Leggendo i dati di Unioncamere sull’ andamento turistico del Piemonte nel 2018 viene proprio da pensarla così. Siamo al penultimo posto in Italia per l’ incidenza di questo settore sul Pil regionale, anche per “turisticità” (cioè propensione al turismo) siamo in fondo alla classifica, davanti solo al Molise.
Eppure il numero di visitatori continua a crescere (meno però della media nazionale) , così come aumentano le imprese e i lavoratori del settore, al punto che siamo al settimo posto in Italia per numero di aziende e addetti al turismo.
Cos’è che non va? Non va bene che sia un turismo mordi e fuggi, da un giorno o poco più, che il visitatore venga una volta e poi non torni più e, soprattutto, che soltanto il 20 per cento dei turisti che arrivano in Piemonte siano stati richiamati dal web, da internet. Siamo ancora al passaparola, che va benissimo. Addirittura il 53 per cento dei visitatori è arrivato su consiglio di amici.
Quindi siamo una bella regione, con grandi attrattive, ma il turismo non rende come dovrebbe e potrebbe. Quante località, quante aziende, quanti hotel, quanti ristoranti sono presenti e attivi su internet? Attenzione. Non vuol dire soltanto avere un sito, ma significa tenerlo aggiornato quotidianamente, collegarlo ai social network, utilizzarlo per campagne promozionali. Attività che non si possono fare artigianalmente, nei ritagli di tempo: occorre affidarsi a società di comunicazione specializzate.
Non parliamo poi delle campagne pubblicitarie istituzionali, forse siamo ancora alla preistoria, alla cartellonistica.
C’è un solo aspetto positivo in tutto questo. Non possiamo che migliorare.
OTTIMA ANNATA PER VINI E NOCCIOLE, MA INTERESSA A QUALCUNO? Next Post:
NON BASTA PIANTARE ALBERI