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  • GLI EFFETTI COLLATERALI DEL COVID

    5 agosto 2021 • COSE NOSTRE • 2350

    mascherine

    La pandemia ha lasciato stati di ansia, tensione e stress nella popolazione piemontese al punto che uno su due (il 57 per cento, per l’ esattezza) pensa che potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo. Lo rivela l’ Osservatorio della Reale Mutua Group sul welfare.

    Secondo Invalsi, lo stato sulla preparazione degli studenti, la scuola italiana (e i dati di quella piemontese sono in linea con quelli nazionali) ha perso terreno, con la pandemia che ha lasciato un solco profondo negli apprendimenti. Alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto il livello di accettabilità in italiano. Male anche in matematica, dove il 44% dei ragazzi usciti a giugno dalla terza media non ha raggiunto le competenze minime.

    Forse la colpa è della Dad (didattica a distanza) di questi ultimi mesi con tante scuole chiuse e gli studenti a seguire le lezioni da casa e attraverso il computer.

    Da un anno e mezzo a questa parte, quando parliamo di Covid, l’attenzione sembra concentrata esclusivamente sul numero dei contagi, dei decessi, delle persone in terapia intensiva, oppure sulle pesanti ricadute economiche conseguenza della pandemia e dei vari lock-down.

    Ci sono però altri effetti collaterali (come quelli appena citati) non meno pericolosi. E’ cresciuto a dismisura il consumo di ansiolitici, tranquillanti, sonniferi. I nostri ragazzi hanno perso terreno in termini di conoscenze e di apprendimento. E’ in aumento il numero degli anziani che confessano di avere paura ad uscire e relazionarsi con gli altri.

    Prima o poi usciremo dall’emergenza Covid e dalle sue varianti, ma dovremo fare i conti con tutte queste problematiche.

    Insomma, il Covid ha davvero cambiato le nostre vite e chissà quando torneremo ad una parvenza di normalità.

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  • LO SCAFFALE: LE DUE CHIESE DI SEBASTIANO VASSALLI

    30 luglio 2021 • LUOGHI E LIBRI • 2371

    Closeup of man using laptop in cafe grayscale

    IL Macigno Bianco è il Monte Rosa o il Monte Bianco? Rocca di Sasso è un villaggio ai piedi del Monviso?  Sebastiano Vassalli in questo suo romanzo non svela il mistero, ma chiunque – leggendolo – potrà  immedesimarsi e dare la sua risposta.

    La trama si snoda per quasi un secolo, dalla Prima Guerra Mondiale ai nostri giorni. Tutta in questo piccolo paese di montagna all’ombra del Macigno Bianco che però è la metafora della vita universale. Le storie dei suoi abitanti, all’apparenza semplici e anonimi, ma che invece sono la metafora dell’umanità intera. Il maestro Prandini, socialista, volontario in Guerra, mutilato, poi gerarca fascista e infine deputato. Anselmo, detto Ansimino, autista dal cuore grande e con l’intelligenza del fare pratico. Poi tanti altri, uomini, donne, preti, sindaci, ristoratori, albergatori, traditori, tutti con un proprio soprannome, com’era usanza in tanti villaggi del nostro Piemonte

    Una storia corale di una comunità che segue passo passo le vicende della Storia (quella con la esse maiuscola) soltanto attraverso le notizie che arrivano con la corriera che ogni giorno arriva a Rocca di Sasso. La scrittura straordinaria di Vassalli pennella amori, tradimenti, pettegolezzi, lutti e aspre scene di guerra. Una guerra che vede contro – inconsapevoli e involontari – gli abitanti delle due valli che scendono dal Macigno Bianco. Due popoli simili, fors’anche amici, ma che le assurde logiche del conflitto bellico mettono contro, seminando dolore e morte.

    Storie commoventi e coinvolgenti, punteggiate dalla parlata tipica del dialetto montanaro delle valli piemontesi.

