friggere sempre in olio d’oliva, sono deliziose!

    Portate in tavola il vostro vassoio di Bugie classiche e ripiene e buon Carnevale!

    Patrizia Durante

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  • QUEL SAPORE D’ANTICO, ANZI DI NUOVO

    1 febbraio 2024 • COSE NOSTRE • 1511

    giradischi

    L’anno che è appena passato ha segnato il ritorno degli spettatori al cinema. Code ai botteghini, sale piene, una serie di bei film, di successo. Quindi il cinema non è morto, come qualcuno aveva prematuramente decretato qualche anno fa.

    Ed è proprio da questa considerazione che si potrebbe cominciare a riflettere sui troppi, frettolosi necrologi, pronunciati in passato.

    Vogliamo parlare del vinile? Se sono a casa, tranquillo, ho ritrovato il gusto di spolverare vecchi 33 giri e ascoltarmeli in santa pace. Certo in auto non posso far altro che sentire musica dai vari apparecchi ipertecnologici e tramite i distributori social (Spotify, Amazon, Youtube, ecc), ma riuscite a immaginare la differenza? Il vecchio disco in vinile ha una più profonda ampiezza di sonorità, ti permette di cogliere quelle sottigliezze che il telefonino o l’IPad non ti daranno mai.

    Quanto è facile e immediato fare le foto con il cellulare. Verissimo e utile, pure. Però provate a uscire in montagna, in campagna o al mare, con una vera macchina fotografica digitale, usate i giusti filtri, mettete a fuoco con lo zoom, scegliete con calma l’inquadratura più gradita e vedrete che risultato!

    Per non parlare dei libri. Viaggiando in treno mi capita sempre più spesso osservare persone che tirano fuori il volume cartaceo, lo sfogliano e cominciano a leggere. Che fine hanno fatto i vari Kindle, e-book? Spariti? No, ma molti meno rispetto a qualche anno fa.

    Nostalgia? Mode? Non solo. La tecnologia fa passi da gigante e ci aiuta nell’immediatezza e nel quotidiano. Ma volete mettere il sapore del minestrone della nonna che cuoceva per ore sulla stufa, rispetto a un piatto bell’ e pronto, solo da passare nel microonde? Provare per credere.

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  • SCAFFALE: MONFERRATO PAESAGGIO VIVO

    26 gennaio 2024 • LUOGHI E LIBRI • 1271

    monferrato

    Diciassette autori per descrivere un territorio. E’ il progetto della casa editrice Neos di Torino che ha raccolto in un volume di 140 pagine 17 lavori selezionati dalla Giuria del Premio Parole in Collina per descrivere il Monferrato, Patrimonio Unesco. Una galleria di storie per raccontare questi paesaggi collinari delle province di Asti e Alessandria, un affascinante intreccio tra la bellezza naturale e l’ opera dell’ uomo.

    Piccoli borghi o città ricche di storia, colline illuminate dal sole, vigne, boschi, tratturi, sentieri, piccole valli che hanno per cornice le Alpi e gli Appenini. Da Casorzo a Serralunga di Crea, da Acqui a Grazzano, da Vignale a Castell’ Alfero… quadri di un angolo di Piemonte ricco di suggestioni paesaggistiche, storiche e culturali che conducono il lettore alla scoperta di piacevoli escursioni sul territorio.

    Il libro è corredato da suggestive immagini in bianco e nero di alcuni fotografi scelti dal Club per l’ Unesco che catturano tutta la bellezza del Monferrato e ci convincono – ancora di più – a scoprirlo o a riscoprirlo.

     

    PAROLE IN COLLINA

    MONFERRATO PAESAGGIO VIVO

    NEOS EDIZIONI

    15 euro

     

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  • DA WANNA MARCHI A CHIARA FERRAGNI

    25 gennaio 2024 • COSE NOSTRE • 1293

    influencer

    Di fronte a certe notizie continuo a restare allibito. In 40 anni di vita da cronista ne ho viste tante, ma la realtà continua a superare ogni forma di immaginazione.

    E quindi dopo settimane durante le quali continua a tener banco la vicenda del Pandoro Ferragni, provo ancora stupore: non tanto per la vicenda in sé, quanto per la reazione dell’opinione pubblica. Ci penserà la magistratura a chiarire se siamo di fronte alla truffa aggravata (questa l’ ipotesi di reato) oppure a errori di comunicazione, come sostiene la nota influencer.

    Ma, leggendo le cronache o seguendo i servizi televisivi, ho scoperto che sono 29 milioni le persone nel mondo che seguono l’attività sui social di Chiara Ferragni, provo a ripeterlo: 29 milioni, circa la metà del popolo italiano. Dopo che è scoppiato lo scandalo l’hanno abbandonata in 200mila. Quando – anni fa – “Striscia la notizia” smascherò le truffe di Wanna Marchi e soci, restammo a bocca aperta nell’apprendere che erano decine di migliaia le persone che avevano acquistato i suoi filtri magici, oppure i suoi sistemi per vincere alla lotteria.

