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  • SCAFFALE: SANDRI E LA STORIA DELLA VALSUSA E DELLA SACRA

    27 gennaio 2023 • LUOGHI E LIBRI • 1927

    20221224_170858

    Lo spunto di partenza è la grande passione dell’ autore, Sandro Sandri, per la storia della Sacra di San Michele e per i tesori artistici in essa contenuti. Da questi sentimenti iniziali è seguita la voglia di documentarsi e offrire al lettore una rapida lettura c cronologica dei fatti avvenuti in Valsusa nei secoli precedenti all’ edificazione, nonchè della storia che ha portato alla costruzione di questo splendido e maestoso monumento religioso.

    Una delle costruzioni più spettacolari d’ Italia ha affascinato l’ autore fin da bambino che oggi, finalmente, riesce a coronare il suo progetto di scriverne la storia e tutte le suggestioni che la Sacra continua a suscitarer. Appassionato di storia antica, Sandro Sandri ha quindi potuto lavorare a fondo sui decenni che precedettero gli anni 983-987 in cui la Sacra fu edificata, ma poi anche i secoli successivi quando l’ edificio religioso fu ampliato sino ad assumere le caratteristiche di una vera e propria Abbazia, la cui immagine rimane impressa in chiunque attraversi la Valsusa in entrambe le direzioni.

    Un volume di 140 pagine che ha anche uno scopo benefico: attraverso la sua vendita e la sua diffusione (pure come service dei Lions) vuole portare un importante contributo economico proprio alla Sacra di San Michele in un periodo delicato come l’ attuale. Nei lunghi mesi della pandemia, infatti, non ha più beneficiato delle quote d’ ingresso dei tantissimi visitatori – circa centomila l’ anno – che salgono fino ai 962 metri del monte Pirchiriano dove è stata costruita, in un tutt’uno sensazionale con la roccia della montagna.ù

    SANDRO SANDRI

    STORIA DELLA VALLE DI SUSA E DELLA SACRA DI SAN MICHELE

    EDIZIONI ZEROTRE

    26 euro

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  • LA CHIMERA DEI CANTIERI APERTI E FINITI

    26 gennaio 2023 • COSE NOSTRE • 2143

    ASTI-CUNEO

    Cantieri della Tav? Partiranno quest’ anno! Completamento della Asti-Cuneo? Pronto nel 2023! La tangenziale Est di Torino? Si fa! La Pedemontana per collegare Biella? E’ la volta buona! Traforo del Tenda? Ci siamo quasi!

    Mamma mia, ma se tutte queste affermazioni perentorie, sentite negli ultimi giorni, si avvereranno la nostra regione sarà simile a una groviera. Scavi e lavori ovunque e infine avremo un Piemonte ipercollegato con il mondo intero. Il libro dei sogni? Solo tante promesse?. Mi viene qualche dubbio. E allora facciamo qualche esempio.

    Per finire la Salerno-Reggio Calabria ci vollero 12 anni di lavori e un’altra ventina d’anni per il completamento dei quasi 450 chilometri. Alla Asti-Cuneo ne mancano poche decine, ma da 35 anni non si riesce a concludere questa Tela di Penelope. Era il 1990 quando al Summit di Nizza, per la prima volta, i governi francese e italiano siglarono un accordo per un collegamento ferroviario merci veloce fra i due paesi: sono passati 33 anni e nemmeno un metro di tunnel è stato scavato, almeno in Italia.

    E adesso tutto accadrà in questo 2023? Mi vien da storcere il naso. Intanto però alcune cose certe, vere e acclarate, sono già accadute. Il pedaggio sull’incompleta Asti-Cuneo è aumentato (anche se il presidente Cirio e l’assessore Gabuti hanno protestato). L’ autostrada Torino-Bardonecchia è sempre più trafficata da camion e – complici anche gli infiniti cantieri – si va in colonna per decine di chilometri pur pagando tariffa piena. Biella continua a essere raggiungibile solo con la statale fra ininterrotti limiti di velocità. La tangenziale di Torino è una teoria di incidenti ogni giorno e a nulla è servita la riduzione a 110 km orari.

