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  • ESTATE 2020, OCCASIONE D’ ORO PER IL PIEMONTE

    28 maggio 2020 • COSE NOSTRE • 2943

    MOUNTAINBIKE

    Andare al mare con guanti e mascherine? Farsi misurare la temperatura prima di entrare in spiaggia? Mantenere le distanze quando si è in acqua? Fare attenzione che i bambini non giochino appiccicati? Passare giornate a cercare ristoranti non affollati per cenare? Insomma…. Anche no! E quante persone, come me, si dicono pronte a rinunciare alla classica vacanza balneare.

    E allora ecco che la montagna e la campagna sono l’ alternativa perfetta. E quindi, il Piemonte.

    Chilometri e chilometri di sentieri, paesini poco affollati da scoprire, agriturismi pensati e realizzati per garantire pace e distanziamento. Da sempre. E, ancora di più, in questi mesi di attenzione per la nostra salute.

    L’estate del 2020 dovrà essere l’ estate del Piemonte come luogo ideale per il turismo, la vacanza, il relax per le famiglie, per ritemprarsi e tornare a vivere, dopo l’incubo dei mesi passati.

    Certo, bisogna prepararsi per tempo. Occorre che le amministrazioni e gli operatori turistici delle nostre valli, delle nostre montagne, delle nostre colline, si attrezzino per tempo. Come? Proponendo un’offerta turistica adeguata. Anzitutto ripulire i sentieri e mettere a posto la segnaletica. Allestire le nostre osterie, i ristoranti, gli alberghi, gli agriturismo per accogliere i turisti nel rispetto delle norme di sicurezza. Non aumentare i prezzi e sospendere per l’ estate 2020 le tasse di soggiorno. Chiudere le vie principali delle nostre località turistiche al traffico delle auto per fare in modo che la gente possa passeggiare in tranquillità e con le giuste distanze. Ingaggiare animatori e accompagnatori per far divertire gli ospiti. Promuovere feste e occasioni di  gioco. Offrire in noleggio biciclette, pattini e monopattini, attrezzature per escursioni. Insomma, organizzarsi, già fin da adesso, per  un’estate con i fiocchi.

    E noi, prossimi vacanzieri, muoviamoci per tempo. Cominciamo a telefonare, a prenotare, a informarci, a far sentire la nostra voglia di trascorrere, anche solo un paio di settimane, nel nostro Piemonte. Invitiamo parenti e amici da altre regioni. Prima o poi potremo muoverci liberamente e i turisti arriveranno anche da fuori. A condizione che tutti siano pronti, e che noi diventiamo i primi veri promotori dell’ ESTATE 2020 IN PIEMONTE.

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  • VIRUS PROTAGONISTA NELLE AULE DI GIUSTIZIA

    22 maggio 2020 • COSE NOSTRE • 3164

    LEGGE2

    Incrociamo le dita. Forse il peggio è passato, anche in Piemonte. Tutta da scoprire la Fase 3, tutta da inventare la ripresa economica. Parecchie incognite sul futuro della nostra economia.

    In mezzo a tutte queste incertezze, una realtà incontestabile. Nei prossimi anni il Covid-19 terrà banco nei corridoi delle Procure e nelle aule di Tribunale. La pandemia avrà strascichi giudiziari lunghissimi. Per i prossimi 10 anni avvocati, magistrati, cronisti giudiziari, e tutti coloro la cui attività è legata alla giustizia, avranno parecchio lavoro, assicurato.

    Giusto? Sbagliato? Inutile emettere sentenze adesso, in anticipo. E’ la realtà dei fatti. La Procura di Torino ha già dato vita a un pool di magistrati incaricati di istruire le inchieste che arriveranno dalla vagonata di denunce che inevitabilmente stanno piombando su medici, infermieri, assessori, direttori sanitari, funzionari, responsabili di Rsa…e l’ elenco potrebbe continuare. A Cuneo, Vercelli, Asti, Alessandria sono già state avviate indagini con perquisizioni da parte della Guardia di Finanza. In alcuni casi con forti ipotesi di reato: omicidio colposo.

    Ci sono stati errori? Si potevano salvare vite umane? La macchina della sanità piemontese ha funzionato al meglio? Domande a cui difficilmente, indagini e processi, potranno dare risposte certe. Non lo dico per mancanza di fiducia nella giustizia italiana (anche se…), ma perché sarà tutto un susseguirsi di perizie e controperizie, di scarico delle responsabilità, di udienze infinite.

