Si fa presto a dire riso. Come se di risi ce ne fosse una sola qualità, invece sono tantissime le varietà di questo cereale. E di piatti a base di riso? Un’ infinità. E allora siamo andati nel Novarese, a Caltignaga, zona tipica della coltivazione del riso da uno chef che lo ha scelto proprio come materia prima per i suoi piatti e per i suoi menù. Gianpiero Cravero con la sua Osteria Contemporanea
Osteria di una volta, ma contemporanea perché qui si cerca di modernizzare l’ intera offerta di piatti, soprattutto a base di riso. Cravero infatti è stato uno dei primi chef a sperimentare l’ uso del riso Venere, quello nero, negli Anni Novanta quando ancora nessuno lo conosceva.
Abbiamo scoperto una rivisitazione del Risotto alla Milanese, o meglio allo zafferano con il midollo di carne, tritato e posto come base per un piatto di spaghetti di riso Artemide. Poi il trionfo del riso nero con code di gamberi e crema di Gorgonzola CentoCavalli, una varietà potente di questo formaggio piccante.
I primi reperti di riso coltivato risalgono a 7mila anni fa. Oggi continuiamo a coltivarlo e mangiarlo. Bianco, nero, integrale, decorticato, perlato… Perché fa bene alla nostra salute, e soprattutto perché è buono in un’ infinità di ricette, dai piatti unici ai dolci, come contorno o come primo o secondo piatto, insomma il riso è davvero amato da tutti.
E come recita il proverbio il riso nasce nell’ acqua e deve morire nel vino. Gianpiero Cravero propone i rossi delle Colline Novaresi, a partire dal Vespolina, vinificato in purezza.
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