Parlo per esperienza personale. Mio figlio è andato in primina, a 5 anni. Alla luce dei quasi 15 anni passati sui banchi scolastici, oggi dico: no, grazie!
E lo dico dopo aver letto l’ annuncio del ministro Stefania Giannini: “Accorciamo le materne, diamo la possibilità ai genitori di mandare i figli a scuola un anno prima”. E via, a seguire una sequela di esperti psicoterapeuti che sposano la proposta: “Oggi i bambini hanno maggiori competenze cognitive, socializzano bene, giusto partire prima…”, “Quella del ministro Giannini è una buona idea…”, “Anche i più piccoli sono pronti per lo stress emotivo del primo giorno di scuola…”
Negli Stati Uniti l’ obbligo scolastico è a 5 anni, in Giappone, Cina e Australia a 6. In Europa, quasi ovunque (Italia compresa), a 6 ma in Svezia, Danimarca, Finlandia si entra in classe a 7 anni.
Mah… continuo a pensare che sia giusto lasciare i nostri piccolini a giocare, oziare, divertirsi, dormire… Di anni da passare sui banchi di scuola ne avranno parecchi, comunque. Miglioriamo quelli, anzichè farci venire idee strampalate. E lo dico da genitore pentito…
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Crisi e iPhone. Qualcosa non va
assolutamente no! l<sciamo giocare i nostri figli!
io non credo che sia saggio anticipare l’ingresso dei bambini alla scuola primaria e lo dico perchè vedendo i bambini di adesso, quelli che dovrebbero obbligatoriamente andare a scuola, mi rendo conto che non sono pronti pur avendo molte occasioni per apparire pronti, ma appunto apparire pronti e non esserlo…. c’è una tale fretta di farli diventare grandi, abbagliati da presunte capacità con i mezzi tecnologici, che non ci si rende conto che nella maggior parte delle volte i nostri meravigliosi bimbi hanno bisogno di essere trattati per l’età che hanno…li si pensa già avanti pretendendo troppo e poi li si tratta come dei piccoli, non li si aiuta a crescere ignorando le esigenze reali
Brava Cristina, hai espresso bene anche i miei concetti. Grazie
E’ tutto molto soggettivo. La cosa importante è che sia lasciata libertà di scelta ai genitori, ovviamente anche sotto consiglio delle maestre della scuola materna. Sull’obbligo sono contrario anch’io.
Buonasera non sono d’accordo .mio figlio ha iniziato la scuola elementare a cinque anni e mezzo, il suo pensiero era rivolto al gioco non facciamo crescere in fretta questi bimbi.Un saluto a tutti.
Purtroppo si tende troppo spesso a usare la scuola come parcheggio, soprattutto per risolvere il problema economico delle materne private, viste le lunghe liste a quelle pubbliche… Mia figlia è andata a scuola dopo i 6 anni….lasciamo che i bambini vivano il mondo della fantasia!
La vita da adulti, fatta di obblighi e orari, quando incomincia non finisce più. Vogliamo lasciare tranquilli i bambini? Per quale motivo dobbiamo catapultarli prima del tempo nella vita dura? I tempi di crescita sono fisiologici, e certe tappe non sono state fissate a caso. Il compimento dei sei anni comporta un cambiamento cerebrale importantissimo, molto simile a quello che avviene intorno ai 18 anni che, guarda caso, è la data della maggiore età. L’uomo e fatto così, i denti spuntano attorno ai sei mesi, cammina a circa un anno e via di questo passo. Tutto ciò succede dalla notte dei tempi, rispettiamo quindi i tempi di crescita dell’individuo e ricordate, maggior abilità tecnologica, non vuol dire maggior maturità! Lasciateli giocare spensierati fino a quando è possibile.
Ho insegnato nella scuola primaria per 40 anni. Ho vissuto tutte le realtà: Insegnante unica di classe, tempo pieno, pluriclasse, laboratorio di Lingua Inglese. Classi piccole, numerose, multietniche e non. Per quanto riguarda gli alunni anticipatari il problema si è cominciato a porre quando una legge ha stabilito che chi fosse nato entro marzo o aprile, vado a memoria scialba, poteva frequentare la scuola nell’anno precedente al compimento dei 6 anni. Ho avuto parecchi alunni che hanno usufruito di questa “concessione”. Ed a parte un caso o due, tutti, dico tutti, hanno perso l’anno guadagnato alla partenza nel corso della loro carriera scolastica. Quello che, però, mi preme sottolineare, è che l’età psicologica non viene nemmeno considerata dai legislatori. Un bambino di 5 anni e mezzo o meno ancora, è in evidente svantaggio di fronte a compagni che hanno un anno in più. A 20 anni o 19 la differenza non si sente, ma a 5 o 6 è enorme. Lasciate ai bimbi il tempo per avere tutti gli strumenti, non solo quelli tecnologici, per affrontare la vita!
Grazie Carla, il tuo commento è davvero illuminante. Grazie davvero..