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  • FACCIAMOCI FURBI, BEVIAMO E BRINDIAMO PIEMONTESE

    18 dicembre 2021 • CINQUE SENSI • 3573

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    Sono sempre più frequenti le occasioni per pranzio cene importanti. Un consiglio, anzi una raccomandazione. Beviamo e brindiamo piemontese. In queste occasioni c’è sempre qualcuno che – pensando di far colpo – tira fuori una bottiglia di Brunello o di Chianti, Amarone o Prosecco, Champagne o Nero d’ Avola.
    E allora io dico, facciamoci furbi e non temiamo di fare i campanilisti. I nostri Baroli e Barbareschi sono i re dei vini. Ma, se vogliamo parlare di rossi, i nostri piatti saranno arricchiti da Barbera, Freisa, Dolcetto, Ruchè, Grignolino, Gattinara, Nizza, Bonarda, Pelaverga e l’ elenco potrebbe continuare. In fatto di bianchi figurone garantito con Arneis, Gavi, Erbaluce, Cortese, Chardonnay.
    E siamo alle bollicine: un trionfo con Asti secco, Asti Spumante, Moscato e infine il recentissimo Alta Langa che io prediligo.
    Abbiamo la fortuna di vivere in una terra privilegiata con un patrimonio enologico da far tremare di invidia il mondo intero.

    Quindi facciamoci furbi: valorizziamolo e esaltiamolo. Daremo anche una grossa mano ad un settore produttivo importante per il Piemonte.
    Perciò auguri per le prossime feste natalizie con l’ invito e la raccomandazione a tutti di dar vita a tanti cin cin, tutti piemontesi.

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  • SCAFFALE: L’INNOCENZA DEL LUPO DI DUBERTI

    17 dicembre 2021 • LUOGHI E LIBRI • 2246

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    NIcola Duberti, scrittore 50enne di Mondovi`, da sempre si dedica alla dialettologia, compone versi in lingua piemontese sulla quale tiene corsi all’ Università di Torino.

    Forse anche per questa ragione il suo romanzo “L’ innocenza del lupo” è infarcito di frasi dialettali, nella lingua quasi incomprensibile dell’ Alta Valle Stermasca, entroterra savonese, verso la Valle Bormida. Frasi, con tanto di traduzione immediata, che introducono il lettore in un mondo arcano, quello di Stermato paesino di montagna fra Liguria e Piemonte, fra Medioevo e modernità, fra contadini e turisti.

    Un ragazzo genovese scompare, viene ritrovato orribilmente assassinato e scattano le indagini e il clamore mediatico travolge la Valle Stermasca. La narrazione ruota attorno ad Anna Vinai, architetta fuggita dalla città per rifugiarsi a Stermato, con chissà quali segreti che cerca di nascondere fumando una sigaretta dopo l’ altra. Una girandola di colpi di scena, apparenze che ingannano, indagini dei carabinieri e presunti scoop degli inviati delle tivù nazionali. Il colpevole è il lupo o lo spazzìno africano?

    Un giallo apparente, uno scorcio affascinante su un paesino e una valle che sembrano creati dalla fantasia ma che esistono a centinaia fra le nostre montagne.

    NICOLA DUBERTI

    L’INNOCENZA DEL LUPO

    PENTAGORA EDITORE

    14 euro

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  • LICEO CAVOUR E COMMISSIONE EUROPEA,MA SIAMO TUTTI MATTI?

    16 dicembre 2021 • COSE NOSTRE • 2367

    scuola2

    In nome dell’inclusività la Commissione europea è arrivata a cancellare il Natale invitando – in una prima stesura – a non utilizzare la frase «il periodo natalizio può essere stressante» ma dire «il periodo delle vacanze può essere stressante». Inoltre, c’era anche l’invito a usare nomi generici invece di «nomi cristiani» perciò, invece di «Maria e Giovanni sono una coppia internazionale», bisognerebbe dire «Malika e Giulio sono una coppia internazionale».

