“Ei fu siccome immobile….”. Dal 2021, anno del Bicentenario della morte di Napoleone, in poi non si può dimenticare che molte sono le città italiane segnate dal passaggio di Bonaparte, Imperatore dei francesi e Re d’Italia, ma furono Alessandria e la battaglia vittoriosa di Marengo del 14 giugno del 1800 a rendere leggendario il condottiero. E’ questo che distingue la città piemontese dalle altre, italiane e straniere: Marengo vuol dire la vittoria che consacrò Napoleone Imperatore, diventando per lui un ricordo indelebile. Addirittura in esilio Bonaparte porterà con sé il mantello che indossava quel 14 giugno; lo stesso che lo avvolgerà al momento della morte. Per molti Marengo fu e rimane la Capitale naturale dell’Italia Napoleonica.
Le suggestioni della celebre battaglia si possono rivivere anche nel Marengo museum presso la Villa napoleonica Delavo. Vi sono esposti opere d’arte, oggetti d’epoca, libri, documenti, armi, mappe, uniformi, materiali multimediali e molto altro. Il 5 maggio 1805, tornando ad Alessandria in occasione dei festeggiamenti per la vittoria, Napoleone fece erigere una piramide che ricordasse il sacrificio dei suoi uomini e al tempo stesso la gloria ottenuta.
La piramide, distrutta dall’arrivo degli austriaci, fu ricostruita nel 2009, diventando il simbolo dell’Alessandria napoleonica, e si trova oggi all’ingresso del museo. Tra gli oggetti più interessanti esposti nel sito ci sono il calamaio usato per firmare la resa austriaca dopo la battaglia di Marengo e la lettera con cui Berthier annunciò la vittoria a Josephine. Ma ci sono anche armi provenienti dal campo di battaglia: uniformi originali, pistole, fucili e tanto altro. Costruita nel 1847 per ricordare la vittoria di Napoleone, villa Delavo è stata completamente restaurata, riportando alla luce affreschi e dipinti. Nel parco è presente anche la cappella/ossario che il Delavo fece erigere per riunirvi i resti dei caduti, in prossimità del busto del generale Louis Charles Desaix.
Altro punto di interesse è il ponte sul Bormida, riedificato in periodo napoleonico sopra il Ponte romanico costruito dai monaci benedettini nel XIV secolo. Alla testa di ponte sorge il platano di circa 40 metri che la tradizione vuole sia stato piantato nel 1800 da Napoleone per onorare i circa 2.000 soldati morti il giorno della battaglia e i 10.000 feriti di entrambi gli schieramenti. C’è poi Palazzo Ghilini, la residenza preferita da Napoleone. Si tratta di un edificio in stile barocco piemontese e deve il proprio nome al suo committente, il marchese Tommaso Ottaviano Antonio Ghilini, che lo fece edificare nel XVIII secolo.
O, ancora, la Cittadella di Alessandria, che è l’unica fortezza europea ancora inserita nel suo contesto ambientale originario. Dopo la vittoria di Marengo e l’ascesa al trono imperiale in Francia, Napoleone decise di ampliarla con nuove fortificazioni e restaurarla. Lo scopo era quello di realizzare una grande base logistica destinata a supportare le operazioni dell’esercito francese schierato nel Nord Italia.
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