Esiste un patto non scritto, ma mai tradito nel corso dei millenni. La natura dà, l’ uomo cura e – se riesce – restituisce.
Un teorema che mi è tornato alla mente quando, passeggiando per le nostre montagne, sentivo il rombo di auto e moto che arrancavano su per sterrate e tornanti. Poi, giunti al pianoro, ecco decine e decine di vetture parcheggiate quasi l’ una sull’ altra, quasi come alla domenica di fronte allo stadio. Una domanda: cosa danno e cosa restituiscono quegli automobilisti e quei centauri alla natura, alla montagna? Nulla, se non gas di scarico, inquinamento, polveri sottili.
E allora dico: stop!
Fermiamo l’ invasione di mezzi a motore sulle nostre splendide montagne. Cime, pianori, boschi, ruscelli, sentieri sono sinonimo di silenzio, aria pura, natura. Perciò l’ invito a tutti noi: impariamo a lasciare i mezzi a valle e scegliamo percorsi alla nostra portata per goderci panorami salubri e mozzafiato. Ma l’ invito è anche rivolto alle amministrazioni comunali e alle comunità montane: è sufficiente istituire aree parcheggio attrezzate e a pagamento per poi garantire il trasporto in quota di turisti e escursionisti tramite navette e bus elettrici.
La montagna è di tutti, ma non per tutti. C’è un’ infinità di possibilità per gite e giornate alpine, c’è l’ opportunità di usufruire di mountain-bike e bici elettriche. Non si vuole negare l’ opportunità a nessuno di salire in quota o fare picnic. Basterebbe eliminare i mezzi a motore. Sarebbe già una grande conquista e un gesto di profondo rispetto per quella natura che tanto ci regala e che merita qualche nostro sacrificio.
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