    SEBASTIANO VASSALLI

    LE DUE CHIESE

    BUR RIZZOLI o GEDI EDITORE

     

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  • STELLANTIS A TERMOLI, MIRAFIORI DESERTA

    29 luglio 2021 • COSE NOSTRE • 2697

    MIRAFIORI

    Vent’anni fa i dipendenti che lavoravano a Mirafiori erano circa 45 mila. Oggi si parla di poche migliaia, impossibile ottenere un numero esatto. Ma, diciamo, che si aggirano fra i 4 e i 10mila. Insomma, nell’ arco di due decenni è sparita – sotto i nostri occhi, senza che ce ne accorgessimo e nel silenzio assoluto – una città di poco meno di 40mila persone.

    È di questi giorni la notizia che Stellantis, il marchio frutto delle nozze fra FCA e Peugeot-Citroen, aprirà una giga-factory per la realizzazione di batterie per auto elettriche a Termoli. Oltre 30 miliardi di euro di investimenti per lo stabilimento in provincia di Campobasso dove la fabbrica dei motori a benzina con 2.500 dipendenti è ferma da maggio.

    E Torino e il Piemonte capitali dell’auto? Un mesto ricordo.

    Qualche levata di scudi da parte della sindaca Appendino e del presidente Cirio, ma per il resto tutto è caduto sotto silenzio. La scelta di privilegiare la realtà industriale molisana pare sia dettata da una serie di favori (in termini di defiscalizzazioni) che il governo avrebbe assicurato al colosso italo-francese in cambio della scelta di Termoli.

    E intanto Mirafiori è sempre più deserta.

    Girandoci attorno, a piedi o in auto, ci prende lo scoramento. In passato fu il più grande complesso industriale italiano, nonché la fabbrica automobilistica più antica in Europa. Occupa una superficie di 2 milioni di metri quadrati. Al suo interno si snodano 20 chilometri di linee ferroviarie e 11 chilometri di strade sotterranee che collegano i vari capannoni. Dal 2018 e per tutto il 2019 l’unico modello ad essere costruito nella fabbrica è stato il suv Maserati Levante, dal primo semestre del 2020 vi viene anche assemblata la Fiat 500 elettrica.

    La scelta di Termoli non solo declassa definitivamente Mirafiori a deserto nel cuore di Torino, ma penalizza tutto l’indotto auto del Piemonte, già depauperato e messo a dura prova nel corso degli anni.

    Eravamo la capitale dell’automobile, oggi solo capannoni vuoti.

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  • BASTA AUTO E MOTO SULLE NOSTRE MONTAGNE

    22 luglio 2021 • COSE NOSTRE • 3041

    STRADEMONTAGNA

    Esiste un patto non scritto, ma mai tradito nel corso dei millenni. La natura dà, l’ uomo cura e – se riesce – restituisce.

    Un teorema che mi è tornato alla mente quando, passeggiando per le nostre montagne, sentivo il rombo di auto e moto che arrancavano su per sterrate e tornanti. Poi, giunti al pianoro, ecco decine e decine di vetture parcheggiate quasi l’ una sull’ altra, quasi come alla domenica di fronte allo stadio. Una domanda: cosa danno e cosa restituiscono quegli automobilisti e quei centauri alla natura, alla montagna? Nulla, se non gas di scarico, inquinamento, polveri sottili.

    E allora dico: stop!

    Fermiamo l’ invasione di mezzi a motore sulle nostre splendide montagne. Cime, pianori, boschi, ruscelli, sentieri sono sinonimo di silenzio, aria pura, natura. Perciò l’ invito a tutti noi: impariamo a lasciare i mezzi a valle e scegliamo percorsi alla nostra portata per goderci panorami salubri e mozzafiato. Ma l’ invito è anche rivolto alle amministrazioni comunali e alle comunità montane: è sufficiente istituire aree parcheggio attrezzate e a pagamento per poi garantire il trasporto in quota di turisti e escursionisti tramite navette e bus elettrici.

    La montagna è di tutti, ma non per tutti. C’è un’ infinità di possibilità per gite e giornate alpine, c’è l’ opportunità di usufruire di mountain-bike e bici elettriche. Non si vuole negare l’ opportunità a nessuno di salire in quota o fare picnic. Basterebbe eliminare i mezzi a motore. Sarebbe già una grande conquista e un gesto di profondo rispetto per quella natura che tanto ci regala e che merita qualche nostro sacrificio.

