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LA BONTA’ DELLE CASTAGNE DELLA VAL PELLICE

by • 22 ottobre 2022 • CINQUE SENSIComments (0)1803

La bellezza di andar per castagne proprio quando le foglie ingialliscono e cominciano a cadere, quando i sentieri nei boschi si riempiono di ricci aperti e di frutti belli, sodi, color marrone, e nell’ aria c’è quel profumo di funghi e umidità, mentre in casa crepita il camino. Abbiamo provato tutte queste emozioni su per le montagne della Valle Pellice, in provincia di Torino, attorno ai 750 metri di altitudine dove troviamo centinaia di alberi secolari. Crescono dai 500 ai 900 metri di altitudine e nel 2001 è nata un’ Associazione di Produttori con precise regole di coltivazione e di raccolta. Negli ultimi anni in Val Pellice sono stati realizzati centiaia di innesti su piante giovani valorizzando le antiche varietà di Gioviasca e Marrone.

Non è vero che le castagne sono di chiunque le raccoglie. E’ possibile prendere soltanto quelle cadute sul sentiero, vietato inoltrarsi nei terreni privati. Quando si apre il riccio e cadono a terra significa che sono perfettamente mature, mentre per riconoscere i marroni basta osservare quelli con striature più evidenti.

Mille modi per gustare le castagne, dalle classiche caldarroste oppure al forno, al sale, bollite o in altri modi. Noi siamo andati all’ 0steria dei Barbet a Villar Pellice per provare un intero menù a base di castagne: dai tajarin fatti con farina di castagne, alla minestra di latte e castagne, ai formaggi della Val Pellice abbinati a castagne caramellate per finire con il classico castagnaccio. Il tutto innaffiato con i vini del Pinerolese, bianchi e rossi.

E c’ è anche il pane di castagne fatto a Bobbio Pellice da un panificatore marchigiano che cuoce le classiche micche ancora su forno a legna.

Un tempo le castagne erano il cibo dei poveri specie in queste montagne, oggi sono un’ autentica prelibatezza da gustarsi in mezzo a boschi e vallate di incredibile bellezza

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