L’anno che è appena passato ha segnato il ritorno degli spettatori al cinema. Code ai botteghini, sale piene, una serie di bei film, di successo. Quindi il cinema non è morto, come qualcuno aveva prematuramente decretato qualche anno fa.
Ed è proprio da questa considerazione che si potrebbe cominciare a riflettere sui troppi, frettolosi necrologi, pronunciati in passato.
Vogliamo parlare del vinile? Se sono a casa, tranquillo, ho ritrovato il gusto di spolverare vecchi 33 giri e ascoltarmeli in santa pace. Certo in auto non posso far altro che sentire musica dai vari apparecchi ipertecnologici e tramite i distributori social (Spotify, Amazon, Youtube, ecc), ma riuscite a immaginare la differenza? Il vecchio disco in vinile ha una più profonda ampiezza di sonorità, ti permette di cogliere quelle sottigliezze che il telefonino o l’IPad non ti daranno mai.
Quanto è facile e immediato fare le foto con il cellulare. Verissimo e utile, pure. Però provate a uscire in montagna, in campagna o al mare, con una vera macchina fotografica digitale, usate i giusti filtri, mettete a fuoco con lo zoom, scegliete con calma l’inquadratura più gradita e vedrete che risultato!
Per non parlare dei libri. Viaggiando in treno mi capita sempre più spesso osservare persone che tirano fuori il volume cartaceo, lo sfogliano e cominciano a leggere. Che fine hanno fatto i vari Kindle, e-book? Spariti? No, ma molti meno rispetto a qualche anno fa.
Nostalgia? Mode? Non solo. La tecnologia fa passi da gigante e ci aiuta nell’immediatezza e nel quotidiano. Ma volete mettere il sapore del minestrone della nonna che cuoceva per ore sulla stufa, rispetto a un piatto bell’ e pronto, solo da passare nel microonde? Provare per credere.
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