Torino capitale. Di cosa?

by • 30 gennaio 2014 • ArchivioComments (37)9292

“Oh, i presagi tristi per l’avvenire di Torino che si facevano al tempo del trasporto della capitale! E li facevano i Torinesi stessi, che per un momento perdettero la fiducia in sé medesimi”. Così Olindo Guerrini, scrittore nel 1864, quando la capitale fu spostata da Torino a Firenze.

“Da torinese sono fiero di questa Fiat mondiale”. Così Piero Fassino, sindaco di Torino, alla notizia del trasferimento della sede legale e fiscale della Fiat a Amsterdam e Londra.

Nei giornali enigmistici il gioco sarebbe “quale delle due risposte è sbagliata?”.

Forse nessuna delle due. Ma qualcosa mi suona stonato in questo trionfalismo che circonda la morte di Fabbrica Italiana Automobili Torino, perchè di fine si tratta. Magari per un futuro più grande e importante, ma quel capitolo nato 115 anni fa a Palazzo Bricherasio di Torino per volontà di 9 industriali e nobili piemontesi, è chiuso, per sempre. Torino da poco più di 30 anni aveva perso il titolo di capitale d’ Italia, ma l’ iniziativa di quei pionieri la fece diventare, nel volgere di pochi anni, “capitale dell’ automobile”. Oggi Torino è capitale di cosa?

Non è la solita lagna subalpina del “qui sono nate tante cose che poi ci hanno portato via”. Non vivo con i paraocchi e capisco le scelte di Marchionne e degli eredi degli Agnelli. Faccio un pochino più fatica a capire il codazzo dei lecchini che, in questi giorni e in passato, hanno steso tappeti rossi a qualsiasi decisione del Lingotto.  Un solo esempio. Vogliamo ricordare i 70 miliardi stanziati una decina di anni fa da Comune, Regione e Provincia per il rilancio di Mirafiori? Oggi Mirafiori è il deserto dei tartari.

Nel giorno storico del 29 gennaio 2014, fra un collegamento tv e l’ altro, bevendo una birra all’ 8 Gallery ripensavo alle migliaia di operai che si sono spaccati la schiena proprio lì dove c’ erano le presse e adesso invece ci sono  lustrini, negozi e paillettes. Lo so i tempi cambiano, siamo nella globalizzazione e auguro grandi cose alla FCA (tra l’ altro, che brutto acronimo) ma per adesso non riesco a fare salti di gioia.

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37 Responses to Torino capitale. Di cosa?

  1. Laura scrive:

    Torino, nel corso dei decenni ha perso tutto. A Torino,era nata la Rai, la moda, il cinema. Ma “grazie” ai politici locali,non è riuscita a continuare ad essere una città viva. A Torino,doveva esserci solo la fiat,e purtroppo, così è stato. Negozi che chiudono,zone della città sempre più degradate. Nonostante le olimpiadi del 2006,Torino, non è diventata una città turistica,anzi, i giochi invernali, hanno lasciato la regione Piemonte,e lo stessa città di Torino, con una voragine di debiti. Torino,purtroppo,è una città senza futuro.

    • beppe simone scrive:

      Ecsuccesso quello che avete fatto a Napoli e il resto del Sud 150 anni fa

      • Davide scrive:

        mah, Saviano scrive che quando “i piemontesi” fecero l’inventario della reggia di Caserta non sapevano cosa era il bidet. verissimo peccato che c’era solo nella reggia e la popolazione fosse nella totale miseria. a Torino non si viveva nella pulizia ma almeno le strutture funzionavano. la storiella dei piemontesi invasori funziona solo come scusa. Brigantaggio e quella camorra che combatte proprio Saviano sono peculiarità ataviche della zona che ne bersaglieri ne altri sono riusciti a sradicare. comunque, tranquillo … ormai tutta l’Italia è conciata allo stesso modo dal nord al sud.

        • Marco scrive:

          Oddio..ataviche non so fino a che punto..se andiamo indietro a guardare, proprio come faceva notare anche Rocco Chinnici, la camorra esisteva già prima del 1860 ma il grande salto di qualità che la trasformò da banda di strada a società criminale organizzata lo fece proprio con il nuovo stato unitario. Stesso effetto fu anche per Cosa Nostra e per la ‘Ndrangheta.

  2. christian scrive:

    Torino e’ la capitale di tutto!!!del buon gusto,della bellezza delle sue piazze,colline,e’ la citta’ piu’ bella del mondo!!!e cosa molto importante e’ la citta’ della juventus;-)…..

    • gandolfo scrive:

      al di là della tua fede calcistica (io sono granata) sono molto belle cose che tu scrivi anche perché mi sembra di evincere dalla tua mail che non sei piemontese. giusto?