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  • LO SCAFFALE: DANNATI PER SEMPRE DI CALATHOPOULOS

    16 luglio 2021 • LUOGHI E LIBRI • 3269

    Dannati per sempre

    “La realtà quotidiana supera qualsiasi finzione. Basta saperla interrogare”. La frase di uno dei protagonisti del romanzo di Nicola Calathopoulos catapulta il lettore, immerso in una trama storica, nella vita di tutti i giorni. Quante volte ci siamo scontrati con fatti di vita e di cronaca assai più incredibili di quanto leggiamo nei romanzi.

    Nicola Calathopoulos, cavallo di razza dell’ informazione (vicedirettore di NewsMediaset dopo aver guidato le redazioni di SportMediaset, Tg4 e Tgcom24), si è cimentato nella scrittura di “Dannati per sempre”, opera che spazia dal giallo all’ironia, ma sempre in un mondo che appare lontano dalla realtà. Ma, appunto, appare. Soltanto. Perchè Mauro Delgado, Gonzalo Carbonell e gli altri personaggi – attraverso i quali si dipana il plot del romanzo – sono veri, autentici, ci si può riconoscere nella loro misantropia, nel loro desiderio di un mondo diverso, più bello, meno banale.

    Tutto ruota attorno alla ricerca – quasi fosse un giallo – dell’ identità di Ferdinand Celouis, pseudonimo dietro il quale si cela l’ autore di un best-seller mondiale. Una trama che da Barcellona ci porta a Parigi, a Milano, a Montpellier e al Palazzo dei Papi di Avignone o all’albergo ricostruito tale e quale a quello voluto da Benedetto XII. Quasi un’ investigazione che avvince il lettore e lo guida in escursioni nel mondo della letteratura, dell’ accademia universitaria e del giornalismo. La caccia all’identità dell’ autore segreto si conclude con un colpo a sorpresa, un escamotage inaspettato che va riconosciuto al romanzo di Calathopoulos.

    Ultima annotazione:  questa rubrica “Lo scaffale” è riservata ad autori, case editrici o trame esclusivamente piemontesi. E’ stata fatta un’ eccezione per “dannati per sempre” in virtù dell’ amore che Calathopoulos da sempre riserva alle nostre Langhe. Al punto d’ aver celebrato la sua festa di nozze proprio in questo meraviglioso pezzo del Piemonte.

    NICOLA CALATHOPOULOS

    DANNATI PER SEMPRE

    MINERVA EDITORE

    18 euro

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  • ETICHETTA CONSAPEVOLE PER RIDURRE LO SPRECO DI CIBO

    15 luglio 2021 • COSE NOSTRE • 2879

    Roma, 31 mag. (askanews) - Vola il carrello della spesa. A maggio i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,8% su base mensile e dell'1,9% su base annua (in accelerazione da +1,2% registrato ad aprile). E' la stima preliminare dell'Istat.

	I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto salgono dello 0,8% in termini congiunturali e del 2,1% in termini tendenziali (in accelerazione da +1,4% del mese precedente).

     

    Lo spreco alimentare è un problema quanto mai attuale: nel solo 2020 sono state infatti sprecate più di 1.5 milioni di tonnellate di cibo a livello domestico.

    Secondo un’indagine di Altroconsumo, il 32% degli intervistati, si trova a gettare il cibo proprio perché deteriorato o non consumato in tempo. In Europa il 53% dello spreco alimentare avviene proprio a livello domestico e le date di scadenza sono responsabili del 10% delle 88 milioni di tonnellate di cibo gettati lungo la filiera alimentare. Il problema dello spreco alimentare può sembrare quindi molto, troppo più grande di noi, ma bastano piccoli cambiamenti delle nostre abitudini per fare la differenza. Come?

    Con un esame più attento delle etichette sui cibi.