    Ah, come vorrei avere anche in Piemonte la Salerno-Reggio Calabria… dove tutti i 450 chilometri sono GRATIS, senza alcun pedaggio.

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  • EXICA O EREDI BORGNINO, SEMPRE BOUTIQUE DI FRUTTA SECCA

    21 gennaio 2023 • CINQUE SENSI • 2022

    fruttasecca

    Commercialmente si chiama Exica ma tutti a Torino conoscono l’ azienda di frutta secca e disidratata come Eredi Borgnino perché da tre generazionI i Borgnino operano in città e provincia. Fin dai primi anni del ‘900 con la bottega a Porta Palazzo, il mercato all’ aperto più grande d’ Europa. Da quegli anni di strada ne è stata fatta tanta, con varie generazioni di eredi che oggi hanno aperto anche una boutique nel centro di Torino, in via della Rocca, dove la frutta secca vieen esposta come fosse gioielleria o alta pasticceria.

    L’ attenzione alla qualità e alle materie prime è sempre la stessa, maniacale. La frutta secca arriva da tutto il mondo secondo la stagionalità e poi viene venduta e smerciata, soprattutto in inverno quando in Italia il consumo è maggiore.

    Nel laboratorio di Grugliasco arrivano e vengono lavorate nocciole, noci, mandorle, arachidi, anacardi, ma anche ceci, fagioli, fichi, prugne, albicocche e tanto altro Ben di Dio.

     

    Ma, come dicevamo, ora l’ ultima generazione degli Eredi Borgnino punta su nuove forme di vendita, le boutique di frutta secca. Dopo il negozio di Pinerolo, adesso la presenza anche in via della Rocca: qui c’è possibilità di fare aperitivo, ma pure di  mangiare un piatto, sempre a base di un frutto secco, o disidratato.

    Dalla bottega di Porta Palazzo a oggi sono cambiate tante cose ma è sempre medesima la filosofia di Exica, quella di permettere ai propri clienti di vivere un’esperienza immersiva, a 360 gradi,21 gustando i sapori provenienti da tutto il mondo con un’ esplosione di gusti nel palato.

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  • LO SCANDALO DI RONALDO

    19 gennaio 2023 • COSE NOSTRE • 2272

    ronaldo

    7 euro al secondo, 380 euro al minuto, 23 mila all’ora, 550mila al giorno, quasi 4 milioni alla settimana, 16 milioni al mese, 200 milioni all’anno. E’ quanto guadagnerà Cristiano Ronaldo per i prossimi due anni con la squadra calcistica dell’ Arabia Saudita, Al-Nassr. Cifre da capogiro, ma rileggendole con calma, ciò che mi fa più impressione sono quei 7 euro al secondo. Anche quando dorme.

    Non discuto il Ronaldo calciatore: ho ancora negli occhi la rovesciata con la maglia del Real Madrid a Torino contro la Juve o lo stacco di quasi due metri da terra per colpire la palla di testa in una partita contro la Sampdoria.

    Non discuto che l’emiro arabo possa spendere i soldi come vuole.

    Sono suoi.

    Ritengo aberrante che tutto ciò venga reso pubblico e non ci sia nessuno al mondo che si permetta di dire che questo fa schifo. Che è un mondo che sta andando a rotoli, proprio per queste follie.

    Sarebbe fare facile populismo ricordare che, mentre ogni minuto Cr7 guadagna 380 euro, in quello stesso minuto cinque bambini muoiono nel mondo a causa della denutrizione. Con la sua beneficienza, segreta e nascosta, quanti ne aiuterà o salverà il calciatore più pagato al mondo? Chissà? Chi può dirlo? Forse molti di più…

    Facile anche fare il paragone con donne e uomini della stessa età di Ronaldo che passano la vita in laboratorio a ricercare cure contro il cancro e prendono stipendi da fame, dopo aver studiato per decenni. Facile il paragone con altri calciatori che hanno raggiunto la serie A eppure guadagnano, in un anno, molto meno di quello che Cr7 incassa in un giorno.