    La motivazione di questo documento (riservato, poi le polemiche, quindi ritirato e verrà ripresentato, corretto) era quella di non disturbare la coscienza dei non cristiani.

    Il liceo classico Cavour, colonna storica dell’istruzione torinese, ha deciso di fare un passo avanti nelle questioni di genere: nelle comunicazioni ufficiali non utilizzerà più sostantivi e aggettivi connotati, ma l’asterisco. In altre parole, non più “studente”, ma “student*”, non “iscritti”, ma “iscritt*”, non “ragazzi” ma “ragazz*”.

    Cosa dire? Non ho parole.  Non ne faccio questioni politiche o partitiche. È solo questione di buon senso e conoscenza della nostra storia. Aspettiamo di rileggerlo con le correzioni della Commissione, ma intanto vogliamo ribadire che le radici dell’Europa sono cristiane, non dimentichiamolo. Trovo giusto rispettare tutti i credo religiosi. Mi sento vicino agli islamici quando celebrano il Ramadan e condivido che esistano luoghi pubblici per i loro culti. Ma chiedo la reciprocità: Natale e Pasqua sono le feste centrali della Cristianità e pretendo vengano riconosciute e festeggiate pubblicamente.

    Ho i capelli brizzolati e quindi ricordo che, quando frequentavo le elementari, c’erano ingressi separati per maschi e femmine. Quella sì era discriminazione, ma oggi Filippo è uno studente e la sua compagna di banco, Elena, una studentessa. La parità di genere non passa attraverso queste sciocchezze, ma dall’insegnamento del rispetto reciproco qualunque sia il sesso, la religione, il colore della pelle, le tendenze affettive.

    È proprio sul tema del rispetto di chi ci sta accanto, o dall’altra parte del mondo, che deve passare l’impegno degli insegnanti e dei politici.

    Altrimenti mi viene da pensare che stiamo diventando tutti matti!

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  • MONTAGNA E SCI, PRONTI PER LA STAGIONE INVERNALE?

    9 dicembre 2021 • COSE NOSTRE • 2072

    ciaspole

    Il turismo di montagna sta ripartendo dopo il periodo nero legato alla pandemia. In estate c’è stato un aumento del 19% degli arrivi e del 23% delle presenze. A poche settimane dalla riapertura dell’intero sistema sciistico piemontese, gli operatori sono ai blocchi di partenza, nella speranza che il 2022 segni il ritorno dei turisti statunitensi e nella nostra regione è atteso un boom di ospiti dalla Svezia, stando alle previsioni di VisitPiemonte.

    Ora abbiamo i voli dall’estero, grazie all’arrivo di Ryan Air a Caselle, che non può che far bene a un comparto turismo di montagna piemontese che nel 2019 valeva 1,3 milioni di arrivi e 3,5 milioni di presenze. Il solo settore dello sci vale tra 500 e 720 milioni di euro a stagione, grazie a 54 stazioni e 557 piste per oltre 1.400 chilometri di sviluppo. Una ricchezza però ancora sottoutilizzata, rispetto ad altre regioni dell’arco alpino, specie tra Svizzera e Austria.  Occorre sviluppare servizi e qualità ricettiva, così come l’outdoor e il turismo sportivo che da solo, in Italia, vale 6 miliardi. Anche perché la concorrenza non sta a guardare. Valle d’Aosta, Francia e Nord Est italiano stanno velocemente conquistando quote.

