Ogni anno in Italia 10mila incidenti stradali sono causati da animali selvatici. In Piemonte 1200 all’ anno, con tendenza ad aumentare e, purtroppo, spesso con morti e feriti.
Nella sola provincia di Cuneo sono circa 200, ogni anno, gli incidenti causati da cinghiali. Ad Alba, l’estate scorsa, c’è scappato pure il morto, in tangenziale: d’ improvviso un 59enne davanti alla sua auto si è ritrovato un branco di un cinghiali, la sbandata, la vettura fuori strada, il decesso.
Un’esplosione di ungulati che potrebbe considerarsi un’ emergenza nazionale se vogliamo aggiungere i danni all’ agricoltura: l’ anno scorso ammontano a quasi un milione di euro i danni arrecati alle coltivazioni nella sola provincia di Cuneo. Senza tener conto che la maggioranza degli agricoltori nemmeno denunciano le devastazioni, limitandosi alle bestemmie…
In Italia i cinghiali sarebbero circa 2milioni e ormai li troviamo anche in città, la settimana scorsa in via Ormea, dietro Porta Nuova, a Torino. Va chiarito subito che questo proliferare non è soltanto frutto di Madre Natura, ma anche della mano dell’ uomo. Quanti gli allevamenti, anche clandestini, sono sorti come funghi, nei decenni passati, nelle nostre campagne e in montagna. Per non parlare dei vari piani di ripopolamento. E adesso si deve correre ai ripari.
Secondo un sondaggio della Coldiretti, 8 italiani su 10 (l’ 81 per cento) sono favorevoli a piani di abbattimento. Ma c’è la ferrea opposizione delle tante associazioni animaliste. Almeno si proceda a interventi di sterilizzazione di massa. C’ è contrarietà anche su questo? Beh, qualcosa bisognerà pur fare, altrimenti ce li troveremo ovunque e sempre più aggressivi. E’ un problema di pubblica sicurezza e di difesa del nostro patrimonio agroalimentare. Tutto il resto è frutto di banali sentimentalismi e ragionamenti fatti solo con i paraocchi.
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