Mancano poco più di quattro mesi per l’elezione del futuro Presidente della Regione Piemonte e non sappiamo ancora chi saranno i candidati. O meglio, se nel campo del centro-destra sembra ormai scontato il nome di Alberto Cirio, sostenuto da tutta la coalizione, nel resto della politica piemontese regna il caos più assoluto. Riunioni a Torino, poi a Roma, incontri pubblici e segreti, autocandidature e stroncature, finora non hanno portato a nulla.
Sembra impossibile, assurdo. Non ne faccio una questione politica o partitica, non mi interessa. Credo che chi si presenti agli elettori con l’intenzione di governare il Piemonte per i prossimi anni, debba essere una persona scelta in base alla propria competenza, autorevolezza, al programma che propone: possibile che non si riesca a trovare una figura del genere? Dobbiamo per forza aspettare sfibranti trattative, bilancini e diktat delle segreterie romane?
Ritengo sia una questione di rispetto per gli elettori. Per scegliere abbiamo bisogno di conoscere e ci vuole il giusto tempo, non una manciata di giorni prima del voto dell’ 8-9 giugno.
Medesimo discorso vale per i sindaci. In primavera saranno centinaia i comuni al voto, per scegliere amministrazione e primo cittadino. Girando per il Piemonte ho raccolto ancora tanta incertezza, dubbi, indecisioni: “mi ripresento?”, “sto pensando di provarci, ma non ho ancora capito cosa voglio fare?”, “assolutamente no, ma se…”
Non è un momento facile per la politica, me ne rendo conto. Mettersi in gioco è una scelta da far tremare i polsi. Ma se vogliamo che le cose cambino davvero, occorre che ognuno ci metta del suo, in base alle proprie competenze e capacità.
La cosa pubblica è di tutti, nessuno escluso.
Presto: i candidati ci mettano la faccia, i nostri media on line sono a loro disposizione per farli conoscere. Gli elettori poi decideranno.
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