Se, per malattia o per un’assenza qualsiasi, io lavorerò un giorno in meno nel mese di gennaio, il mio stipendio sarà decurtato della cifra esatta di competenza per una giornata. Giustamente.
Se vado al supermercato e chiedo due etti di prosciutto pagherò soltanto quanto effettivamente pesato, 180 o 210 grammi.
Insomma, ogni prestazione viene commisurata in base al reale consumo. E non dovrebbe essere diversamente. Non dovrebbe, appunto…
Per i pedaggi autostradali, invece, non funziona così. Se io percorro la Torino-Aosta so che – da mesi – poco prima di Scarmagno, ci sono un paio di chilometri con doppia circolazione su una sola corsia. Sulla Torino-Savona – da anni – c’è un’ intera corsia di un ponte, nei pressi di Fossano, chiusa per lavori, e anche in quel caso c’ è la doppia circolazione. Sono soltanto alcuni esempi, quelli che vanno più indietro nel tempo. Perché nelle ultime settimane sono intervenuti i guai sul viadotto di Altare e sulla galleria di Masone,solo per citarne un paio. Insomma, la rete autostradale cade letteralmente a pezzi.
Non entro nel merito delle polemiche sulle concessioni, sulle inchieste giudiziarie, ecc. mi voglio soffermare soltanto sui pedaggi e sulle interruzioni di lungo corso. Perché devo pagare la tariffa intera se il servizio offerto è ridotto? Non è una questione di soldi. Sarebbe un bel gesto. La Torino-Aosta costa 16,80 per 100 chilometri: se per due chilometri non è autostrada, ma una strada normale la decurtazione sarebbe di 30 centesimi. Una bazzecola per il gestore, ma un gesto di equità per l’ automobilista.
E forse questo contribuirebbe anche ad accelerare i tempi per lavori che sembrano infiniti
TERMINAL UNICO PER AUTOBUS? A TORINO NON C’ E’ Next Post:
CHE BELLE CITTÀ CON TANTE SERRANDE ABBASSATE