Già nel 1400 durante i giochi per la Pentecoste per pagare gli attorichierici e i saltimbanchi venivano usate le nebule, cialde di farina, zucchero e burro. Poi con la scoperta dell’ America e l’ importazione del cacao a Borgofranco d’ Ivrea, cittadina nel cuore del Canavese, in provincia di Torino, queste nebule diventarono i canestrelli, il dolce tipico della zona.
E ancora oggi si segue la ricetta del 1650, ancora tutto fatto rigorosamente a mano in modo artigianale come nelle bottega del canestrello nel cuore di borgofranco d’ ivrea
Il canestrello può essere abbinato a fine pasto a gelati, a creme, al bunet oppure come pasticceria secca insieme al tè, al caffè o a qualche vino da meditazione.
Ma trovandoci a Borgofranco noi abbiamo preferito gustarli in un luogo incredibile, i balmetti caratteristiche cantine naturali ricavate nella roccia morenica, la cui origine è molto antica, ancora maggiore a quella dei canestrelli medievali
All’ interno dei balmetti c’è una temperatura costante fra i 7 e gli 8 gradi, estate e inverno, e si può osservare un fenomeno naturale come la fuoriuscita di correnti d’ aria dalle ore, cavità nella montagna.
Insomma i classici canestrelli vanno assaporati proprio qui nei caratteristici balmetti di borgofranco d’ ivrea per gustarne appieno l’ autentica croccantezza
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LA MONTAGNA A PAGAMENTO
Conoscere il prodotto, i suoi ingredienti, le fasi di lavorazione, gustarlo ed apprezzarlo , analizzare l’ umanità di un territorio che riscopre le sue origini e le sue tradizioni rappresentano il miglior biglietto da visita di un giornalista autentico.
Beppe Gandolfo è un apostolo che percorrendo il Piemonte e la Vallèe diffonde al mondo il bello ed il buono della terra Prealpina ed Alpina.
Apostolo mi pare un po’ eccessivo.. Diciamo cronista
Comunque grazie