    • beppe simone scrive:

      A citta dei ladri coi soldi nostribavete fatto la fiat

    • beppe simone scrive:

      Torino ha voluto con tutta la forza ma cosa avete portato nel mondo i gianduiotti adesso li prendiamo dalla Cina !! Bellezza mia !!

  3. Riccardo Humbert scrive:

    caro Beppe, quest’anno ricorrono i 150 anni della perdita della capitale d’Italia. Da allora è iniziata una débacle che, curiosamente, è finita proprio oggi, esattamente dopo 150 anni. Finalmente con la Fiat Torino non ha più nulla da perdere, le hanno preso tutto, ma proprio tutto. Oggi finisce un ciclo. Da oggi, almeno, non c’è più nulla da rubare in questa città. Possiamo dormire sonni tranquilli!

  4. ale scrive:

    Avevamo la moda e l’abbiamo persa, avevano la fiat e l’abbiamo persa, avevamo la sip e l’abbiamo persa, avevamo la rai e l’abbiamo persa. L’unica cosa confortante per il futuro è che ci sono speranze per juve e fassino

  5. Luca scrive:

    Detto francamente, con l’attuale situazione Italiana, qualsiasi Azienda con un Management con la testa sul collo andrebbe a mettere Sede Legale e Fiscale in QUALSIASI paese che non sia l’Italia… Abbiamo uno dei costi del lavoro più alto per via delle tasse sul lavoro, abbiamo la tassazione più alta sulle Imprese e sul reddito in generale, abbiamo la burocrazia più confusa e contorta che ci sia sulla faccia della Terra, dei Politici che non capiscono un tubo se non di rimborsi gonfiati e poltrone e feste e festini, lasciamo stare i sindacati che è meglio, le Aziende estere chiudono gli Stabilimenti Italiani e nessuna investe sull’Italia…. Ditemi voi…

    • beppe simone scrive:

      L Italia e un concetto sbagliato un ladro un pedofilo e un sanguinario io mi dovrei identificare con questi esseri

  6. Luca scrive:

    Comunque a chi interessasse capire qualcosa in più sul momento che stiamo passando, vada a leggersi Zingales sul Sole a questo link… e per favore, almeno quando si parla di argomenti seri che ci toccano più o meno direttamente, lasciamo fuori il Calcio…. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-01-30/il-problema-e-che-cosa-qui-non-va-064250.shtml?uuid=ABNBoEt&fromSearch

  7. Laura scrive:

    Per essere una città “viva” non basta che ci siano belle piazze,belle vie, belle colline,ci vuole sostanza, e soprattutto, ci vogliono imprenditori che abbiano di nuovo voglia di investire,e portare lavoro in città. A partire dagli anni 2000, Torino ha perso popolazione,e la maggior parte che hanno lasciato la città, sono andati a vivere nei paesini limitrofi,perché ad oggi, Torino ha ben poco da offrire a chi ci vive. Io stessa,se potessi, me ne andrei via da Torino,eppure,sono torinese doc.

  8. Luciano scrive:

    Erano quasi 10 anni fa e circolavano documenti e ipotesi sul futuro Fiat. Cosa dicevano? Fiat sarebbe andata via da Torino e avrebbe chiuso Mirafiori entro il 2015. Il silenzio della politica è stato da sempre assordante. Manca poco e il progetto diventa realtà. Molti lo sapevano, tutti sono stati zitti. Stile piemontesi doc

  9. Laura scrive:

    Sono d’accordo con Luca,
    quando si parla di argomenti seri, è meglio lasciar perdere il calcio. Il governo, non ha mai attuato politiche serie per le aziende,senza contare che la burocrazia italiana, è allucinante. I sindacati, sono totalmente assenti,e gli imprenditori,soprattutto quelli che gestiscono medie-piccole aziende.sono lasciati solo. Baste vedere il caos di questi giorni in parlamento, per capire in che mani ci troviamo.