    Secondo il Regolamento Europeo tra le informazioni obbligatorie contenute sulle etichette degli alimenti c’è infatti l’indicazione della data di scadenza o del termine minimo di conservazione. La prima, indicata con la dicitura “da consumare entro”, viene utilizzata nel caso di alimenti deperibili e che quindi potrebbero costituire un rischio per la nostra salute, se consumati dopo la data indicata sulla confezione.

    Il termine minimo di conservazione, espresso con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, indica invece la data fino a cui il produttore garantisce che il prodotto, se adeguatamente conservato, manterrà le proprietà organolettiche con cui è stato messo in commercio: e qui dobbiamo imparare a far intervenire i nostri sensi e valutare l’aspetto dell’alimento, il gusto, l’aroma o la fragranza.

    Una differenza sottile ma sostanziale.

    È sbagliato quindi gettare il cibo dopo la data scritta sulla dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”, senza aver fatto un’attenta valutazione.

    Sono tante le nazioni in Europa e parecchie le aziende in Italia che stanno aderendo alla campagna ETICHETTA CONSAPEVOLE per educare il consumatore ed evitare lo scandaloso spreco alimentare.

    Tutti insieme possiamo fare la differenza e avere un impatto concreto.

    Basta valutare e quindi consumare i prodotti anche dopo la data espressa nel “da consumarsi preferibilmente entro…”. Aceto, vino, olio, zucchero, caffè e molti altri alimenti, se ben conservati e con confezione integra, sono buoni ugualmente.

    Provare per credere.

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  • MA COSA ACQUISTIAMO ON-LINE?

    8 luglio 2021 • COSE NOSTRE • 2460

    online

    Nelle scorse settimane ho intervistato il corriere di una nota piattaforma di vendite on-line, e alla mia domanda su quali fossero i prodotti di maggiore compravendita ha risposto: “Detersivi, deodoranti, ma anche assorbenti, pannolini per bimbi…”

    Un’amica che voleva acquistare un libro – sempre on-line – e si è trovata di fronte al quesito del computer: “Lo vuole anche con autografo e dedica dell’autore?”

    Non ho nulla contro il commercio telematico e capisco chi, per ragioni di lavoro, non ha tempo per recarsi al supermercato, per scegliere i prodotti, o per girovagare fra gli scaffali di una libreria o di un negozio di musica alla ricerca di qualcosa che catturi la sua attenzione.

    Personalmente continuerò a recarmi in negozio, nel mercato del mio paese o nei grandi magazzini, alla ricerca dell’offerta migliore. Non rinuncio all’incontro con il venditore per farmi consigliare sulle pesche, sull’ultimo volume del mio scrittore preferito o sulla rimasterizzazione di quell’ellepì. E non critico né condanno chi sceglie tramite computer.

    Mi chiedo, però, quali relazioni umane stanno costruendo le nuove generazioni.

    Nell’ultimo anno (tra isolamento causa covid, scuola in DAD, coprifuoco, ecc.) i ragazzi sono vissuti fra videochiamate, chat, gruppi WhatsApp, acquisti on-line, attività fisica attraverso videolezioni, gare sportive con il joystick.

    All’interno della sede Mediaset di Cologno Monzese c’è un enorme padiglione installato da una catena di grande distribuzione: tu fai la spesa on-line e poi te la trovi in un armadietto, la paghi con carta di credito, la ritiri prima di tornare a casa. Che comodità….

    Abbiamo perso il contatto umano? Non importa: è decuplicato il consumo di psicofarmaci e sonniferi che, tanto, si comprano…on-line.

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  • SCAFFALE: SOCIAL MEDIA DI BAROSIO-CENNI

    2 luglio 2021 • LUOGHI E LIBRI • 2299

    Social Media2

    Il sottotitolo spiega meglio: rischi e opportunità per professionisti e imprese.  Guido Barosio, giornalista torinese, e Raffaella Cenni, da sempre nel settore della comunicazione, ci guidano in un percorso alla scoperta dei social che oggi guidano il flusso delle nostre informazioni. Tutte: quelle private, professionali, attendibili e non. Conosciamo questo mondo? Siamo in grado di governarlo?

