Pochi, anche a Torino, conoscono la figura di Giuseppe Navone. Eppure fu vicepresidente del Toro dello scudetto del 1976, imprenditore edile, costruttore di tanti edifici in Piemonte, Liguria, Calabria: tra gli altri le carceri delle Vallette e l’ ex cinema Fiamma. Grande merito va quindi a Elena D’ Ambrogio per questa biografia di un uomo che ha affrontato successi lavorativi ma anche drammi umani come il sequestro di persona e attentati negli anni del Terrorismo.
Bene scrive Vittorio Feltri nella prefazione quando si domanda “come è possibile che finora non abbiamo saputo nulla di questo personaggio che è una di quelle colonne che sorreggono una comunità”?
Grande lavoratore e allo stesso tempo illuminato imprenditore. Uomo d’ affari ma anche generoso benefattore soprattutto per l’ Astigiano, sua terra d’ origine. Tifoso del Toro e amico intimo di Orfeo Pianelli al punto da seguirlo nella folle cavalcata di vincere uno scudetto a Torino, in casa degli Agnelli.
Elena D’ Ambrogio (che è la nuora di Giuseppe Navone in quanto ha sposato il figlio Giorgio) racconta d’ aver scovato fra i cassetti del suocero alcuni appunti per un’ autobiografia mai portata a termine. Da lì Elena è partita, pescando poi nei ricordi personali, nei giornali dell’ epoca e nelle interviste a chi ha conosciuto e amato Giuseppe Navone: un lavoro minuzioso per tratteggiare, con delicatezza poetica e rigore documentario, la figura di un uomo che “certamente non trascinava passivamente la sua esistenza”. Senza dimenticare, sullo sfondo, l’ Italia del Secondo Dopoguerra quella del miracolo economico (da non confondere con l’ effimero boom), della modernizzazione dell’ Italia, degli Anni Settanta e degli anni di piombo.
“Vorrei che Giuseppe Navone fosse ricordato nelle opere che gli sopravvivono, nell’ impresa portata avanti dalla sua famiglia come lui aveva portato avanti quella di suo padre” scrive l’ autrice. Sarà ricordato anche grazie a queste belle pagine di Elena D’ Ambrogio.
ELENA D’ AMBROGIO
QUANDO UN UOMO
CAIRO EDITORE
15 euro
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