Sono di sicuro i dolci tipici del Carnevale, ma la particolarità è che non conoscono confini: sono infatti diffusi in tutta Italia. Stiamo parlando delle Bugie, nome usato in Piemonte e Liguria. In Toscana diventano Cenci; Chiacchiere in centro e sud Italia, con esclusione di Roma, Viterbo, Perugia e Ancona, dove si chiamano Frappe; Fiocchetti a Montefeltro e Rimini; Galani a Venezia Verona e Padova: Maraviglias in Sardegna. Ma i nomi non finiscono qui… insomma, che siano Sfrappole, Risòle o addirittura Nacatole, quelle strisce sottili di pasta dolce, dai bordi seghettati e lavorate a forma di nodo, uniscono per la gola tutti gli italiani.
Le origini sono da ricercarsi nell’antica Roma, si chiamavano Frictilie ed erano sfoglie di farina di farro, fritte nello strutto e guarnite con miele. Lo zucchero sarebbe arrivato secoli dopo.
Venivano vendute per strada da anziane donne, con il capo cinto di edera, durante le Liberalie, feste organizzate in onore del Liber Pater e della moglie Libera. In quell’occasione, i ragazzi che compivano il sedicesimo anno d’età, con una cerimonia solenne in cui venivano servite le Frictilie, passavano dallo stato di adolescenti a quello di uomini liberi e indossavano la toga virile. Le Liberalie avevano sostituito i Baccanali, giudicati troppo sfrenati e violenti.
L’avvento del Cristianesimo abolì le festività pagane, ma non la voglia di allegria, nacque quindi il Carnevale. Caratteristico era, ed è tutt’ora, il ricorso al fritto, quasi a voler far risaltare l’abbondanza, l’opulenza delle riserve alimentari, in questo periodo di rottura del tempo, in cui si avvicina il passaggio dall’inverno alla primavera, simbolicamente dalla morte alla vita.
Questa è la ricetta tradizionale della mia famiglia, arriva dal Veneto, una ricetta ha reso felicialcune delle nostre generazioni. Provatela!
Ingredienti
500 gr di farina, 3 cucchiai di zucchero, 3 uova, 50 gr di burro, 1 bustina di lievito per dolci, ½ bicchierino di grappa, vino bianco all’occorrenza.
Preparazione
Mettere la farina sulla spianatoia, aggiungere lo zucchero e il lievito e miscelare, formare una montagnola scavata leggermente in centro, rompete dentro le uova e unite il burro sciolto precedentemente a bagnomaria e raffreddato; dopo aver aggiunto la grappa con una forchetta amalgamate l’impasto, successivamente lavoratelo con le mani fino a quando non diventerà liscio e omogeneo, se risultasse troppo duro, aggiungete un po’ di vino bianco.
Formate una palla da cui taglierete dei tranci che andrete a passare varie volte nella macchina per pasta. Dovete otterrete una sfoglia liscia e sottile (foro 1 o 2). Tagliate ora dei rettangoli con la rotella da pasta dentellata, fate un taglio al centro del rettangolo e infilate una cima, tiratela fuori con delicatezza e formate dei fiocchi. Friggetele quindi poche alla volta in abbondante olio extravergine d’oliva girandole di tanto in tanto, quando avranno raggiunto una giusta doratura, asciugate le Bugie sulla carta assorbente, disponetele calde su un vassoio e spolverizzatele con zucchero a velo o in grani.
Con alcuni rettangoli interi potete preparare le bugie ripiene, basta mettere un cucchiaino della vostra marmellata preferita o di Nutella su una metà e richiudere bene i bordi in modo da formare un agnolotto. Friggere sempre in olio d’oliva, sono deliziose!
Portate in tavola il vostro vassoio di Bugie classiche e ripiene e buon Carnevale!
Patrizia Durante
QUEL SAPORE D’ANTICO, ANZI DI NUOVO Next Post:
CERCASI CANDIDATO, PER FAVORE
Ciao Beppe che bello leggerti … ci fai sempre venire tanti rimpianti ora che viviamo a Bergamo!!!
Per noi anche le bugie piemontesi sono una tradizione in occasione del carnevale così come le caramelle gianduia esagonali e le noccioline di Chivasso … grazie!!!