    Questo volume ci aiuta a conoscere le regole del gioco. Dall’ evoluzione dei social media che oggi ci impongono una presenza imprescindibile alla paura di affrontarli o di esserne fagocitati, dalla protezione dei dati personali e aziendali alla comunicazione politica, sempre più indispensabile. Attraverso un agile manuale di 120 pagine Barosio e Cenni ci guidano in questa che – dopo l’ invenzione di Gutenberg della stampa, nella prima metà del XV secolo – è la più grande rivoluzione nel mondo della comunicazione tra persone e tra popoli

    “Si calcola che l’ impatto delle informazioni nella vita dei cittadini sia quadruplicato dal 1999 ad oggi – scrivono Barosio e Cenni – questo condiziona scelte, decisioni, acquisti, approcci come mai era accaduto”. Ecco un volume che può essere d’ aiuto per noi, navigatori in un mare aperto e pieno di insidie.

    SOCIAL MEDIA

    GUIDA BAROSIO – RAFFAELLA CENNI

    DELLA PORTA EDITORE

    14 EURO

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  • DOPO RYANAIR, DUMSE DA FE’

    1 luglio 2021 • COSE NOSTRE • 2595

    RYANAIR

    Oltre 120 nuove rotte. Il Piemonte – tramite Caselle – sarà collegato, dal 1° novembre, con Budapest, Copenaghen, Cracovia, Edimburgo, Kiev, Lanzarote, Londra, Madrid, Malaga, Marrakech, Parigi, Shannon, Siviglia, Tel Aviv, Trapani a cui si aggiungono Palma, Leopoli e Pescara al via già nella stagione estiva, a partire da luglio, le rotte per Chania, Corfù e Rodi.

    E poi non dite che siamo una regione isolata. Da Torino partono e arrivano 32 rotte che collegano il Piemonte a 13 paesi in Europa, Nord Africa e Medio Oriente.

    La scelta di Ryanair di mettere le basi a Torino con un investimento di 200 milioni di euro e di dar lavoro a 60 persone è di quelle che devono renderci felici, ma anche farci riflettere.

    È un’occasione che non possiamo – e non dobbiamo – lasciarci sfuggire. L’ amministratore delegato della compagnia low-cost irlandese, Eddie Wilson, ha commentato così la notizia: “Questo territorio ha grandissime potenzialità turistiche grazie a prodotti ed esperienze che devono ancora essere scoperti e promossi. È un’opportunità unica per il territorio – ha aggiunto- per questo invitiamo la Regione e le istituzioni a lavorare con noi per rendere questa possibilità un successo”.

    Serve aggiungere altro? In piemontese si dice dumse da fè. L’occasione è ghiotta. Possono arrivare milioni di turisti e di operatori economici. Lasciar cadere quest’opportunità nel vuoto sarebbe un errore imperdonabile

     

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  • SALVIAMO SUPERGA

    24 giugno 2021 • COSE NOSTRE • 2498

    SUPERGABASILICA

    Forse qualcosa si sta muovendo, altrimenti se non interverranno fatti nuovi, dall’inizio di luglio la Basilica di Superga, i musei, le tombe reali, saranno definitivamente chiusi al pubblico. Mancanza di sacerdoti, ma anche assenza di accordi fra Demanio Comunale, i Servi di Maria che prestano servizio religioso e la società che gestisce le biglietterie.

    Non riesco neppure a immaginare Superga chiusa.

    Uno dei simboli di Torino, del Piemonte e dell’Italia, inaccessibile al pubblico. Turisti e visitatori che salgono al Colle con auto, pullman o con la cremagliera e si trovano i portoni sbarrati.

    Roba da far rivoltare Juvarra nella tomba.

    Se serve una mobilitazione popolare io sono in prima fila. Ci pensi la sindaca Appendino, ci pensi il presidente Cirio, ci pensino i vescovi e il clero. Chiunque abbia voce in capitolo si faccia sentire. Oppure si facciano avanti dei privati.

    Voglio soltanto che Superga sia salva e accessibile a tutti. È un patrimonio di Torino e di tutta Italia.

    Se dovesse chiudere sarebbe una vergogna nazionale.

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