  10. Enzo scrive:

    e i supertram per la metropolitana leggera? Regalo della giunta di sinistra alla FIAT per non far chiudere il Lingotto.
    Finalmente però da oggi Torino potrà pianificare il futuro senza più essere condizionata dagli interessi della famiglia Agnelli almeno spero……

  11. Pat scrive:

    Io sono d’accordo con Riccardo Humbert, ora è finita!
    Bando alle ciance e alle lamentele, ora dobbiamo sollevarci o morire. Inutile incolpare la politica ottusa e miope, li abbiamo eletti noi e sono anni che continuiamo a eleggere sempre gli stessi. O siamo masochisti o ci troviamo proprio bene! Inutile incolpare Marchionne, gli Elkann e tutta la loro progenie: sono uomini d’affari, affari hanno sempre fatto e affari continuano a fare. Per loro non esiste nessun debito di riconoscenza e la nostra Nazione è troppo debole per imporre dei diktat.
    Quindi, per noi, è ora di ricominciare. Sì ma che fare? Rimettersi in gioco, tirarsi su le maniche e inventarsi di nuovo. C’è poco da fare è l’unica strada percorribile. Come ricorda Beppe, non è la prima volta che questa città prende una mazzata in testa. Pensate che il trasferimento della capitale da Torino a Firenze sia stato indolore? Ebbene, anche allora Torino è stata in grado di risollevarsi e ripartire. Ciascuno di noi è obbligato a rimettersi in gioco e cercare di capire che strada prendere. Turismo? Cultura? Terziario? Non so, ciascuno di noi deve trovare la strada e per chi proprio non ce la fa e pensa che all’estero ci siano molte più possibilità e si stia meravigliosamente bene, le frontiere sono aperte…da anni! Io sto qui perché ci credo. Io sto con Torino e con i torinesi.

  12. Lino scrive:

    così forse non ci dissanguano più per regalargli la cassa integrazione… tanto gli utili li hanno sempre e solo divisi fra di loro, allo Stato non hanno mai restituito un cent.!!!

  13. Stella scrive:

    Io sono completamente in accordo con Pat e se posso aggiungo anche un altro pensiero. FIAT è stata anche sinonimo di storia e tradizione e, se qualcuno se lo ricorda, quando morì Giovanni Agnelli, la coda di persone che vollero salutarlo fu davvero immensa, forse segno di una città che in qualche modo esprimeva affetto. Oggi la Fiat se ne è andata? Lo scopriamo oggi? Nessuno sapeva degli stabilimenti aperti in Polonia, Brasile, Serbia? E’ un’azienda, vero. Ha preso soldi, vero. Ma vero anche che qualcuno ha provveduto a elargirglieli, forse qualche politico che faceva i conti per i futuri voti da portare a casa, magari insieme a qualche sindacato (e ovviamente sindacalista) un pò troppo distratto. Ma la Fiat è un’azienda e le aziende devono produrre profitto per restare in piedi. Se la Fiat se ne va finisce una storia, e in questa città che ha saputo essere capitale, culla della moda, della tv e delle auto, sappiamo reinventarci, lo stiamo già facendo. Si perchè sarebbe bello non dimenticare che in questa nostra Torino, come in tutto il Piemonte, ci sono centinaia di progetti, aziende, idee, che vivono e respirano e crescono e nessuno di loro si interessa di macchine, camion o affini. Sarebbe bello che incominciassimo a raccontare quanto stiamo costruendo noi e non quanto ci hanno portato via gli altri.

  14. Federico scrive:

    Torino, in questi anni, ha patito più di tutte le altre città italiane, la crisi economica mondiale. Questo è dovuto, al mancato passaggio dell’ex capitale sabauda da città solo industriale, a città sede del secondo polo economico-politico e finanziario d’Italia. Ma per fare ciò l’ex Julia Augusta Taurinorum, ha dovuto fare negli ultimi 14 anni dei grossi cambiamenti in tutti i settori.
    Nel settori turistico visto il grande afflusso di turisti, dovuto anche alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006; dove Torino per 2 mesi (si contano anche le Paraolimpiadi) è stata al centro del mondo. Nelle infrastrutture, finalmente a Torino è arrivata la metropolitana. Ci sono ancora da completare i lavori del passante ferroviario e della nuova stazione di Porta Susa (già inaugurata lo scorso anno). C’è la nuova linea del tram 4 che attraversa da nord a sud l’intero capoluogo torinese. Senza contare la realizzazione del sottopasso Repubblica ed altre opere pubbliche (La Tav del famoso corridoio 5, la metro 1 fino a piazza Bengasi).
    Ma tutto ciò, ha avuto un costo per le casse del Comune veramente notevole. Infatti l’ente locale è indebitato per più di 5 miliardi di euro.
    Il rilancio della città passa nel valorizzarne tutte le particolarità tipiche del suo territorio. Dalla cucina, ai negozi, ai monumenti, nonché al ritorno di Torino come capitale della cultura. Ritorno all’apertura dei saloni espositivi e valorizzazione dei musei cittadini. La sfida per il prossimo futuro è aperta, vediamo se Torino e i torinesi, vorranno vincerla.