    La neve è già arrivata, e in alcune zone in abbondanza. In Piemonte, dalle Alpi Cuneesi fino all’Ossola, abbiamo una catena montuosa da far invidia al mondo. Da Limone a Bardonecchia, da Sestriere a Prato Nevoso, da Frabosa ad Alagna, soltanto per citare alcune stazioni sciistiche, ovunque si è pronti per la stagione dei record. Un’occasione da non perdere per gli sportivi, per gli amanti della neve e delle montagne, per gli operatori turistici, per l’economia della nostra regione. Nella speranza che la nuova variante Covid non ci metta lo zampino,.09

     

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  • ALLA SCOPERTA DI VINI E VITIGNI RARI

    4 dicembre 2021 • CINQUE SENSI • 3334

    Baratuciat-vite

    Il Piemonte è famoso nel mondo per i suoi vini nobili, Barolo, Barbaresco in primis. Poi ci sono altri vini, forse non altrettanto famosi, ma ugualmente apprezzati e conosciuti: Barbera, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Moscato, Asti, Ruchè, Pelaverga, Erbaluce, Bonarda, Carema… e ne dimentico sicuramente qualcuno.

     Ma pochi sanno che la nostra regione ha una ricchezza – infinita quanto semisconosciuta –  di vini e vitigni rari. Piccole coltivazioni e produzioni ridotte che però rappresentano un tesoro da scoprire e valorizzare.

    Alle porte di Torino, sui pendi della Sacra di San Michele, è nata l’ Associazione tutela Baratuciat e vitigni minori. Il Baratuciat è un vino bianco che nasce in circa 8 ettari di vigneti nei territori della bassa Valsusa fra Trana, Buttigliera, Condove, Giaveno, Villarbasse: vinificato in purezza, ha profumi erbacei di sambuco, mela e eucalipto, ben strutturato..si beve che è un piacere.

    Se ci spostiamo in provincia di Cuneo ecco la Nascetta di Novello, vitigno semiaromatico coltivato in 85 aziende vitivinicole per un massimo di 390mila bottiglie. Il vino si accompagna bene con  antipasti freddi, formaggi, pesce crudo, crostacei e carni bianche.  Dall’ Astigiano arriva il Gamba di Pernice coltivato nei vigneti di Calosso, un rosso con profumo speziato, morbido al palato, di medio corpo tendenzialmente amarognolo. Quest’ anno viene messo in commercio, dopo 3 anni di affinamento, il prodotto del 2016, poche migliaia di bottiglie da non perdere.  E ancora l’ astigiano Uveline Uceline, vino di lusso che un tempo si regalava al dottore, al parroco, al podestà o al farmacista.

    Solo per citarne altri – sempre segnalati dalla Coldiretti – per la provincia di Alessandria il Slarina o Cellerina della Val Cerrina e dal Vercellese il Clone Cobianco di Ghemme.

    Insomma, è una vera e propria caccia al tesoro quella che si può fare alla ricerca di vitigni e vini rari del nostro Piemonte. L’ invito è di provarli e di segnalarcene altri.

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  • SCAFFALE: BLINI E I DELITTI DEL DRAGONE

    3 dicembre 2021 • LUOGHI E LIBRI • 2750

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    Arrivati all’ ultima pagina dell’ ultimo romanzo di Maurizio Blini, “I delitti del Dragone”, si ha la netta sensazione che stia per succedere  qualcosa di importante. O meglio,  che stia per finire un capitolo del percorso narrativo dello scrittore torinese.  Chissà se la nostra intuizione è giusta? Alessandro Meucci, dirigente della Squadra Mobile, e Maurizio Vivaldi, ex poliziotto e oggi investigatore privato, lavoreranno ancora insieme? Saranno sempre i protagonisti delle indagini narrate da Maurizio Blini? Ai posteri….

    Per intanto godiamoceli alle prese con la mattanza di una famiglia cinese in una palazzina di via Servais a Torino e con un ordigno esploso a Chiomonte, nel cantiere della Tav. Due fatti di sangue che accadono praticamente in contemporanea, a pochi giorni da Capodanno. I due episodi sono collegati fra loro? E’ puramente casuale la coincidenza temporale? Ci sono collegamenti fra Torino e Chiomonte?

    Indagini paradossali, difficili, che mettono a dura prova la resistenza fisica e psichica di Meucci e Vivaldi. Gli assassini e i mandanti vanno cercati lontano? In Oriente? Oppure vicino? Molto vicino? Troppo vicino?