    Lo scandalo è evidente, ma pare che a nessuno gliene freghi niente.

    Anzi.

    E allora mi piace ricordare la frase di Sadio Manè, affermato calciatore del Bayern Monaco: “Ho sofferto la fame e ho giocato scalzo. Che ci faccio con dieci Ferrari o con due aerei privati? Con i soldi che guadagno ho costruito nel mio paese, il Senegal, scuole e ospedali”.

    Oppure come il grande Pelè che è appena volato in cielo: “I bambini di tutto il mondo che giocano a calcio vogliono essere Pelè. Ho una grande responsabilità nel mostrare loro non solo come essere giocatore, ma anche come essere uomo”.

    Medita Ronaldo, medita. Ma soprattutto meditiamo tutti noi.

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  • SCAFFALE: SCAPARONE E LA GUIDA CURIOSA DI TORINO

    13 gennaio 2023 • LUOGHI E LIBRI • 2256

    20221224_163333

    Dopo “I luoghi segreti da visitare a Torino” la giornalista Sarah Scaparone torna in libreria con una nuova “Guida curiosa ai luoghi insoliti di Torino”. Insomma, il viaggio nel capoluogo sabaudo continua e questa volta andiamo alla scoperta di aree industriali, parchi, antichi palazzi ed eccellenze del gusto.

    C’è il Circolo della magia, ma ci sono anche i luoghi del Toro, i Murazzi di ieri e di oggi al fianco della Torino Barocca, il Museo dell’ Automobile e gli altri luoghi iconici di quella che è stata per decenni la capitale dell’ auto in Italia. Non possono mancare i caffè storici a partire dal classico Bicerin di piazza della Consolata.

    Perchè, come scrive Sarah Scaparone nella sua introduzione, “Torino è un pugno nello stomaco, come la vita”. Lo è per le sue bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche. Ma lo è anche nei suoi borghi operai, nei viali alberati e negli scorci panoramici sulle montagne innevate. In 280 pagine si scoprono angoli e aneddoti di una città che sorprende sempre. Una città da vedere e da gustare, una città che ha radici ben piantate nel passato ma anche sempre uno sguardo al futuro.

     

    SARAH SCAPARONE

    GUIDA CURIOSA AI LUOGHI INSOLITI DI TORINO

    NEWTON COMPTON EDITORE

    14,90 euro

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  • TANTA BELLEZZA NEL NUOVO ANNO

    12 gennaio 2023 • COSE NOSTRE • 2284

    FUOCHIARTIFICIO

    “Soltanto la bellezza salverà il mondo…”. La frase è di Dostoevskij e lo scrittore russo la fa pronunciare, quasi incredibilmente nel 1869, al protagonista del romanzo “L’idiota”.

    Appare quantomeno incredibile come certe idee e certi valori trasmessi dalla letteratura del passato, possano essere intramontabili e straordinariamente attuali. “La bellezza salverà il mondo” è una delle affermazioni che si dovrebbero preservare e difendere, dovrebbero essere affisse per le strade, pubblicate sui giornali, lette all’inizio e alla fine dei telegiornali, pronunciate ogni giorno dagli insegnanti agli studenti.

    La cultura e l’amore per il bello devono pervadere tutta la nostra vita. Ed è il mio augurio per il 2023, per tutti noi e i nostri territori. Se amiamo il bello non gettiamo l’immondizia fuori dai cassonetti, non lasciamo che i nostri cani sporchino sui marciapiede, non imbrattiamo i muri, non alziamo mai troppo la voce, non insultiamo, non restiamo indifferenti di fronte alle sofferenze del mondo, non ignoriamo l’inumanità delle carceri e la crudeltà delle guerre…. E l’elenco potrebbe continuare all’ infinito.

    Ma soprattutto ci adoperiamo, come semplici cittadini o come amministratori pubblici, affinché la bellezza possa essere esaltata. Torino e il Piemonte stanno passando dal grigiore e dalla scarsa valorizzazione del passato a diventare territori belli e ammirati. Occorre continuare su questa strada, ma non soltanto per paesaggi (montagne, colline, laghi) e architetture (case, viali, monumenti, musei) ma anche per la bellezza delle persone, delle idee, delle imprese, delle app.