    Almeno dagli anni ’80 in Piemonte si muore per malattie legate all’ amianto e si continua a morire al ritmo di 2500-3000 persone ogni anno. Nel 2009 è partita la prima inchiesta a Torino contro i dirigenti della Eternit di Casale Monferrato: migliaia di famiglie delle vittime sono ancora in attesa di giustizia, undici anni dopo.

    Ecco dove nasce il mio scetticismo, oggi che il Coronavirus diventa protagonista nei Palazzi di Giustizia.

     

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  • FASE 2, SEMPRE PIU’ RICCHI SEMPRE PIU’ POVERI

    14 maggio 2020 • COSE NOSTRE • 2820

    EURO

    Sono soprattutto tre gli eventi che, da sempre, hanno cambiato il corso della storia: le guerre, le rivoluzioni, le carestie-epidemie. Quindi ci troviamo di fronte a una delle condizioni che potrebbero modificare il corso della vita dell’ Umanità negli anni futuri.

    Purtroppo ho una strana sensazione per quel che riguarda il nostro futuro. Quel giorno – speriamo prossimo – quando, cioè, avremo trovato il vaccino o quantomeno la cura per sconfiggere il Covid-19 e potremo reimpostare la nostra vita, lasensazione e il timore che i ricchi di ieri saranno ancora più ricchi, domani. Mentre i poveri ancora più poveri.

    Non mi riferisco ai provvedimenti governativi. Non è solo una prospettiva italiana, ma mondiale. E’ stato così dopo la Seconda Guerra Mondiale. E sarà così anche nel Ventunesimo secolo.  Recentemente ho rivisto il capolavoro di Bernardo Bertolucci, il film “Novecento”. La storia di due ragazzi, Olmo e Alfredo: il primo figlio di braccianti sfruttati, il secondo rampollo di ricchi proprietari terrieri. La storia si snoda attraverso due guerre, la fame, le lotte contadine e partigiane. Alla fine Olmo resta contadino e Alfredo continua a essere “il padrone”.
    Chi, prima di questa pandemia, aveva proprietà, un lavoro e ricchezze si ritroverà – magari un po’ ferito e acciaccato – nella medesima condizione. Chi viveva con il minimo di pensione, disoccupato o con qualche lavoretto in nero, chi faceva fatica ad arrivare a fine mese…si ritroverà come prima, se non peggio.

    Tanto per fare un esempio, le grandi catene di alberghi, i ristoranti di lusso, gli chef titolati e stellati, tra qualche settimana tireranno nuovamente su le serrande. Magari ridurranno il numero dei coperti, ritoccheranno i prezzi e a farne le spese sarà qualche cameriere o aiuto-cuoco che verrà lasciato a casa. La bottega di paese o di quartiere, la tavola calda, il piccolo bar a conduzione famigliare, chissà se riuscirà a riaprire e riprendere l’ attività?
    E’ la legge del più forte, dicono. Ma questo significa che siamo stati capaci di andare addirittura sulla Luna, ma qui sulla Terra non abbiamo cambiato nulla. Accadeva così ai tempi dei Faraoni egizi e succede oggi, cinquemila anni dopo.

    “La storia insegna che la storia non insegna nulla” scriveva Alessandro Manzoni e George Bernard Shaw ribadiva “l’esperienza insegna che gli uomini dall’esperienza non hanno mai imparato nulla.”

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  • IN QUARANTENA HO VISITATO LOUVRE, ERMITAGE, EGIZIO

    7 maggio 2020 • COSE NOSTRE • 3953

    MUSEO EGIZIO

    In questi giorni di quarantena ho visitato più musei che in tutta la mia vita. Senza fare code, senza spendere un centesimo e con guide, personali e dedicate, che mi hanno accompagnato e mi hanno spiegato centinaia di capolavori.

    Sono stato al Louvre di Parigi, all’ Ermitage di San Pietroburgo, una capatina alle Scuderie del Quirinale di Roma per una mostra su Raffaello e sono tornato, dopo tanti anni, al Museo Egizio di Torino. Solo per citare alcune delle visite che maggiormente mi hanno affascinato…

    E’ una scoperta nuova, quella della visita virtuale.

