Se qualcuno cercasse, nella lettura di questo libro, l’ ennesimo capitolo sulla storia del Toro rimarrebbe deluso, e non poco. Luigi Bonomi nel suo “Alfred Dick, l’ uomo che inventò il Toro” utilizza l’ eccentrico industriale svizzero come guida per un viaggio immaginifico nella Torino di inizio ‘900. Della squadra granata c’è poco o nulla (qualche accenno alla nascita nella famosa birreria del centro di Torino), in realtà cì è inv ece molto degli albori della Juventus e dei suoi primi successi: per il resto è la biografia fantasiosa di Dick, un sognatore nella città della Bella Epoque.
E, così seguendo il percorso umano di Dick, ci imbattiamo in Emilio Salgari e Cesare Lombroso, in Nostradamus e Dorando Petri, in Cacherano di Bricherasio e Pablo Picasso, per non citare tutti gli altri: parto della fervida immaginazione di Bonomi che racconta come questo importante imprenditore del settore delle calzature, da primo presidente vincente della Juventus diventa il fondatore del Torino. Il calcio fa da contrappunto ad una controversa storia d’ amore dello stesso Dick con la giovane Emma. Sarà questo sofferto amore la causa del suicidio dell’ imprenditore svizzero? Oppure i suoi rovesci finanziari? E poi, si è trattato di un vero suicidio?
Sono soltanto alcuni dei misteri che circondano la vita di Alfred Dick, ed in questa vita sconosciuta che si infila l’ autore per improbabili incontri con personaggi dell’ epoca, sportivi e industriali, scienziati e artisti, politici e perfino ultraterreni. Con il passare delle pagine entrerete sempre più in una città come Torino che pensavate di conoscere e che invece può ancora sorprendervi.
LUIGI BONOMI
ALFRED DICK, L’ UOMO CHE INVENTO’ IL TORO
ARABAFENICE EDIZIONI
18 euro
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