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L’ aceto Ponti, un successo piemontese nel mondo

by • 13 luglio 2024 • CINQUE SENSIComments (2)7118

Viveva a Sizzano, un piccolo paesino della provincia di Novara: lo chiamavano Giuanin d’la asei (cioè Giovannino dell’ aceto). Era il 1867, faceva il coltivatore e il produttore di vini, il suo cognome era destinato a diventare famoso nel mondo, e a essere legato per sempre a quel soprannome. Lui era Giovanni Ponti. L’attività, intrapresa in modo artigianale, si espanse già con il figlio di Giovanni, Antonio Ponti che contribuì ad ampliare la produzione e a fargli varcare i confini nazionali, tanto che nel 1911 l’azienda Ponti ricevette il “Diploma d’onore per vini e aceti” alla Fiera Internazionale di Parigi. Nel 1934 Antonio e il figlio Guido, iniziarono anche a produrre conserve vegetali, i famosi sottaceti Ponti. Nel 1945 spostarono la produzione nel più ampio e moderno stabilimento di Ghemme, attivo ancor oggi.

Oggi il Gruppo Ponti si è affermato come leader europeo per la produzione di aceto di vino. Lavora quasi 40 milioni di litri e produce ogni anno più di 70 milioni di bottiglie di aceto e oltre 30 milioni di unità di conserve vegetali. Nello stesso anno è arrivato ai vertici di settore anche in Italia, con quasi il 60 % di quote di mercato per l’aceto di vino, il 65% per l’aceto di mele e il 58% di aceto balsamico di Modena.

Nel 2008 Ponti dimostra che un prodotto antico si può rinnovare e quindi aprire nuovi ampi spazi di mercato: inventa la Glassa al Balsamico; nel mondo è venduta come il “ketchup italiano”. Il prodotto riscuote un grande successo, si abbina bene sia ai piatti salati sia a quelli dolci, il suo sapore è gradito dai bambini e anche da chi di solito non apprezza il gusto intenso dell’aceto.

Il segreto di circa 150 anni di successi è racchiuso in pochi accorgimenti, la conoscenza approfondita dei processi di lavorazione e delle materie prime, la capacità di rinnovarsi, la grande attenzione al cambiamento dei gusti dei consumatori e la gestione interamente familiare. Le grandi multinazionali del cibo non hanno mai infilato le mani in casa Ponti: il loro prodotto è considerato di nicchia, anche se i numeri del Gruppo sono tutt’altro che piccoli. Gli stabilimenti sono infatti diventati cinque, oltre a quello novarese, ci sono Vignola in provincia di Modena, Dosson di Cassier (Treviso), Anagni nel Frusinate e Paesana (Cuneo) specializzato – manco a dirlo -nell’aceto di mele. In tutto 190 dipendenti e un fatturato di 120 milioni di euro destinati ad aumentare in modo costante. Il Gruppo Ponti vende in Francia, in Svizzera, in Inghilterra e in Polonia, ma anche nei paesi dove la fanno da padrone altri condimenti come Cina, Russia e Giappone. I ristoratori italiani e le grandi catene alberghiere sono gli ambasciatori naturali all’estero e aiutano a introdurre, anche nei mercati più refrattari, i prodotti del Gruppo Ponti.

Il 45% del fatturato è dato dai sottaceti e dai sottolio che vengono prodotti esclusivamente nello stabilimento di Ghemme. Il marchio più famoso è “Peperlizia” ma, nello spirito innovativo dell’azienda, è da poco nata una nuova linea “zero olio”: i vegetali vengono conservati in una speciale acqua addensata e aromatizzata che consente di rispettarne la conservazione e il sapore.

Un successo piemontese quindi, che ha varcato i confini regionali e nazionali. Un successo portato avanti con determinazione e alta professionalità. Ne ha fatta di strada Giuanin d’la asei!

Patrizia Durante

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2 Responses to L’ aceto Ponti, un successo piemontese nel mondo

  1. cristiana e sara scrive:

    scusate, siamo in difficoltà ad aprire il tappo della bottiglia del vostro aceto balsamico. consigli su come aprirlo? in ogni caso, noi abbiamo un suggerimento per voi: fate, se potete, aperture più facili, grazie!
    ps: ci siamo tagliate due volte le dita mentre cercavamo di aprirlo!
    vi auguriamo una buona continuazione,
    Sara e Cristiana

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