    Tanti quesiti che Blini scioglie nel suo noir, lasciando però aperto e pieno di incognite il futuro dei due protagonisti.

    MAURIZIO BLINI

    I DELITTI DEL DRAGONE

    FRATELLI FRILLI EDITORI

    14,90 euro

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  • CHE NATALE SARA’?

    2 dicembre 2021 • COSE NOSTRE • 2490

    albero natale

    Fra un mese sarà Natale. Sicuramente saranno festività diverse dall’anno scorso quando eravamo in piena emergenza pandemica, bloccati in casa, con limitazioni alla frequentazione di hotel, ristoranti, locali. Piste da sci chiuse. Economia e turismo in ginocchio.

    A distanza di 11 mesi molto è cambiato, grazie alla campagna vaccinale, anche se la nuova ondata non ci garantisce ancora sicurezza negli spostamenti, nei ritrovi, nelle feste, in casa o fuori. Per questo è difficile oggi, quando manca un mese, immaginare che Natale sarà.

    Quel che nessun provvedimento e nessun virus può cambiare, però, è il Natale nei nostri cuori. Dopo quel che abbiamo vissuto , dovrebbe essere scontato riempire le Festività di veri valori spirituali. Pace, fratellanza, amore, ma anche solo gentilezza e un sorriso sono gli ingredienti indispensabili per il vero Natale.

    Ma visto che Natale è anche corsa ai regali, perché non cominciare a sceglierli per tempo e quindi con il cuore. Magari privilegiando i prodotti del nostro territorio, acquistati nei negozi di paese e di quartiere piuttosto che su piattaforme internet. Un consiglio? In giro per il Piemonte ci sono tanti mercatini di Natale; , visitateli. Ho partecipato ad Asti all’ apertura del Magico Paese del Natale, uno tra i piu grandi d’Europa con le sue 120 casette. Dopo Asti, la manifestazione si sposterà a Govone, a San Damiano e infine a Prato Nevoso. Fateci un salto e magari potrete  cominciare a respirare l’aria del Natale, quello vero.

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  • MA CI RICORDIAMO DI UN ANNO FA?

    25 novembre 2021 • COSE NOSTRE • 2263

    TUTTOBENE

    Prendiamo un giorno qualsiasi della prima decade di novembre 2020, un anno fa. Andiamo a rileggere i dati Covid in Italia. 34.505 i nuovi casi contro i 6.764 di quest’ anno, 23.256 ricoveri l’ anno scorso mentre nel medesimo giorno del 2021 sono stati 3.124, 2.391 i ricoverati in terapia intensiva contro 395, 445 i decessi contro i 51 di quest’ anno.  Veniamo al nostro Piemonte: la positività in seguito a tampone è passata dal 26 per cento all’ 0,7 per cento, i malati in terapia intensiva sono scesi da 304 del 2020 ai 25 di quest’ anno, 64 le vittime nella nostra regione un anno fa contro i 6 dello stesso giorno di quest’ anno.

    Insomma, non sono soltanto molti di meno i contagiati, ma soprattutto la malattia colpisce in forme meno gravi e fa un numero enormemente inferiore di vittime.

    Lascio ai virologi e agli esperti l’ analisi di queste cifre, mi limito ad rileggere le statistiche e rilevo che  in Piemonte l’ anno scorso i vaccinati erano lo 0 per cento contro l’ 81 per cento del 2021.

    Cioè, tanto così per rinfrescare la memoria: ci ricordiamo le condizioni in cui eravamo soltanto 12 mesi fa? In piazza scendevano commercianti, maestri di sci, operatori turistici, gestori di palestre e di locali di divertimento per protestare contro le chiusure, i mancati ristori, le difficoltà della nostra economia. Oggi in piazza vanno coloro che protestano per la mancata libertà dei green pass e per i pericoli del vaccino. Ma ci rendiamo conto di quanto è assurda questa situazione? Senza la campagna vaccinale saremmo nella medesima situazione del 2021 con centinaia di decessi ogni giorno.

