Non era necessario lo studio di CleanAlp: basta camminare per sentieri e boschi, per rendersi conto di quanti zozzoni ci sono in giro perché le nostre montagne. Ma certo, lèggere nero su bianco, che quasi mezzo chilo di rifiuti, in gran parte in plastica, è disseminato ogni chilometro di escursione, fa veramente impressione.
Si trova di tutto, a partire dai fazzoletti di carta ai mozziconi di sigarette, e poi confezioni per gli alimenti – bottiglie, contenitori per succhi, cioccolatini, caramelle, panini – e tutto ciò che, escursionisti e frequentatori della montagna, si portano dietro e disseminano in giro.
Ma non mancano ritrovamenti singolari: mutande, pneumatici, preservativi, assorbenti femminili, lattine, cotton fioc, puntine da disegno, sacchetti con feci di cani. I padroni magari non li raccolgono in città, ma nei prati e boschi (dove si smaltirebbero naturalmente in poco tempo) invece sì, lasciandosi dietro la plastica. Quasi il 30% dei rifiuti risale a oltre 40 anni fa.
Ed è giusto anche stilare classifiche, come ha fatto Franco Borgogno ideatore del progetto CleanAlp. Gli escursionisti più puliti sono quelli che sono transitati sul Sentiero dei Fiori in Valle Stura (Cuneo), mentre quelli sul Monte Barone in Val Sessera (Biella) hanno lasciato il maggior carico di rifiuti.
Stupisce però che, a lasciare tante schifezze sui monti, siano proprio coloro che li frequentano con maggiore assiduità, perché proprio alpinisti, escursionisti e villeggianti, dovrebbero essere invece grandi amanti dell’ambiente e della natura. Ma il rispetto, lo dimenticano a casa.
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