Lo aveva accennato il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Hanno poi ripreso la proposta altre forze politiche e subito si è sollevato il polverone.
Per i nostri studenti è indispensabile recuperare il tempo perso in questo anno di lockdown con lezioni interrotte o sospese, con la didattica a distanza che funziona a singhiozzo: indispensabile tornare sui banchi anche al pomeriggio, al sabato e magari prolungare l’ anno scolastico fino a fine giugno.
Apriti cielo. Sono subito insorti i sindacati, gli insegnanti, i presidi. Impossibile. Impossibile lavorare anche nelle ore pomeridiane o al sabato. D’estate nelle aule fa caldo, non c’è l’aria condizionata.
Ricordate Anita, la ragazzina torinese che quest’ inverno si metteva sul marciapiede a seguire le lezioni per protesta, perché voleva tornare a scuola e rifiutava la didattica on line? Nei giorni scorsi ha scritto sul suo profilo social: ” Preferisco la classe alle vacanze, abbiamo perso troppo tempo” E’ stata inondata da un mare di insulti. “Fatti curare, mandiamola a pulire i bagni, disagio, assistenti sociali, malattia mentale”, solo per citarne alcuni, fra i più gentili.
Ebbene io so no sempre andato a scuola al pomeriggio, al sabato e il caldo nelle classi, in estate, non mi sembra possa spaventare ragazzi nel fiore degli anni giovanili.
Sono state perse migliaia di ore di lezione, di interrogazioni, compiti in classe, lavori di gruppo. Cosa vogliamo fare?
Continuiamo con questo lassismo che creerà una generazione di studenti senza basi culturali, senza socializzazione, senza rapporto diretto con l’ apprendimento?
Per queste e tante altre ragioni sono d’accordissimo con il prorogare questo anno scolastico – se la pandemia lo consentirà – fino a luglio, con lezioni pomeridiane, con istituti aperti al sabato. Basta con soluzioni estemporanee quanto ridicole tipo i banchi con le rotelle: è ora d i tornare davvero a sudare sui banchi di scuola.
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