Carlo VIII di Francia durante l’invasione dell’Italia, siamo alla fine del 1400, presentò un ultimatum alla Signoria di Firenze e, ricevutone un rifiuto, minacciò dicendo: “Allora noi suoneremo le nostre trombe”. A questa provocazione rispose deciso Pier Capponi: “E noi faremo suonare le nostre campane” manifestando l’intenzione della città di resistere.
E così faremo noi piemontesi di fronte alla minaccia dei liguri di applicare una sorta di numero chiuso sulle loro spiagge. Chiuderemo le nostre montagne.
La mia è qualcosa di più di una semplice battuta. Le nostre montagne, quelle del Torinese e del Cuneese, ma in genere tutto l’arco Alpino piemontese, sono fra le più belle al mondo. Ma spesso sono in stato di semi abbandono. Sentieri sporchi e pieni di sterpaglie, sottoboschi abbandonati, dirupi pericolosi e non segnalati. La mancanza di fondi dei Comuni, delle ex province, delle Comunità montane sta provocando un lento ma inesorabile decadimento per vallate, cime, camminate, panorami mozzafiato.
Servono investimenti importanti e continui nel corso degli anni.
Cosa accadrebbe se intere montagne o valli fossero affidate ai privati che, in cambio di una adeguata salvaguardia (fatta di pulizia, segnaletica, dotazione di attrezzature, ecc), potessero applicare una sorta di quota di ingresso per turisti, alpinisti, villeggianti o scalatori?
Mi si dirà.. Ma la montagna è di tutti e deve essere accessibile a tutti. Anche il mare, eppure esistono gli stabilimenti balneari.
La mia non è semplice provocazione, sono convinto che la proposta sia da approfondire, nelle sedi opportune. L’alternativa è l’abbandono sempre più rapido delle nostre montagne e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, basti osservare il proliferare degli incendi boschivi in questa estate 2017.
Io sono pronto a pagare una cifra adeguata per l’ingresso in un’area alpina sapendo di trovare una montagna pronta ad accogliermi perché pulita, attrezzata, con sentieri ben segnalati, con le zone di pericolo delimitate.
D’altronde pago già 30-40 e passa euro per stare schiacciato come le sardine sotto un ombrellone in pochi metri quadrati di spiaggia in Liguria. Alla faccia del numero chiuso.
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