    C’è chi passa le giornate sdraiato sul divano a instupidirsi davanti alla tv, oppure al computer impegnato in interminabili sfide di solitario con le carte o in interminabili quanto sterili diatribe facebookiane. E invece basta un telefonino, un tablet o un computer, e si può andare in ogni parte del mondo e ammirare un’ infinità di bellezze. E se c’ è chi storce il naso, lo invito a una prova. Si ricrederà immediatamente. Questa volta il virtuale supera la realtà.

    Ricordo, ad esempio, che per vedere la Gioconda, anni fa a Parigi, feci una lunghissima coda e poi mi fu concesso di restare di fronte al capolavoro di Leonardo per meno di due minuti. Senza spiegazioni, con la ressa intorno… fu una mezza delusione. Attraverso il tour online l’altro ieri mi sono abbeverato di tutte le opere d’arte custodite in quello che è uno dei più prestigiosi musei del mondo: un fascino indescrivibile.

    Credo che – finita l’emergenza virus – anche il mondo dei musei cambierà. Impossibile non avere una visita virtuale.

    Allora pongo una domanda: quante realtà museali piemontesi sono pronte per questa innovazione? Non voglio fare un elenco di buoni e cattivi. Però, navigando un po’ in internet, ho scoperto che c’è chi già offre questo servizio, ma tanti altri no… Lo stesso dicasi per le nostre attrazioni turistiche. Posso ammirare tutte le bellezze del nostro Piemonte con tour virtuali, viaggi guidati con droni nelle città, nei borghi, sulle colline patrimonio Unesco, sui sentieri delle nostre incantevoli montagne?

    Qualcuno obietterà: non è la stessa cosa! Provate e poi mi direte. E sicuramente dopo aver ammirato, virtualmente, bellezze artistiche e naturali, vi verrà voglia di andarci di persona. E toccare con mano.

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  • INFERMIERI E MEDICI: IERI DENIGRATI, OGGI EROI E DOMANI?

    23 aprile 2020 • COSE NOSTRE • 3526

    INFERMIERA

    Poco più di due mesi fa, sabato il 1° febbraio, realizzai per le reti Mediaset un servizio sull’arrivo di guardie armate nei pronto soccorso degli ospedali torinesi: lo scopo era aumentare la sicurezza di medici e infermieri vittime di continue e ripetute aggressioni.

    Nel 2019 erano stati quasi 100, nel solo capoluogo piemontese, gli episodi violenti con insulti e botte al personale sanitario che operava nell’accoglienza e nella cura di chi si recava in ospedale: il 30 per cento in più rispetto al 2018. Ricordiamo tutti i tanti fatti di cronaca con medici e infermieri e altro personale che sulle ambulanze e nei pronto soccorso erano stati aggrediti, picchiati, insultati in tutta Italia. Una vera e propria emergenza al punto che era diventato necessario ricorrere, appunto, alla sicurezza armata.

    Ora quegli stessi medici, infermieri, farmacisti, OSS (operatori socio-sanitari) e tutto il personale collegato, sono GIUSTAMENTE osannati come eroi. Sono il vero baluardo in questa guerra contro il virus, nemico invisibile. E lamentano – anche loro – i caduti al fronte: più di 130 i sanitari deceduti per il Covid-19, più di 13mila i contagiati. Gli Italiani adesso escono sui balconi ad applaudirli, il presidente Mattarella elogia i loro sacrifici. Spopolano i video che testimoniano del loro lavoro, delle fatiche, della battaglia che conducono, ogni giorno, quasi sempre con mezzi e presidi sanitari irrisori e inadatti. Bella questa riconoscenza collettiva.

    Ma un dubbio mi assale. Quando questa emergenza sarà finalmente rientrata, come ci comporteremo? Torneremo all’indifferenza o – peggio – alla denigrazione, se non addirittura all’insulto e alla violenza, nei confronti di chi lavora e combatte quotidianamente per garantire e difendere la nostra salute? Abbiamo la memoria corta, sempre. Oggi scopriamo che in Italia – prima dell’emergenza – mancavano circa 8mila infermieri e che gli stipendi di tutto il personale sanitario erano assolutamente inadeguati. Frutto dei troppi tagli alla sanità che i governi, di qualsiasi colore sia a livello nazionale che locale, hanno portato avanti negli ultimi 10 anni.