    Come fare? E’ semplicissimo. Basterebbe chiedersi, per ogni gesto che compiamo o per ogni frase che pronunciamo, “è bello?”. La risposta – sono sicuro – ce la possiamo dare da soli. E la bellezza trionferà e salverà il mondo.

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  • ANCHE NELLE FESTE OCCHI PIU’ GRANDI DELLA BOCCA

    5 gennaio 2023 • COSE NOSTRE • 2184

    sprecoalimentare

    Le sere di Natale e di Capodanno sono sceso in strada per gettare l’ immondizia, compito da sempre assegnato ai maschietti di casa, non so perché… Nel cassonetto in strada mi sono soffermato ad osservare quel che era stato buttato. Un’ infinità di cibo: agnolotti, intere pagnotte, avanzi di arrosto, pezzi di panettone, bottiglie di spumante mezze piene, e tanto altro. Inoltre, la titolare di una gastronomia del centro di Torino mi ha confidato di aver avanzato chili di cibo, ordinato e mai ritirato. Un’ occhiata ai social: ovunque foto di tavole stracolme. Non bastavano un paio di antipasti, un primo, un secondo e il dolce con il brindisi?

    Tanto, troppo cibo sprecato. Siamo la civiltà dei consumi e degli sprechi, ma quest’ anno fa ancora più male. Le immagini che rimbalzano dall’ Ucraina con bimbi e vecchi al buio e al freddo, i senza casa sotto i nostri portici, le file alle mense delle Caritas, le cifre astronomiche delle bollette di gas e luce… nulla tocca i nostri cuori di pietra? Nemmeno a Natale?

    In tutti i servizi dei tg tornano le ritrite frasi sul “Natale al risparmio”, sui “regali utili e poco costosi”, sulle “tredicesime spese per pagare le bollette”… e poi? Sempre nei cassonetti dell’ immondizia – simbolo e segno della nostra società degli sprechi –  montagne di cartoni, confezioni regalo, carte da pacchi, fiocchi colorati. E’ giusto festeggiare anche con doni, è bello far viaggiare Babbo Natale ma quanta accortezza è stata usata? Davvero non abbiamo esagerato? Come ogni anno…

    “Vuol dire che stiamo ancora troppo bene” diceva mia nonna. Non credo, Piuttosto abbiamo l’ ingordigia degli occhi più grandi della bocca. Anche a Natale.

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  • SCAFFALE: GANDUS E “IL SOLE ERA FREDDO”

    30 dicembre 2022 • LUOGHI E LIBRI • 2066

    20221211_130412

    Torino 1972, il commissario Lemonier indaga a partire da quel corpo di “un travestito trovato ucciso fra i rovi del cimitero” come titola il quotidiano La Stampa nell’ edizione del 26 febbraio. Roberto Gandus, sceneggiatore cinematografico e televisivo, ma anche scrittore noir, nelle 150 pagine de “Il sole era freddo” accompagna il lettore fra le stradine del Balon, il parco del Valentino lungo il Po e tanti altri luoghi iconici di Torino.

    La ricerca dell’ assassino porta il commissario Lemonier a scoprire un’ umanità, tutta torinese, di ristoratori, chef, camerieri, portinai, chiromanti, farmacisti… davvero una spaccato di una città che negli Anni Settanta cominciava a sentire i crampi della crisi che sarebbe esplosa negli anni successivi. Una trama che si sviluppa a partire e tutt’ attorno alla trattoria San Giors di Porta Palazzo. Li’ si ritrova il commissario che, per dipanare l’ intricata matassa dell’ omicidio, comincia ad interessarsi della vita degli assidui frequentatori del ristorante. Fino ad arrivare all’ insospettabile assassino.

