Fresh raw beef on cutting board

Vicciola, la carne piemontese preferita da Carlo Cracco

by • 24 agosto 2024 • CINQUE SENSIComments (1)11437

In Spagna c’ è il Patanegra, prosciutto crudo d’ eccellenza perchè prodotto con carne di maiali nutriti solo con ghiande. In Giappone il manzo di Kobe: la leggenda vuole che l’alimento principale del manzo sia il grano, insieme alla bitta, e che l’ animale venga massaggiato con del sakè.

Il Piemonte risponde con la Vicciola, carne di razza bovina piemontese macellata da animali allevati soltanto con nocciole. Tassativamente integre e con un calibro dai 13 ai 15 millimetri.

Non l’ avete mai provata? Non sapete cosa vi siete persi. Vi dico solo che la tartare di Vicciola è tra i piatti top nel menù nei ristoranti di Cracco.

Il disciplinare di produzione e macellazione è ferreo e regolamentato dal Ministero delle Politiche Agricole. C’ è una sola azienda in Piemonte autorizzata per questi allevamenti ed è l’ azienda agricola di Giovanni Rossetti a Cavour. A Torino la macelleria Pino di via Cibrario 53 è l’ unica rivendita a servire la Vicciola.

Ovviamente la qualità della carne per gusto e contenuti nutrizionali (bassissime perecentuali di colesterolo) sono eccezionali. Le fettine, la battuta al coltello, i filetti e i sottofiletti, gli arrosti…tutti tagli straordinariamente magri con un gusto dolce e delicato, una consistenza estremamente morbida dovuta alla sua fibra oleosa (merito appunto delle nocciole, alimento base per i vitelli femmina e i castrati insieme con mais crusca e fieno) e quindi un senso di leggerezza. Un paradiso per i palati, anche i più sopraffini.

Certamente il prezzo non è come quello della carne degli ipermercati. Ma per una volta…sarà come mangiare da un Masterchef come Cracco.

Per ulteriori informazioni: www.vicciola.it

Carlo Castelli

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One Response to Vicciola, la carne piemontese preferita da Carlo Cracco

  1. Guido scrive:

    “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”. Parola di Umberto Eco che attacca così internet dopo aver ricevuto all’Università di Torino la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”. “Prima – ha detto Eco – parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.

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