Non è il solito libro su un giocatore del Torino, fatto di elenchi partite e risultati, quello scritto da Cristiana Ferrini, “Mio padre, il capitano dei capitani – Giorgio Ferrini, una storia granata”, è una storia d’Amore.
Un Amore profondo, con la A maiuscola e onnicomprensivo.
La scrittura di Cristiana ci rivela infatti, oltre all’incredibile carriera, i lati più legati all’ambito familiare, di suo padre Giorgio. Ma mette in luce anche l’amore che lui, nella sua breve vita, è riuscito a trasmetterle per Trieste e quella terra che l’ha visto nascere e crescere prima di approdare a Torino, sua seconda patria. Per le cose semplici, per le cene condivise in allegria con gli amici, per il mare, per le cose belle e i sentimenti puri, in generale.
Giorgio Ferrini ha regalato a Cristiana e a suo fratello Amos – che è autore della bella prefazione – radici profonde e solidi valori, a cui attingere e in cui trovare conforto, nei momenti più complessi della vita.
È un libro di ricordi, che consente al lettore di scoprire l’animo del Capitano dei capitani: la sua umanità, la sua timidezza sostenuta da un’incrollabile determinazione, ma anche le infinite attenzioni riservate alla sua amata moglie e ai suoi figli. Gesti delicati, ma importanti, destinati a lasciare tracce indelebili nelle generazioni a venire.
Giorgio Ferrini è stato un uomo leale, generoso e di poche parole. Perché la generosità non è mai bella quando è raccontata, quando diventa vanto. Poche parole e tanti, tantissimi fatti, come quando sua moglie scoprì che altri componenti della rosa del Torino guadagnavano molto più di lui, che pure era il capitano: “Rossa, stai brava!” la zittì lui. Poche parole che rivelano quanto amasse quella squadra e quanto poco gli importasse del denaro e forse della riconoscenza dei piani alti, e quanto invece tenesse alla compattezza della squadra, del progetto, ma anche al rapporto con i tifosi, con la gente del Toro. Giorgio Ferrini, probabilmente, avrebbe giocato anche gratis, per quella maglia che gli era rimasta attaccata al cuore fin da bambino.
La famiglia Ferrini era originaria di Sant’Arcangelo di Romagna, trasferita a Trieste, in cerca di lavoro, a seguito della Prima guerra mondiale. Giorgio Ferrini era nato il 18 agosto 1939, e cresciuto conoscendo il rumore delle bombe e i morsi della fame, ma tutto era reso più leggero e sopportabile dalla sua grande passione per il calcio, sublimata in un pallone di pezza e una maglia granata con il numero 8 cucito un po’ sghimbescio sulla schiena, entrambi opera della sua mamma. Quei due semplici oggetti facevano di lui un calciatore del Grande Torino. Un supereroe!
Nel maggio del ’49 la squadra del cuore di Giorgio Ferrini, e di gran parte degli italiani, ferma la sua corsa a Superga e quel bambino elabora quell’immensa perdita facendosi una promessa: avrebbe continuato a giocare a calcio, per far rivivere il Torino.
Mai promessa fu mantenuta così a fondo.
Ma il libro di Cristiana è anche la scoperta di Ferrini come marito innamorato e padre dolcissimo, un uomo profondamente devoto alla sua famiglia, che ha dedicato loro tutto il tempo concesso da una professione che l’assorbiva forse più del dovuto, tanto da decidere di portare prima Cristiana e poi anche Amos, agli allenamenti al Filadelfia, luogo del cuore, dove i due sono cresciuti accumulando ricordi e stabilendo le basi di solide amicizie, tuttora condivise.
Insomma, il viaggio nelle parole di Cristiana è una collana di perle, una più preziosa dell’altra, un omaggio, una delicata carezza al suo papà andato via troppo presto, ma soprattutto un vero regalo ai tifosi granata. Perché se è vero che Giorgio Ferrini, con il suo grande cuore, ha amato tutto quanto la vita gli ha offerto, è anche vero che è stato ed è tutt’ora molto amato. Perché nel Torino c’è sempre e solo un Capitano!
Patrizia Durante
Cristiana Ferrini
Mio padre, il capitano dei capitani – Giorgio Ferrini, una storia granata
Cairo Editore
Euro 16,50
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