    E’ giusto oggi proclamarli eroi, a patto che domani non ci dimenticheremo di loro

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  • ABBIAMO DIMENTICATO ERMINIO MACARIO

    19 aprile 2020 • COSE NOSTRE • 3172

    Macario_

    Fra le regole d’ oro per sopravvivere a questa maledetta quarantena c’ è quella di svagare la mente, di parlare d’ altro. Magari di qualcosa di frivolo, ma nemmeno poi tanto. Ad esempio ricordare un grandissimo comico, Erminio Macario. Nei giorni scorsi è caduto –quasi nel silenzio – il 40.mo anniversario della sua morte, a Torino  nel 1980, a 78 anni.

    E’ stato l’ immagine divertente e di successo del nostro Piemonte per almeno mezzo secolo. Alcuni critici lo considerano l’ inventore del cinema comico italiano, lanciò decine e decine di meravigliose soubrette, portò in teatro, in tv e sul grande schermo la maschera dell’ umorismo piemontese, così raffinato, ironico e mai volgare, non disdegnando di usare la nostra lingua e facendo della cadenza dialettale e della nostra tipica bonomia la caratteristica peculiare delle sue interpretazioni.

    Ebbene, se oggi fate il nome di Macario, tantissimi giovanotti piemontesi vi guarderanno con occhi straniti. Sicuramente conoscono Totò, Franco e Ciccio, Raimondo Vianello… ma Macario no.

    Colpa delle grandi tv che hanno dimenticato i suoi film, le sue riviste e le sue commedie. La colpa però è anche nostra: a Roma e a Ragusa, in Sicilia, c’è una via intitolata a Erminio Macario, a Torino, Asti, Cuneo no!

    C’è via Macario a Grugliasco, Trofarello, Chieri, Moretta, Piasco (forse dimentico qualche altro comune) ma l’ unica scuola intitolata al grande comico piemontese si trova a Coazze. Per il resto niente, nemmeno un teatro. Alle vetrine della sua casa, il teatro La Bomboniera in via Santa Teresa a Torino, da anni c’è il cartellone sbiadito “vendesi”; pochissime compagnie mettono in scena le sue commedie .

    Eppure a Torino c’ è corso Unione Sovietica (nazione sparita dal 1991), un giardino intitolato a Augusto Daolio (con tutto il rispetto, indimenticato cantante dei Nomadi), a Cuneo c’è via Alta e via dell’ Asilo, ad Asti un’ area Fabrizio De Andrè (grandissimo e amato) e via della Fontana. E potremmo continuare…

    Ma ci piace chiudere proprio con il grande Macario che era uso ripetere “lo vedi come sei?…lo vedi come sei?”

    E invitava a “lasciare a casa i sagrin (dispiaceri) e divertitevi con me”. Mai attuale come oggi.

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  • DOPO LA QUARANTENA, PRIMA IL PIEMONTE E L’ ITALIA

    16 aprile 2020 • COSE NOSTRE • 3441

    montagna estate 2

    Prima o poi questa quarantena finirà. Certo, ci dessero una data, ma capisco che è  impossibile. Se però sapessimo che il 35 giugno oppure il 40 luglio tutto tornerà come prima, sarebbe più facile. Come quando c’ era il servizio di leva obbligatorio e si faceva la conta di “quanti giorni all’ alba…”.

    Comunque quando tutto tornerà normale, io ho già pronto il mio proposito. Prima di tutto l’ Italia e il Piemonte. Parlo di vacanze, di gite, di cibo da acquistare e consumare.

    Non è una questione politica, anche se in questa vicenda del Covid-19 la Comunità Europea ha dimostrato tutti i suoi limiti, le sue storture, l’ incapacità di essere davvero uniti. Il mio proposito è indirizzato ad  aiutare un’ economia che – alla fine della quarantena – sarà agonizzante.

    Ho già prenotato, per il Ponte del 2 giugno, quattro giorni in un agriturismo piemontese. Chissà se ci potrò andare!!  E’ comunque un modo per esorcizzare questo isolamento. Quando ho chiamato il titolare ho sentito il suo grido di giubilo. Fate come me. E’ un modo per dare coraggio e stimoli alle nostre strutture d’ accoglienza, per incentivare la ripresa.