    • beppe simone scrive:

      Bellezza mia vieni a Napoli così ti senti meglio noi il lavoro non l abbiamo mai avutoo almeno però la bellezza voi adesso avete perso il lavoro e rimasta pure la bruttezza la grande bruttezza ciao bellomio

  15. Monica scrive:

    ….. a noi Piemontesi la forza di tirarci su le maniche e provare a costruire anzichè distruggere …. ogni persona nel proprio orticello trovi le energie, la fantasia, la voglia di agire con gli altri ……Il turismo ,la cultura sarebbero una forza enorme, non per nulla gli alberghi sono in crescita, il politecnico e le altre università sono un fiore all’occhiello, spaziamo nei servizi e ricostruiamo l’industria ….La Fiat è morta ma forse sarebbe importante una politica del lavoro italiana: se nel governo si continua a litigare (per anni abbiamo dato contro a Berlusconi senza legiferare ….) e non a proporre la crisi sarà sempre incombente ….Eliminiamo la non professionalità e permettiamo a chi ha le competenze di avanzare …. Sarò dura ma quotidianamente ho davanti ai miei occhi esempi di non lavoro….

    • beppe simone scrive:

      Menomale che è morta cessi di auto

    • beppe simone scrive:

      Ciao Monica come stai l Italia e di se la gode io non mi sento italiano ti invito per un caffè a Berlino e pieno di italiani del Nord sto piangendo Monica ma di gioia così capirete anche voi cosa significa

  16. Mashi scrive:

    Forse non vi renderete conto della reale situazione in cui si trova Torino. Centinaia di negozi e uffici chiusi, addirittura dentro i centri commerciali. Vi siete chiesti il motivo? Fiat ha generato per anni un indotto spaventoso, dando lavoro a migliaia di persone, basti pensare a tutte le fabbriche nella prima cintura (grugliasco, collegno ecc), anch’esse chiuse. Erano tutti questi ex lavoratori, ormai over 50, a far girare l’economia di Torino, spendendo i loro soldi nelle varie attività commerciali. Ora costoro sono molto probabilmente padri di famiglia che devono mantenere in casa i loro figli disoccupati, con la loro pensione.Ecco che si è bloccata l’economia della città. Ecco spiegati i negozi chiusi. Allora come fare a rilanciare una città in crisi? L’unica soluzione e fare qualcosa per fare rinascere le imprese, con una politica nuova che crei incentivi all’occupazione, che vieti il pignoramento dei capannoni industriali, che faccia in modo che le banche (ladre) non prendano rientri immediati ed ingiustificati dei fidi di cassa…. ecc ecc. L’idea di rilanciare Torino solo con il turismo è pura fantasia…

    • gandolfo scrive:

      Caro Mashi sono d’accordo con te. il turismo può fare molto ma non tutto. per questo il mio blog è rivolto soprattutto ai governanti affinché in questi mesi facciano pressione sulla Fiat o FCA – come diavolo si chiama – perché a mirafiori e negli stabilimenti torinesi si torni a produrre.. Saluti

    • beppe simone scrive:

      Ma chi se n e frega il deserto su Torino

  17. Enrico Z. scrive:

    Torino e i torinesi, per storia e cultura ormai intrinseca, hanno sempre fatto da modello per tutto il resto della Nazione.
    Credo che sia giunto il momento di rilanciare definitivamente l’immagine di Torino, non più città grigia e prettamente industriale ( già le Olimpiadi Invernali avevano mostrato al Mondo intero di che pasta è fatta Torino), ma metropoli culturalmente evoluto e ricca di attrattive di scala mondiale. Pensiamo alle nostre ricchezze gastronomiche (vino,carni,dolci) alla maestosità dei nostri palazzi, delle nostre vie e dei nostri viali, ai parchi alle ville sabaude o ai Castelli sparsi in tutto il territorio cittadino o regionale. Credo che la ricchezza del nostro territorio, della nostra cultura e di tutte le culture che si stanno inserendo nella nostra società, potranno rilanciare per l’ennesima volta, la nostra città e la nostra Regione.Resta comunque nostra ( come cittadini) la responsabilità di valorizzare queste risorse presenti e sperare che le istituzioni, non più soggiogate al potere industriale della famiglia regnante,intervengano per rilanciare la città e con essa tutto il territorio piemontese.Cultura e turismo e “servizi”, saranno, a mio parere le prossime colonne portanti dell’economia torinese.

  18. Matteo scrive:

    I pronostici “popolari” a riguardo, sono che Torino potrebbe diventare la prossima Detroit a seguito mossa FCA (ex FIAT). Di buono c’è che i torinesi e limitrofi, sanno rimboccarsi le maniche. La storia lo dimostra. Di contro è che viviamo in italia….e lo stato sappiamo tutti che priorità ha!

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