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Stavolta la foresta che crolla ha fatto molto rumore. Anche perché quei 14 milioni di faggi e abeti, rossi e bianchi, portati via dal vento in Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli, sono diventati un’ icona dell’ Apocalisse. Ma noi piemontesi ricordiamo ancora bene le terribili scene, un anno fa, di migliaia di ettari di boschi del Cuneese e del Torinese bruciati e cancellati da incendi, molto spesso dolosi.
Dalle tragedie occorrerebbe sempre trarre qualche insegnamento e pure delle opportunità. Secondo uno studio della Coldiretti con la riscossa del bosco italiano si potrebbero creare 35mila nuovi posti di lavoro. Un vero e serio piano per la rinascita delle foreste su tutto il territorio italiano è quanto mai indispensabile: l’ industria italiana del mobile è la prima in Europa ma importiamo l’ 80 per cento del legname dall’ estero. Insomma, dalla sciagura deve partire la rinascita.
E sarebbe magari anche l’ occasione per cancellare una riforma sbagliata. L’ accorpamento della Forestale nell’ Arma dei Carabinieri è stata un fallimento. Lo dicono gli stessi addetti ai lavori, sia le guardie sia i carabinieri. Non so se ha portato dei risparmi, ma certo adesso ci sono meno uomini sul territorio e nei boschi, c’ è più burocrazia e disincentivazione del personale… insomma, questi sono solo alcuni dei risultati di questa brillante pensata.
Ridateci la Forestale.
IL BOSCO E’ VITA, E’ SALUTE, E’ BELLEZZA, E’ RICCHEZZA. Amiamo i nostri boschi, adottiamoli, curiamoli, salviamoli e facciamoli rinascere, laddove distrutti. Prima di versare le solite lacrime di coccodrillo alla prossima sciagura.
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