Ho appreso con molto piacere la notizia che l’ Antica Focacceria San Francesco ha aperto un punto vendita nell’ aulica piazza Carignano di Torino. Il Pani ca meusa siciliana, i cannoli, gli arancini/e e altre prelibatezze isolane sbarcano anche nel cuore del capoluogo piemontese.
E ribadisco che, ogni tanto, mi capita di fare un break gastronomico alla Focacceria Tipica Ligure in piazza Castello o consumare una Piadina passeggiando in via Garibaldi. Così come non disdegno gustare kebab per strada.
Questa commistione fra cibi regionali e internazionali è bella e mi piace.
La mia perplessità deriva da altre considerazioni. Il Piemonte è ricco di cibi, anche da street food. Quindi lo dico con un paradosso: perché non gustare uno scodellino di bagna cauda pucciando pezzi di verdure (carote, sedani, finocchi, topinambur) passeggiando attorno al Colosseo? Oppure davanti al Duomo di Milano, ma anche di fronte al Golfo di Napoli…
Un azzardo? Una provocazione? Forse. Ma non solo.
Se reciprocità deve essere… che sia.
Troppo forte la bagna cauda? Beh, il pani ca meusa (panino con milza, trachea e polmone di vitello) non è proprio un cibo leggero…
Si potrebbe provare anche con una rivendita ambulante di fette di torta di nocciole, Torcetti di Lanzo, ma anche di bicchierini di zabajone, di panini piemontesi: con la Toma, la Fontina, il salame Piemonte dop, il Gorgonzola….Insomma, non c’è che l’ imbarazzo della scelta. Basta osare, come hanno fatto quelli dell’ Antica Focacceria San Francesco di Palermo.
Ah già, ma noi siamo sabaudi: riservati, molto riservati. Forse troppo!
LA GALLINA BIANCA DI SALUZZO Next Post:
SCAFFALE: QUANDO UN UOMO DI ELENA D’ AMBROGIO