    Lo stesso dicasi per le prossime vacanze. Niente viaggi all’ estero. Tutta l’ Italia è meravigliosa, il Piemonte ancora di più.

    I ristoranti prima o poi riapriranno, prenotate e così potrete andarci subito. E – già fin da oggi – consumiamo cibi italiani, piemontesi. Alimenti coltivati, prodotti e cucinati nella nostra terra. Riscopriamo le produzioni nostrane e cerchiamo di essere – stavolta ancora di più – sciovinisti.

    Ci sarà tempo per wurstel, roquefort e champagne… Prima i Tajarin, i Ravioli del Plin, i Brasati, il Vitello Tonnato, i Risotti, il Raschera, il Bra, il Castelmagno , gli Asparagi… sempre innaffiati, solo e unicamente, dai vini piemontesi. E’ un modo per godersi questa difficile vita in quarantena e per sostenere la filiera agro-alimentare piemontese.

     

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  • L’ ALFABETO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

    21 marzo 2020 • COSE NOSTRE • 2715

    coronavirus-27f

    Coronavirus, ospite inatteso che sta scompaginando le nostre vite. E allora proviamo a scrivere un possibile alfabeto delle nostre nuove esistenze.

    ATTESA – Nell’ epoca dell’ immediato, del tutto-e-subito, riscoprire il senso dell’ attesa, dell’ aspettare che la situazione migliori

    BUONSENSO  – Riscoprire quel buon senso comune nei comportamenti quotidiani e non agire solo con istintività

    CALMA  – La virtù più necessaria ma quasi introvabile in questi giorni di tensione.

    DOVERE – Consapevolezza della propria dignità, compostezza negli atteggiamenti, senso di responsabilità di fronte ai limiti imposti

    ESSENZIALITA’ – Nell’era della competizione, del superare gli altri, ritrovare la semplicità come valore e stile di vita.

    FRAGILITA’ – Ci stiamo riscoprendo fragili, vediamo messe in discussione tutte quelle certezze che credevamo inattaccabili.

    GRATITUDINE – Ringraziare infermieri, medici, personale sanitario, ricercatori che lavorano giorno e notte per debellare questo virus

    HOBBY – E’ l’ occasione per riscoprire quei passatempi che tanto ci avevano divertito, prima che arrivassero gli smart-phone

    INATTESO – Il coronavirus è un ospite inatteso, che ci sta portando in terra straniera, sconosciuta.

    LENTEZZA – Sembravamo programmati per la velocità. La paura del contagio ci ha ridimensionato, ci costringe a fermarci, a non partire, ad aspettare, a frenare.

    MITEZZA – Il contrario dell’arroganza, della protervia, della prepotenza, della competizione che hanno segnato la nostra vita fino all’ altro ieri.

    NASCONDIMENTO – Siamo costretti a rinunciare a tanti impegni, occasione per riscoprire il bello di stare in casa, con i nostri cari, opportunità per ritrovare serenità.

    ORDINE – Occorre rimettere in ordine i pezzetti del nostro tempo, del nostro corpo, del nostro cuore.

    PREGHIERA – Per credenti e non credenti, affidare a qualsiasi Essere Supremo e alla forza dell’ uomo le nostre paure e speranze

    QUIETE – Ritroviamola in questi giorni, magari abbinandola con la lettura, con la meditazione, con la riscoperta dello stare un po’ da soli

    RICERCA – E’ la nostra ancora di salvezza. Tante persone nel mondo stanno sui microscopi per individuare il virus e creare il vaccino. Confidiamo in loro.

    SILENZIO – Non siamo scienziati né esperti, non abbiamo diritto di esprimere teorie che sembrano sentenze. Di fronte all’ ignoto della scienza, scegliamo di stare zitti e affidiamoci a chi ne sa più di noi.

    TEMPO – I bambini e i ragazzi stanno a casa da scuola? Dedichiamo più tempo per stare con loro, per giocare, per dialogare, per andare a fare passeggiate

    UMILTA’ – Abbiamo scoperto – nostro malgrado – di non essere invincibili. Invece siamo fragili, possiamo anche ammalarci

    VICINANZA – Al di là del metro di distanza di sicurezza, riscopriamo lo stare vicini, la condivisione specie con gli anziani che soffrono maggiormente questi momenti di insicurezza.