    Insomma, siamo un popolo di creduloni, di gente che abbocca alle fandonie del primo pifferaio magico che passa per strada? Se la risposta è sì: attenzione. Non sarà il pifferaio da giudicare e condannare, quanto piuttosto chi lo segue, come popolo bue. Tanto poi se piove, è il governo che è ladro. Quanto aveva ragione Ennio Flaiano: “La stupidità ha fatto progressi enormi…Grazie ai mezzi di comunicazione non è più nemmeno la stessa stupidità, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso e spande il terrore intorno a sé”.

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  • CHE BRAVI, LO SPUMANTE BATTE LO CHAMPAGNE

    20 gennaio 2024 • CINQUE SENSI • 1421

    bollicine-SPUMANTE

    Salgono a 936 milioni le bottiglie di spumante italiano stappate nel mondo nel 2023, più del triplo di quelle di Champagne che scendono ad appena 299 milioni (-8,2%). È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti.. Lo spumante italiano è consumato per oltre 2/3 all’estero per un totale di 650 milioni di bottiglie, con i brindisi Made in Italy che dominano nettamente a livello internazionale davanti allo Champagne francese, che però riesce ancora a spuntare prezzi nettamente superiori.

    A guidare la classifica delle produzioni nazionali è il Prosecco con un’incidenza del 70% degli spumanti imbottigliati  ma sulle tavole mondiali sono sempre più apprezzate le bollicine piemontesi come il Moscato d’Asti, l’Asti spumante, l’Alta Langa, il Nebbiolo d’Alba spumante.

    Nella Granda sono 4.300 gli ettari coltivati a uva moscato utilizzata per produrre Asti DOCG nelle tipologie Moscato d’Asti e Asti spumante e sono 2.300 le aziende viticole coinvolte per una produzione di 50 milioni di bottiglie. Sono 378 gli ettari coltivati a uve pinot e chardonnay destinate alla produzione di Alta Langa DOCG, 260 i viticoltori e oltre 1 milione le bottiglie prodotte.

    Fuori dai confini nazionali i consumatori più appassionati sono gli americani dove, però, le bollicine italiane sono scese per la prima volta in valore del 9%, al secondo posto ci sono gli inglesi in crescita del 5%. Su valori più bassi si trova la Germania, ma con un +8% in valore; lo spumante italiano piace molto anche in Russia con un incremento dell’8% nonostante le tensioni causate dalla guerra. Le bollicine nostrane  sfidano alla pari lo Champagne francese anche in casa, tanto che proprio il mercato transalpino, dove si registra una crescita record delle vendite del 26%, si colloca al quarto posto tra i principali clienti.

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  • GIROVAGANDO: L’ AOSTA MEGALITICA

    19 gennaio 2024 • LUOGHI E LIBRI • 1404

    AOSTAMEGALITICA

    Cosa c’è sotto il selciato delle strade che noi percorriamo tutti i giorni? Nessuno si è mai posto questa domanda? Se andate ad Aosta , nella periferia occidentale, troverete un’ incredibile area megalitica denominata Saint Martin de Corleans che oggi è diventata un museo. Entrandovi troverete tante risposte a queste domande. Campagne decennali di scavi hanno portato alla luce su un terreno di circa un ettaro più in profondità i resti di una frequentazione umana di circa 4200 anni fa, siamo nel Neolitico. E poi un po’ meno profonda quel che resta di un insediamento di epoca romana e infine i reperti del medioevo

    Il primo scopritore è stato l’ archeologo Franco Mezzena.

    Nell’ area megalitica di Aosta, se si scende al terzo piano sottoterra ci si trova nel Neolitico, 4200 anni fa. Non un vero insediamento, ma un luogo di cultio, un santuario e poi una necropoli.

    Risalendo al secondo piano eccoci in piena Epoca Romana: un insediamento rurale piuttosto ricco come attesta la tomba di uno scriba.

    Ed infine a piano terra, in Epoca Medioevale con una vera e propria collezione di monete.

    700 reperti di cui 500 di epoca romana presso il museo di Aosta Megalitica, una full immersion nei secoli passati davvero emozionante.

     

     

     

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  • LA MALEDUCAZIONE DEL WHATSAPP

    18 gennaio 2024 • COSE NOSTRE • 1422

    TELEFONINO

    È sicuramente capitato anche a voi, in questi giorni di festa, di avere il telefonino inondato da messaggi di auguri, spesso anonimi (e quindi se non hai registrato il numero in rubrica, non saprai mai chi te li ha inviati!). Per non parlare della marea di video, gif, foto, bigliettini… tutti inoltrati più e più volte. Se poi avete la sventura di appartenere a gruppi e chat di WhatsApp è la fine: auguri, e poi risposte, e ancora auguri e altre risposte…

    Il top lo si raggiunge con i messaggi vocali. Lunghi, lunghissimi, minuti e minuti di amenità varie. Ma, cavolo: vuoi farmi davvero gli auguri? Alzi il telefono, componi il mio numero, e mi parli. Costa tanto? “Non volevo disturbare…” Sappiate che disturbate molto di più con queste formalità impersonali, anonime, tutte uguali…

    Sono un orso? Un Grinch? Forse sì, ma non mi abituerò mai alla totale spersonalizzazione dei social.

