Quando a inizio estate cominciamo a vedere dal fruttivendolo le pesche, la voglia di prepararle ripiene e cotte al forno, diventa ingestibile. Persi pien, ovvero le pesche ripiene, sono un’autentica delizia della cucina piemontese: una vera leccornia!
Questo dolce d’ estate è un’ usanza antichissima in Piemonte, anche se le nonne lo preparavano in modo semplice e un po’ frettoloso: mettevano semplicemente a bollire in pentola, tagliate a grossi tocchi con qualche amaretto sbriciolato, poco zucchero e qualche cucchiaino di cacao. Il risultato era quasi una marmellata che si serviva in ciotole di vetro trasparente. Buonissima, ma l’aspetto era molto poco soddisfacente e appagava poco la vista. Volete mettere con il piacere di osservare una bella pesca spaccata in due con il suo ripieno e servita su un piattino?
Quindi partendo da quei semplici ingredienti, ecco l’ antica ricetta delle pesche ripiene alla piemontese.
Solo un paio di raccomandazioni: le pesche devono essere mature ma sode e compatte, e devono (se possibile) staccarsi facilmente dal nocciolo. Non lesinate sulla qualità degli ingredienti e comperate cacao e amaretti di buona qualità.
Prendete quindi 10 pesche mature, 200 gr di amaretti secchi, 30 gr di cacao amaro e 30 gr di zucchero.
Tritate gli amaretti non troppo finemente, lavate le pesche e dividetele a metà, eliminate il nocciolo e con uno scavino o un cucchiaino,levate un po’ di polpa. Mettela in una ciotola e unitela al trito di amaretti e aggiungete lo zucchero e il cacao, quindi amalgamate con cura. Se le pesche fossero poco mature e il composto risultasse troppo asciutto, aggiungete un po’ di vino Moscato o succo di frutta alla pesca, fino a raggiungere una consistenza morbida ma non liquida. Preriscaldate il forno a 180° (cottura ventilata) e intanto disponete le pesche su una teglia coperta con un foglio di carta da forno, riempitele quindi con il ripieno. Mettete su ciascuna un piccolo fiocco di burro e infornate nel forno caldo per 35/40 minuti. Lasciate raffreddare e servite a temperatura ambiente. Se gradite, sono ottime anche accompagnate da una pallina di gelato alla crema e da un buon bicchiere di Moscato.
Patrizia Durante
SCAFFALE: ALBI E LA CUCINA DI BUROLO E DEL CANAVESE Next Post:
COMPITI DELLE VACANZE, UTILI O TORTURA?