    ZELO – Seppur fra mille difficoltà dobbiamo svolgere con scrupolo i compiti e le attività quotidiane: chi si arrende è perduto.

     

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  • CHE LAVORO FARANNO I NOSTRI FIGLI?

    12 marzo 2020 • COSE NOSTRE • 3138

    GIOVANI

    Nel 2002 a Mirafiori lavoravano circa 45mila dipendenti Fiat, oggi sono meno di tremila. Inoltre,  dal 2008 a Torino si sono persi 9.000 posti di lavoro nel settore auto, 46.000 in Piemonte dove sono passati da 107.000 del2007 a 61.167 nel 2018. La produzione e’ scesa dalle 218.000 unita’ del 2006 a 21.000. Insomma, la storia dell’ auto (e dell’ indotto) nella nostra regione sta definitivamente scomparendo.

    Cambiamo settore. L’ anno scorso  l’occupazione nell’artigianato in Piemonte si attestava sui 240.986 lavoratori, di cui 131.724 autonomi e 109.262 dipendenti. Nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533: in 12 anni c’ è stata una perdita di 72.567 occupati, pari al 23%.

    Ma che lavoro faranno, domani, i nostri figli? E chi pagherà le nostre pensioni, ammesso che mai ci arriveremo? Sono domande che dovrebbero tormentare tutti i nostri governanti e costituire l’ agenda politica quotidiana, a livello nazionale e a livello locale. E invece non se ne sente parlare, mai.

    Le nuove generazioni del Piemonte saranno tutte dedite al turismo, all’ enogastronomia? Avremo eserciti di chef, sommelier, guide, albergatori? Non credo proprio. Saranno tutte impegnate nelle nuove tecnologie e nell’ innovazione? Me lo auguro, ma non credo che questi settori porteranno tanta occupazione.

    Ma noi abbiamo già risolto il problema. Non facciamo più figli e così chissenefrega del futuro. Povera Italia e povero Piemonte.

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  • BORGHI ABBANDONATI? OPPORTUNITA’ DI INVESTIMENTI

    5 marzo 2020 • COSE NOSTRE • 3306

    BORGATE

    Sellette di Pontechianale e Gerbido di Pradleves, nel Cuneese. Argiassera di Condove, Lunella di Viù e Alleve di Pragelato, nel Torinese. Borghi di Mombaldone, nell’ Astigiano. Nomi sconosciuti a tutti, credo.

    Sono soltanto alcuni dei 4231 borghi censiti dall’ Unione dei Comuni e delle Comunità Montane piemontesi. Si tratta di borgate di montagna sulle Alpi e sugli Appennini della nostra regione. 1845 in provincia di Torino, 1450 nel Cuneese, seguono poi il Biellese, il Verbano-Cusio-Ossola, l’ Astigiano e l’ Alessandrino.

    Luoghi abbandonati? Simboli del degrado? Ammassi di ruderi o poco più? Niente di più sbagliato. Si tratta di vere e proprie sfide. Opportunità per investimenti redditizi e occasione per scoprire e rilanciare angoli suggestivi e incredibili del nostro Piemonte.

    Ci sono fondi europei da sfruttare per far rivivere questi borghi, per farli diventare gioielli con seconde case, hotel diffusi, comunità, centri di incontro, microimprese che vivono e resistono. Basta avere delle idee, proposte da avanzare all’ Uncem o alla Regione. La strada è quella degli smart villages (cioè comunità digitalizzate) e della green economy. Tutti ne parlano, ma poco si sta facendo. In queste località è tutto più facile, perché si può partire da zero. Un’ intera borgata può costare meno della metà di un piccolo appartamento in città. E può diventare un investimento davvero redditizio.

    Certo, occorre munirsi di tanta pazienza perché – ne siamo sicuri – la burocrazia si metterà di mezzo con tutti i suoi cavilli.  Occorre non perdersi d’ animo. Sono occasioni uniche per far rinascere borghi famosi. Si pensi, ad esempio, a Pontebernardo di Pietraporzio, in provincia di Cuneo: è la piccola borgata dove è cresciuta Stefania Belmondo, pluricampionessa dello sci di fondo, dieci medaglie olimpiche e tredici iridate.

    Lasciare questi borghi all’ abbandono non solo sarebbe un peccato, ma anche un’ occasione persa.

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