    Che bello quando si usavano i biglietti di auguri. Mia mamma iniziava ai primi di dicembre, attenta nello scrivere a tutti una frase diversa, un pensierino personale per quella zia, per quell’amica, per me… Li conservo ancora. Un augurio davvero dedicato, soltanto mio. Oggi, di ricevere il “contraccambio”, oppure “auguri a te e famiglia”, non me ne frega niente. Preferisco il silenzio, meglio non essere “augurati”, piuttosto che finire nel calderone dei messaggi uguali e ripetuti.

    E non lamentiamoci poi se la società si sta spersonalizzando. Con questa ripetitività e assuefazione “all’inoltro” lasceremo il posto all’ intelligenza artificiale, che magari troverà forme più autentiche di comunicazione rispetto alle nostre, così stantie e becere.

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  • ANTICO BALON, PIZZERIA FRA VINTAGE, QUALITA’ E INNOVAZIONE

    13 gennaio 2024 • CINQUE SENSI • 8777

    Antico Balon

    Assolutamente da provare. Qualità, simpatia, cortesia. Si chiama Antico Balon e si trova in piazza Emanuele Filiberto a Torino, nel Quadrilatero, dietro Porta Palazzo.

    Paolo e Luca con moglie vi accoglieranno in un clima di famiglia e di autentiche prelibatezze. Tra gli antipasti il consiglio va per  il “Sabaudissimo”, anche se i proprietari ci tengono a precisare di non essere mai stati “fornitori della Real Casa”. Il connubio tra ingredienti di alta qualità e la scelta di fornitori d’eccellenza danno vita a piatti genuini e prelibati. Antipastini tipici piemontesi, taglieri, pasta fresca, carne di fassone piemontese e dolci fanno da cornice alla pizza regina dell’Antico Balon. E la vera sorpresa sono proprio le pizze preparate con una incredibile varietà di farine: dalla farina enkir all’integrale, dalla farina di kamut a quella normale. Rispetto dei tempi di lievitazione, utilizzo di farina biologica macinata a pietra viva e scelta di prodotti di prima qualità sono i  punti di forza per una pizza ad alta digeribilità e di gusto. Da accompagnare con la birra artigianale La Granda di Cuneo.

    L’atmosfera è chiaramente vintage. Potrete sbizzarrirvi nel leggere alle pareti momenti di storia del nostro calcio (di quello vero! Luca è il figlio del mitico Natalino Fossati…)  ma anche veri e propri oggetti di collezionismo. Vi sfidiamo a trovare, in tutti i tavoli e in ogni coperto, due bicchieri uguali. Sono tutti diversi e tutti originali.  Insomma, anche “l’antico” dell’arredamento e dei cimeli calcistici attirano la curiosità degli ospiti.

    Antico Balon, aperti a cena. Piazza Emanuele Filiberto 3/A. tel. 011.7652572. info@anticobalon.it

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  • SCAFFALE: ERAVAMO IMMORTALI DI CASSARDO

    12 gennaio 2024 • LUOGHI E LIBRI • 1624

    eravamoimmortali

    Dalla Campagna di Russia con la tragica ritirata della Nikolajewka alla Liberazione di Torino. Dalla tragedia di Superga a quella del Cinema Statuto. Dagli scioperi con l’ occupazione della Fiat alla Marcia dei 40mila. Dalle rivolte studentesche del ’68 ai primi sinistri bagliori del terrorismo. Insomma, la storia degli ultimi decenni di Torino e dell’ Italia vista attraverso gli occhi di Stefano e Nando, due amici che però hanno solo due cose in comune: la passione per il ciclismo e il tifo per il Toro.

    “Eravamo immortali” è tutto qui. Ma anche molto di più. Storie di amori e di fallimenti. Storie di dolori e di contrabbandi. Storie di speranze e di delusioni. In 440 pagine Marco Cassardo (torinese trapiantato a Milano) ci accompagna attraverso l’ Italia dal 1939 agli anni 2000, sempre seguendo le vite di Stefano (comunista fino al midollo) e di Nando (fascista della prim’ora). Prima si odiano poi si salvano, prima si sfidano in bicicletta sulle rampe di Superga poi si incontrano e festeggiano insieme. Si ignorano e si cercano. Proprio come cantava Venditti a proposito di “certi amori che non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

    Un romanzo che ti tiene attaccato alle pagine, sempre di corsa, ma che è anche un’ occasione per rileggere la nostra storia recente e capire quanto e come siamo cambiati. In meglio? Ai lettori l’ ardua sentenza.

    MARCO CASSARDO

    ERAVAMO IMMORTALI

    MONDADORI EDITORE

    20 euro

     

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