    ROBERTO GANDUS

    IL SOLE ERA FREDDO

    FRATELLI FRILLI EDITORE

    11,90 euro

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  • TUTTI TIFIAMO PER LA MONTAGNA

    29 dicembre 2022 • COSE NOSTRE • 2592

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    Un avvio con i fiocchi per la stagione sciistica delle montagne piemontesi. Attorno ai primi di dicembre è arrivata una sostanziosa precipitazione e, quindi, un sufficiente strato di neve per fare il cosiddetto “fondo”. I 20-30 centimetri di coltre bianca, gelando con le basse temperature della notte, sono perfetti per creare quella base che potrà garantire piste aperte per tutta l’ annata. Inoltre, sono state alimentate le falde acquifere da cui si attinge per sparare con i cannoni la neve programmata. Insomma, ci sono tutte le premesse per l’ inverno della riscossa.

    Infatti, dopo un paio d’ anni di chiusure per covid e dopo la stagione passata caratterizzata dall’ assenza di neve, tutta l’ economia della montagna ha bisogno del ritorno in massa di turisti e sciatori. Il settore del turismo in Italia vale dai 9 ai 10 miliardi di euro, quindi una bella fetta è appannaggio del Piemonte. Bisogna, però, anche fare i conti non solo con la neve e il meteo ma con l’ incremento dei prezzi. Un giornaliero nelle stazione sciistiche delle nostre Alpi costa tra i 30 e i 45 euro: quindi, una famiglia per trascorrere una domenica sulle piste deve sborsare circa 200 euro, a cui bisogna aggiungere i costi del viaggio, dell’ abbigliamento, del vitto. Insomma, un bel salasso.

    Eppure  occorre tifare perchè le nostre montagne vivano una stagione assai fruttuosa. Non solo per i gestori degli impianti, ma anche per tutti coloro che vivono in montagna, margari, contadini, commercianti, ristoratori, albergatori. La salute e il benessere dei nostri monti sono una ricchezza anche per chi vive in città e in pianura. Parliamo della tutela ambientale di boschi, pendii, vallate. Ormai abbiamo capito tutti che lo spopolamento delle borgate alpine ha conseguenze pesanti per tutti. Perciò FORZA MONTAGNA e speriamo in tanti pienoni durante le Feste.

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  • NON È UNPAESE PER CICLISTI

    22 dicembre 2022 • COSE NOSTRE • 2373

    incidentebicicletta

    A destare scalpore è stato il caso di Davide Rebellin, perché atleta vincente, famoso. E da quel tragico caso, si è riaperto il dibattito sulla sicurezza per chi viaggia su due ruote nelle nostre strade. I numeri sono allarmanti: nel 2021 sono morte oltre 200 persone in bicicletta; ogni 35 ore, in Italia, un ciclista viene ucciso, una fotografa per difetto, in quanto non vengono conteggiate le vittime di incidenti stradali che muoiono settimane dopo il tragico evento, a causa delle ferite riportate.

    Mancano dati precisi sul numero di investimenti in città e fuori dai centri abitati, ma basta un dato per capire qual è la situazione italiana. Le principali 14 città metropolitane hanno in media appena 1,5 chilometri di ciclabili per diecimila abitanti, un quarto delle città capoluogo non raggiungono il chilometro. A Helsinki, per fare un paragone, ci sono 20 chilometri, mentre Amsterdam e Anversa arrivano a 15.

    Ma non è soltanto un problema di assenza di piste ciclabili. Quelle esistenti sono spesso pericolose perché progettate e realizzate male.

    Poi ci sono la maleducazione, la guida spericolata, il mancato rispetto del codice della strada da parte degli automobilisti. Tutto vero, da sottoscrivere.

    In un recente incontro, però, Filippo Ganna, plurimedagliato della bici ha così tuonato: “Prendiamoci le nostre responsabilità. Quante volte, spesso di domenica, mentre mi alleno su strade provinciali e statali, incrocio gruppi di ciclisti che viaggiano in fila per tre, o addirittura per quattro. Io gli urlo dietro, impreco”. Aggiungendo poi che occorre imparare ad andare in fila indiana, a rispettare le regole della strada, a non occupare il centro carreggiata, a non fare manovre imprudenti, a non viaggiare di notte o nella nebbia senza gli opportuni strumenti di visibilità. E se lo dice il più veloce ciclista al mondo.

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