    Immagino già tutte le reazioni e gli insulti. Tanto è inutile: impossibile ragionare anche di fronte a queste cifre. Perché – come recita il proverbio – non c’ è peggior sordo di chi non vuol ascoltare.

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  • SCAFFALE: BEZZON E “LEGAMI DI SANGUE”

    19 novembre 2021 • LUOGHI E LIBRI • 2082

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    Dall’ Albania a Torino al piccolo comune di Valsolda, in provincia di Como al confine con la Svizzera, e infine a Milano L’ ultimo romanzo giallo di Emiliano Bezzon si snoda fra queste località così diverse tra loro. E’ una nuova indagine di Giorgia Del Rio e Doriana Messina chiamate a investigare sulla morte – apparentemente un suicidio  – di un ragazzino.

    Il fascicolo viene presto archiviato, ma i genitori di Ilmi non credono al suicidio di un ragazzino che andava bene a scuola, innamorato dei libri e affidano i loro timori e dubbi al parroco di Valsolda. E’ lui a chiamare in causa la psicologa-detective Del Rio. Avevano ragione loro, i genitori, ma purtroppo per quella famiglia di immigrati albanesi i guai sono appena cominciati.

    Per andare a fondo della vicenda la psicologa deve trasferirsi a Torino dove la famiglia di Ilmi – appena giunta dall’ Albania – è vissuta a lungo e apparentemente ben integrata. Apparentemente, appunto…

    Bezzon con la sua agile scrittura ci guida attraverso il complesso mondo dell’ immigrazione (come non ricordare i barconi di albanesi che arrivavano a Bari nel 1991), l’ integrazione nelle grandi città ma anche quella assai più complicata nel piccolo paesino di Valsolda. Difficoltà che culmineranno in tragedia.

    EMILIANO BEZZON

    LEGAMI DI SANGUE

    FRATELLI FRILLI EDITORE

    12,90 euro

     

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  • TRA CIMITERI DESERTI, RAVE E HALLOWEEN

    18 novembre 2021 • COSE NOSTRE • 2194

    cimitero

    Quand’ero piccolo, ma anche da ragazzino e giovanotto, i miei genitori mi portavano a fare il giro dei cimiteri. Un saluto, un fiore, una preghiera per i nonni, gli zii, amici e parenti che “erano andati avanti”, mi spiegavano.

    Sono passati decenni, parecchio argento ha colorato i miei capelli, ma quel rito non ho mai smesso di ripeterlo. Ancora di più adesso che al camposanto ci sono anche papà e mamma. So benissimo che non sono lì, che lì c’è soltanto povere… ma non riesco a far passare i giorni dei Santi e dei Defunti, senza visitare le loro tombe.

    Negli ultimi anni ho notato un progressivo svuotamento dei cimiteri, sempre meno gente e cresce il numero delle tombe in stato di semiabbandono. Le persone che incontro fra i vialetti sono sempre e solo anziane.

    Nel frattempo, nei tg e sui giornali, fioccano immagini e notizie di affollate feste di Halloween o delle migliaia di giovani che, alle porte di Torino, hanno partecipato ad un rave party.

    Ecco dov’erano finiti i nostri giovani, i nostri ragazzi.

    Per la carità, nessun moralismo, nessuna predica. Solo un po’ di mestizia nel vedere quelle tombe in stato di degrado, magari con fiori secchi o finti e sbiaditi, e la gente in giro con maschere e zucche a cantare “dolcetto o scherzetto”.

    Ma non basta, non basta mai. Alla tivù ho visto una manifestazione a Novara dei “No green pass” vestiti come i deportati dei campi di concentramento. E sono stato travolto dallo sconforto e dalla rabbia.

    “Una passeggiata al cimitero è una lezione di saggezza, quasi automatica” ha scritto il filosofo Emil Cioran, forse bisognerebbe rifletterci.

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