Il Bonèt è uno dei dolci più noti della tradizione piemontese. Originario delle Langhe, è un budino a base di uova, zucchero, latte, amaretti secchi, rum (o caffè) e cacao. E’ il dolce delle feste, ottimo come coronamento di un pranzo importante, bello da vedere sulla tavola imbandita, è senza dubbio un dessert sostanzioso, goloso e richiede tempo e pazienza per la preparazione. Insomma, un dolce da concedersi di tanto in tanto per coccolarsi e coccolare gli ospiti.
L’origine del suo nome è controversa e diverse sono le versioni. In piemontese il termine Bonèt indica un cappello o un berretto rotondo che ricorda la forma dello stampo in cui viene cotto il budino. Infatti, lo stampo in rame in cui si cuocevano flan e budini, veniva chiamato bonèt ed cusin-a cioè cappello da cucina, viene quindi naturale pensare che il dolce abbia preso il nome dallo stampo. Diversa è però l’interpretazione diffusa nelle Langhe: il budino è il cappello di tutto il pranzo. L’ultima golosa portata che chiude il banchetto, il cappello indossato prima d’uscire. Qualunque sia l’origine del suo curioso nome, una cosa è certa, questo delizioso budino viene preparato e cucinato con la stessa tecnica, diffusa in tutta Europa, dei dolci della famiglia delle crème caramel, quindi a bagnomaria e deve essere servito rigorosamente freddo.
Nei tempi antichi il Bonèt era preparato con l’aggiunta del fernet perché aiutava la digestione. L’introduzione del rum e del cioccolato avvenne solo quando i prodotti provenienti dalle colonie sudamericane, iniziarono a diventare comuni nelle ricche cucine. Esistono tutt’ora diverse varianti, col caffè, col cognac e alcuni, invece degli amaretti, usano tritare le nocciole della qualità Tonda e gentile delle Langhe.
Il Bonèt può essere abbinato con lo spumante rosato dell’Alta Langa servito fresco o del Chiaretto del Monferrato.
INGREDIENTI
Amaretti 100 gr. più qualcuno per la decorazione, Cacao amaro in polvere 50 gr. Uova medie 10 tuorli, Rum ½ bicchiere, Latte fresco 700 ml. Zucchero 150 gr. Per il caramello: Zucchero 100 gr.
PREPARAZIONE
Per prima cosa riscaldare il forno a 180° in modalità statica. Tritate finemente gli amaretti (ricordandovi di lasciarne da parte qualcuno per la decorazione) fino ad ottenere una polvere sottile come la farina. Alla polvere di amaretto unite il cacao setacciato e senza grumi e tenete da parte. Preparate il caramello facendo sciogliere i 100 gr. di zucchero in un pentolino a fuoco basso e senza mai mescolarlo. In un’ampia terrina montate a crema lo zucchero con i tuorli, quando i tuorli sono ben montati unitevi il rum, la miscela di amaretti e cacao e il latte a temperatura ambiente. Non preoccupatevi se la consistenza finale sarà piuttosto liquida. Versate il caramello nello stampo da plumcake o nello stampo da budino e fatelo ben aderire a tutta la superficie. Attenzione a non scottarvi!
Versate quindi, poco alla volta, il composto per il Bonèt aiutandovi con un mestolo. Inserite lo stampo che avrete deciso di utilizzare in uno più grande per il bagnomaria, riempite quindi l’intercapedine tra i due stampi con acqua bollente fino a 2/3 dall’orlo e fate molta attenzione a non far andare acqua nel composto del Bonèt. Fate cuocere nel forno preriscaldato a 180° per circa 40/45 minuti; il Bonèt sarà cotto quando inizierà a staccarsi dalle pareti dello stampo. Togliete quindi il vostro budino dal forno e togliete anche il contenitore del bagnomaria, lasciate quindi raffreddare a temperatura ambiente.
Quando il Bonèt sarà freddo, mettetelo almeno un’ora in frigorifero, dopodiché immergete lo stampo velocemente in acqua bollente per agevolare l’estrazione del dolce. Per staccare le pareti, potrete aiutarvi con la punta del coltello, ma fate molta attenzione: è un’operazione delicata! Ora sformatelo capovolgendolo sul piatto di portata e decorate con gli amaretti che avete tenuto da parte.
Qualche consiglio: l’acqua del bagnomaria non deve mai bollire, il Bonèt rischierebbe di diventare troppo sodo e pieno di bolle, anziché liscio e morbido. In alternativa al rum è possibile usare la stessa dose di caffè non zuccherato e ovviamente freddo. Per chi è intollerante al lattosio, è possibile sostituire il latte vaccino con quello di soya.
Patrizia Durante
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Io di bunet ne ho fatti davvero tanti. Mia nonna ha lasciati la ricetta a mia mamma che non c’è più, l’ha lasciata a me. C’ė una qualche differenza con la tua ricetta, Pat, ma nella distanza ė quello. Noi non mettiamo il rum, il caffe’. Gli amaretti li abbiamo nel nostro comune di Mombaruzzo,famoso appunto per questi. Quanti amaretti, in passato, sono finiti in America! Magari anche ora, non so.
grazie divya